Soldato Johnson a rapporto
Nell'Inghilterra di Stuart Lancaster che domani affronterà il Sud Africa c'è posto anche per Tom Johnson, terza linea in forza agli Exeter Chiefs, formazione reduce da una annata positiva: secondo anno di Premiership, quinto posto in classifica dopo aver lottato fino all'ultima giornata per accedere ai playoff e avventura in Challenge Cup finita ai quarti di finale, causa sconfitta di stretto margine con lo Stade Francais.
Il ragazzo non è di primo pelo, ha 29 anni e sette anni fa la sua carriera professionistica nel rugby sarebbe potuto terminare: aveva scelto di entrare nell'esercito britannico. Invece contro gli Springboks conquista il primo cap con la maglia della nazionale - in realtà ha già affrontato i Barbarians, ma è partecipando al tour estivo che entra a pieno diritto nel giro internazionale, dopo aver presenziato con i Saxons nella Churchill Cup 2011, marcando meta al debutto contro gli Stati Uniti. Inoltrò domanda come paracadutista e durante il colloquio gli chiesero se considerasse probabile l'eventualità di diventare un rugbista professionista. Rispose di no, che era molto più facile che entrasse nell'esercito. Aveva 22 anni: domani a Durban si schiera blind side, date anche le assenze di Tom Wood, Tom Croft e Calum Clark.
Quando ipotizzava di indossare anfibi e lanciarsi dall'aereo in tenuta mimetica, Johnson giocava nel Reading e il Coventry si fece avanti proponendogli un nuovo contratto, muovendosi nei campionati minori come la National League One. Dopo il Coventry arrivò l'Exeter e con i Chiefs la storica promozione ai piani alti del rugby inglese. E' dal 1964 che la squadra del Devon non vede un suo tesserato giocare per l'Inghilterra e Johnson ringrazia soprattutto lo staff tecnico "per quanto ha instillato in noi: il dettaglio, la piccola cosa che assieme alle altre diventa importante per il gioco. Rob Baxter (il coach) mi ha inviato un messaggio ed è stata una delle prime persone con le quali ho parlato. Mi ha detto che me lo merito e di andare sul campo e divertirmi".
Il ragazzo non è di primo pelo, ha 29 anni e sette anni fa la sua carriera professionistica nel rugby sarebbe potuto terminare: aveva scelto di entrare nell'esercito britannico. Invece contro gli Springboks conquista il primo cap con la maglia della nazionale - in realtà ha già affrontato i Barbarians, ma è partecipando al tour estivo che entra a pieno diritto nel giro internazionale, dopo aver presenziato con i Saxons nella Churchill Cup 2011, marcando meta al debutto contro gli Stati Uniti. Inoltrò domanda come paracadutista e durante il colloquio gli chiesero se considerasse probabile l'eventualità di diventare un rugbista professionista. Rispose di no, che era molto più facile che entrasse nell'esercito. Aveva 22 anni: domani a Durban si schiera blind side, date anche le assenze di Tom Wood, Tom Croft e Calum Clark.
Quando ipotizzava di indossare anfibi e lanciarsi dall'aereo in tenuta mimetica, Johnson giocava nel Reading e il Coventry si fece avanti proponendogli un nuovo contratto, muovendosi nei campionati minori come la National League One. Dopo il Coventry arrivò l'Exeter e con i Chiefs la storica promozione ai piani alti del rugby inglese. E' dal 1964 che la squadra del Devon non vede un suo tesserato giocare per l'Inghilterra e Johnson ringrazia soprattutto lo staff tecnico "per quanto ha instillato in noi: il dettaglio, la piccola cosa che assieme alle altre diventa importante per il gioco. Rob Baxter (il coach) mi ha inviato un messaggio ed è stata una delle prime persone con le quali ho parlato. Mi ha detto che me lo merito e di andare sul campo e divertirmi".
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