sabato 28 gennaio 2012

Treviso e Fir, colombe all'orizzonte?

«Era impossibile continuare a gestire la partecipazione ad un torneo internazionale vivendo alla giornata, con regole ambigue e continuamente modificate»: questa dichiarazione di Amerino Zatta, presidente di Benetton Rugby spiega i perché della crisi di rapporti tra il club della Marca e la Fir - peraltro mai brillanti - che perdura dall'inizio della stagione, intrecciata di raccomandate, ricorsi, diffide e ultimamente sanzioni, o meglio "sanzioncelle" minimal, la "multina" che serve solo a ricordare chi comanda ma che non procura troppo male o danno.
Era un chiaro segnale, abbiamo sostenuto dalla nostra piccola colonna; ora secondo il post precedente i tempi sarebbero maturi, saremmo finalmente vicini alla deposizione delle armi. Potrebbe risultare un momento determinante, fondamentale per preservare un minimo di sanità nel rugby italiano: l'abbiamo più volte ripetuto, l'arrivo di Jacques Brunel e certi suoi toni lasciavano del resto presagire una irruzione di buon senso. La cosa merita un commento perché le implicazioni non parrebbero da poco.

La sostanza dell a proposta di accordo elaborata dagli "sherpa" al lavoro tra Fir e Benetton, consisterebbe nell'allargamento della rosa dagli attuali 40 a 44 giocatori, fatto che consentirebbe di reclutare qualche straniero senza penalizzare gli italiani; a fianco di ciò, verrebbe chiesto di porre fine limitazioni nei ruoli d'utilizzo degli stranieri tesserati. Tutto questo consentirebbe di semplificare lo scenario, permettendo ai club italiani di gestire gli stranieri come fan le avversarie: non sregolatamente ma sulla base delle regole vigenti a livello internazionale e di Lega Celtica.
Benetton chiede inoltre di poter gestire direttamente le trattative contrattuali con i suoi giocatori, rielaborando in casa e/o facendosi carico (non si sa) degli addendum federali densi di clausole vessatorie da far firmare agli atleti di interesse nazionale. Questo, assieme al primo punto, consentirebbe al club trevigiano di potersi finalmente concentrare in una campagna di rinnovi e rafforzamenti, invece che subire supinamente le avances francesi nei riguardi di alcuni suoi piezz'e nuanta come Zanni, Barbieri e Ghiraldini, spinti verso l'estero anche da queste ambiguità e incertezze.
L'ultimo punto è ad avviso di chi scrive il più strategico di tutti: approvare l'allestimento di una accademia giovanile del club, che in futuro potrebbe partecipare al campionato nazionale. Sarebbe la rottura del "centralismo accademico" che sta drenando importanti risorse a un campionato oramai totalmente dipendente dai giovani (per forza più che per amore) com'è diventata l'Eccellenza; non solo, sarebbe l'abbozzo di un solido legame tra Eccellenza e Pro12. Non è quella "federazione di club Eccellenti" che auspicavamo, che abbiano come riferimento anche territoriale una delle franchigie, forse "urta" qualche campanile e cadrega, ma sarebbe comunque un punto di partenza.
Dondi ha una settimana di tempo per pensarci sopra:
«una settimana per passare dalle parole ai fatti», afferma Zatta e conclude: «Ci aspettiamo di giungere presto alla firma di un documento che faccia chiarezza sulle condizioni della nostra partecipazione alla Pro12». Difficile contestare il diritto alle regole certe e - possibilmente - condivise. 

4 commenti:

Simo ha detto...

Non mi è mai piaciuta la continua richiesta di indipendenza da parte di Treviso, ma i fatti danno ragione ai veneti.
E' l'unica espressione del rugby italiano (Nazionale compresa) che ha qualcosa da dire fuori dai confini nazionali ed è, dati alla mano, il club che porta più giocatori alla Nazionale adesso e in passato.
Vittorio Munari ultimamente ha detto una frase su cui bisogna riflettere: "Non ho mai visto uno straniero scarso portare via il posto a un italiano bravo", chi ha le capacità si fa strada comunque.
E'interessante la richiesta di avere una connessione tra Pro12 e Eccellenza, soprattutto ora che siamo davanti al ricambio generazionale più importante della storia del rugby italiano.

Speriamo in un accordo, in questo momento non è possibile fare a meno del Benetton.

Nick ha detto...

Detta così sembra "ma appena possibile, ciao".

Abr ha detto...

Eh si Simo, le richieste di indipendenza avvengono in un Paese dove non c'è rispetto per chi cala la grana: come nel calcio.
Dove il rispetto dovuto solo all' "ordine costituito", perché rappresenterebbe "la collettività". Anche se magari i dané li spreca senza risultati.

C'è da ringraziare il cielo che la Benetton sia finito in Celtic: se era per la Fir, non ci andava. Bastava solo una fidejussione in più, robe da un milioncino. E adesso saremmo qui a raccontare (forse) tutta un'altra storia. Molto all'italiana, nel senso peggiore del termine.

Nick, un altro elemento che si tiene in pochissimo conto nell'Italia abituata a far le squadre giocando alle figurine, è la CONTINUITA'.
Munari lo ripete da anni ma nessuno lo comprende: il vero fattore critico del successo della Benetton è L'AMBIENTE, la sua mentalità. Se continuano così, e speriamo possano, non potremo più farne a meno.
Più facile fare a meno di tutto che di loro, in tale scenario.
Gli Aironi, la eventuale terza franchigia o la quarta: avrebbero solo che da copiare il modello e/o chiedere come si fa, invece di ascoltare chi ... gioca alle figurine federali.

ivanot ha detto...

Se tutto questo si avverasse sarebbe rivoluzionario per il rugby in italia.

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)