A quando una 1872 Cup italiana?
Cronache dalla 12' giornata del Pro12, prima di ritorno.
Fosse previsto anche in Italia un trofeo alla vincente nei derby aggregati tra le due squadre Pro come esiste in Scozia, sarebbe rimasto alla Benetton che già l'aveva conquistato la stagione scorsa: sia che si misurassero i punti classifica accumulati (cinque contro quattro) che si considerassero i punti marcati complessivi (50-41) o anche le mete fatte (quattro a una). Tuttavia il secondo doppio derby italo-celtico è segnato dal recupero prima di tutto d'orgoglio del team di Viadana, impostosi nettamente in casa, a chiudere una fase di involuzione del gioco e di speculazioni e divisioni interne, esaltate dall'informazione vongolara che rilanciava le fole di contratti già firmati col coach francese di turno.
Se un commento di sintesi può essere azzardato, si può dire che gli Aironi han sfruttato magnificamente la prima in casa (la stagione precedente la prima era stata a Monigo), sorprendendo gli avversari proprio con la coesione e la concentrazione - a partire da quella mostrata da Luciano Orquera autore di un nove su nove nei piazzati. Nel ritorno Treviso, ad oggi più "squadra" dei cugini, s'è semplicemente ri-raggruppata e "fatta furba", impostando la gara sulla forza del pacchetto. E' stata più questione di attrito che di disciplina: di cartellini gialli gli Aironi ne avevan presi un paio anche all'andata e la Benetton stessa non è rimasta immune da sanzioni. Tant'è, si spera che l'aver finalmente riassaporato la vittoria, consenta ai basso-padani di affrontare con lo spirito giusto la gara di sabato prossimo, quando riceveranno un potabilissimo Connacht in casa.
Per la Benetton invece iniziano i tempi cupi: trasferte in casa Munster e Leinster tanto per iniziare, a cavallo della sosta per le Coppe. Bene fanno a Monigo a restare coi piedi ben ancorati a terra e manco rispondere a sbrodolate dei soliti noti su un incredibile "obiettivo playoff" alle viste.
- Connacht che peraltro a Galway ha fatto vedere i sorci verdi al Leinster, ieri. E' finita 13-15, e la partita pareva in controllo dei campioni d'Europa, almeno fino all'ora di gioco grazie al piede di Isa Nacewa, ala figiana di cui riparleremo in quanto diventata suo malgrado emblema di protesta. Nel secondo tempo i giovanotti dell'Ovest macinavano i rimaneggiati avversari, provocando un paio di cartellini gialli e guadagnando un paio di mete col 19enne ala Tiernan O'Halloran e col tallonatore ex Saracens Ethienne Reynecke. Purtroppo l'imprecisione del giovane apertura ex Ospreys Matthew Jarvis non consentiva di capitalizzare i punti aggiuntivi, sarebbe bastata una sola trasformazione per fermare sul pareggio i capolista di Dublino.
- Anche l'altra "grande" e campione celtica in carica Munster era stata fermata nell'anticipo di fine anno a Belfast, travolta da Ulster con un sonoro 33-17, figlio anche di tanti infortuni e soste precauzionali.
Munster e Ulster che stanno peraltro facendo fronte comune con Leinster nella critica alle decisioni federali sui limiti agli stranieri che entreranno in vigore dalla prossima stagione, quando sarà ammesso un solo straniero per ogni ruolo nelle tre franchigie (uno solo per le tre, non uno per squadra): chi sceglierà per primo, ha polemicamente avanzato Joe Schmidt il coach di Leinster? Loro vorrebbero tenere Nacewa, ma che ne sarà se Munster spingesse per Doug Howlett?
- In Galles i due derby han visto prevalere le più forti sulla carta: nell'anticipo gli Scarlets hanno espugnato Newport, prevalendo sui Dragons per 6-10, meta del flanker Jonathan Edwards.
Altrettanto stentata è stata la vittoria de Y Gweilch (gli Ospreys) sui Gleision Caerdydd (Cardiff Blues) per 17-12. Dopo l'equilibrio del primo tempo, la partita pare risolta all'inizio del secondo, quando gli assalti dei padroni di casa trovano concretizzazione in una bella azione combinata che porta in meta Tommy Bowe all'estremità della linea offensiva. Ma prima Leigh Halfpenny dalla distanza e poi un drop perfetto di Dan Parks portavano in testa i Blues a 10 minuti dalla fine. E' la cappella di un estremo esordiente (in questa stagione) ad aprire la strada per la punizione decisiva di Dan Biggar che ridà il vantaggio definitivo agli Ospreys: è un tal Gavin Henson, mai sentito? L'ex temporaneo a Tolone e precedentemente a Swansea per tutta la carriera, al suo rientro ha giostrato con grande sagacia e abilità per tutta la gara, ma alla fine ha regalato una rimessa laterale prossima alla sua linea dei 22metri con un calcio in rimessa sbilenco. Da cui sortiva la punizione fatale.
Molte le critiche al coach uscente Scott Johnson degli Ospreys pur vincenti, per una squadra priva di anima, oltre che per essersi permesso di ironizzare sugli avversari, definendoli "i Galacticos" del rugby gallese, ma senti da che pulpito ...
- Infine, l'evento della prima giornata dell'anno nuovo dal punto di vista rugbistico è la partita di ritorno del doppio derby scozzese che assegna il primo trofeo dell'anno, la storica 1872 Cup un tempo appannaggio della vincitrice del campionato locale. La strada per la riconferma di Glasgow era stata già segnata dal pareggio strappato a Santo Stefano nella capitale Edinburgh; al Primo dell'Anno i padroni di casa non hanno tradito la folla record di quasi 9.000 spettatori al Firhill (che seguono gli oltre 13.000 dell'andata al Murrayfield) e han vinto 17-12, grazie alla meta al 70' del pilone Moray Low, dopo che il punteggio era stato portato sul 9 pari dal 9-3 di fine primo tempo dalla precisione dell'apertura ospite Phil Godman.
Folla, sfida sportiva, orgoglio, motivazione, desire, obiettivi, vittoria e voglia di rivincita: in una parola, l'essenza dello sport. E allora noi lo ripetiamo: che ci vuole a istituire un trofeo per premiare la squadra Pro italiana vincitrice del doppio derby di fine anno? Magari uno solo, di quelli veri mai visti in Italia, che cambi bacheca seguendo il vincitore, coi nomi incisi sul basamento. Senza nulla togliere all'Eccellenza o ai Trofei del Presidente, peramordiddio; non risalirebbe pooi al 1872 ma solo al 2010, pazienza ... Sarebbe la ciliegina sulla torta a una sana rivalità già in via di radicamento. Oltre che rappresentare un ottimo segnale distensivo, un "ravvedimento operoso" da parte federale, dopo le inascoltabili uscite di inizio 2011 sugli obiettivi della partecipazione italiana alla Celtic League, sfociate nelle decisioni improvvisate sui limiti agli stranieri e nella susseguente "guerra dei ricorsi" di inizio stagione.
Fosse previsto anche in Italia un trofeo alla vincente nei derby aggregati tra le due squadre Pro come esiste in Scozia, sarebbe rimasto alla Benetton che già l'aveva conquistato la stagione scorsa: sia che si misurassero i punti classifica accumulati (cinque contro quattro) che si considerassero i punti marcati complessivi (50-41) o anche le mete fatte (quattro a una). Tuttavia il secondo doppio derby italo-celtico è segnato dal recupero prima di tutto d'orgoglio del team di Viadana, impostosi nettamente in casa, a chiudere una fase di involuzione del gioco e di speculazioni e divisioni interne, esaltate dall'informazione vongolara che rilanciava le fole di contratti già firmati col coach francese di turno.
Se un commento di sintesi può essere azzardato, si può dire che gli Aironi han sfruttato magnificamente la prima in casa (la stagione precedente la prima era stata a Monigo), sorprendendo gli avversari proprio con la coesione e la concentrazione - a partire da quella mostrata da Luciano Orquera autore di un nove su nove nei piazzati. Nel ritorno Treviso, ad oggi più "squadra" dei cugini, s'è semplicemente ri-raggruppata e "fatta furba", impostando la gara sulla forza del pacchetto. E' stata più questione di attrito che di disciplina: di cartellini gialli gli Aironi ne avevan presi un paio anche all'andata e la Benetton stessa non è rimasta immune da sanzioni. Tant'è, si spera che l'aver finalmente riassaporato la vittoria, consenta ai basso-padani di affrontare con lo spirito giusto la gara di sabato prossimo, quando riceveranno un potabilissimo Connacht in casa.
Per la Benetton invece iniziano i tempi cupi: trasferte in casa Munster e Leinster tanto per iniziare, a cavallo della sosta per le Coppe. Bene fanno a Monigo a restare coi piedi ben ancorati a terra e manco rispondere a sbrodolate dei soliti noti su un incredibile "obiettivo playoff" alle viste.
- Connacht che peraltro a Galway ha fatto vedere i sorci verdi al Leinster, ieri. E' finita 13-15, e la partita pareva in controllo dei campioni d'Europa, almeno fino all'ora di gioco grazie al piede di Isa Nacewa, ala figiana di cui riparleremo in quanto diventata suo malgrado emblema di protesta. Nel secondo tempo i giovanotti dell'Ovest macinavano i rimaneggiati avversari, provocando un paio di cartellini gialli e guadagnando un paio di mete col 19enne ala Tiernan O'Halloran e col tallonatore ex Saracens Ethienne Reynecke. Purtroppo l'imprecisione del giovane apertura ex Ospreys Matthew Jarvis non consentiva di capitalizzare i punti aggiuntivi, sarebbe bastata una sola trasformazione per fermare sul pareggio i capolista di Dublino.
- Anche l'altra "grande" e campione celtica in carica Munster era stata fermata nell'anticipo di fine anno a Belfast, travolta da Ulster con un sonoro 33-17, figlio anche di tanti infortuni e soste precauzionali.
Munster e Ulster che stanno peraltro facendo fronte comune con Leinster nella critica alle decisioni federali sui limiti agli stranieri che entreranno in vigore dalla prossima stagione, quando sarà ammesso un solo straniero per ogni ruolo nelle tre franchigie (uno solo per le tre, non uno per squadra): chi sceglierà per primo, ha polemicamente avanzato Joe Schmidt il coach di Leinster? Loro vorrebbero tenere Nacewa, ma che ne sarà se Munster spingesse per Doug Howlett?
- In Galles i due derby han visto prevalere le più forti sulla carta: nell'anticipo gli Scarlets hanno espugnato Newport, prevalendo sui Dragons per 6-10, meta del flanker Jonathan Edwards.
Altrettanto stentata è stata la vittoria de Y Gweilch (gli Ospreys) sui Gleision Caerdydd (Cardiff Blues) per 17-12. Dopo l'equilibrio del primo tempo, la partita pare risolta all'inizio del secondo, quando gli assalti dei padroni di casa trovano concretizzazione in una bella azione combinata che porta in meta Tommy Bowe all'estremità della linea offensiva. Ma prima Leigh Halfpenny dalla distanza e poi un drop perfetto di Dan Parks portavano in testa i Blues a 10 minuti dalla fine. E' la cappella di un estremo esordiente (in questa stagione) ad aprire la strada per la punizione decisiva di Dan Biggar che ridà il vantaggio definitivo agli Ospreys: è un tal Gavin Henson, mai sentito? L'ex temporaneo a Tolone e precedentemente a Swansea per tutta la carriera, al suo rientro ha giostrato con grande sagacia e abilità per tutta la gara, ma alla fine ha regalato una rimessa laterale prossima alla sua linea dei 22metri con un calcio in rimessa sbilenco. Da cui sortiva la punizione fatale.
Molte le critiche al coach uscente Scott Johnson degli Ospreys pur vincenti, per una squadra priva di anima, oltre che per essersi permesso di ironizzare sugli avversari, definendoli "i Galacticos" del rugby gallese, ma senti da che pulpito ...
- Infine, l'evento della prima giornata dell'anno nuovo dal punto di vista rugbistico è la partita di ritorno del doppio derby scozzese che assegna il primo trofeo dell'anno, la storica 1872 Cup un tempo appannaggio della vincitrice del campionato locale. La strada per la riconferma di Glasgow era stata già segnata dal pareggio strappato a Santo Stefano nella capitale Edinburgh; al Primo dell'Anno i padroni di casa non hanno tradito la folla record di quasi 9.000 spettatori al Firhill (che seguono gli oltre 13.000 dell'andata al Murrayfield) e han vinto 17-12, grazie alla meta al 70' del pilone Moray Low, dopo che il punteggio era stato portato sul 9 pari dal 9-3 di fine primo tempo dalla precisione dell'apertura ospite Phil Godman.
Folla, sfida sportiva, orgoglio, motivazione, desire, obiettivi, vittoria e voglia di rivincita: in una parola, l'essenza dello sport. E allora noi lo ripetiamo: che ci vuole a istituire un trofeo per premiare la squadra Pro italiana vincitrice del doppio derby di fine anno? Magari uno solo, di quelli veri mai visti in Italia, che cambi bacheca seguendo il vincitore, coi nomi incisi sul basamento. Senza nulla togliere all'Eccellenza o ai Trofei del Presidente, peramordiddio; non risalirebbe pooi al 1872 ma solo al 2010, pazienza ... Sarebbe la ciliegina sulla torta a una sana rivalità già in via di radicamento. Oltre che rappresentare un ottimo segnale distensivo, un "ravvedimento operoso" da parte federale, dopo le inascoltabili uscite di inizio 2011 sugli obiettivi della partecipazione italiana alla Celtic League, sfociate nelle decisioni improvvisate sui limiti agli stranieri e nella susseguente "guerra dei ricorsi" di inizio stagione.
7 commenti:
ma con le nuove regole sugli stranieri non erano concesse due ali(una destra e l'altra sinistra)?
tra l'altro sia nacewa che howlett possono giocare in vari ruoli...
Le nuove disposizioni si riferiscono alle 15 posizioni in campo e di ali ce ne sono indubitabilmente due. Nacewa di fatto ha giocato ala aperta, estremo o anche apoertura, Howlett ala aperta o raramente chiusa.
Il punto però che forse non sono riuscito a far passare NON è questo: non è relativo a persone o ruoli. Quella del director di Leinster è critica all'intera logica del provvedimento federale, citando un esempio.
Il mio punto è sottolineare che il "monolite" irlandese non è affatto monolitico, che la supposta "razionalità" della decisione viene discussa come poco razionale e cervellotica.
Che lassù debbano far qualcosa è pacifico: attenzione, non perché i vivai soffrano ma per tagliare i costi e istituire una sorta di salary cap (abbiamo scritto recentemente un post al proposito, su Irlanda che imita Italia e salary cap gallese). Il problema è sempre il COME. Alla fine il dirigismo "fine", nel dettaglio dei ruoli, produce mostri: in Italia, chi discirmina tra Dingo scherato col 14 e l'estremo? In Irlanda, che squadra sceglie per prima chi tenersi? Presentano ognuna un candidato per ruolo e poi fan le primarie, visto che è periodo?
Bel casino.
Nei dettagli del tema stranieri: fossi Ulster sarei preoccupato, ne ha 10 nella rosa di questa stagione, contro 7 di Munster e 6 di Leinster che comunqu enon han certo figure minori.
23 nomi per 15 posti: in otto dovrebbero lasciare.
Il problema sono le sovrapposizioni, soprattutto davanti dove i ruoli son più specializzati, ma non solo.
Tra tallonatori, a parte Kiriacou (Ulster), terranno Botha (Munster) o Strauss (Leinster)?
Nelle tre franchigie ci sono poi 5 piloni per 2 posti (Afoa, Bolase, White, DuPreez, Van der Merwe).
Dietro, se al centro si respira (Will Chambers e Lifeimi Mafi), pur con tutte le ambiguità al largo ci sono 5/6 personaggi per tre ruoli (Nacewa, Howlett, Danielli, Payne/Terblanche, D'Arcy), più 2 aperture (Martin e Berquist, senza contare il mediano Pienaar).
Bel casino
Ah, e tutto questo per il primo anno: nelle stagioni successive, nessun rinnovo di contratto sarà possibile agli stranieri, se non in posizioni mai coperte.
Forse sarà finita l'era del dominio irlandese in Heineken: le francesi ringraziano.
Nell'ottica di abbattere i costi con queste regole cervellotiche si arriverà ad abbattere anche qualcos'altro, mettere i paletti tra le ruote ai privati e privati/pubblico si rischia di rimanere solo con il pubblico e allora bye bye
Abbatteranno certamente la competitività, ma d'altro canto un "cap" lo devono pur mettere, prima di deflagrare. Come in Galles.
Il problema è sempre la mancanza di coraggio. Chi sta cercando - a tentoni - una strada alternativa, più "crescita" e meno "tasse" è in questo momento la Scozia.
Da noi la scelta nel rugby ha anticipato quella del Governo: tornare nell'Arcadia semipro campestre. Ripristinate i pollai, e 100€ di ICI in più a chi non abbia previsto spazio per un orto autarchico!
Ooops, dimenticavo che viviamo guidati da "logiche" para-borboniche: qui da noi i 100€ di Ici in più verrebbero inflitti a chi se lo fa, l'orto autarchico e il pollaio casalingo.
Difatti, sarebbe un infame evasore pronto per il mercato nero!Sorry per la divagazione ... in salsa greca.
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