lunedì 12 settembre 2011

Rugb-rica mondiale - Day3: il team del turno

Finita la prima giornata del Mondiale, otto partite per sedici squadre, devono ancora scendere in campo Canada (pool A), Georgia (B), Russia (C) e Samoa (D). A parte quest'ultima, diciamo che le abbiamo già viste tutte quelle ambiziose. Le quattro rimaste indietro recupereranno mercoledì 14 (tre gare) e giovedì 15 (una gara), costringendo ai turni infrasettimanali rispettivamente Tonga, Scozia, Usa (il 15) e Namibia.
Alla fine delle giornate ci siamo sbilanciati in ardite sintesi, ora tocca al giorno più lungo, quello che comprendeva l'Italia, la partita più alta nel ranking del primo giro e l'altra in "conflitto di interessi" con gli Azzurri.

Su quest'ultima, Irlanda-Usa, ci siamo già sbilanciati in fase di analisi (gli highlights li trovate qui): poor display dei nostri avversari designati per il passaggio del turno, in linea con quanto veduto nei warm up pre-mondiali. Continuano ad essere in stato abbastanza confusionale, gli mancava solo la mezza bocciatura di Sexton e Murray.
Siccome tutto è relativo, a maggior ragione nello sport, questo non significa che sarà facile il compito degli Azzurri, anzi: l'opinione diffusa tra gli anglosassoni è che tra noi e gli irlandesi non ci sia confronto. A favore dei Verdi. Pur con loro in crisi, noi infatti non avremmo fatto vedere un bel nulla, nè con Scozia e Giappone nè tantomeno con l'Australia, che faccia presagire una chiusura del gap. C'è una sola, importante eccezione: Robbie Deans, il coach dell'anno, che ha testualmente detto degli Azzurri: "gran difesa, provocherà dolori a qualche squadra".
Il lato preoccupante della partita di New Plymouth sono le Eagles: più scrappy ancora di come si pensava potessero essere. Roba fetente, non solo da farsi male ma da rischiare veramente di più della mera brutta figura. Urge definire contromisure, anche perchè i nostri non sono più abituati a combattere con squadre inferiori: in tutta la gestione Mallett c'è stato solo il recente test col Giappone. Gli Azzurri sono abituati a perder tra gli elogi e far autocritica, non a vincer "ugly" e poi giustificarsi.
Fortunatamente abbiamo una risorsa: diversi reduci dalla Nazionale A, avvezza a incontrare quella tacca lì. Russia e Usa andrebbero affidati a un XV a prevalenza loro, capitanato da Bergamauro coi Bocchino, i Pratichetti, i Toniolatti e i Canavosio vari, in missione per conto di Mallett: è ora di responsabilizzare un po' tutti, chissà che non ne emergesse qualche bella sorpresa, stile Van Zyl oggi - era dal 2007 che non si vedeva una rimessa laterale italiana così efficace su proprio lancio; ha avuto due sole cadute, una purtroppo causa indiretta della prima meta.

Siamo scivolati al cenno su Italia - Australia (qui gli highlights).
La prima nota è statistica: li abbiamo incontrati 13 volte prima di oggi e la media dei risultati faceva guarda caso 35-13, subendo mediamente 5 mete e segnandone una. Nei 4 precedenti incontri della gestione Mallett è andata lievemente meglio: la media è 31-11. Già dalle stats si vede che oggi ci è mancata solo la meta, per il resto come dice il coach, il divario è quello.
Molto positivo è stato come detto il recupero della rimessa laterale, un ancoraggio fondamentale del gioco; quanto alla mischia, guardiamoci nelle palle degli occhi: abbiamo dovuto impegnarci a fondo per tener a bada Ben Alexander & soci, siamo riusciti a rollargli la canottiera solo una volta, su introduzione nostra e nel finale, a linee cambiate.
Molto buona la nostra difesa nel primo tempo, sostenuta dal giusto salire della difesa; nel secondo no, gli dai 5 metri a Quade Cooper e ti ritrovi tre mete praticamente in prima fase sul groppone, tutte sortite da suoi passaggi. Per fortuna soggetti come lui in Irlanda non sono diffusissimi, ma per vincere una partita dei Mondiali non servono tante mete, statisticamente ne bastan due.
Attacco invece non pervenuto, nè coi trequarti (a parte un guizzo di Tommy Benvenuti su una palla vagante e quello sprint iniziale di Masi) nè tantomeno con gli avanti (a parte quel lieve crimine in mischia ordinata avanzante di Sergio Parisse, con Ugo Gori a dormirgli dietro). Non era certo questa l'occasione per mettersi a fare i fenomeni, però però .. poi non ci si deve lamentare se gli anglo-sassoni non ci vedono giocare a rugby.

Di Galles-Sudafrica abbiam detto già molto qui; rimane la considerazione difensiva di un team, i Boks, in grado di far 170 placcaggi in una partita (a quel punto, fallirne 10 significa star quasi al 95% di efficacia) e vincere la gara con le due uniche percussioni portate fino in fondo. oltre che col piede di Steyn; ah dimenticavo, concedendo agli avversari di tenere in panca Bismark Du Plessis per un'ora. La domanda da cento pistole rimane: sono un bluff o saranno in grado di proseguire nella difesa del titolo? E il Galles, sta diventando grande? Ah, saperlo ... Basterà attendere qualche settimana e avremo tutte le risposte.

In conclusione segue abbozzo di formazione tipo post prima giornata, per quanto abbiamo visto in giro (otto partite su otto integrali, non solo highlights). Come sempre, oltre ai gusti personali ci si fonda su dati oggettivi. Dico la mia per provocare le vostre: l'ultima volta gli spunti sono stati molto interessanti.


Fullback - Frans Steyn, Sudafrica. La meta "alla figiana" e le liberazioni da 22 a 22 fanno di "Steyn il Grosso" un inamovibile. In panchina: Chris Paterson, l'unico lucido tra gli scozzesi.
- Right winger: Vereniki Goneva, Fiji. Ha segnato quattro mete, punto e a capo. In panchina: James O'Connor, Australia. il bambino ha scontato il castigo ed è tornato ai suoi giochi preferiti.
- Left winger: Richard Kahui, New Zealand. Fingiamo di non ricordare da che lato sia stato schierato, tanto in realtà è un centro. Intelligente, oltre che produttivo. In panchina: Francois Hougaard. Risolve-problemi.
- Outside centre: Ma'a Nonu, New Zealand. Un talentuoso ... debuttante outside. Come e quanto si muove senza palla!
- Inside centre: Sonny Bill Wiliams, New Zealand. Il re degli offload.

- Halfback: Theuns Kotze, Namibia. Chi è costui? E' uno che piazza punizioni da sessanta metri e tre drop in meno di cinque minuti. In panchina: James Arlidge, Japan, capocannoniere del torneo con 21 punti e 2 mete.
- Scrum half: Fumiaki Tanaka, Japan. Un furetto a tener in velocità i suoi. In panchina: Fabio Semenzato, se i suoi avessero giocato più di 50 minuti, sarebbe titolare.

- Nr 8: Toby Faletau, Wales. Credevo fosse l'anello debole, mi son dovuto ricredere.
- Openside flanker: Sam Warburton, Wales. Oggi ha spiazzato, devastato la numerosa concorrenza coi suoi 20 placcaggi. In panchina: Thierry Dusatoir, perché lui c'è, sempre.
- Blindside flanker: Jerome Kaino, New Zealand. Scelta difficile: nel ruolo si sono distinti nella giornata Shalk Burger, Rocky Elsom, Imanol Harinordoquy e anche Ale Zanni. Eleggiamo il Kiwi perché in più ha segnato meta.

- Lock: Julien Pierre, France. La seconda linea francese ha marcato tre mete (c'è anche Pascal Papé) e una quasi meta. Instrumental. In panchina: Dan Vickerman, Australia. Grande vecchio, ha rubato la palla decisiva della partita in aria, dalle mani di Parisse.
- Lock: Lionel Nallet, France. Come sopra.

- Tighthead prop: Ben Alexander, Australia. Ha retto la mischia italiana, scusate se è poco.
- Loosehead prop: Fabien Barcella, France. Mai privarsi di un francese in prima linea.
- Hooker: Bismark Du Plessis, South Africa. Il suo ingresso ha cambiato la partita. Impact player. In Panchina: Marius Tincu, l'anima della Romania.

3 commenti:

Madflyhalf ha detto...

Perfetto il XV!

Però Bismarck non è un impact player.
È Hulk in candeggina.

:D

Io al posto di Kahui, che tuttosommato ha avuto un'opposizione molliccia (e soprattutto gioca a dx), avrei messo il signor Danielli.
Com'è che dicono lassù?
Ah, "Hungry for work".

Tanto di cappello!

Abr ha detto...

Vero, Bismark non sarebbe un impact player: ce lo ha reso la "maturità lunga" di John Smit :)

Abr ha detto...

Danielli beh, l'ho considerato ma subito m'è sovvvenuta quella meta che s'è mangiato nel primo tempo. A Robinson ha quasi procurato una frattura del metacarpo dai pugni che ha dato al muro. Robe rare da vedere.
Più che la fame, negli ultimi 5 minuti (a proposito di opposizione: i rumeni avevano finito la biada) secondo me ha voluto cancellare quel ricordo. Il che gli fa onore.

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