mercoledì 28 novembre 2012

Copiare il Galles per battere gli All Blacks? Basterebbe?

La domanda "si possono battere questi All Blacks?" dovrebbe essere capovolta e posta più o meno così: "Gli All Blacks possono lasciarsi battere?". Nel senso, possono rovinarsi la vita al punto di uscire sconfitti dal campo, dopo un anno di successi dalla RWC ad oggi - fatto salvo il pareggio con l'Australia prima di salire al Nord e non fare prigionieri? Ovvio, può accadere - non ci sono squadre che vincono sempre, ma squadre che vincono tanto diceva qualche tempo fa il Munari. Sabato la Nuova Zelanda è a Twickenham contro l'Inghilterra e sarà grande scontro: gli australi per decretare la conquista dell'isola, i padroni di casa per affrontare le frecciatine e i primi malumori che la stampa riserva loro in queste settimane - hanno tradizioni da portare avanti lassù, in estate celebravano le prestazione in Sud Africa, ora dopo la sconfitta con gli Springboks hanno rincarato la dose e preso di mira il capitano Chris Robshaw, specialmente dopo la sua decisione di piazzare a due minuti dalla fine e con i suoi sotto di quattro punti nello scorso week end. 
Alla club house di RR il lettore Ironduke ha segnalato questo articolo del Daily Mail che pone le condizioni per battere la truppa di Steve Hansen. Simpatico leggere "brave Wales" su un tabloid 100% English come il Mail e ironico realizzare che l'autore del pezzo, Luke Benedict, abbia suggerito di seguire l'esempio di Warren Gatland e i suoi - al Millennium Stadium la vittoria dei Bokke è stata accolta con un applauso. Cosa fare e soprattutto cosa non fare. 

Il pretesto della maul a 13 uomini che ha portato alla realizzazione della prima delle due mete gallesi è lampante. Una contromossa di fronte al dilagare della marea nera che però ha i suoi limiti: gli ABs sono così dumb da cascarci nuovamente? E, come giustamente sottolinea Benedict, il danno collaterale di una tocuhe mal riuscita è di beccarsi un contropiede con sette avversari al largo e un campo a loro completa disposizione: se questi sono capaci di inventarsi un'azione dall'angolo con il duo Israel Dagg e Julian Savea, una triangolazione repentina e imprendibile, figurarsi senza ostacoli cosa salta fuori. Chi osa, sa: ma c'è chi ha osato e i neozelandesi se la saranno appuntata quella giocata. 
L'ingrediente per tenerli a bada è probabilmente da ricercare, come scrive il cronista, nel gioco al limite, pure del regolamento - ma meglio evitare i ganci alla Andrew Hore ai danni di Bradley Davies, non solo costano cinque settimane di squalifica, ma gli occhi dei giudici di gioco saranno particolarmente spalancati dopo i fatti di Cardiff. Giocare al limite con gli ABs significa mettere in conto uno sforzo fisico senza precedenti, perché non c'è solo da placcare e placcare duro, ma mantenere la concentrazione al massimo per non ritrovarsi puniti specie partendo da una situazione di possesso dell'ovale. Ai campioni del mondo, raccontavamo nell'analisi del match contro il Galles, il possesso interessa per ciò che basta, altrimenti se ne disfano pure, passando per i piedi. 

Fasi di contesa, rallentamenti, dark art vale a dire l'arte oscura di farsi trovare nel posto sbagliato al momento giusto facendola franca: espedienti sempre riproposti, ma davanti a delle qualità conservate nel dna dei neozelandesi, il tutto assume contorni sbiaditi. E anche a rallentarli nelle fasi di contesa, è il contrario che non offre scampo: mandano un solo uomo in ruck, gli altri si schierano fuori con l'obiettivo puntato sulla fanteria pronta ad avanzare. Benedict afferma che l'Inghilterra di Stuart Lancaster non dev'essere conservativa come suo solito. Quindi magari, sotto di quattro punti e con poco tempo sul cronometro, meglio rimessa sui cinque metri e tutti allacciati al raggruppamento avanzate. Battuta a parte, annichiliscono questi ABs: vero che lo scorso sabato il Millennium dopo venti minuti era ammutolito, ringalluzzito in seguito dagli interventi della giovane ala Liam Williams che se non riusciva a placcare l'avversario, almeno andandoci a sbattere gli faceva smarrire il controllo dell'ovale. 

Il Galles è stato coraggioso, brave, ma fin troppo sprovveduto: ha avuto l'opportunità di andare sul 6-0, ma i primi due penalty facilmente indirizzabili verso i pali da Leigh Halpenny sono stati giocati in rimessa o addirittura con una mischia a introduzione avversaria, con il pallone calciato da Rhys Priestland finito oltre il campo. Sei punti non fanno un successo, ma un modo per costringere gli ABs ad uscire il più presto possibile dalla tana. Gli inglesi sabato possono vincere, potrebbero (tutta la differenza che corre tra can e may), o perché sfoderano una prestazione sublime o perché gli All Blacks si perdono. Tertium non datur?

12 commenti:

Abr ha detto...

Mah, tutti che ripetono col sorrisetto saputo 'sta cosa che io invece non capisco: se fai una maul in 13, ci sarebbero rischi altissimi di contropiede setto contro uno.
Prima di tutto, hai voglia per la difesa capire dove lanceranno in una linea lunga 13 uomini.

Dopodiché, se l'attacco schiera 13 uomini in touch, la difesa è obbligata dal regolamento a allinearne altrettanti, inclusi i trequarti in teoria pronti alla ripartenza,
C'è qualcosa che mi sfugge?

Abr ha detto...

Venendo alla questione preliminare SE questi AB siano battibili, beh basta chiedere all'Australia, che una volta l'anno pareggia o vince con loro. Vale a dire, serve una iper motivazione unita alla iper classe e non basta apsettare che sbagliono loro, perché non sbagliano.
M
unari che citi afferma che basta guardarli all'inizio: se fanno la Kapa O' Pango, il commitment che prendoo è così alto non ce n'è per nessuno.
Non è vero: 27 agosto 2011, data dell'ultima socnfitta AB per mano dei Wallabies che cxon quella vittoria si presero l'ultima edizione del TriNations, a Brisbane avevano dsfoderato la prima Kapa fuor di Nuova Zelanda.

Wallabies o Springboks a parte (anche loro vinsero nell'agosto 2011) certo è che serve una congiunzione astrale improbabile: devono allinearsi la miglior prestazione tua con la peggiore e la più distratta loro. Chissà, siamo alla fine di un tour di test per nulla massacrante e adrenalinico per loro ...

Consiglio alle britanniche tutte: lasciate perdere e cedete il campo alla Francia (se mi sentono ...)
Fu l'ultima europea a batterli (13 giugno 2009) e fu anche l'ultima sconfitta subita dagli AB in casa, nientepopodimeno che alla House of Pain, il Carisbrok di Dunedin.

Anonimo ha detto...

Abr la difesa da regolamento non puo' mettere piu' giocatori ma se vuole puo' metterne di meno...

Anonimo ha detto...

Non penso che nemmeno la ruvida Inghilterra riuscirà a fermare quelli che onestamente sono una spanna (quando va bene) sopra a tutti gli altri. La trovata del Galles a fine partita ci sta: ma sono sicuro che hanno già pensato alle contromosse.Sono troppo veloci : di mente, di mano, di piede- al momento semplicemente inarrestabili !!!

Abr ha detto...

Vero: Law 19.8 (c).
Solo, avevo dato per pacifico che le leggi non aboliscono il buon senso: è sempre valida la regola generale cosidetta "della coperta corta":
se la difesa schierasse nella linea di touch meno uomini dell'attacco, magari molti di meno, magari tenesse fuori tutti o molti trequarti in caso di "touch di massa", lascerebbe dei buchi nella linea di cui un attacco wise (o lucidamente disperato, come quello gallese nell'occasione) potrebbe approfittare immediatamente ...
Tener uomini fuori sperando in una rubata (effettuata avendo meno uomini!) e successivo contropiede, sarebbe tattica ben più folle della touch di massa dell'attacco.

Poi è chiaro (ancora: common sense) che la touch di massa è una arma "segreta" da usare in modo eccezionale e mirato: è come la play action con due passaggi alla mano o più nel football americano, dev'essere un blitz che scombussoli e ponga quesiti alla difesa destabilizzandola, col mediano che chiama i trequarti e l'apertura che dice no e nel mentre bisticciano si marca meta diretta.

Abr ha detto...

Concordo. Troppo prevedibili in attacco gli inglesi.
Gli AB di Hansen son talmente perfetti e confidenti che ti lasciano giocare, ti lasciano anche avanzare (se ne fregano delle stats di possesso e terriorio), attendono la palla persa e poi partono razzenti a memoria, infilandoti. Addirittura col Galles han provato la meta da fase statica: sempre a proposito di rimessa laterale, usando lo stesso trick della finale Mondiale che sfrutta a vantaggio del pilone il doppio blocco di salto difensivo delle squadre "aggressive".

Le idee creative sono sempre benvenute e spesso produttive: le usano gli AB stessi, e guarda cos'ha prodotto quella touch di massa: ha cambiato il momentum, restituendo morale e procurando indirettamente di conseguenza anche la seconda meta ai gallesi.

E' chiaro però che un trick è una ciliegina sulla torta e non rovescia le sorti di una gara se non nel caso di equilibri molto vicini (ricordo una rimessa laterale veloce e illegale che procurò la meta della vittoria al Galles o all'Irlanda un paio di Sei Nazioni fa).

Non pare questo il caso: difatti il trick al Galles è riuscito, ha cambiato il morale ma han perso comunque.
Detto in altre parole, L'Inghilterra non può contare solo su quello.

L'Australia, unica nazionale che riesca a battere (o pareggiare) regolarmente una volta a stagione con gli AB, ce la fa accoppiando un suo picco di determinazione con un momento di valle motivazionale dei super sazi Tutti Neri.

Anonimo ha detto...

Beh si Abr il buon senso dice che almeno 11 uomini in touche li meterebbero comunque.

Abr ha detto...

Difatti: con tanti saluti al contropiede automatico sette contro uno dei "saputi".

Anonimo ha detto...

england pride .....tacci de pippo ironduke

Abr ha detto...

Il bulldog ... ho visto lo spirito di Churchill ballonzolare nella panza di Vunipola ...

Anonimo ha detto...

se lo srà ingoiato sano !? :D o lo ha piluccato .... ironduke

Anonimo ha detto...

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