P.S .
Se non fosse ancora chiaro, noi qui ci rifiutiamo di partecipare al giochino del gossip sull'incontro Gavazzi Alfredo - Amerino Zatta presso Luciano Benetton.
Ci limitiamo a prendere atto che sia avvenuto, pare dice sembra - a Brescia, a Ponzano: più facile la seconda che la prima, a meno che non ci sia un eliporto nelle vicinanze.
Inutile sbizzarrir la fantasia, è solo il segnale che si tratta di persone civili, disponibili alla cortesia di concedere un incontro e a parlarsi. Avevamo anticipato il probabile proposito del Gavazzi di smarcarsi da quel "le rugby italien c'est moi" che avviluppava ogni passo del per altri versi adamantino predecessore suo: i numeri emersi dalle elezioni consigliano il dialogo, ma è anche il carattere espansivo e assertivo da lombardo de la rive gauche (dell'Adda: sulle opposte sponde so' diversi quanto gli emiliani dai romagnoli).
Non ci pare quindi il caso di amplificare le incomprensioni, come la smentita di un ok Benetton alla terza franchigia celtica. Lì probabilmente l'entusiasmo ha fatto cadere il Gavazzi Alfredo in un banale errore da commerciale junior con gli occhiali rosa: scambiare per approvazione il silenzio, un cenno di cortese assenso degli interlocutori, che invece voleva solo dire "abbiamo capito". Su tale falsariga non fa "notizia" nemmeno l'annuncio - sempre del Gavazzi ottimista - che la famiglia Benetton intenderebbe continuare a investire nel rugby: mancano tutti i se e i ma al contorno.
Son per ora conferme dell'impressione di una certa naivetè assertiva del nuovo Presidente, a fronte del British aplomb degli uomini della Marca. Pacche sulle spalle e sorridente faciloneria versus cortese ma guardinga attenzione: un classico dei meeting di lavoro tra il sub-fornitore padano e la grande azienda nord europea. E' positiva la volontà di conquistarsi un "grande cliente" invece di far da sé come il predecessore; resta da capire se tale volontà sarà accompagnata dalla capacità di ascolto.
Preferiamo quindi attendere anche noi sviluppi concreti, fatti da analizzare prima di esprimere giudizi. Si tratterà certamente di minimalia, almeno all'inizio: come la rimozione dei vincoli allo schieramento degli stranieri tesserati, già promessa a fine del campionato scorso assieme all'estensione della rosa a 42 nomi, ma a quanto pare ancora attiva sottotraccia.
Ci limitiamo a prendere atto che sia avvenuto, pare dice sembra - a Brescia, a Ponzano: più facile la seconda che la prima, a meno che non ci sia un eliporto nelle vicinanze.
Inutile sbizzarrir la fantasia, è solo il segnale che si tratta di persone civili, disponibili alla cortesia di concedere un incontro e a parlarsi. Avevamo anticipato il probabile proposito del Gavazzi di smarcarsi da quel "le rugby italien c'est moi" che avviluppava ogni passo del per altri versi adamantino predecessore suo: i numeri emersi dalle elezioni consigliano il dialogo, ma è anche il carattere espansivo e assertivo da lombardo de la rive gauche (dell'Adda: sulle opposte sponde so' diversi quanto gli emiliani dai romagnoli).
Non ci pare quindi il caso di amplificare le incomprensioni, come la smentita di un ok Benetton alla terza franchigia celtica. Lì probabilmente l'entusiasmo ha fatto cadere il Gavazzi Alfredo in un banale errore da commerciale junior con gli occhiali rosa: scambiare per approvazione il silenzio, un cenno di cortese assenso degli interlocutori, che invece voleva solo dire "abbiamo capito". Su tale falsariga non fa "notizia" nemmeno l'annuncio - sempre del Gavazzi ottimista - che la famiglia Benetton intenderebbe continuare a investire nel rugby: mancano tutti i se e i ma al contorno.
Son per ora conferme dell'impressione di una certa naivetè assertiva del nuovo Presidente, a fronte del British aplomb degli uomini della Marca. Pacche sulle spalle e sorridente faciloneria versus cortese ma guardinga attenzione: un classico dei meeting di lavoro tra il sub-fornitore padano e la grande azienda nord europea. E' positiva la volontà di conquistarsi un "grande cliente" invece di far da sé come il predecessore; resta da capire se tale volontà sarà accompagnata dalla capacità di ascolto.
Preferiamo quindi attendere anche noi sviluppi concreti, fatti da analizzare prima di esprimere giudizi. Si tratterà certamente di minimalia, almeno all'inizio: come la rimozione dei vincoli allo schieramento degli stranieri tesserati, già promessa a fine del campionato scorso assieme all'estensione della rosa a 42 nomi, ma a quanto pare ancora attiva sottotraccia.
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