Dondi molla l'osso
Uno sgub doverosamente da segnalare: l'attento Grillotalpa ascolta Radio Rai e scova l'ufficiale e definitiva notiza. Giancarlo Dondi annuncia (nel link dal min.3,14) "Non mi candido per il prossimo quadriennio di presidenza Fir". Rielezione che avrebbe significato il Ventennio Dondiano, essendo al vertice dal 1996. In uno sprazzo di lucida e sintetica autoanalisi, Dondi chiosa: "Forse ... forse non è più il mio mondo.". Intende ribadire quel senso di "tradimento" per la dissociazione trevigiana che ha già esternato? Probabilmente si, e la cosa conferma che non è più tempo per il suo piccolo mondo antico, fatto di fedeltà a prescindere tra "uomini di rispetto" e personalismi. Si scambia per "lesa maestà" l'accusa di errori strategici, mentre nell'era del professionismo ognuno si valuta sulla base del contributo che apporta, non dell'animus (Dondi è personaggio onesto sin nel midollo), né tantomeno sulla base dei successi - che come dice la parola stessa, sono già successi.
Per lui si preannuncia un buen retiro in seno a qualche Comitatone Irb. Gli auguriamo buon lavoro futuro negli interessi del rugby italiano e gli porgiamo un sincero grazie: fino ai primi anni 2000, probabilmente fino alla rielezione del 2004 esclusa è stato il presidente più efficace che l'Italia dello sport abbia avuto. Forse anche oltre i meriti del movimento stesso.
Nel pezzo di Radio Rai viene anche detto che ci sono non uno ma ben due candidati interni all'attuale direttivo Fir: il bresciano Alfredo Gavazzi e il livornese Mino Saccà. Forse il secondo, colui che ha condotto negli ultimi tempi tutti i dossier più scottanti, è il candidato "raccomandato dalla casa", mentre il secondo par più un nuovo "faso tuto mi, so tuto mi", forse meno "organico" ma pericolosamente allineato all'approccio provinciale odierno. Comunque vada, a settembre come vorrebbe il Coni o forse più avanti, sarà un giro di boa. Il calcio al formicaio targato Benetton un risultato importante l'ha comunque ottenuto, ora è il momento per i "dissidenti" che già hanno espresso una direzione chiara - un movimento spinto dai club sul territorio e non più solo "tirato" dalla nazionale - di tirar fuori una candidatura di spessore. Sempre che il nuovo scenario - e i conti dei delegati - non consigli compromessi e convergenze con pezzi del passato.
Al proposito cade come il cacio sui maccheroni la cronaca del tentativo di lanciare una cordata alternativa a Dondi nel 2004, raccontata da Stefano il Nero. Triste storia molto istruttiva, che ha generato otto anni peggio che persi, usati male. Speriamo che almeno l'esperienza non sia stata del tutto inutile: i primi soldati che escono dalla trincea, si sa, muoiono; preparano la strada agli altri.
Update serale / Sempre attraverso il Grillotalpa, si apprende dell'investitura del candidato apparentemente di fiducia di Dondi: sarebbe Gavazzi, che così si presenta: "Valutata l’indisponibilità del presidente uscente Giancarlo Dondi a candidarsi per un nuovo mandato, di comune accordo con lui abbiamo deciso di proporre la mia candidatura a presidente della Federazione Italiana Rugby per il prossimo quadriennio con l’obiettivo di garantire la continuità del lavoro svolto negli ultimi sedici anni nel segno di un rinnovamento capace di tenere la FIR al passo con i tempi".
Rinnovamento al passo coi tempi, ma per garantire la continuità di sedici anni: cerchiobottismo aperto, segnali lanciati ai dissidenti che l'establishment è disponibile a qualche cambiamento di rotta, ma le linee guida di base (Accademie, strutture, Nazionali etc.etc.) non sono in discussione.
Per lui si preannuncia un buen retiro in seno a qualche Comitatone Irb. Gli auguriamo buon lavoro futuro negli interessi del rugby italiano e gli porgiamo un sincero grazie: fino ai primi anni 2000, probabilmente fino alla rielezione del 2004 esclusa è stato il presidente più efficace che l'Italia dello sport abbia avuto. Forse anche oltre i meriti del movimento stesso.
Nel pezzo di Radio Rai viene anche detto che ci sono non uno ma ben due candidati interni all'attuale direttivo Fir: il bresciano Alfredo Gavazzi e il livornese Mino Saccà. Forse il secondo, colui che ha condotto negli ultimi tempi tutti i dossier più scottanti, è il candidato "raccomandato dalla casa", mentre il secondo par più un nuovo "faso tuto mi, so tuto mi", forse meno "organico" ma pericolosamente allineato all'approccio provinciale odierno. Comunque vada, a settembre come vorrebbe il Coni o forse più avanti, sarà un giro di boa. Il calcio al formicaio targato Benetton un risultato importante l'ha comunque ottenuto, ora è il momento per i "dissidenti" che già hanno espresso una direzione chiara - un movimento spinto dai club sul territorio e non più solo "tirato" dalla nazionale - di tirar fuori una candidatura di spessore. Sempre che il nuovo scenario - e i conti dei delegati - non consigli compromessi e convergenze con pezzi del passato.
Al proposito cade come il cacio sui maccheroni la cronaca del tentativo di lanciare una cordata alternativa a Dondi nel 2004, raccontata da Stefano il Nero. Triste storia molto istruttiva, che ha generato otto anni peggio che persi, usati male. Speriamo che almeno l'esperienza non sia stata del tutto inutile: i primi soldati che escono dalla trincea, si sa, muoiono; preparano la strada agli altri.
Update serale / Sempre attraverso il Grillotalpa, si apprende dell'investitura del candidato apparentemente di fiducia di Dondi: sarebbe Gavazzi, che così si presenta: "Valutata l’indisponibilità del presidente uscente Giancarlo Dondi a candidarsi per un nuovo mandato, di comune accordo con lui abbiamo deciso di proporre la mia candidatura a presidente della Federazione Italiana Rugby per il prossimo quadriennio con l’obiettivo di garantire la continuità del lavoro svolto negli ultimi sedici anni nel segno di un rinnovamento capace di tenere la FIR al passo con i tempi".
Rinnovamento al passo coi tempi, ma per garantire la continuità di sedici anni: cerchiobottismo aperto, segnali lanciati ai dissidenti che l'establishment è disponibile a qualche cambiamento di rotta, ma le linee guida di base (Accademie, strutture, Nazionali etc.etc.) non sono in discussione.
9 commenti:
Non essendo ne sprovveduto ne stupido deve aver fatto i suoi conti, e nel periodo di elezioni con le zebre in giro per l'Europa a prendere randellate e a fargli una grande pubblicità, molto ma molto probabilmente sarebbe stato affossato in malo modo, meglio uscire a testa alta avrà pensato.Aspettiamoci altre esternazioni, come la fine di tutti i regimi. Una grande occasione per poter portare un vero management anche in Italia.
Saranno i "nuovi" a doversi qualificare. Dubito lo faranno "a reti unificate", se non per lanciare messaggi generici e finti. Lavoreranno a livello di comitati regionali (Gavazzi come sta messo in Lombardia, ora che Viadana è contro?) e società.
A proposito, averne schierati due, non vorrà per caso dire un po' di "gioco delle parti" tra loro? Molto si diceva in giro di nuove alleanze Lombardia-Veneto-Lazio, quand'è uscita la delegittimazione Benetton. Gavazzi da che parte sta?
bella domanda, si preannuncia un estate di fuoco, questi giorni sono un ottima anteprima (in tutti i sensi). Credo dipenda molto con chi si schiererà Treviso, spero per il rinnovamento e la trasparenza, l'ingresso nel 6N non era un arrivo ma una partenza e noi abbiamo corso in cerchio quando gli altri correvano dritti, stessa cosa è successa per la Celtic, magari non faremo grandi passi in avanti subito, possiamo iniziare anche con piccoli, ma dovranno essere obbligatoriamente dritto per dritto.
Toltici questo peso finalmente possiamo cominciare a guardare avanti ed immaginare il futuro.
Non sono del tutto ingenuo, pero' sarebbe bello iniziare a parlare di idee e di soluzioni, poi di persone, e poi di coalizioni. Sono elezioni, quindi politica, quindi contano i voti. Pero' anche il discorso treviso contro rovigo contro padova contro calvisano contro viadana inizia a stancare. I clun italiani sono come i partiti, ognuno vuole il suo. Si guardino i numeri IRB per vedere che abbiamo un terzo di praticanti della scozia ed il triplo dei loro club (vado a memoria).
Mi augurerei anche che con dondi fuori dalle p... finisca anche l'astio e l'ostruzionismo contro le zebre, e contro i giocatori. Hanno cosi' tante rogne a mettere una squadra insieme all'ultimo, che molti si augurano che prendano 'schiaffi', ormai non ha piu' senso, avrebbe solo un impatto negativo sui giocatori.
Sempre che dondi si faccia davvero da parte...
Aggiungo, non credo che nel rugby nostrano ci siano i puri ed i ladri. C'e' la cultura della fedelta da prima del merito da sradicare. E non c'e' solo nella fir, c'e' anche nelle societa', c'e' anche molto a treviso. Basta vedere come parti dell l'ambiente si orientino contro alcuni giocatori perche' fanno un percorso che a loro non piace.
E poi c'e' da introdurre il professionismo. Per questo i programmi sono importanti.
La tradizione italiota premia sempre la "fedeltà" alla competenza ed alla "vision", ed anche il rugby non si differenzia.
Sarebbe bello che dallo sport più anglosassone si vedessero i primi cambiamenti.
Una dichiarazione programmatica, una chiara competenza manageriale potrebbe finalmente raccogliere consensi.....
L.R.
Il tuo è l'approccio corretto gsp, mentre da noi si preferisce personalizzare: "chi vorreste come presidente?": c'est plus facile. Et imbecile.
Io credo che i recenti chiari di luna economici e organizzativi abbiano avuto un effetto positivo tra i tanti negativi: possano aver smussato i tradizionali "contro" (rovigo vs pd, tutte le venete vs. tv, nord vs. sud etc.etc).
Forse è sulla base di un rinnovato (o del tutto nuovo) senso di unità della base che è arrivato il calcio al formicaio benettoniano che sta ridisegnando il piccolo mondo antico fir.
Molto d'accordo (l'ho anche scritto) sul punto che non è ladri vs. onesti, e nemmeno incapaci vs. intelligenti (lasciamo tutto questo a quelli che credono di capirne di politica guardando i Ballarò e leggendo i giornali). Ciò che è in discussione è l'EFFICACIA di un approccio centralista totalizzante.
Sul punto dei "programmi", credo che la direzione indicata dai "dissidenti" sia chiara: il movimento da top-down (tirato dalla nazionale) debba divenire bottom-up, fondato sui club espressione dei territori.
Alla fine ci sarà qualche livello di compromesso, perché anche al più "federalista" e "popolare" il potere piace.
Non vorrei però che fosse al ribasso totale, della serie cara Benetton ti concediamo la seconda squadra ma il movimento si tiene le Accademie totalizzanti e i cartellini dei giovani che ne escono sono della fir.
Quanto alle zebre, very sorry ma chi nasce "malformato" è per definizione più debole e più difficilmente salvabile. Mi sa che anche per Gavazzi si tratti di un classico falso scopo.
Che poi, ma che roba sta venendo fuori? Han ammazzato gli Aironi per problemi economici, ma ora per problemi economici ancor più grossi, stanno allestendo una squadra rubacchiando gente dall'Eccellenza! Ma di che sa questo?
E' a mio avviso la singola causa più pesante sulla decisione di Dondi di uscire: s'è reso conto del disastro dove lo sta conducendo la sua condiscendenza verso i "fedeli" (eh si, Berlusca docet, la "fedeltà" è un processo bidirezionale, altro che "capi" come crede il popolino).
L.R., il "manifesto" Benetton propone una chiarissima linea guida di base: un movimento che rimetta al centro i club, uscendo dall'approccio top-down dove tutto si deve alla nazionale e quindi tutto ad essa va ricondotto, perdendo ogni riferimento logico causa-effetto.
Dall'alra parte invece, vaghe ciacole su rinnovamento all'insegna della continuità.
Alla fine si arriverà a un compromesso, ma non perché siamo in Italia (vedi 4 anni di Obama, per dire ...): dipenderà dal confronto (e dalla conta) tra forze contrapposte DOVE si posizionerà tale compromesso, lungo l'asse centralismo-frantumazione.
Stanno iniziando le esternazioni contro "quelli che fanno le canottiere", non commento nemmeno, aspettiamoci di peggio, spero si decida al più presto la data delle elezioni e si inizi a parlare di programmi e vedere in faccia i candidati.
Strano, fino a ieri eran quelli che tenevano alti i pedaggi dell'autostrada. Parlate pure male di me, ma parlatene. E' come il pubblico che fischia il calciatore: è paura, facci pure, facci ...
'A dinosauri, sta per piombare la meteora di Chicxulub!
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