Giorno di saluti a Cardiff dove vince il Galles
Da una parte Martyn Williams per il 100° cap con la maglia della nazionale prima del ritiro dalla scene, dall'altra Shane Williams che saluta tifosi e rugby giocato affrontando il Galles nelle file dei Barbarians. Al Millennium Stadium i dragoni rossi scendono in campo prima di avviarsi in Australia per il loro tour estivo e vincono 30-21 sui Baa-Baas schierando un XV di partenza dove qualcuno si gioca carte importanti per ben impressionare su Warren Gatland (ancora in Nuova Zelanda a causa dei guai fisici e che si unirà al gruppo nelle prossime settimane) e il resto dello staff. E sono due gli scatti da ritagliare. Il primo al 10', quando il 19enne Harry Robinson (scuola Cardiff e Rugby Seven) va a marcare la prima delle sei mete del pomeriggio: il Galles ruba palla agli avversari che provano a uscire dalla pressione proprio con Shane Williams, ma nei paraggi c'è un Justin Tipuric in gran spolvero, l'ovale va quindi al largo con Ian Evans e Matthew Rees che immediatamente gioca sulla fascia dove l'ala innesta la marcia più alta e si beve metà campo per festeggiare come meglio non poteva la sua prima volta con la maglia rossa. Il secondo all'inizio dell'ultimo quarto: Williams passa in mezzo a Rees ed Evans e corre verso i 22, ma piomba su di lui l'altro Williams celebrato, Martyn, che lo afferra e porta a terra (foto). Poi c'è l'ultimo frammento, giusto negli ultimi minuti del match: Shane raccoglie palla nella propria metà campo, taglia verso l'interno e braccato dai difensori scarica per Cedric Heymans che a sua volta tenta di servire Sailosi Tagicakbau, ma ormai la rete gallese è lanciata e Aled Brew recupera l'ovale per andare sotto i pali.
Soltanto al 59' i Barbarians erano avanti 21-16 grazie alla doppietta del neozelandese Stephen Donald (27' e 59') e del compagno di reparto in mediana Richie Rees (36', per lui un calzettone con i colori dei Blues ed uno di Edimburgo, con il quale giocherà la prossima stagione): l'apertura che siglò la vittoria degli All Blacks in finale di Coppa del mondo è tra i migliori dei suoi, dove spiccano tra l'altro la terza linea sudafricana Francois Louw e l'opens side flanker georgiano Mamuka Gorgodze. Il pack Baa-Baas nel quale compaiono i riccioli biondi di un altro gallese, Duncan Jones, mette in difficoltà quello gallese e dopo il parziale iniziale di 13-0 del Galles con la meta di Robinson e il piede di James Hook gli ospiti producono maggiore mole di gioco e approfittano del giallo al pilone Rhys Gill per andare a segnare con Rees, chiudendo in vantaggio il primo tempo 14-13. Con la ripresa, Hook di piede e di meta (71') porta due volte avanti i suoi fino al 23-21. Infine, come detto, la meta di Brew. A fine gara gli applausi sono per Williams&Williams. Martyn ha collezionato il primo cap nel 1996, contro proprio i Barbarians e chiude quindi al meglio un lungo cerchio, infilando la testa in ogni ruck - e venendo graziato dall'arbitro Alain Rolland quando senza passare per il gate ruba palla sui 5 metri sul proseguimento dell'azione in cui placca il lanciato Shane.
In vista del viaggio down under, per il Galles ci sono le note positive di Hook e di Andrew Bishop, il centro degli Ospreys freschi campioni di Pro12, tra i più propositivi, mentre in settimana saranno tenute sotto controllo le condizioni fisiche di Dan Biggar (spalla) e del tallonatore Rees, dolorante alla mano destra. Qualcosa da sistemare in rimessa, specie a partire dall'ultimo quarto quando comunque in campo non c'è Alun-Wyn Jones e i barbarici schierano Anton van Zyl. In compenso Aaron Shingler si dà da fare nel gioco aperto nell'area del breakdown. Segna il debutto anche Adam Warren, centro degli Scarlets di 21 anni. Forse è solo un'impressione, ma il flanker Josh Turnbull pare essersi messo addosso qualche chilo di muscoli in aggiunta a quelli già presenti che non gli evitano tuttavia di sentire il contraccolpo quando si lancia a placcare un Tagicakibau che corre verso la bandierina.
Farewell Martyn and Shane.
Soltanto al 59' i Barbarians erano avanti 21-16 grazie alla doppietta del neozelandese Stephen Donald (27' e 59') e del compagno di reparto in mediana Richie Rees (36', per lui un calzettone con i colori dei Blues ed uno di Edimburgo, con il quale giocherà la prossima stagione): l'apertura che siglò la vittoria degli All Blacks in finale di Coppa del mondo è tra i migliori dei suoi, dove spiccano tra l'altro la terza linea sudafricana Francois Louw e l'opens side flanker georgiano Mamuka Gorgodze. Il pack Baa-Baas nel quale compaiono i riccioli biondi di un altro gallese, Duncan Jones, mette in difficoltà quello gallese e dopo il parziale iniziale di 13-0 del Galles con la meta di Robinson e il piede di James Hook gli ospiti producono maggiore mole di gioco e approfittano del giallo al pilone Rhys Gill per andare a segnare con Rees, chiudendo in vantaggio il primo tempo 14-13. Con la ripresa, Hook di piede e di meta (71') porta due volte avanti i suoi fino al 23-21. Infine, come detto, la meta di Brew. A fine gara gli applausi sono per Williams&Williams. Martyn ha collezionato il primo cap nel 1996, contro proprio i Barbarians e chiude quindi al meglio un lungo cerchio, infilando la testa in ogni ruck - e venendo graziato dall'arbitro Alain Rolland quando senza passare per il gate ruba palla sui 5 metri sul proseguimento dell'azione in cui placca il lanciato Shane.
In vista del viaggio down under, per il Galles ci sono le note positive di Hook e di Andrew Bishop, il centro degli Ospreys freschi campioni di Pro12, tra i più propositivi, mentre in settimana saranno tenute sotto controllo le condizioni fisiche di Dan Biggar (spalla) e del tallonatore Rees, dolorante alla mano destra. Qualcosa da sistemare in rimessa, specie a partire dall'ultimo quarto quando comunque in campo non c'è Alun-Wyn Jones e i barbarici schierano Anton van Zyl. In compenso Aaron Shingler si dà da fare nel gioco aperto nell'area del breakdown. Segna il debutto anche Adam Warren, centro degli Scarlets di 21 anni. Forse è solo un'impressione, ma il flanker Josh Turnbull pare essersi messo addosso qualche chilo di muscoli in aggiunta a quelli già presenti che non gli evitano tuttavia di sentire il contraccolpo quando si lancia a placcare un Tagicakibau che corre verso la bandierina.
Farewell Martyn and Shane.
3 commenti:
questo non è un articolo ma la sceneggiatura di un film "farewell Martyn and Shane " ...sofforte eh non pe niente me chiamo ironduke nel senso che mece chiamo solo io ...
Sempre meglio che una sceneggiata, dunque ;)
.. è che a volte, non sempre ma a volte, la partite dei ba-baas in effetti lo sono ...
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