domenica 11 marzo 2012

Irlanda e Scozia portano il torneo all'ultima giornata

Six Nations - Lansdowne Road
Ireland 32 - 14 Scotland

"L'Inghilterra non concederà mete soft come hanno fatto gli scozzesi": parola della terza linea irlandese Stephen Ferris per commentare non solo la vittoria dell'Irlanda all'Aviva Stadium contro la Scozia nel quarto turno di 6 Nations per 32-14, ma anche per aprire l'ultima settimana. Chiave per gli uni e per gli altri. In che senso? La nazionale di Declan Kidney affronta gli acerrimi rivali il dì di San Patrizio nel replay del match di un anno fa che agli inglesi costò il Grand Slam - solo che stavolta si va in scena a Twickenham. Quella di Andy Robinson arriverà a Roma per giocarsi il cucchiaio di legno: si vocifera di un licenziamento del coach e farlo alla vigilia di un incontro chiave come quello dell'Olimpico è estremamente pericoloso. Pesano le quattro mete subite, così soft. Ma è l'occasione, la partita di Dublino, per visionare i prossimi avversari degli Azzurri. 

La cronaca
Perché sono fatti così e non cambiano: muovono palla - e guadagnano campo, lo risalgono, una fase dopo l'altra. Poi incespicano, si confondono tra loro, perdono il possesso. Oppure trovano l'istinto personale, tipo la seconda linea Richie Gray che marca l'unica meta degli Scots (nella foto) affrontando i trequarti avversari come un trequarti, fingendo il passaggio, lasciando Rob Kearney sui blocchi di partenza, accelerando e andando a schiacciare l'ovale in area. 
Con ordine, visto che le marcature le aprono gli ospiti con il doppio piede di Greig Laidlaw (al 3' e al 9'). La Scozia ha l'iniziativa nei primi dieci minuti, con quel Gray che fa il pivot in mezzo al campo. E quando l'Irlanda monta la pressione e va per la rimessa laterale, la perde e allora Mike Blair riavvia l'attacco scozzese che porta al secondo penalty. Sotto 6-0, Jonathan Sexton non guarda i pali dopo il fischio del neozelandese Chris Pollock e calcia in touch, nei pressi della linea dei 5 metri. Rory Best lancia, il possesso è assicurato e torna veloce al tallonatore che va sul lato chiuso: di fronte ha solo Blair e se ne libera puntandolo con la spalla interna e schiaccia in meta alla bandierina al 13'. 
Episodio curioso sulla conversione: Sean Lamont scatta incontro a Sexton quando l'apertura sta ancora procedendo nel posizionamento del corpo e non ha preso nemmeno la rincorsa e dà una pedata al pallone, in tribuna. Pollock lo riprende, i suoi compagni di squadra probabilmente si domandano cosa gli sia saltato in testa. Tant'è, del resto se il calciatore inizia a muoversi verso la palla, si può muovere anche la difesa: l'apertura non sbaglia da posizione defilatissima ed è 7-6.

L'argomento sul campo si fa diverso: la Scozia continua nella sua mole di gioco che rende poco in termini di punteggio, mentre l'Irlanda approfitta cinica e allunga al 25' dalla piazzola (fallo del pilone Allan Jacobsen nell'ingaggio). Tre minuti dopo,  la Scozia ritorna in attacco, vorrebbe il bottino pieno tanto che opta per la rimessa anziché per i pali dopo un altro fischio di Pollock, all'altezza dei 5 metri. Qui il richiamo stavolta è per Best e soci, ma con una minaccia di sin bin che grava sulle teste degli avanti irlandesi, Laidlaw va per i pali ed è 10-9. 
La meta - la seconda - è quella degli uomini di verde vestiti e c'è di mezzo nuovamente Lamont, che va per placcare il mediano Eoin Reddan appena fuori da una ruck con tutta la difesa a seguirlo, ma il mediano passa sotto, si rialza e ha davanti a sé il varco che conduce alla marcatura pesante. Al 34' è +8 (17-9) ed ecco che giusto 120 secondi più tardi Gray non si limita a fare il punto di riferimento in mezzo al campo per i suoi, piuttosto si traveste da centro, sfondando, mettendo in mostra una discreta velocità e una bella finta di passaggio che lo libera di Kearney alla meta. 
Le lancette continuano a correre, l'Irlanda che non ha alcuna intenzione di ritrovarsi con uno scarto minimo all'inizio della ripresa e l'estremo verde vuole farsi perdonare la meta: scatta, gli uomini di sfondamento si ritrovano nei 22 e optano per il lato chiuso, sulla loro fascia destra, dove sopraggiunge in sovrapposizione l'ala sinistra Andrew Trimble che non ha problemi nell'affrontare un morbido Lee Jones: per l'ala scozzese è destino che sia una gran brutta giornata, visto che nel secondo tempo al 61' se ne esce immobilizzato sulla barella dopo un brutto scontro con Tommy Bowe. Colpo a tempia/collo e trasporto all'ospedale per tutti gli accertamenti del caso. Quanto alla cronaca, dopo quaranta minuti densi è 22-14 Irlanda.

Secondo tempo
Rientrano dagli spogliatoi entrambe le squadra, ma è quella di casa che si fa notare. Gli scozzesi al contrario si infilano nella trappola che sanno costruirsi con le loro stesse mani: la confusione. Per trenta minuti il punteggio non si schioda a beneficio dei padroni di casa ma non mancano alcuni episodi, come quello che ha per protagonista sempre Trimble, innescato dal piede di Sexton dopo il break di Keith Earls: un cross kick che l'ala raccoglie, appena a terra lo attende Graeme Morrison che lo schiena, lo trattiene, lui si divincola poi schiaccia l'ovale, ma Pollock chiede lumi al TMO e Giulio De Santis non convalida la segnatura per un doppio movimento. 

L'Irlanda vuole chiudere il conto una volta per tutte, starsene sicuro. Inserisce come al solito in questo Sei Nazioni  Ronan O'Gara con Sexton che scala centro al posto di Gordon D'Arcy, mentre Robinson tenta di rinfrescare il pack con Alastair Kellock più Richie Vernon e cambia l'intera mediana (dentro Chris Cusiter e Ruaridh Jackson). I padroni di casa hanno una touche nei 22 avversari al 67', ma c'è un tenuto di Cian Healy. Hanno una mischia in attacco, ma ruota ed è turnover. Al 71' arriva il riscatto e il penalty che Sexton (non O'Gara: belle queste "nuove gerarchie" rispettate) spedisce tra i pali per il 25-14, sono i primi tre punti della ripresa. Gli scozzesi non riescono più a imbastire, dopo oltre 200 passaggi completati gli servirebbe Ercolino Sempre In Piedi. Rimangono pure in 14 per il giallo all'ala Max Evans: una ostruzione su Earls che rincorre il proprio calcio, un tocco che sbilancia il centro irlandese quanto basta, anche se pare il centrocampista del Barcellona Busquets contro l'Inter di Mourinho in Champions League. 
E' il 72' e gli irlandesi possono usufruire di una mischia sui 5 metri, la base migliore dalla quale far male: la back row Ferris, Jamie Heaslip e Shane Jennings porta ancora più avanti il pallone, quindi il potente Fergus McFadden - entrato per Kearney - marca alla base del palo. 
Tutti a fare le valigie per Londra e Roma: gli irlandesi per dare il senso al loro torneo dopo la sconfitta con il Galles e il pareggio con la Francia, gli scozzesi per dare soddisfazione al loro gioco ed evitare per l'ennesima volta l'Infame Cucchiaio. E forse anche un cambio di panchina al volo.  

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