Rugb-rica mondiale - meno cinque: un mondiale da mediani?
Giorno meno cinque dall'apertura dei Mondiali: apertura nel rugby fa rima con tattiche di gioco. Prima si fa sempre un gran parlare di aperture, di record di punti, ah Jonny Wilkinson vs. Dan Carter, eh certo che James Hook ma Stephen Jones, oh come farà l'Italia senza Diego Dominguez ....
E se invece la Coppa del Mondo 2011 fosse l'edizione del mediano di mischia? Una vita da mediano, cantava quello, ma nel rugby il ruolo di colui che statisticamente fa più kilometri e tocca più ovali di tutti non è mai da retrovia, anche se non sempre è sotto i riflettori.
Basta un'occhiata alle ultime gare pre-mondiali: Will Genia è stato un autentico incubo per gli All Blacks, più influente di Quade Cooper nella storica vittoria che ha dato il TriNations all'Australia dopo dieci anni e al momento perfetto, più destabilizzante in ottica mondiale.
Quanto alle due squadre All Blacks ultimamente perdenti, come non considerare costante punto non di forza un certo understatement nella posizione di mediano, sia esso il passista Jimmy Cowan, il più estroso Piri Weepu o il trascurato Andy Ellis? Nessuno spicca e coach Graham Henry non sceglie.
Andiamo avanti: in Irlanda coach Declan Kidney ha voluto "segare" il mediano O'Leary per scrollare i suoi, ma la responsabilizzazione di Reddan non ha prodotto granchè sinora. L'Inghilterra è riuscita a mascherare il peggio dopo l'infortunio di Danny Care e conta sul ritorno alla confidenza di Ben Youngs, vedremo. La Francia stessa: innegabile che lo stile di gioco di Yachvili sia diverso dal più avventuroso Parra, ma certo è che il ruolo di Trinh Duc all'apertura è sempre "estemporaneo", un contrappunto rispetto al tema di fondo eseguito in mediana. E proprio per questo risulta spesso decisivo.
Quanto all'Italia, tutti sempre ad ammirare la prima linea, ma Semenzato ha dato ritmo e sostanza ad attacco (con la Scozia: break della prima meta, realizzazione della seconda) e difesa, e se solo recuperasse un po' di misura nei grubber ...
Se si è alla ricerca del paradigma del mediano di mischia che tiene le redini della sua nazionale, il nome che deve venire in mente è quello di Fourie DuPreez.
"In my opinion, he is probably the best halfback I have seen play", afferma l'astro nascente Genia, che lo ha sempre considerato un modello da imitare: "He makes a massive difference to their side. He controls the game, the tempo of the game and he adds a lot to their group". Non è un caso che con la sua visione, rapidità e accuratezza d'esecuzione in campo, gli Springboks siano tornati alla vittoria, prima per un tempo con l'Australia, poi dell'intera gara con gli All Blacks, sia pure in versione rincalzi.
DuPreez fu instrumental nella vittoria del titolo quattro anni fa e nel riaffermare la forza degli Springboks nel primo biennio post mondiale. Poi un lungo infortunio lo tenne fuori praticamente per tutto il 2010 e gran parte del 2011: abbiamo guarda caso gli anni orribili del rugby sudafricano.
Il 29 enne campione del mondo è l'interprete perfetto per quel gioco "conservativo" che i sudafricani stanno rilanciando dopo patimenti e passi falsi in sua assenza. Ora con lui in campo, le lancette dell'orologio paiono tornare indietro al 2009, alla tournée Lions: scrambling defence, i giusti tempi tra assalti degli avanti e kicking tattico per lanciar la muta dei trequarti, pressione fisica e accuratezza. I trademark classici del rugby Boks. Limitando l'apertura Mornè Steyn a ciò che sa fare bene, cioè usare il piede sia verso il cielo che ai pali. E con lui rimettendo tutta una sollevata squadra agli "specialisti" reparto per reparto, cosa che li rende eccellonti.
Un paio di Test son poco per giudicare ma il ritorno del novello Manny Tuttofare DuPreez ha apparentemente aggiustato la macchina Boks, riportandola conservativa com'era, alla faccia del cosiddetto gioco espansivo imposto da un paio d'anni dalle nuove interpretazioni arbitrali, dietro le pressioni neozelandesi. Alla "espansività" si sono allineati con alterne fortune irlandesi e scozzesi, mentre i gallesi che da sempre giocano bene dietro, ultimamente son diventati più accorti, grazie all'emergere di Sam Walburton, un "grillotalpa" finalmente competitivo coi Broussow, Pocock, Dusatoir e McCaw.
Il mediano Boks ha chiaro cosa stia succedendo: "Nel 2009 il gioco si focalizzava su difesa e kicking game. Ora c'è più contesa al suolo, ma da un annetto il vantaggio dell'attacco s'è un po' ridotto". Figurarsi se i sudafricani si lamentano se c'è più contesa! Ciò che rende cruciale il suo apporto: "Non è necessario per i Boks cambiare molto l'approccio rispetto al 2009," analizza il mediano dei Bulls, "si tratta solo di ottenere il miglior balance nel gioco d'attacco. Il gioco al piede non è superato, richiede solo molta più accuratezza d'esecuzione".
Il rugby fortunatamente non è cambiato troppo da due anni a questa parte, e mentre si celebrano giustamente i Wallabies e le loro ripartenze da fondocampo, i Boks han trovato la "loro" risposta, nel corso del controverso "programma di riabilitazione" cui han partecipato i 21 frontline "infortunati", mentre i rincalzi erano a prender schiaffi nella prima parte del Tri Nations."The rehab camp was very crucial," conferma senza ironie DuPreez, più grazie agli input dei tecnici Rassie Erasmus e Jacques Nienaber che per i fisioterapisti.
Più che un "ritorno al passato" è una ulteriore evoluzione del rugby, magari in direzione un po' diversa da chi ha spinto per il cambio di interpretazioni. Molto è imperniato sulla centralità della contesa a terra, nuova "fonte di gioco" che soppianta mischia ordinata e rimessa laterale come opportunità di rovesciare l'azione da difensiva a offensiva. Dopodiché al mediano "metronomo" è richiesto di saper scegliere rapidamente ed eseguire perfettamente tra varie opzioni - apertura, calcetto dietro la linea, calcio tattico, sfondamento, penetrazione individuale.
“We like to play the situation and make sensible decisions and back ourselves", così la mette coach Peter de Villiers: "it’s all pre-planned". Non è fortunatamente prerogativa dei soli Springboks, vale per tutta la nuovelle vague dei mediani moderni, in cui includeremmo anche il nostro Semenzato: play the situation.
Anche i fautori del gioco espansivo, i massimi critici del "aerial ping pong" che li metteva sotto nel 2008/9 si sono adattati, chiunque abbia osservato il gioco degli All Blacks, avrà notato la crescente percentuale di calci tattici che Dan Carter mette in aria: “If you look at stats in the Tri-Nations, Australia and New Zealand kicked more balls away than us”, sancisce De Villiers.
Calci alti e focus sul punto di incontro: non han copiato nessuno i Tutti Neri scuola Canterbury, ci stanno attenti illo tempore, in modo tanto esasperata da travalicare sovente nel "cheating" (fallosità deliberate), come evidenziamo da tempo nelle nostre analisi, con manine e piedini dai lati, cadute dal lato sbagliato senza rotolare via, tagliafuori e blocchi in fuorigioco.
La domanda delle cento pistole allora diventa , che tipo di gioco vedremo prevalere in questi Mondiali? La facile risposta è: la posta è alta, le partite decisive avranno risultati stretti, conteranno i piazzati, magari i drop. Giocoforza prevalga chi saprà dosare meglio tutti gli ingredienti di un gioco "conservativo", non solo la qualità di cavalleria disponibile, leggera o pesante che sia. Quando è così, il mestolo del pentolone dove ribollono gli ingredienti in amalgama, sta fatalmente più in mano al mediano che all'apertura.
Forse il "gioco espansivo" detterà legge nelle partite della fase preliminare tra le prime e le minnows. Non è poco, stiamo parlando di una trentina di gare. Altamente improbabile lo sia nelle altre, non nella fase finale: difficile assistere a un Francia - Scozia del Sei Nazioni, vinto dai Bleus subendo tre mete. Certi scontati 80-10 nella prima fase non dovranno distrarre, anche se verranno propagandati come forieri di "passeggiata in finale" di questa o di quella squadra, coi decantati "nuovi Jonah Lomu" re dell'area di meta. Va tenuto sempre d'occhio la bussola del lavorìo del mediano, là dietro quelli grossi - mai oscuro, sempre quantitativo ma anche qualitativo.
Nelle fasi finali e anche nelle partite cruciali dei gironi, verosimilmente si assisterà al prevalere di chi avrà saputo pianificare meglio e gestire la partita senza vacillamenti, col risultato costantemente sotto break. Peserà la mentalità, i nervi saldi, l'abitudine ad eseguire un copione mandato bene a memoria.
Torna in mente al proposito quel quarto di finale del 2007 al Millennium, la famosa Francia -Nuova Zelanda della meta col passaggio in avanti. Altro che "partita rubata", la gara nella realtà fu determinata dalla monotonia tattica neozelandese, inadatta a porre quesiti alla difesa e recuperare il risultato. Il rugby non è il calcio dove incombono le "Mano de Dios", gol della domenica e "riequilibri" arbitrali, è una battaglia campale dove prevale sempre chi s'è meglio preparato e meglio sa mettere in pratica: per questo è così bello da analizzare e discutere razionalmente, non solo col cuore.
28 commenti:
Ragazzi, un articolo più bello dell'altro.
Che spreco
Che spreco, mi piace :)
(La massa vuol pane unto e salsiccia, servito veloce prima di salire in cima al Terzo Anello col suo bandieron; ce n'è in abbondanza in giro, concordo molto che quello non sia spreco.
Qui invece, solo delicatessen).
Hai ragione Carletto, erano già due giorni che pensavo di fare una sviolinata ai Soci, ma per un motivo o per l'altro non ne avevo l'occasione. Beh, eccola: complimenti, una raffica premondiali come questa è davvero notevole. In lingua italiana non avete rivali e anche internazionalmente fate un figurone, secondo me.
De Villiers 2 giorni fa è anche riuscito a dire che John Smit è il miglior tallonatore al mondo.
Lui imbarazzato ha risposto "Anche mia moglie crede che io sia il miglior ragazzo sulla faccia della Terra"
:D
Secondo me PdV sta tentando l'autoconvincimento.
Sono scettico del gioco conservativo Bokke perché se fino al 2009 era fondato su
- kick and chase ben eseguito con il chaser a contestare e la difesa dietro ben organizzata
- difesa solida e soprattutto ordinata
- disciplina
- attacco in grado di portare avanti il pallone e di creare anche opportunità di mete
Oggi sembrano non sussistere più.
Du Preez (che fu la piattaforma di lancio del kick and chase perfetto) non è più preciso e ha ucciso i Bokke contro l'Australia a Durban; inoltre la difesa non è più organizzata né ordinata.
Hanno perso tanto in disciplina.
Il ditto*dritto non paga più: contro l'Australia sono stati messi sotto prima di tutto fisicamente, a casa loro.
Finora sono stati prevedibili, fuori forma e inefficaci.
Ok hai uno che te la butta dentro da 50m, però se ai 50m non ci arrivi? E se prendi buchi mostruosi perché hai un capitano grasso e lento, un n.7 grasso e lento, un estremo (Steyn) grasso barbuto e lento?
Se Henry avesse mandato i titolari in Sudafrica (e secondo me ha sbagliato di nuovo la gestione dei giocatori, togliendo come nel 2007 momentum a tutta la squadra nelle ultime 2 partite), li avrebbero fatti a pezzi.
Ancora: gli All Blacks nel secondo tempo contro l'Australia ad Auckland hanno provato il gioco conservativo e hanno perso miriadi di palloni.
Bisogna saper bilanciare, non si può fare solo dell'uno o solo dell'altro: devi saper conservare, ma anche attaccare in modo efficace.
Ecco perché io credo che in semifinale mondiale, da un lato, vedremo la Francia e non l'Inghilterra... però è solo una supposizione.
Mi auguro solo di non vedere una tritura di ma**ni come la finale 2007!
Tnxs Nick,fa piacere leggere da lettori quel che sinceramente pensiamo anche noi :D
Battute a parte, i ns. riferimenti non sono mai stati quelli che desiderano "arrivare uno" con gli ascolti o col copiaincolla.
E, riveliamo, ci sono un paio di siti cui ci ispiriamo (uno australiano, uno sudafricano), dall'appoccio dedito all'approfondimento tecnico e non solo al gossip e ai cartellini gara, ma sentire che siamo a livello internazionale, questo ci fa molto piacere!
Secondo noi il rugby merita (pretende, direi meglio) un approccio un filo più approfondito. Se si vuole farlo crescere. Perchè non è solo questione di giocatori e allenatori, ma di tutto l'ambiente.
Grazie mille!
Madfly, l'aussie! :)
P.Divvi lo conosciamo tutti oramai, ma stavolta ha citato una stat. (i kiwi e gli aussie calciano più dei boks) e coi numeri non si polemizza, si può solo fare analisi.
Riguardo all'analisi dl gioco Boks, io invece per la prima volta da fine 2009/primi 2010 ne ho rivisto sprazzi: nel primo tempo con gli Aussie a Durban e per tutta la partita coi Kiwis a Porth Elizabeth.
Uno potrebbe dire, con gli Aussie han perso (e ci sta: nessuno li batte oggi, domani vedremo) e bisognerebbe averli visti coi veri AB.
Vero anche questo, ma secondo me Graham Henry stavolta a fiutato puzza di bruciato e ha fatto benissimo lui a preservare - psicologicamente più che fisicamente - i suoi. S'è vista comè andata poi a Brisbane ...
Inciso al proposito: come mai nessuno dei solerti accusatori dei Boks, stavolta ha avuto nulla da dire che Henry tenesse a casa giocatori sanissismi?
Alla fine affermi quel che dice Dupreez: oggi si deve BILANCIARE il tipo di gioco d'accatto, MA IL CALCIO TATTICO ("che dev'essere più accurato") E' TORNATO PARTE DELL'EQUAZIONE.
Non ce l'hanno riportato solo i Boks, certo che son stati felicissimi di ritrovarlo.
Se tutto gira, saranno gli altri ad avere il problema di tenere i Boks oltre i 50 metri. Un problema in più.
Quanto alle semis, anch'io mi auguro e credo nella Francia (che dovrebbe trovare proprio England nei quarti): ha sempre fatto bene down under, distate dalle pressioni di casa (so' latini).
Solo che in semi. dovrebbe trova' proprio l'Australia, e qui, a meno di distrzioni ...
Mentre i furboni kiwis si son tenuti ... il Sudafrica. Sempre che non esploda il Galles (e lo dico per un nome solo: NORTH. Anzi due: WALBURTON).
Ora nun capita, ma se c'è una squadra che può triturare (non i tuoi ...attributi) gli ABs, prima della finale, beh, indovina chi credo sia?
Ultimo inciso: è normale che una finale trituri i cosiddetti. Non ne ricordo una di piacevole, o superiore a qualche semifinale. La posta in palio troppo alta.
Errata corrige: attacco, non accatto. Distante, non distate. Distrazione non distrzioni.
I placcaggi m'han portato alla dislessia.
Il senso si capiva, vai tranquillo! ;)
Beh insomma, una volta entrati nel professionismo, quella 2003 e 1999 sono state signori finali dal punto di vista del gioco e dello spettacolo espresso dalle squadre!
Discorso Sudafrica: io non sono convinto per niente.
Tu ti ricordi come giocava il Sudafrica nel biennio 2006 e 2007?
Io sì: in ogni partita era quasi uno spettacolo, per forma fisica e perfezione tattica. L'asse formato da John Smit, Fourie du Preez e Percy Montgomery era praticamente infallibile e trainava la squadra in ogni condizione.
Era bilanciata nel gioco (segnarono quei 103 punti in 2 partite all'Inghilterra a giugno 07), nella forma fisica (alcuni che oggi son titolari, allora avevano almeno 10kg in meno di grasso), nell'età (Steyn, Pietersen, lo stesso Du Preez e Burger, i Du Plessis...) e nella gestione dei giocatori (rotazione giusta nel mondiale, una era la squadra titolare, con alcuni da ruotare per certe partite).
Secondo me in semifinale i Bokke non faranno nemmeno il solletico a questi All Blacks.
Paradossalmente potrebbe essere più molesto il Galles...
Warburton è un gran giocatore, ma ti devo correggere: non è il grillotalpa in senso stretto (io odio grillotalpa e lo chiamerò "fetcher" :D ).
Se volevano un grillotalpa prendevano Martyn Williams.
Ma è ormai chiaro che gli arbitri hanno targettato questo genere di giocatori: Pocock è stato tenuto molto d'occhio, McCaw ha addirittura cambiato totalmente modo di giocare e ora centellina molto di più i momenti in cui si mette a cacciare la palla.
L'Australia non ha caso ha chiamato il solo Pocock come specialista per il n.7: ormai c'è molta più propensione a lavorare sull'impatto fisico in ruck e controruck, il lavoro di cacciare palloni si gioca sull'episodio (è utile in questo caso metter le mani? è meglio fare controruck? è meglio rischierarci veloci?) e sulla distribuzione delle abilità su più giocatori in campo, almeno nelle squadre evolute.
Esempi...
Irlanda: O'Brien e Heaslip non faranno rimpiangere Wallace perché sono ottimi nel recuperare palloni al momento giusto (v. semifinale di HC)
Australia: in caso di assenza di Pocock, a cacciare palloni sono bravi Elsom, Higginbotham, Moore e pure Alexander e Saia Fainga'a. In tal caso credo li spaventi di più l'assenza di uno che sbaglia 1 placcaggio ogni 15...
NZ: Mealamu, Kaino e Read su tutti
SA: di puro fetcher c'è Brussow, Burger e Louw hanno caratteristiche di entrambi i tipi di flanker, infatti si compensano molto a vicenda.
Qui a nord la differenziazione openside-blindside in Inghilterra, Italia, Francia e Scozia quasi non esiste più...
Tant'è che un giorno vediamo Dusautoir giocare con la 6 e l'altro con la 7, così Moody e Haskell o Tom Croft.
Ormai gli arbitri hanno preso quella strada e chi ha scelta in quei ruoli, migliorerà in disciplina anche variando il tipo di gioco al breakdown.
Dusatoir gioca con il 6 o ol 7 indifferentemente solo perché in francia non differenziano openside e blindside. lui di suo è un openside puro: mille placcaggi, dinamismo impressionante, ottima propensione al recupero palla, contrapposto ad un fisico decisamente leggero.
In italia bergamauro è un openside, e barbieri sarebbe anche lui un openside puro se non fosse che per una qualche sconosciuta legge fisica ha un energia cinetica quando impatta molto maggiore del canonico 1/2m*v^2...
gli openside ormai sono merce rara, ma penso che sia perché con l'abitudine a gonfiare gli atleti in palestra fin dalle giovanili ormai giocatori con il passo dell'openside puro non si trovino più, e non un problema di scelte tecniche. tant'è che i pochi che ci sono ancora (a livello internazionale) sono tutti ai mondiali
È una concatenazione di cause... è fuori di dubbio che ormai molti giocatori non openside abbiano le doti di rubare il pallone in qualsiasi situazione di ruck.
Il blindside non è più così indispensabile come fetcher puro.
E il discorso arbitri rimane: sono diventati catalizzatori di calci e parlo proprio di chi indossa la n. 7 (o 6 se sei sudafricano).
È un cane che si morde la coda, ma credo che non sia partito prima dal fisico: credo sia partito da altre necessità (disciplina e nuovo modo di giocare). Anche perché
- stiamo confrontando lo stesso giocatore da 1 stagione all'altra (McCaw) o addirittura due nella stessa stagione (Williams e Warburton), non è che 1 anno fa erano mingherlini e agili e ora sono grossi e pesanti
- tra l'altro, i 3 per eccellenza Wallace, Pocock e Brussow non sono certo piccoli o leggeri (abbondano oltre i 100 tranquillamente), la differenza con "gli altri" non è rilevante
E non mi sembra logico portare il problema al fatto che fanno palestra sin da giovani: perché non credo che George Smith, McCaw, Brussow, Pocock, Martyn Williams, David Wallace, Schalk Burger (secondo me è il prototipo di flanker moderno), Frans Louw abbiano cominciato a far palestra ieri l'altro...
Dusautoir è un caso un po' strano, spesso si comporta da assassino silenzioso, non lo noti, ma c'è, non ruba palla, ma vince gli impatti e trancia qualunque ripartenza dell'8.
Alla fine queste sono caratteristiche da blindside o no?
Io lascio perdere il discorso Italia: l'unico che ruba palloni è Parisse o, di recente Barbieri.
Bergamasco è rapidissimo e placca tutto, pressa sul 10 più veloce di chiunque altro in nazionale.
Guardo poco l'Italia perché tendo ad addormentarmi, ma io non gli ho mai visto fare un gran lavoro di recupero di palloni... In realtà a nessuno in nazionale da noi.
Bello scambio.
Tra gli italiani dimentichi Derbyshire, Mad: non sarà un fuoriclasse ma nel suo piccolo è un buon flanker alla franco-italiana, cioè "misto".
In generale, pur essendo anch'io appassionato di "grande rugby" (anche se più verso gli Altipiani nel mio caso), comprendo che c'è livello e livello, e quindi non paragono prugne (italiane) con oro (australe). Voglio dire, sarei più tollerante coi nostri. I quali chiaramente non possono competere con le prime tre, mi fan ridere quelli che s'arrabbiano quando perdiamo con l'Australia!
Concordo con reda, in francia è tradizionale non far distinzione tra flanker, li volevano polivalenti.
La distinzione la vedi nle fisico, quando gioca Bonnaire non nr.8: fisico a parte (più alto), lo vedi vagolar per il campo come fosse un centro.
Il blindside infatti non è chiamato a fare il fetcher in teoria, il suo ruolo offensivo è il ball carrier (Juan Smith - sigh per la sua assenza - su tutti).
I nr.7 catalizzatori di decisioni arbitrali: vedere mio ultimo post "arbitraggi", casca a fagiuolo ... Sarà un bel ridere in questi mondiali, vedremo che antifona suoneranno al proposito.
da quel che si capisce sarà "pesa": per questo non ci sono più i "grillotalpa" di una volta, è troppo rischioso se non sei perfettamente piantato sulle gambe.
Su walburton non sono molto d'accordo: è il primo openside "proattivo" che vedo nel Galles, uno che ci prova a recuperar ovali, un simil Pocock; mentre Martyn, un po' invecchiato, si reggeva d'esperienza.
gatland è stato esplicito al proposito.
Ha anche spiegato, gatland, come mai non ci siano quasi mai due nr.7 nelle squadre a 30: impossibile nel modulo 16-14, non ci stai dentro. L'unica mi pare è il Canada e il suo coach difatti l'ha spiegato, si vede per non far storcere il naso ai colleghi.
Che tanto poi, come fai a portarlo in panca, il secondo nr.7 specialista? Al posto di chi?
Sui Boks di Jake White, 20206/7: a parte che dicevi della finale noiosa ....
Ma guarda che fu squadra su cui si riversarono molte polemiche prima del mondiale.
Per motivi politici, prima che cominciassero a vincere. Montgomery era fischiato perchè non placcava!
Certo che eran questi qui di oggi (18 di loro, 13 dei finalisti su 17 che giocarono, mancan solo Juan Smith, Os Durandt e Percy Montgomery, più Wikus van Heerden), solo con 4 anni di meno .... hai detto niente.
I Boks oggi sono un "tradeoff" tra p.Divvi, garante politico, e i "senatori", garanti dell'armonia in squadra. Spiazzati dal cambio di interpretazioni (e anche dall'avanzare del tempo, evidente in John Smit) han ritrovato carica e motivazione dopo il camp rehab, dove han "re-imparato" a giocare come sapevano.
beh, ma al di là delle interpretazioni arbitrali del momento (alle quali uno si adatta o quantomeno dovrebbe adattarsi)il mio discorso copre un lasso temporale più ampio: gli openside puri stanno andando ad esaurirsi, e via via che i vari martin williams, bergamasco e (tra qualche anno) mccaw vanno in pensione non stanno comparendo giocatori in grado di sostituirli. o meglio: non con le stesse caratteristiche! se hai un openside puro, questo deve garantire almeno 20 placcaggi a partita, altrimenti conviene ripiegare su giocatori meno dinamici ma più completi. certo è che se compare un pocock, diventa subito titolare, anche a costo di avere un ball carrier in meno, perché la sua efficacia difensiva ti permette di coprire eventuali carenze di altri giocatori (penso per esempio a quade cooper, anche se deans ha risolto il problema in altro modo, spostandolo ad estremo in difesa).
da seguire in quest'ottica anche l'evoluzione del nostro favaro, giocatore che mi piace moltissimo, ma che soffre ad oggi una certa fragilità fisica ed una mancanza di disciplina ancora da smussare...
Io trovo che l'openside sia un ruolo che si fa sempre più specialistico. In tal senso siamo nel pieno di una mutazione.
Quasi genetica: dusatoir a parte che è ultra-umano, vedi broussow, pocock, walburton: da un certo punt di vista sono dei tallonatori esagerati, bussolotti potenti con le braccia lunghe. Devono esser capaci di rimanere in piedi piegati a 180' sotto carica. Chiaro che non sia (più) da tutti e per tutti.
Il ball carrier? Lo fa il blindside, alla sudafricana, o i piloni (castro) o il tallonatore (bismark).
Favaro? Sono prevenuto con lui: ero a Udine, cartellino giallo alla prima azione contro il Sudafrica. Battute a parte, spero cresca e si possa riporporre ad alti livelli.
Che ne pensi di Derby?
di derby hai detto bene... è una terza polivalente che ha il passo quasi da openside ma ha impatto, corsa e visione di gioco da numero 8. se mettesse su ancora qualche chilo...
comunque giocatore splendido da vedere, che paga la maturazione lenta tipica di noi italiani ma che penso in un paio di anni (se diventa più continuo negli 80 minuti) possa diventare titolare fisso in nazionale. senza contare che già ora può creare un po' di sana concorrenza sia per la maglia numero 7 che per la numero 6...
@Carletto: dovevi mandarcene uno anche tu, se ricordo bene.
... tutto 'sto spreco l'ha intimidito ... ;)
No, x'è pigro. Starà magnando qualche gatto. O studiando per gli esami... Che spreco ;)
Beh, Montgomery ha mai placcato in vita sua? Mai. Nemmeno in finale, ricordi il tuffo sul break di Tait?? :D
Quel Sudafrica perdeva ogni tanto (Irlanda e Inghilterra 2006), ma costruiva sempre qualcosa, e per quel motivo poi poteva vincere con relativa facilità contro chiunque.
Oggi io ne sono convinto: non gioca più.
Gatland ha solo ragione, è un non gioco, è la morte del rugby ed è anche facilmente leggibile. Se il Galles riesce a ridurre il numero di mischie, rischia di metterli sotto.
Spero di no, perché vorrei il Galles per la semifinale dell'AUS... così, non si sa mai che qualche sudafricano sogni di notte gli insegnamenti di Jake White! :D
Di Derbyshire non parlo volutamente.
Lui tecnicamente è una spanna sopra tutti i giocatori italiani. Avanti e trequarti, Parisse incluso. Ha un ball handling, una visione di gioco e delle linee di sostegno che non si sono mai viste nel nostro paese.
Ci ho giocato una finale trofeo appennino U17 contro: ci rifilarono 70 punti e andarono a perdere poi solo in finale nazionale contro Treviso.
Pensai che quel ragazzo che giocava 8 avrebbe fatto tanta strada e solo in Italia un giocatore così poteva essere considerato stabilmente per la Nazionale a 24 anni e fin dai 19 o 20.
Sono quei 4 anni che gli avrebbero condizionato ancora di più la carriera, sono 4 anni di apprendimento ad altissimo livello che quando ne hai poi 27 o 28, fanno la differenza tra un McCaw e un Moody.
comunque si chiama WaRburton ;) :p
volevo scrivere "poteva essere considerato stabilmente per la Nazionale a 24 anni e NON GIA' dai 19 o 20"
Scusate l'orario e lo studio a volte fregano :D
Warburton. Mo mo o' segno.
Dene, esperienza diretta col derby, e mi confermi la giustezza dell'averlo messo sul mio, mirino, assieme al querido Mozza.
(Inciso Parisse: ma quanto è migliorato da quando s'è fatto meno protagonista e più understatement, sghiscio, basta passaggetti, tutto spinta, concretezza e leadership? Il cazziatone che ha fatto a Orquera con la Scozia!)
Quanto a Sfa- Wls, vedarem.
Nel mio ultimo post (il "meno tre", apparirà tra pochi minuti) dico che i mondiali sono uno strange animal, dove la tecnica sublime e la tattica vanno spesso a farsi benedire, All Blacks docet.
Emergono i very basics di tutti gli sport (nel rugby alcuni lo chiamano gioco conservativo, ma chi ha giocato davanti sa cosa significhi) e la saldezza dei nervi. Oltre che LA FISICITA' (arbitri permettendo).
Del resto è la pressione a creare i diamanti. E anche il petrolio.
Eh si, in nazionale a 20anni, e poi ti trovi i casi Gori ...
Io direi piuttosto, IN CAMPIONATI VERI a 20 anni, e di conseguenza anche in nazionale. Altro che Accademia!
Poi l'eccezione, alla O'Connor, si fa volentieri.
Caso Gori? Cioè?
Io ho pensato che Gori abbia avuto sfiga per un infortunio, unito ad una voglia troppo forte di stare in prima linea: difende spesso da guardia e s'è fatto male così.
Però Gori è giusto che sia finito dov'è finito (Nazionale) all'età che ha (20)!
Forse non ho capito cosa intendi...
Si si è giusto che ci vada. Solo che guarda caso s'è spaccato, se non ricordo male l'ultima volta proprio in Nazionale.
Felici quelli che di ventenni ne han tanti titolari, nei vari Npc (Anscombe, Bleyendaal, Taylor, Veainu etc.etc.), Currie Cup (Taute, Jantjies, Catrakilis) o Top14 (Bezy, Doussain) e NON sono costretti a esporli subito in nazionale: questo intendevo.
Beh insomma... c'è 20enne e 20enne.
Derbyshire era pronto forse anche a 20 anni, magari non del tutto fisicamente.
Gori uguale.
L'importante è non buttare la gente allo sbaraglio, ma un 20enne in una squadra di gente esperta, cresce al doppio della velocità.
Per me, Derbyshire o Gori, potrebbero essere confrontati con il Frans Steyn di turno (prima di ingrassare nella panza e nei capelli, in Francia).
Ottimo giocatore con ottimi fondamentali, per crescere deve solo stare in una squadra più esperta, non necessariamente "più brava".
In una nazionale che si rispetti, un 20enne se merita va messo in campo, non si tratta di esporlo, ma di fargli assaggiare il livello a cui potrebbe arrivare se......
Ah beh, al proposito qua sfondi una porta apertissima.
I ggiovani devono giocare, ma è inutile stiano a marcire in campionatuncoli o in accedemie: devono crescere a fianco di, non solo contro, esperti. Allenarsi con loro tutto l'anno. Come in Francia.
E farsi largo con le loro capacità, non sulla base di contingentamenti e regolette. Il protezionismo non ha mai risolto granchè. Capisco Brunel (ha obiettivi a breve termine), ma qualcun altro dovrebbe pensare più a medio/lungo.
Su Gori/Derby: stai arrivando alla mia conclusione. C'e ventenne e ventenne, vero, e va considerato non solo il tasso tecnico ma anche la maturità fisica.
Il rugby NON E' uno sport di contatto, quello è il ballo: è uno sport di scontro fisico.
derby non era fisicamente ponto a 20anni, ora lo è eccome (anche se, dopo un'ora ...); evidentemente manco Gori lo era se s'è spaccato per due volte per due anni.
Non sto dicendo che i giovani bisogna, come dice qualcuno, "tutelarli"; sto affermando che devono essere seguiti da gente competente.
Importante è che non si allenino tra loro, ma respirino regolarmente l'aria degli esperti. E quando arriva il momento giusto ...
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