Affari legali inglesi
Dunque i London Welsh la prossima stagione la trascorreranno in Premiership, dopo i successi ottenuti sul campo nella Championship e il via libera della commissione indipendente che ha analizzato le richieste avanzate dal club dopo che la Rugby Football Union si era espressa in senso opposto, di fronte alla mancanza dei criteri minimi perché le richieste fossero accettate, primo fra tutti quello legato alla primacy of tenure sul campo di gioco. Nella Common Law, il sistema legale che regola il diritto britannico, i precedenti contano: sono infatti quattro le società che militano nel massimo campionato inglese a non possedere tale requisito, la primacy of tenure (il "primato" nel diritto di possesso), e tre di queste hanno base a Londra o dintorni come gli Irish, i Saracens e i Wasps, mentre l'altra del gruppo sono i Sale Sharks. I Welsh s'erano a ciò appigliati, offrendo anche ulteriori garanzie in caso di accesso ai playoff in cui si deve giocare il sabato (disponibilità di impianti alternativi).
I Welsh non disputeranno le gare domestiche all'Old Deer Park (5.850 spettatori), ma al Kassam Stadium (foto), impianto di proprietà dell'Oxford United, squadra di calcio che milita nel campionato di League Two, l'equivalente della Seconda Divisione italiana (l'ex C2), con 12.5000 posti a disposizione - erano state avviate anche trattative con il Crystal Palace per la condivisione del Selhurst Park (30.000 spettatori). Il panel, presieduto da James Dingemans, ha dichiarato che è stato accolto il principio di una ingiustificata deformazione delle regole della competizione, "contraria alle leggi del Regno Unito e dell'Unione europea" e che le motivazioni sollevate dalla Rfu erano da considerarsi valide ma "insufficienti" , non prevalenti rispetto al principio.
Il chief executive officer della Rfu Ian Ritchie come aveva annunciato accetta senza nemmeno commentare un ruling che rovescia la decisione precedente - in Italia tanto basterebbe per invocare dimissioni ma che dico, gogne: " Per la Rfu è argomento chiuso". Anzi si tratta di una opportunità per guardare avanti: "Ora faremo una rivisitazione completa degli standard minimi per entrare nella Premiership, coinvolgendo il Professional Game Board affinché tutti gli stakeholder possano dire la loro", annuncia.
Coglie la palla al balzo Geoff Irvine, chairman della lega dei club della Championship per chiedere l'abolizione di ogni criterio di pre-selezione: chi vince salga, punto e basta. Un po' troppo forse, dato che alla seconda serie inglese possono partecipare club senza contratti Pro e addirittura dalle forme sociali qualsiasi. Resta la stranezza che il vaglio lo faccia la federazione e non la Lega dei club Pro come succede in Francia, per cui si valuta il campo prima delle finanze.
A rimetterci sono i Newcastle Falcons, retrocessi ufficialmente in Championship. Alla viglia della decisione il club del nord aveva avvertito che si riservava di citare la Rfu per danni, dopo una campagna acquisti importante che ha incluso anche il "nostro" Carlo del Fava e con Dean Richards nominato nuovo director of rugby, tornando quindi nel giro dopo la squalifica di tre anni per il Bloodgate. I Falcons comunque sia non si deprimono, il piano è di tornare immediatamente ai piani alti: "Non sottostimiamo le sfide che dovremo affrontare nella Championship - si legge in un comunicato -, ma sotto la guida di Richards abbiamo un solo obiettivo da rispettare: vincere il torneo". Tanta cristiana rassegnazione fa pensare che nelle teste della dirigenza del club del nord, un anno di rodaggio in Championship a costi nettamente inferiori sia considerato tutto sommato un modo corretto per ripartire.
Chi dovrà invece far le corse per adeguare il roster alla Serie superiore sono proprio i Welsh: oramai i trasferimenti son compiuti, resta solo spazio per stranieri. Tra i quali si parla molto di uno più uomo-immagine che altro: Gavin Henson.
Commento - paragone finale, sulla falsariga di quanto già esposto in tempi non sospetti. Una decisione federale controversa, annunciata in anticipo alla finale, alla luce del sole e senza tranelli; un appello; un giudizio preso in pochi giorni da parte di un panel VERAMENTE indipendente (tre ex giudici); una decisione rovesciata; la federazione che ringrazia, non si oppone e si muove oltre.
Non una parola nel merito: ai Welsh vanno i complimenti per la vittoria della Championship e per aver presentato documentazione convincente, ai Falcons tanti auguri di pronto ritorno in Premiership.
Il grande plauso va invece al METODO. E dice saremmo noi la patria del diritto: ci vuol proprio della gran assuefazione all'aumma aumma nostrano per scrivere prima di scandalo e adesso di giustizia fatta. Ogni opinione è legittima ma è legittimo anche sottolineare gli errori: giustizia NON è entrare nel merito e prendere la decisione più simpatica, è seguire una procedura nota e condivisa, portata avanti da personaggi sopra le parti; in tal senso qui giustizia ERA già fatta, quando la Rfu si è affidata al panel e non al suo paternalistico "insindacabile giudizio". Indipendentemente dall'esito. Invidia profonda, altro che menomale e ditini alzati.
I Welsh non disputeranno le gare domestiche all'Old Deer Park (5.850 spettatori), ma al Kassam Stadium (foto), impianto di proprietà dell'Oxford United, squadra di calcio che milita nel campionato di League Two, l'equivalente della Seconda Divisione italiana (l'ex C2), con 12.5000 posti a disposizione - erano state avviate anche trattative con il Crystal Palace per la condivisione del Selhurst Park (30.000 spettatori). Il panel, presieduto da James Dingemans, ha dichiarato che è stato accolto il principio di una ingiustificata deformazione delle regole della competizione, "contraria alle leggi del Regno Unito e dell'Unione europea" e che le motivazioni sollevate dalla Rfu erano da considerarsi valide ma "insufficienti" , non prevalenti rispetto al principio.
Il chief executive officer della Rfu Ian Ritchie come aveva annunciato accetta senza nemmeno commentare un ruling che rovescia la decisione precedente - in Italia tanto basterebbe per invocare dimissioni ma che dico, gogne: " Per la Rfu è argomento chiuso". Anzi si tratta di una opportunità per guardare avanti: "Ora faremo una rivisitazione completa degli standard minimi per entrare nella Premiership, coinvolgendo il Professional Game Board affinché tutti gli stakeholder possano dire la loro", annuncia.
Coglie la palla al balzo Geoff Irvine, chairman della lega dei club della Championship per chiedere l'abolizione di ogni criterio di pre-selezione: chi vince salga, punto e basta. Un po' troppo forse, dato che alla seconda serie inglese possono partecipare club senza contratti Pro e addirittura dalle forme sociali qualsiasi. Resta la stranezza che il vaglio lo faccia la federazione e non la Lega dei club Pro come succede in Francia, per cui si valuta il campo prima delle finanze.
A rimetterci sono i Newcastle Falcons, retrocessi ufficialmente in Championship. Alla viglia della decisione il club del nord aveva avvertito che si riservava di citare la Rfu per danni, dopo una campagna acquisti importante che ha incluso anche il "nostro" Carlo del Fava e con Dean Richards nominato nuovo director of rugby, tornando quindi nel giro dopo la squalifica di tre anni per il Bloodgate. I Falcons comunque sia non si deprimono, il piano è di tornare immediatamente ai piani alti: "Non sottostimiamo le sfide che dovremo affrontare nella Championship - si legge in un comunicato -, ma sotto la guida di Richards abbiamo un solo obiettivo da rispettare: vincere il torneo". Tanta cristiana rassegnazione fa pensare che nelle teste della dirigenza del club del nord, un anno di rodaggio in Championship a costi nettamente inferiori sia considerato tutto sommato un modo corretto per ripartire.
Chi dovrà invece far le corse per adeguare il roster alla Serie superiore sono proprio i Welsh: oramai i trasferimenti son compiuti, resta solo spazio per stranieri. Tra i quali si parla molto di uno più uomo-immagine che altro: Gavin Henson.
Commento - paragone finale, sulla falsariga di quanto già esposto in tempi non sospetti. Una decisione federale controversa, annunciata in anticipo alla finale, alla luce del sole e senza tranelli; un appello; un giudizio preso in pochi giorni da parte di un panel VERAMENTE indipendente (tre ex giudici); una decisione rovesciata; la federazione che ringrazia, non si oppone e si muove oltre.
Non una parola nel merito: ai Welsh vanno i complimenti per la vittoria della Championship e per aver presentato documentazione convincente, ai Falcons tanti auguri di pronto ritorno in Premiership.
Il grande plauso va invece al METODO. E dice saremmo noi la patria del diritto: ci vuol proprio della gran assuefazione all'aumma aumma nostrano per scrivere prima di scandalo e adesso di giustizia fatta. Ogni opinione è legittima ma è legittimo anche sottolineare gli errori: giustizia NON è entrare nel merito e prendere la decisione più simpatica, è seguire una procedura nota e condivisa, portata avanti da personaggi sopra le parti; in tal senso qui giustizia ERA già fatta, quando la Rfu si è affidata al panel e non al suo paternalistico "insindacabile giudizio". Indipendentemente dall'esito. Invidia profonda, altro che menomale e ditini alzati.
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