mercoledì 7 settembre 2011

The new generation

Gli amarcord sono una costante alla vigilia dei grandi eventi e non è da meno la Coppa del mondo di rugby. Nei palinsesti televisivi hanno lasciato spazio ai film delle edizioni precedenti e la cosa torna parecchio utile per tirare le fila. Che il gioco sia cambiato non ci piove, tanto che alcune delle nuove regole lasciano il segno: siccome la posta in palio sarà enorme, si faccia la grazia di non saltare fuori con la storia "ah, ma che brutte partite, però!", quando le due squadre in campo opteranno per i piedi e lo spostamento. 
A dare un'occhiata alla finale di quattro anni fa tra Sud Africa e Inghilterra, al contrario, se ne ricava una considerazione importante: puntare alla rimessa dalla propria area dei 22 non sarà più così semplice perché la regola prevede - oggi - che il calciatore non debba ricevere l'ovale da fuori quello spazio e che non possa nemmeno fare due passi indietro per alleggerirsi il peso. Gioco stretto, guardie assatanate ai lati dei raggruppamenti e pallone da tenere in campo. Nervi tesi che faranno la differenza.
Intanto hanno fatto capolino quelli della nuova generazione. Andando dritti al punto, i ragazzotti sbarcati dalla Rugby League alla Rugby Union con annessi e connessi. Gli All Blacks a caccia di trofeo ne possono schierare in particolare due di non poco conto: Brad Thorn in seconda linea e Sonny Bill Williams tra i trequarti. 
La pertica 36enne di Mosgiel (ma per un attimo dimentichiamoci del mero dato anagrafico) ha fatto il pendolare nel corso della carriera, tra Crusaders e Brisbane Broncos, venendo selezionato nella RL tanto per la rappresentativa del Queensland quanto per l'Australia stessa. E poi ci sono gli oltre 50 caps con la Nuova Zelanda, nella Union, dal 2003 ad oggi. Ora, di Thorn che si può dire? Che è una terza linea aggiunta? D'accordo. Che è un ball carrier? D'accordo anche in questo caso, ma più scontato del primo. Che è importante perché il gioco in contropiede degli uomini di Graham Henry non si arresti? Eccome. Scatto, velocità, rapidità nel garantire un sostegno e buona manualità nel riciclare il possesso. Si fa notare quando si muove per il terreno, con quel compasso di gambe e il modo in cui pesta sui piedi. 
Se il 1995 fu l'anno di Jonah Lomu (chiedere a Mike Catt asfaltato dall'ala neozelandese, prendendosi tutte le critiche possibili - ma le contromisure per arrestare Lomu non erano ancora state varate), il 2011 dovrebbe rivelarsi l'anno di Sonny Bill Williams. Dovrebbe, dal momento che la concorrenza è tosta e cacciamo un nome su tutti: Quade Cooper (e anche qui si potrebbe tornare ad un passato recente, quando il Quade dicevano "non convincesse": poi l'hanno visto con la maglia dei Reds e si sono rimangiati le parole), che nell'agosto di un anno fa era dato in dirittura d'arrivo ai Paramatta Eels, Rugby League of course.
SBW. E' mediaticamente il più forte di tutti. Ha dalla sua pure i trascorsi non semplici tra eccesso di alcol, foto compromettenti con una modella australiana chiuse nella toilette e la conversione all'islam. Sa usare le mani sui ring, è un super atleta. Ma soprattutto sa maneggiare la palla con talmente tanta cura che i suoi compagni a volte non gli stanno dietro. Rugby League, Rugby Union. Il Tolone con contratti a tanti zeri e, infine, la World Cup. Partirà titolare venerdì contro Tonga nella partita che apre il torneo. Che non siano solo coincidenze?

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