sabato 4 agosto 2012

Prima della finale Super Rugby

Domani mattina noi europei ci potremo godere l'atto decisamente "numero uno" del rugby mondiale a livello di (super-)club, la finale del SuperXV tra i "predestinati" da tempo Chiefs - ma Dave Rennie è il primo allenatore a raggiungere una finale al debutto - e la sorpresa Sharks.  Proviamo allora il giochino dei pronostici, così per provare il brivido di venir smentiti dai fatti.

Il primo fatto interessante è che apparentemente non ci sarà gara: si gioca in casa della seconda assoluta e dominatrice del torneo fin che ha raggiunto la qualificazione matematica, la sfidante è  la sesta qualificata in extremis e già perse l'unico confronto in casa nel corso della regular season; i Chiefs hanno accumulato 12 vittorie in 16 match stabilendo il record di vittorie consecutive e non viaggiano da maggio, mentre gli Sharks han persino battuto il record degli homeless Crusaders dell'anno scorso, superando i 30.000 km di trasferte nei playoff, al ritmo di oltre 10.000km in media ogni weekend (all'incirca come spararsi un Milano-Buenos Aires ogni fine settimana).

Finito l'elenco che rende i pronostici monocordi, iniziano gli spunti interessanti. Primo elemento, non molto importante concordiamo coi due allenatori, è l'history: dice che negli incontri le vittorie sono 8-7 ma gli Sharks vinsero tre volte in casa neozelandese (l'ultima nel 2009, quando i Chiefs arrivarono poi in finale, per venire massacrati dai Bulls 61-17).
Più interessante è lo stato di forma: splendidi i padroni di casa visti contro i sempre rognosi Crusaders ma avevano mollato un po' a fine stagione, mentre gli Sharks han vinto otto delle ultime nove gare per arrivare qui. Di più: pur avendo un record di vittorie inferiore, gli Sharks han segnato in stagione più punti e più mete degli avversari.
Veniamo al punto: in questo campionato i Chiefs han calciato la palla in possesso mediamente dopo 47 secondi: sono la quarta squadra che tiene più l'ovale. Al contempo le partite con gli Sharks sono le più giocate: in media 35 minuti e 29 secondi. Insomma, in finale quest'anno sono arrivate due squadre creative e propositive, che giocano con la palla.
Insomma, a guardare i numeri il pronostico pende deciso dalla parte dei Chiefs ma sembrerebbe anche che se gli Sharks riusciranno a reggere gli ottanta minuti - l'inverno fresco neozelandese forse aiuta - e se riusciranno a marcar meta, potrebbe uscire la sorpresa. Già, se riusciranno a marcar meta: nelle ultime tre sfide coi Chiefs, agli Sharks non è mai riuscito.

Basta con la storia, andiamo a goderci il confronto - sulla carta-  reparto per reparto: siamo a livelli veramente sopraffini.
A partire dalle prime linee. Da una parte quella tutta pacifica, al 3 Ben Tameifuna, 2 Mahonri Schwalger, 1 Sona Taumalolo:il tighthead è potente - 130kg! -  ma grezzo per i palati europei, son tutti validi  ball carrier col Taumalolo prossimo francese, miglior avanti marcatore di mete del torneo e il capitano della nazionale di Samoa sicuro al lancio in rimessa. Davanti hanno però la prima linea Boks: 3 Jannie du Plessis, 2 Bismarck du Plessis, 1 Tendai Mtawarira. Dopo aver sofferto la prima linea All Blacks, vedremo che faranno stavolta. Qui vedo gli Sharks prevalere.
In seconda linea una delle rivelazioni stagionali, Brodie Retallick col capitano e gran "legnatore" Craig Clarke, contrapposti al duo non prima scelta Anton Bresler e Willem Alberts: se la sono cavata bene contro due mega specialisti sabato e Alberts significa ball carrier, un numero sette sudafricano (blindside) in campo in più. Qui è dura capire chi prevarrà, se gli interpreti "classici" o quelli "esoterici" del ruolo. Diamo un pari?
terze linee? Da leccarsi le orecchie! Niente mega famosi nazionali fissi, solo gran lavoratori in forma, a mio modesto avviso quanto di meglio ci sia adesso in giro: 8 Kane Thompson, 7 Tanerau Latimer, 6 Liam Messam da una parte, dall'altra 8 Ryan Kankowski, 7 Marcell Coetzee, 6 Keegan Daniel (ricordare, i sudafricani schiarano il 6 openside e il 7 blindside).  Come dover scegliere tra Gisele Bundchen e Bar Rafaeli: qui ci sta un altro pari, in partita sarà un equilibrio delicato, chi saprà romperlo a proprio favore s'impadronirà del match.
La mediana: emergenti già emersi da una parte: 10 Aaron Cruden, 9 Tawera Kerr-Barlow, efficienza e classe sopraffina dall'altra: 10 Frederic Michalak, 9 Charl McLeod. Altro scontro di vertice, qui vediamo meglio il duo da Durban: più opzioni e imprevedibilità, mentre dall'altra parte se Cruden è  l'apertura che più attacca palla in mano di tutto il campionato (20% delle volte), dall'altra il giovane TKB qualche puttanatina da tensione l'ha commessa in semifinale.
Centri: 13 Andrew Horrell il sostegno e la difesa, 12 Sonny Bill Williams il protagonista dei breaks e degli offloads; si troveranno opposti a due rivelazioni: 13 JP Pietersen (rivelazione nel ruolo) e 12 Paul Jordaan, uno dei due rientranti delle rivelazioni nel torneo. Come si fa a non veder prevalere il duo di casa? Eppure ... gran titubanza: con JP lì spostato, vedi semifinale, a volte è un attimo ...
Ali: il duo di onesti lavoratori 14 Tim Nanai-Williams il "cugino" e 11 Asaeli Tikoirotuma il figiano, contrapposti ad altrettanto onesti 14 Louis Ludik e il potente Lwazi Mvovo al nr.11: sinceramente non credo sarà al largo che una delle due vincerà la partita. Anche se non è mai detto, dipenderà dalla efficacia nel giocarsi le opportunità a disposizione. Leggera preferenza per il duo di casa perché è in casa.
Estremi: anche qui abbiamo la creme de la creme, pur senza nazionaloni inamovibili: l'espertone efficace Robbie Robinson vs. Patrick Lambie rientrato per l'occasione. Qui facciamo che prevale la gioventù.
Panchine: stravincono i Chiefs. Solo tre nomi: Sam Cane, 20 anni e due mete All Blacks, Brendon Leonard una vita da mediano ad alto livello, Lelia Masaga miglior realizzatore NPC. E anche gli altri non scherzano: Hika Elliott, Ben Afeaki ... Dall'altra parte tra gli altri troviamo i rispettabili Jean Deysel, Jaques Botes, Meyer Bosman ma temo non basti.

Avete contato chi vince ai punti? Io no ma credo si capisca come la vedo: gran rispetto e ammirazione per i Chiefs di Rennie e Wayne Smith, capaci di macinar rugby davanti senza perdere in velocità e ritmo e per questo decisamente favoriti; ma se gli Sharks sapran prendere le misure e soprattutto reggere col fiato ... tra Michalak, JP Pietersen, Daniel, Alberts, Coetzee, Mtawarira, i DuPlessis, allora occhio agli underdogs.
Con tutti i limiti di una finale, potrebbe comunque essere una gran partita: a meno che il creativo coach Plumtree cambi le carte, potremmo assistere allo Shark attack iniziale - possono vincere solo se vanno in meta - e poi ritmo ritmo ritmo, nessuna paura dello scontro fisico da nessuna parte e chi ha fiato, lo usi tutto ...

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