mercoledì 25 aprile 2012

Appello alla beata gioventù

Lo ha rivolto Shane Williams, l'ala di Ospreys e Galles che al termine della stagione appenderà la scarpe al chiodo. E casca a fagiolo, dopo i commenti arrivati dal centro di comando dei Dragons ieri: Shane comprende che i nuovi talenti siano attratti dalle offerte che giungono dalla Francia, ma chiede ai colleghi di restare in patria.

La lista è lunga: se lo scorso anno cominciarono Lee Byrne, Mike Phillips e James Hook, stavolta li seguiranno tra gli altri Luke Charteris, Gethin Jenkins, Aled Brew e Huw Bennett. Alcuni di loro ormai il segno lo hanno lasciato (basta pensare al pilone Jenkins che ha indossato anche la maglia dei British & Irish Lions) e il migrare potrebbe contagiarne altri. Per qualche giorno era finito nel gruppo dei probabili addii anche quello di Jamie Roberts, ma il centro dei Blues fece sapere che intende portare a termine l'università a Cardiff, dove si sta laureando in medicina. 
Le franchigie gallesi non possono competere con il potere finanziario dei club transalpini - già si lamentano gli inglesi del salary cap più basso rispetto alle società francesi, in più in Galles molte realtà devono tirare la cinghia, come insegnano i casi di Newport e Cardiff. Intanto si inseguono le voci sulla possibile partenza di Alex Cuthbert, altra pedina dei Red Dragons che hanno trionfato al Six Nations.

Così il buon "vecchio" Shane (35 anni, 87 caps con la nazionale, 136 con gli Ospreys e prima 81 con il Neath quando la franchigia non era ancora nata, 4 con i Lions) è sceso in campo: "Ci sono molti benefici economici nell'andare a giocare all'estero, ma l'ultima cosa che voglio fare è quella di incoraggiare i giocatori a lasciare il Galles. Come sostenitore gallese, vorrei vederli giocare qui, ma gli attuali tempi economici non aiutano. Cuthbert per esempio: davanti a lui ha un grande futuro rugbistico. E' il momento per partite? Onestamente, non lo so". Williams si mostra pragmatico: prova a fare leva sull'orgoglio di appartenere ad una regione che respira e mangia palla ovale, ma fa letteralmente i conti in tasca. E alza le mani di fronte alle offerte che da Oltremanica stanno presentando ai talenti gallesi. Allora tenta di giocare l'ultima carta, quella dell'esperienza personale: "Posso capire i ragazzi che vogliono la Francia. E' una carriera breve e vuoi ottenere più che puoi, ma io sono molto contento qui dove sto". 

Intanto si può consolare con il fatto che Sam Warburton, George North e Dan Lydiate e Toby Faletau abbiano deciso di non fare i bagagli. Certo è che per il Galles il 2012 andrà gestito nel migliore dei modi: Warren Gatland è ad un passo dall'essere nominato head manager dei Lions in vista del tour in Australia del prossimo anno e quindi potrebbe consegnare la gestione della nazionale ad interim, mentre dall'estero passano per le valleys a fare grandi acquisti. E c'è da augurarsi che i serbatoi dai quali attingere per le prossime generazioni riescano a sopravvivere alle ristrettezze economiche. 

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