martedì 13 marzo 2012

Mission (almost) accomplished

Stuart Lancaster non è uno sprovveduto. Dopo la sconfitta con il Galles nel terzo turno di 6 Nations, il manager ad interim dell'Inghilterra che era finito sotto la lente d'ingrandimento per aver inserito la coppia Youngs-Flood in mediana, è andato a vincere a Parigi contro la Francia. Ora si merita i complimenti che piovono dall'alto, dal vertice della Rugby Football Union e sono complimenti pesanti, visto che la federazione inglese dopo il torneo sarà chiamata a mettere ordine e a nominare il coach per il nuovo corso della nazionale. Lancaster non solo ha inoltrato regolare candidatura, ma ha rigor di logica è messo bene, nella griglia di partenza.

La vittoria allo Stade de France dà un altro valore anche alla sconfitta degli Azzurri all'Olimpico in quella che doveva essere la grande occasione per gli italiani di battere finalmente gli inglesi. In che senso? Nel senso che la truppa del sergente maggiore Lancaster in trasferta non ha steccato un colpo, uscendo con i due punti in tasca anche dal Murrayfield contro la Scozia: tre partite lontane da Twickenham, tre match tosti e un carattere decisamente rafforzato. Che l'Inghilterra, questa Inghilterra, non molli l'osso lo dimostrano i numeri: vittorie non travolgenti nel punteggio, ma nello sostanza. Perché se all'inizio, come aveva sottolineato l'amico Total Flanker, la squadra non sembrava giocare a rugby, con il passare dei giorni ha assimilato il game plan e adottato un preciso comportamento che è risaltato nel derby contro i gallesi di due settimane fa: dopo i primi venti minuti trascorsi a difendere, ha accelerato in attacco ed è arrivata all'ottantesimo ad una chiamata di TMO dal probabile pareggio (e chissà che ultima giornata di 6N ci avrebbe atteso). Certo, bisogna lasciar lavorare la gente in pace. In ogni caso, vincere fuori fa bene al ranking: l'Inghilterra ha recuperato la quarta posizione, la più alta delle nazionali Boreali, a spese della Francia che scende sesta, sorpassata anche dal Galles. 

Un Owen Farrell all'apertura (ruolo che non gli è nuovo, considerati i precedenti con i Saracens; ma la fredda sicurezza mostrata sotto pressione da questo ragazzino, ancorché "predestinato"), un Lee Dickson forse la vera scoperta del coach, capace di dettare il ritmo e mantenerlo a livelli altissimi ad ogni possesso (esemplare la meta di Tuilagi contro la Francia su assist suo), un Ben Morgan di peso (tra i migliori acquisti, data la questione se scegliere il Galles o l'Inghilterra), un'applicazione degli insegnamenti dei Sarries, club tra i più innovativi nell'ambito della Premiership (le stoppate di Charlie Hogdson e Mouritz Botha). Una solida difesa e un contrattacco fulminante, con pochi fronzoli ed è così che a questo giro l'attenzione non è calata sui Ben Foden o Chris Ashton: i risultati non sono mancati comunque. 
Non è un caso, dopo tutto, se quell'Inghilterra - Galles finito 12-19 sia stato uno dei derby più belli degli ultimi anni: è successo perché gli inglesi hanno giocato - eppure nei primi venti minuti pareva di no, ma la cosa interessante sta proprio qui, nel fatto che è parte del piano prima assorbire e limitarsi a calciare via il pallone, poi scrollarsi di dosso le botte e andare dall'altra parte del campo. 

Dunque: 13-6 a Edimburgo, 19-15 a Roma, 24-22 a Parigi. Ci vuole tenuta mentale per non ritrovarsi in passivo. E' solo il quarto attacco più prolifico del Championship (68 punti all'attivo, contro i 113 dell'Irlanda, i 93 del Galles e i 92 della Francia), ma anche la seconda miglior difesa (62 punti di passivo, meglio solo i gallesi che sono fermi addirittura a 49 e questa è la vera ipoteca sul torneo che vale un +44 nella differenza di punti fatti/subiti, mentre la colonna inglese è a +6). 
Il gruppo c'è, Lancaster (nella foto al centro tra i soci Graham Rowntree e Andy Farrell) ha allenato gli ambienti giovanili e quindi conosce i trucchi per rinsaldare i professionisti che dopo la RWC in Nuova Zelanda avevano fatto la spia su chi avesse parlato di soldi buttati giù per il cesso o di disparità di trattamenti tra staff e giocatori. La missione potrà dirsi del tutto compiuta dopo la sfida contro gli irlandesi: la scorsa edizione la sconfitta a Dublino fece venire meno il Grand Slam all'ultimo appuntamento, sul più bello. Sabato per di più è San Patrizio e la questione geografica (si torna a giocare a Londra) non è un problema. Vincendo l'Irlanda arriverebbe seconda, ha dunque i suoi validi motivi per scendere in campo: lo si era detto d'altronde, che questi non muoiono mai.

10 commenti:

Abr ha detto...

Non trovo causale che questa Inghilterra vinca fuori casa: par studiato apposta, il "non gioco" di Lancaster, per sfruttare e controcolpire l'iniziativa avversaria. In casa invece ... guarda caso sono andati vicinissimi a vincere col Galles, perchè anche a Twickenham e persino in 14 han provato a fare loro la partita.
Il test con l'Irlanda in casa sarà quindi molto probante per Lancaster, se vince anche quella il posto fisso glie lo devono, anche se ai Verdi come motivazione rimane giusto San Patrizio ...

Nota bene, l'avevamo detto nel post su Francia-Inghilterra: la difesa inglese risulta arcigna, la seconda del torneo, pur FALLENDO UN SACCO DI PLACCAGGI. Quel che conta infatti, quando la difesa viene sollecitata, non è il numero di placcaggi che sbagli, è se riesci a chiudere col recupero. E' dove i franchi han perduto la partita, pur avendo placcato percentualmente meglio.
Lo diciamo così, a beneficio di quelli che ancora insistono con gli Azzurri: "bisogna placcare!" o, nella versione più radical-chic: "abbiamo un problema di preparazione fisica".

Abr ha detto...

Ah Ben Morgan, ha fatto bene i suoi conti nella scelta, ma non ci voleva un genio: dalla parte rossa era chiuso da Faletau per il prossimo paio di mondiali; dalla parte bianca invece di ruolo c'era ... Nick Easter (e, ok, anche Waldrom, il never tested anglo-neozelandese dei Tigers , per ora opzione tramontata).
A no brainer, direbbero da quelle parti.

Abr ha detto...

(al proposito del posto nr.8, povero Lancaster: aveva provato a riciclarvi Dowson, nella ricerca di uno skipper moderno, "simil-Parisse", Harinordoquy, Kaino ultima maniera.
Invece gnente, esperimento fallito, continua la tradizione dei nr.8 inblesi massicci, più bull terrier che ball carrier.
Fossimo il coach, avremmo provato Tom Croft nel ruolo ... la buttiamo lì così ...)

Anonimo ha detto...

gli inglesi hanno un ottima equipe di tecnici faz viene dal rugby a 13 ed ha fatto un ottimo lavoro con i sarries ,wig è stato a detta dei giocatori l'unico che si è salvato dalla scellerata spedizione downunder aggiungiamoci che hanno dei giocatori talentuosi la backline è da sogno un pò di sano pragmatismo britannico et voilà

Abr ha detto...

Difatti mancava solo un po' di sano manico saldo: Martin Johnson, classico gentle giant, s'era fatto prendere la mano da qualche senatore.

Gsp ha detto...

Tutto verissimo, ma pure il classico 'culo di Sacchi' aiuta. Un po' di sfortuna contro il Galles, ma due mete isolatissime e fortunose contro Ita e Sco, ed il drop di thrin duc che non entra per 5 cm, ed oggi sarebbero in piena lotta per il cucchiaio.

Detto questo lancaster ha fatto un ottimo lavoro, partendo dalla base, puntando sulla disciplina e sull'ordine. Poi il gioco verra'.

Scelta complicata per la federazione adesso, a 3 anni dal mondiale. Lancaster rimane un rischio, con mallett si coprono un po'. Se non vincono possono sempre dire di aver preso il meglio sulla carte che gli si era offerto.

Abr ha detto...

La prima caratteristica dei generali che cercava Napolenone, era che fossero fortunati ...
Alla fine però te le vai a cercare, e per una che ti va male (la meta non meta di Strettle) le altre se l'è costruite, vedi le due mete fotocopia con le minnows, fatte di pressione non di spirito santo. Foundation è Ordem i disciplina come dici giustamente, e/o semplicità.

Son curioso di vedere che farà la rfu, ma c'è ancora twickenham: paradossalmente ma mica tanto, è squadra destinata a produrre di più fuori che in casa. No buono, visto ch eil mondiale lo faranno in casa, cmq. molto dipende da come se la caveranno con l'Irlanda. Han da vendicare lo sgarbo dell'anno scorso.

gsp ha detto...

per carita', le mete di Hodgson nascono dal lavoro molto duro in allenamento e dal perfezionamento del gesto e della situazione tattica che e' il succo del rugby moderno. pero' il pallone deve rimbalzare bene. ci vuole anche che le altre squadre commettano suicidio, come ha fatto la scozia, e per certi versi anche l'italia.

ringo ha detto...

Tu comincia a provarci, se poi il pallone ti rimbalza nel verso giusto tanto meglio - e se gli avversari ti danno una mano, ringrazia. ;)

Abr ha detto...

Lo sport, il rugby in particolare, è metafora della vita: serve preparazione, no tagli di angolo e furbetterie (li paghi sempre, magari non subito ma li paghi, checchè ne pensiamo noi italiani), ma ciò non basta, devi essere al posto giusto al momento giusto e trovare il rimbalzello giusto ...
Vale però anche il viceversa: non vinci mai contando solo sul rimbalzello giusto.
Quello è il calcio, non a caso più "giuoco" che sport, metafora della vita come piacerebbe a tanti che fosse, ma invece non è.

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