domenica 11 novembre 2012

L'Argentina formato esportazione mette in pena il Galles

Wales 12 - 26 Argentina

I luoghi comuni, così belli da smontare con la prova dei fatti. Tipo: il rugby isolano tutto bussolotti, indisciplina e potenza della mischia. Oppure, quello argentino tutto cuore e nervi saldi. Chiaro che è così, ma poi i Pumas arrivano a Cardiff e rifilano un 26-12 al Galles undici anni dopo la loro ultima vittoria da quelle parti e gli underdogs si rivelano per una squadra che ha imparato la lezione. Forse non è un caso, il gruppo è ancora "caldo" dall'esperienza nel Championship e le sue pedine si ritrovano senza che sia trascorso troppo tempo dall'ultima volta, ma soprattutto se ne va in meta due volte innestando i giocatori più veloci - Juan Imhoff prima e Gonzalo Camacho poi - trasmettendo rapida la palla all'esterno e con dei ricicli che ultimamente non si erano notati. 
Muove l'ovale accelerando, assorbendo le guardie e creando il varco per correre a prendersi la soddisfazione. Dopo nemmeno un quarto d'ora perde Felipe Contepomi, schierato centro, per un brutto infortunio alla gamba (si parla di legamenti), ma non sbanda neanche un po', anzi: in un match dove i padroni di casa schierano in terza linea il capitano Sam Warburton e Toby Faletau, svetta Juan Martin Fernandez Lobbe che anche acciaccato non molla la presa e tiene a raccolta i compagni - Leonardo Senatore e Juan Manuel Leguizamon
Note dolenti per i gallesi: coach Rob Howley in conferenza stampa si dice "irritato" dalla pochezza della prestazione. Il prossimo turno di questa serie autunnale di Test Match prevede un altro scontro fisico contro Samoa, quindi passeranno a fare visita la Nuova Zelanda e infine l'Australia. Quando ieri il Galles è rientrato negli spogliatoi, i cinquantamila del Millennium Stadium non hanno risparmiato qualche udibile insoddisfazione: sono quattro le sconfitte di fila dei detentori del Six Nations che in estate contro i Wallabies erano andati vicinissimi due volte a vincere almeno una delle partite della serie australe. In attesa degli All Blacks tornerà puntuale il 1953, data che indica l'ultimo successo gallese contro i neozelandesi. Difficile venga sostituito negli annali e in ballo c'è il quarto posto nel ranking mondiale in vista dei sorteggi per la RWC 2015. Ne hanno di argomenti di cui discutere, lassù. 

La partita attacca con un ritmo basso, senza grandi emozioni, ma lascia intravedere una certa aggressività dei Pumas nelle fasi di contesa e in complesso nella manovra difensiva. Sono Contepomi e Leigh Halfpenny a smuovere il punteggio dalla piazzola, quindi al 9' l'apertura Nicolas Sanchez opta per un drop a ribadire il concetto che gli argentini mantengono il loro dna prettamente pragmatico e in più ci aggiungono qualche nuovo ingrediente. I padroni di casa non rispondono: tentano di darsi da fare con Scott Williams, il trequarti centro che dall'inizio la mette sull'impatto travolgendo Juan Martin Hernandez, mentre il mediano Tavis Knoyle è nella sua prestazione un po' il simbolo di quella del resto del team, proponendosi, ma non lasciando un segno adeguato alle richieste della serata. 
Si prosegue dalla piazzola, con il pareggio di Halfpenny e se Contepomi deve abbandonare, venendo sostituito da Joaquin Tuculet, al 23' è Jamie Roberts a cedere il posto a James Hook: rimane a terra dopo un head to head con Gonzalo Tiesi e si alza visibilmente scosso. Sorte avversa per il centro con la valigia per Parigi, giusto rientrato in nazionale dopo l'operazione al ginocchio. Il Galles appare quello di metà mandato di Warren Gatland, quando dovette fare i conti con una certa confusione e un'assenza di grinta, convinzione. Halfpenny al 26' mette i suoi davanti nel punteggio, ma il motore non gira bene. Per l'estremo diventa dura andare a contestare i palloni alti sulla pressione portata dal triangolo allargato avversario, lo stesso vale per George North. Prima dell'intervallo perde pure Alu-Wyn Jones, al suo posto il debuttante Rob McCusker in seconda linea. Lo ritroveremo a fine gara. 

Fuori Contepomi è Sanchez a dover trovare la via dei pali: di drop ci sa fare, dalla piazzola meno. L'Argentina tiene il campo e trova al 42' il palo da un altro penalty, l'occasione di pareggiare si ripropone poco più tardi, ma l'apertura scivola nel momento di lasciar partire la gamba e il tentativo non va a buon fine. Con il senno di poi e i conteggi specialmente, ai sudamericani mancherebbero 9 punti tra punizione e due drop mancati. Ma se Halfpenny marca il 12-6 al 47', Sanchez si affida a ciò che gli riesce meglio: il drop, appunto, quattro minuti dopo. La coperta gallese è corta, nel momento in cui provare a scrollarsi di dosso gli avversari approfittando del mini-break, non innesta alcuna marcia e la trincea non è consolidata. 
Per aggirarla del tutto i Pumas si buttano dentro con Horacio Agulla in mezzo al campo nel corso di un'azione che ha ritmo, con un paio di ricicli della back row che permettono di conservarlo e di servire a Imhoff il vassoio da consegnare sotto i pali, tagliando in mezzo. Per l'ala classe '88 del Racing Metro è la dovuta firma ad una convincente prestazione con la quale si propone al largo - dove l'Argentina si ritrova in superiorità numerica -, slalomeggia lungo la linea laterale ed è vispo di piede a esplorare la parte di campo davanti a lui, come nella prima frazione quando innesta di grabber Tiesi che però perde il controllo del pallone sotto la pressione di Halfpenny e Rhys Priestland (sì, c'era anche lui in campo secondo le distinte). Uno due, colpo del ko al 59', stavolta con Camacho nell'angolo e con un copione della scena vista in precedenza e un assist al bacio di Tuculet. Sarà la consulenza di Graham Henry, sarà l'esperienza del Championship, sarà che quando le cose girano tutto il resto segue. Sanchez converte entrambe le mete, è 23-12. 
Per il Galles la chance di marcare almeno una meta svanisce alla fine, quando McCusker non si accorge di avere tre colleghi completamente liberi all'esterno e il tentativo solitario evapora. 

Il pack dei dragoni chiude perdendo quattro confronti in mischia con propria introduzione, mentre quello dei Pumas non sbaglia nulla. La percentuale di placcaggi portati a buon fine dai padroni di casa è sotto il 90%: ne mancano a rapporto una ventina e non sorprende. Gli ospiti non tradiscono e sono efficienti in rimessa laterale. E sanno usare le mani come si deve. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

galletti contro pumas ho già l acquolina in bocca ..... ironduke

Abr ha detto...

Sarà titanica. E durissima, nel senso più propriamente fisico del termine.

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