sabato 16 giugno 2012

L'Italia batte il Canada, senza bollicine. Ma vince

Di seguito il resoconto di Andrea - per gli amici El Pigna - direttamente da Toronto di Canada - Italia, finita nella notte (orario di casa nostra) 25-16 per gli Azzurri di Jacques Brunel con la meta di Tommaso D'Apice e i punti al piede di Kris Burton.

Nelle partite equilibrate per raggiungere la vittoria devi saper sfruttare i tuoi punti di forza e/o i punti deboli dell’avversario. Un po’ di sano cinismo. E’ questo ciò che  l’Italrugby ha saputo avere ieri sera al BMO Field di Toronto. Di sicuro più di qualcuno storcerà il naso, parlando di ugly win, ma quante volte si è parlato della necessità di abituarsi a vincere, anche giocando male? Che non c’è miglior allenamento alla vittoria che la vittoria stessa? Forse in giro c’è ancora chi pensa che al Canada si possa rifilare un trentello, dimenticandosi come ci siano subito dietro nel ranking, e che in caso di vera figura da cioccolatai ci sarebbero passati davanti. Io son andato sugli spalti aspettandomi una partita equilibrata e sperando di vedere qualche giovanotto mettersi in luce. 

Gli azzurri han giocato con buona intensità. All’inizio non han avuto il controllo dell’ovale, con i canadesi a manovrare a folate. I primi 10 minuti non son stati di buon auspicio: canadesi più efficaci, un paio di placcaggi non chiusi e di scelte non azzeccatissime (un calcio di Benettin che non trova la touche) han fatto temere il peggio, ma l’Italia è riuscita a rimanere disciplinata ed a non concedere molto, se non una punizione dopo una touche. E’ poi salita pian piano di tono e fatto capire che spazio in mezzo non ce ne sarebbe stato. Han mostrato la via gli avanti ed i centri che han ridotto i placcaggi a indietreggiare bloccando tutto quello che passava da quelle parti (o quasi, Sgarbi e Pratichetti han mancato sì e no un placcaggio a testa). Non riuscendo a guadagnare molto spazio palla in mano, al Canada rimaneva solo il piede di Evans per guadagnare terreno, con un paio di belle touche trovate nei 22. Serrando i rubinetti canadesi, l’Italia guadagnava fiducia anche in attacco. 


Attacco fatto di cose molto semplici. Ball carrier a sfondare la linea avversaria, andando dritto per dritto, pochi fronzoli dei nostri backs, con entrambi i centri solo a sfondare, le nostre ali han visto ben pochi palloni, Venditti un paio, Benvenuti giusto qualcuno di più, compreso un passaggio da ospedale di Tebaldi che ha optato per il lato chiuso difeso da ben 3 canadesi in ritardo sul ripiazzamento difensivo dopo un ruck, a cui non è parso vero di trovarsi in tre contro l’azzurro. Bravo Benvenuti in questo caso (buona prestazione, solida e sempre presente, unico nella linea arretrata a provare linee di corsa diverse da quella retta a sfondare) a cambiare direzione e cercare il sostegno in mezzo senza perdere il pallone. 
L’Italia ha cominciato ad alzare il ritmo con gli avanti mettendo pressione nei 22 Canucks, approfittando della superiorità assoluta in mischia, chiamata in causa spesso e volentieri per gli errori di handling di ambo le parti e che è stata la vera croce canadese e la delizia italiana. A dire il vero la prima linea italiana ha fatto davvero un buon lavoro anche in campo aperto sia in attacco che in difesa. Menzione d’onore per D’Apice, davvero impressionante nei suoi sfondamenti, come fosse un veterano. Al di là della meta nel secondo tempo da maul avanzante, si è fatto notare in più di un occasione come ball carrier alla Servat. Da migliorare un po’ i lanci, la touche ha sofferto un po’, ma ce lo si immaginava senza un capitano delle rimesse. E se si confronta la prestazione del disastroso tallonatore canadese Pletch, il raffronto tra i due hooker è impietoso. 

In match serrati e chiusi come questo a fare la differenza può essere un colpo di genio o una vaccata. O meglio due. La mediana italiana ha letteralmente regalato la meta canadese, prima con una scriteriata scelta di Burton di calciare un up and under unsensible lungo direttamente nei 22 per il mark di Trainor. Poi sul rilancio dai 22, Tebaldi manca prima il pallone e poi serve sempre Trainor (un fulmine, le due ali canadesi pur non essendo grosse come North e Venditti, avevano una velocità di base incredibile nei loro chase), che si invola in mezzo ai pali. Invece di ammazzare la partita, l’Italia è riuscita a mettersi con le spalle al muro da sola. 

Nel secondo tempo l’Italia ha avuto ancora una volta il merito di non scollarsi, di restare unita e di continuare con le fondamenta gettate nel primo tempo. Tanto gioco degli avanti e superiorità in mischia. Così da una maul avanzante dopo un line out è arrivata come detto in precedenza la meta di D’Apice, sul cui calcio di ripresa però gli azzurri han concesso subito una facile punizione che Pritchard non ha sbagliato.  Dopodiché la mischia si è guadagnata un altro paio di punizioni che Burton ha infilato, per incrementare il divario fino al 25-16 finale. 
Che dire? I critici diranno che si è giocato male, che la mediana è stata pessima, che i nostri backs non si son visti. Tutto o quasi vero. Ma rimango dell’idea che se voglio vedere del gioco tutto corsa e velocità e rugby champagne con il French flair mi guardo altre squadre. Avevamo una netta superiorità e la abbiamo sfruttata.

Per parlare dei singoli: menzione speciale per Benvenuti, D’Apice, ma anche Benettin, bei rilanci palla in mano, diversi dallo sfondatore Masi. Bene Rizzo, Castrogiovanni meno potente ed impulsivo del solito (sarà la captaincy?) ma sempre presente, così come Favaro e Sgarbi che non si risparmiano per niente. Bene Gori quando è entrato che ha ravvivato le uscite dalle ruck, mentre Tebaldi non è piaciuto: poco incisivo, piuttosto lento, e molto nervoso, è entrato in un paio di zuffette subito dopo l’errore, si vede che il nervosismo lo ha fregato un pelo. Burton non malissimo, ha piazzato, nel primo tempo ha fatto un paio di scelte sciagurate ma nel secondo tempo ha trovato un paio di belle touche profonde, certo non ha fatto giocare i centri e le ali, ma con quel che passa il convento… Statico Venditti, ogni volta che un’ala agile passava da quelle parti tremavan le vene ai polsi: non ha ispirato molta sicurezza. 
Nota finale: strano da capire il nervosismo al termine di Mauro Bergamasco. Entrato in campo si è dato più da fare a ad azzuffarsi con gli avversari che a giocare. Ma chissà cosa succedeva in quelle ruck…


@elpigna

Update: mentre l'Italia risalirà (lunedì) nel ranking Irb fino a 75.26 punti, insufficienti per migliorare il 12° posto, la Scozia nella mattinata del sabato raccoglieva la seconda vittoria su due partite del suo tour, battendo Fiji a Lautoka con un 25-37 che la farà saltare addirittura al 10° posto nel ranking, scavalcando Tonga.
Prestazione eccellente dell'esordiente equiparato Tim Visser, autore di due mete. Sono quattro mete a tre e 17 punti al piede di Greig Laidlaw, con la Scozia a dominare la partita dai set pieces e con un accurato kicking game su cui gli isolani fan confusione.  I figiani recuperavano a metà del secondo tempo fino al 25-27, ma la seconda marcatura di Visser chiudeva la partita.

Update 17/6: Sempre per rimaner contigui agli affari Azzurri, gli Usa prossimi avversari dell'Italia, sconfitti di misura nel primo test in casa canadese, confermano il buon momento battendo oggi la Georgia davanti a loro di quattro posti nel ranking Irb (14 contro 17) per 36-20. Le Eagles marcano 4 mete contro 3, piazza 16 punti l'ala dei Saracens schierato estremo Chris Wyles

11 commenti:

Abr ha detto...

Grazie elpigna per lo sgub: unici come già nel Pro12, con tanto di inviato!
Nel merito, siamo pienamente d'accordo: questa è la nostra tacca, lo dice il ranking, queste sono le partite da vincere e non certo da dominar tracotanti. Magari!

Ps.: secondo l'attuale dirigenza fir invece, dovevamo insediarci stabilmente tra le prime otto, già da almeno un paio d'anni a questa parte. Si vede che altri - non loro per carità! - han sbagliato. O, come diceva anche Mussolini, dev'essere perchè il popolo italiano a loro non se li merita.

Anonimo ha detto...

Quella delle prime otto era ed è una battuta di cattivo gusto ah no aspetta erano seri...ancora peggio...

Willy

elpigna ha detto...

e' come sempre un piacere ed un onore, anzi proprio per questo grazie di avermi aperto le porte della vostra famiglia.
detto questo, dopo che l'Argentina si e' presa lo scalpo pure della Francia dal gioco espansivo, non sarebbe il caso di rivalutare la prestazione degli Azzurri della settimana scorsa? E poi davvero occhio ai Pumas: tra il 4 nations, la loro Under 20, l'esperienza dei Pampas XV, il loro movimento Sevens (a ridaje) cominceranno a togliersi sempre piu' soddisfazioni

Abr ha detto...

Ha vinto la Argentina A contro una Francia tra l'esaurito (finale del top14 la settimana scorsa) e il distratto: della serie, quanto conta la motivazione nel rugby. E quanto conta la forma fisica in uno sport di contatto. Aspettiamo la seconda sfida.

Il tutto per dire no, non rivaluterei la prestazione dell'Argentina. Prima di tutto perché non ne han bisogno: sono stati e saranno una brutta gatta da pelare, per tanti ma non per tutti. Troveranno lunghissimo al The Rugbby Championship, credo.

ringo ha detto...

Il ballo è uno sport di contatto ;)

Abr ha detto...

.. eppure in mischia si dice "touch" e non più "engage" :P

ringo ha detto...

Infatti è diventato un macello ;)

A proposito: interessante seguendo le partite vedere come gli arbitri australi e boreali regolano i tempi dell'ingaggio, tra chi tir per le lunghe "pause" e chi invece dice "engage" quando ormai le due prime e seconde linee hanno cominciato il movimento (tipo Australia - Galles).

Abr ha detto...

Osservazioni fuori tempo, ringo: da settembre cambia tutto. Si spera che l'abolizione del pause aiuti a dirimere almeno un po' del "macello".

ringo ha detto...

Le mie osservazioni sono sempre fuori tempo: altrimenti non farei il giornalista.

Abr ha detto...

good point: in realtà sei a "velocità di curvatura", come in Star Trek ;)

ivanot ha detto...

Lunga vita e prosperità!

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