venerdì 20 aprile 2012

Punti caldi

Come abbiamo recentemente ricordato, i tornei Varsity sudafricani  in accordo con la Irb hanno sperimentato un nuovo modo di attribuire i punti: la meta vale sempre 5 punti ma la trasformazione sale a tre, mentre punizioni e drop scendono a due. Una meta trasformata vale quattro piazzati, non meno di tre com'è ora normalmente: il palese intento, come dichiarato ad esempio da Duitser Bosman, Managing Director della Varsity Cup, è che "le squadre vincano le partite con le mete".
Questo l'intento; quel che ancora non si sa è come sia andata, quali lezioni e idee si possano preliminarmente trarre dalla sperimentazione.
Noi di RR siam qui per questo, mica a pettinar le bambole. Partiamo allora con le analisi: indicativa ad esempio è la comparazione tra tipi di punti segnati nelle stagione 2011 (giocata con le regole normali) e nel 2012, nei primi 5 turni della Varsity Cup, dati recuperati nel sito degli arbitri sudafricani:

Mete segnate
2011: 53 - 2012: 66 (+24,5%)
Calci di punizione assegnati
2011: 232 - 2012: 258 (+11,2%)
Punizioni calciate verso i pali
2011: 59 - 2012: 17 (meno 71,2%)
Cartellini gialli
2011: 4 - 2012: 4 (invariato)
Punti totali segnati
2011: 477 - 2012: 507 (+6,3%)


Il primo elemento che salta agli occhi è che effettivamente segnano più mete, con un incremento del punteggio finale modesto: quindi l'impatto non sarebbe l'aumento dei punti segnati ma sul MODO di marcarli. L'indizio significativo che spiega COME cambi il modo di segnare è quel meno 71% nei tentativi di piazzare: un quasi dimezzamento.
Ne discende la conseguenza logica del nuovo sistema di punteggio: piuttosto che piazzare, diventa premiante calciare in touch le punizioni per cercare la meta. Questo potrebbe logicamente comportare la contromisura di chi si difende: spendere più falli, tanto gli avversari non piazzano e anche se piazzano, non gli passa più. Non sembrerebbe sia andata così: l'incremento nei falli è moderato e non c'è una crescita di cartellini gialli, che segnalerebbe il ricorso ai falli sistematici.
Obiettivo raggiunto quindi? Questi numeri paiono indicare che il cambio di modello di assegnazione dei punti sviluppi output interessanti: meno punizioni, più maul o comunque azioni partenti da fasi statiche a ridosso della linea di meta, meno piazzati  (quindi pause più corte nel gioco) senza inficiare la quantità di punti segnati; il tutto potrebbe favorire lo spettacolo.
Questo risultato arriva tra l'altro rompendo l'equazione "più spettacolo uguale più corri e passa e meno gioco degli avanti". Al contrario, l' aumento delle mete arriva senza derive "All Backs", tutti trequarti, senza appiattire le morfologie e ridurre  il gioco al simil League  - ricorderete il problema del rugby a XIII secondo un sottile umorista Union: equivale a sorbirsi ottanta minuti ininterrotti di porno.

Si trovano anche letture meno esaltate. Una visione "tradizionalista" ad esempio è quella di Gareth Rosslee, editorialista di Sports Illustrated sudafricano.
Sottolinea che il bello del rugby Union non sia tanto il "chiome al vento e tutti in meta", bensì la pressione di partite molto vicine nel punteggio. Ora, col sistema di punteggio Varsity se una squadra marcasse due mete iniziali, hai voglia poi riprenderla con le punizioni ...
C'è poi l'obiezione sui tre punti per la conversione: incoerente coi punti assegnati agli altri calci. E poi perché mai un intercetto da sessanta metri con meta uncontested in mezzo ai pali, dovrebbe valere molto più di una bella meta conquistata all'angolino in un giorno di pioggia? Perché non dare direttamente sei punti alla meta? (Risposta ufficiale: per non penalizzare oltremodo i piazzatori specialisti).
Riguardo alle maul poi, Rosslee ricorda che la Irb tentò di depotenziarle ai tempi delle Elv, quando permise di abbatterle: ci sarà un motivo, afferma, ed è che non sono spettacolari. Opinione sua.
In sintesi, secondo Rosslee l'unica cosa che varrebbe la pena di modificare è portare il valore della meta a sei punti, perché è indubbiamente ingiusto che una non trasformata valga meno di due calci di punizione. Poi basta però, fermi lì: sennò si rischia di metter troppa carne al fuoco, troppe variabili che ballano impediscono di capire cosa funzioni e cosa no.

Considerazioni non prive di senso, ma personalmente trovo che l'esperimento offra risultati sufficientemente intriganti da venir ulteriormente testato in campi Pro. Del resto, il pubblico si esalta quando un team calcia in rimessa laterale per cercare la meta e il nuovo sistema incentiva esattamente questo: la spavalderia. Senza penalizzare le fasi più tecniche del gioco davanti, anzi.
Calciatori penalizzati? Non in termini di impatto sulla vittoria: non con quei punti assegnati alla trasformazione. L'unico dubbio personale che mi rimane riguarda il drop: trovo meriterebbe più di due punticini, a premiare la sua estemporanea follìa e costringendo le difese a salire aggressive. Personalmente tornerei a rivalutare i calci ai pali non piazzati com'era fino al 1948 e prima del 1905, ai tempi dei field goal.

La Storia - I sistema dei punti nel rugby è una delle sue distinzioni dal piatto calcio, dove il goal vale "uno" e basta. Era così anche nel rugby agli inizi. A differenza della rigidità preconcetta in voga tra i calciofili  - vedi polemiche su moviole in campo e goal fantasma, nel rugby versione Union regolamenti e modo di calcolare il punteggio sono cambiati frequentemente. Il nostro è difatti un mondo legato alle tradizioni ma privo di pregiudizi, pronto al cambiamento: nel rugby si vive tutto con molto pragmatismo, all'inglese, condito con una infarinatura che non guasta di sistematico razionalismo cartesiano alla francese.
Il sistema attuale dei punti di fatto sussiste solo dall'aprile 1992: giusto vent'anni fa il valore della meta veniva alzato da quattro a cinque punti.
Il primo five pointer internazionale fu marcato il 4 luglio 1992, al quinto minuto di Australia -Nuova Zelanda, quando Va'aiga Tuigamala piantò sul posto David Campese. Ininfluente: segnarono due mete per parte, la partita finì 16-15 con un piazzato nel finale di Michael Lynagh (in bocca al lupo per l'ictus che l'ha colto in questi giorni).
Ancora prima, nel settembre 1977 veniva abolito il cosiddetto "goal from mark": prima il mark poteva venir chiamato in qualsiasi parte del campo, dopodiché si poteva mirare ai pali e il centro valeva i canonici tre punti. Quell'anno è importante per noi, praticamente un battesimo internazionale per il rugby italiano: il 22 ottobre allo stadio Appiani di Padova, il "XV del Presidente" guidato da Guy Pardìes andò vicino all'impresa contro gli All Blacks per la prima volta in Italia.
Andando più indietro nel tempo e nei cambiamenti, nel 1971 il valore della meta passò da tre a quattro punti in via sperimentale solo nell'emisfero boreale, divenendo legge "definitiva" per tutti nel 1973; prima ancora, nel 1959 fu introdotta la meta di penalità. L'anno del "tre per tre" è il 1948: meta, piazzati e drop furono portati ufficialmente a valere tre punti, eccettuato il "goal from try" (la trasformazione) che ne valeva cinque cancellando il tre della meta. Sono riforme instaurate dal 1905, con l'abolizione del concetto di "field goal", cioè calciare in qualsiasi modo dal campo verso i pali, che rappresentava la fonte primaria di punti nel rugby football dell'Ottocento. Dall'abolizione sopravviveva il  "drop kick" che valeva 4 punti.

L'Ottocento era il regno dei "field goal": era l'unico modo per segnare e vincere le partite. Nelle prime regole del 1845 stava scritto che vinceva chi segnava più goal, come nel calcio ancora adesso; il "try at goal", che ci si procurava appoggiando la palla con le mani TRA I PALI, non dava punti ma procurava solo - da cui "try", tentativo - il poter calciare un "punt at goal" da in mezzo ai pali, che valeva un goal. Il gioco del rugby degli albori era presumibilmente più simile alle Ozzy Rules odierne che all'Union o al League.
Il sistema a punti si diffuse negli anni '80 del XIX secolo: quasi ogni club aveva un proprio metodo di calcolo dei punti, dove veniva premiato un sacco di roba, incluso appoggiare l'ovale nella propria area di meta (un "rouge"). Il primo club a usare i punti era stato Cheltenham già nel 1876; dieci anni dopo il "sistema Cheltenham" venne adottato dalla RFU: "A match shall be decided by a majority of points, a goal shall equal three points, and a try one point. If the number of points be equal, or no goal kicked or try obtained, the match shall be drawn. Where a goal is kicked from a try the goal only is scored.".
Più tardi assieme al "fair catch" (il mark) furono introdotti i calci di punizione, nel 1888 valevano 2 punti (la meta sempre uno solo). Altri cambi arrivarono negli anni '90: il valore della meta fu portato a due punti, poi tre in Inghilterra e Galles; le punizioni a 3 punti, il "goal from a try" a 5 complessivi. "Any other goal shall equal 4 points". Poi c'è lo spartiacque del 1905 e le evoluzioni sopra dette, che hanno accompagnato questo sport attraverso i cambiamenti dei tempi moderni e al professionismo.

Ne è stata fatta di strada rispetto ai tempi in cui si faceva goal e si marcava solo col piede, da cui "football" che impera ancor oggi nei nomi delle federazioni di rugby non continentali (il rugby è football quanto il calcio: rugby football o rugger contrapposto a soccer, contrazione di "Association football"). Tanti sono stati i cambiamenti: una linea evolutiva costante è il progressivo peso assunto dalle mete e le nuove sperimentazioni paiono indirizzate in questa direzione. Vedremo se e come verranno gestite dalla Irb, se e come troveranno la loro strada: forse c'è chi è ancora scottato dall'epilogo delle ELV, qualche anno fa. 

20 commenti:

reda ha detto...

ELV che in parte avevano elementi interessanti... intanto l'abbattimento delle maul mi ha fatto divertire tantissimo (avevo trovato un campo nel quale eccellevo ;-P ) anche se penso sia stato corretto abolirlo. Invece il numero libero in touch l'avrei mantenuto: una variabile in più per chi gioca che avrebbe potuto portare interessanti evoluzioni.
tornando alla questione punteggio, io penso che il sistema provato dal varsity sia interessante, anche se il drop meriterebbe 3 punti e probabilmente la meta sarebbe più interessante calcolarla come 6 + 2 (se si vuole mantere 8 punti per la meta trasformata) o addirittura 6+1. il piazzato dopo meta deve essere mantenuto, perché comporta l'interesse per chi segna di segnare in posizione "facile" da trasformare, introducendo una variabile in più al gioco (qualche palla persa in area di meta tentando di andare al centro me la ricordo)

reda ha detto...

mantenuto (il piazzato) ma con moderazione :-)

Abr ha detto...

Concordo con te sull'interesse delle ELV e sul numero libero n touch.
Sulla trasformazione, l'han portata a tre punti dichiaratamente per non penalizzare troppo i piazzatori, già depressi per il penalty a due punti.
Concordo tutta la vita sul drop a tre punti.
Anche sul piazzato dalla medesima altezza della meta: quel che dice Rosslee sull'intercetto in mezzo ai pali, blame on defense, si sveglino!

Esperimento interessante ma non so se la Irb avrà voglia di perseguirlo o prolungarne la sperimentazione.

Nick ha detto...

Il XV del Presidente era quello con Naudé in seconda! Quello che ha fatto vedere i sorci verdi mi pare ad Haden, suo dirimpettaio.

Abr ha detto...

Naudè e Pardies, gli unici due "stranieri" quella volta.

Abr ha detto...

Sorry, gli stranieri erano tre, c'era anche Nelson Babrow.

Su http://it.wikipedia.org/wiki/File:Rugby_XV_del_Presidente_-_All_Blacks_1977.jpg
c'è la foto :

in piedi: Arturo Bergamasco, Stefano Romagnoli, Adriano Fedrigo, Pasquale Presutti, Mario Piovan, Dirk Naudè (Sudafrica), Andrea Rinaldo, Salvatore Bonetti, Fiorenzo Blessano, Franco Baraldi.
Accosciati, il secondo da sinistra è Agostino Puppo; a seguire, Manrico Marchetto, Loredano Zuin, Vittoriano Bellini, Nelson Babrow (Sudafrica), Nello Francescato, Bruno Francescato, Guy Pardiès (Francia), Nino Rossi

Abr ha detto...

Ora la foto è anche su RR tumblr

Nick ha detto...

E'veramente un'immagine bellissima, sembrano i Minutemen.

Gsp ha detto...

A pelle direi, via le conversioni, anche se danno possibilita' alla squadra di rifiatare. 6 punti alla meta, 3 per drop e punizioni. E' vero che il gesto del drop e' piu' complicato, pero' la punizione e' giusto abbia un surplus di valore punitivo rispetto al gesto tecnico.

E se mi fanno capo IRB, magliette con maniglie per i piloni, ed ingaggi in mischia con prima le prime, poi le seconde. Una volta stabile entrano le terze e si inizia a spingere. O basterebbe togliere i tre tempi d'ingaggio e vedere come va.

Abr ha detto...

Mah, con la tua proposta la meta varrebbe due calci: sarebbe pure peggio di oggi, se l'obiettivo è di incentivare le mete, visto che adesso con due calci non superi una meta trasformata.

Le trasformazioni consentono di preservare il peso nel punteggio di un gesto tecnico specialistico e in più hanno anche un valore "archeologico": riportano ai tempi in cui la meta era solo propedeutica alla marcatura dei punti, e ricordano che agli albori era meta solo se si schiacciava in mezzo ai pali (da cui il giusto incentivo ad andare a marcar proprio lì).

Riguardo alla mischia ordinata, concordo con l'intento che esponi, di rendere la mischia più "leggibile", ma senza depotenziarla stile League.
A livello di regolamento, se fossi capo della Irb sintetizzerei il tutto con il divieto di spingere prima dell'introduzione dell'ovale. Stop.
Si leghino, si appoggino, il mediano inserisca (senza finte e esitazioni), l'arbitro a quel punto dia l'unico comando (engage!) al cui suono si possa spingere.

Abr ha detto...

Abolire la conversion: non l'han fato nemmeno nel football americano, dove è veramente solo una formalità.
Se non fosse per la possibilità di trasformarlo in play action, che vale due punti invece di uno solo.

Gsp ha detto...

Porterei la meta a 6 perche' lo trovo assurdo che due calci valgono piu' di una meta non trasformata.

Il gesto arcaico e le skills del calciatore rimarebbero cmq nel calcio di punizione. Magari cambiamo qualche free kick in penalty e facciam contenti anche i calciatori.

Pero', preciso l'urgenza e priorita' assolura oggi e' la mischia.

Abr ha detto...

Concordo sull'assurdità che una meta non trasformata valga meno di due calci, ma il punto è che se togli la trasf. e la meta vale 6 punti fissi, la meta varrebbe sempre e solo quanto due calci: non mi parrebbe un gran incentivo ad andare in meta, anzi spingerebbe a un gioco ancor più finalizzato di ora a provocar calci di punizione.
Trovo approccio migliore per il fine che anche tu sottolinei, abbassare il valore dei piazzati come han fatto al Varsity. A quanto pare, la fallosità sistematica non si alza (è comunque disincentivata dai cartellini gialli sempre pronti).

L'idea del 5+3 alla meta la trovo accattivante: il +3 te lo devi pur sempre guadagnare ... così come il 3 al drop.
Delle punizioni abbassate a 2 punti, mi piace l'idea che ci sia un incentivo a cercare la touch: la pausa durerebbe di meno e l'azione successiva sarebbe spettacolare.
Abolire l'half arm? Pericoloso: per dar spazio ai calciatori lo toglieresti alle mischie.

Concordo sulla priorità di trovare un quadra per la mischia ordinata.

reda ha detto...

Per quanto riguarda le mischie, i tempi vanno semplificati, non complicati ulteriormente! già oggi non si capisce niente: bassi, tocco, caffettino, pausa, the con biscotti ed ingaggio, i piloni non capiscono più nulla, anche perché il numero di biscotti cambia di volta in volta!
o si abolisce l'ingaggio (ci si lega tutti e si spinge all'introduzione (ma di fatto la mischia diventa no-contest) oppure si semplifica e si standardizza. l'arbitro dice bassi e dopo un numero di secondi stabilito (può essere 3 secondi) da' il contatto o fischia il reset se a suo parere non c'è stabilità.
si può anche fare al limite un count-down (3,2,1, contatto), l'importante è che le prime linee sappiano quando legarsi.

reda ha detto...

la questione magliette non è così fuori dal mondo: da quando sono state introdotte quelle aderenti è diventato un disastro. peraltro quando ci si lega correttamente e la maglietta si allunga di 30 cm finire a terra è normale. si potrebbe introdurre le magliette in cotone (non deformabili) per i 5 o 6 giocatori messi a referto come prime linee, il che spesso fa bene anche a chi guarda e procura merchandising indossabile ai tifosi ;-P

Abr ha detto...

Le mischie ordinate, gioie e dolori. Le lasciano così giustificandosi che nessuno si fa più male, ma come dice Lo Cicero è diventato un eterno 50-50 in mano all'arbitro, pare una partita di calcio.
Tra l'estremo ora e quello del no-constest va fatto qualcosa.

C'è uno studio di un po' di storici piloni inglesi, Fran Cotton tra gli altri, presentato alla Rfu, dove le leggi attuali sono definite ""unjust, illogical and inoperable".
Si fecero assistere anche da un docente di fisica perchè, dissero, "several of the current scrummage laws run contrary to the laws of physics". E da un medico: se gli infortuni sono diminuiti, le conseguenze delle attuali leggi sono sul lungo termine: guai spinali, al collo e artriti.

E' passato un anno, nulla è accaduto. ora che han segato Paddy O'Brien, speriamo bene.

Abr ha detto...

Riguardo le magliette attillate, la comunità gay e le donne non la vedono come te - sapessi sul tumblr quante ce n'è (non specificato cosa) ;)

Se invece prediligi lo sbracato XXXXL, consiglierei il basket ... lo dico da ex fan, ma dei tempi di Larry Bird; ora con quei lenzuoli addosso e i pantaloni lunghi alle caviglie e col cavallo al ginocchio, so' inguardabili.

reda ha detto...

il problema non è le maglie attillate, ma le maglie attillate addosoa (per dirne una) guthro steenkamp!
peraltro io con le maglie vecchio stile ci vado in giro, al lavoro, ci esco la sera... con quelle nuove non si può! non necessariamente xxxxxxxl, basta che non faccia effetto domopack!
riguardo agli ingaggi, io sono per semplificarli il più possibile, come scrivevo sopra in modo che le prime linee sappiano cosa aspettarsi dal comando e si possano regolare. secondo me se si mette a posto l'ingaggio si sisteema il 70% delle mischie (e si semplifica il giudizio sulle altre)

Abr ha detto...

... a me fa ridere la panza ballonzolante di Census Jonhston ... ma il rossonero tolosano lo sfila un attimino, dài :D

(le vecchie magliette di rugby stile "Invictus" fan molto vintage elegante, le uso anch'io ogni volta che posso, anche con la giacca.
Occhio però alle righe stile Benetton: agli inferiori al metro e settantacinque, fan effetto "tappo", so' peggio delle maglie attillate su fisici non palestrati).

ringo ha detto...

Anche le rigate non sono raccomandabili per chi ha una tartaruga al contrario: la mettono in risalto.

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