mercoledì 12 dicembre 2012

La Premier all'aeroporto per ridisegnare l'Europa - Updated

E' l'aeroporto di Heathrow l'head quarter della Premier Rugby quando c'è da affrontate la questione Heineken Cup. Sul tavolo dell'incontro il futuro della competizione alla luce di nuove proposte e nuovi protagonisti, come la British Telecom che con i club inglesi ha siglato un accordo di 152 milioni di sterline per la tv, includendo i match di coppa europea a partire dal 2014 - patto in seguito al quale la European Rugby Cup si affrettava a rinnovare l'accordo di esclusiva in essere con Sky Sport
Oltremanica premono per una revisione del sistema di qualificazione al torneo, con 20 squadre dalle 24 attuali e solo sei di Pro12 classificate dal rugby celtico - se le sbrogassero da loro a decidere le eventuali quote per nazione - la quale invece rilancia puntando ad allargare il numero dei partecipanti a 32. 
Nella discussione viene coinvolta e altrimenti non potrebbe essere l'Italia: la proposta inglese metterebbe a rischio la presenza in HCup della Benetton Treviso e delle Zebre, in attesa di comprendere come evolverà il rapporto tra il rugby di casa nostra con quello celtico. Non starebbero messi bene neppure gli scozzesi, per quanto Bruce Craig, proprietario del Bath che sta indossando i panni del negoziatore, abbia voluto sottolineare come a suo avviso si andrà verso un'organizzazione che permetterà alle nazioni di avere almeno un'ambasciatore nella competizione.  
Alle celtiche poi regolarsi come credono nei casi particolari: ad esempio se le prime quattro del Pro12 passano direttamente e poi si procede ad inserire la migliore tra le due italiane e le due scozzesi, se una o più di queste dovesse finire la stagione regolare tra le prime quattro? I Warriors ci sono riusciti l'anno scorso. Come si comprende, più che una proposta di compromesso è un dire "risolvetevela tra voi", spostando il conflitto da generale alla sola casa dei poveri. 

Intanto preme alla Premiership la redistribuzione di fondi e quote di potere nel rugby europeo. Ai team celtici oggi va il 52%, a francesi ed inglesi il 24% a testa. Secondo i calcoli del board che gestisce il campionato di massima serie inglese, alle celtiche negli ultimi cinque anni sarebbe andati 30 milioni di sterline. La controproposta per riequilibrare tenendo conto dei pesi veritieri è di dividere per tre l'intera torta. Starebbe poi alle celtiche trovare la sub-divisione più appropriata della loro parte tra loro, secondo meriti e pesi.
Gli inglesi provano anche a flirtare con le rivali: la BT trasmetterebbe le partite senza parabole, per via terrestre, come non accade da più di dieci anni, ciò garantirebbe una maggiore visibilità per tutti e intanto la stessa BT è al lavoro per distribuire in modalità free-to-air le immagini degli incontri. 

Proiezioni alla mano, l'audience dovrebbe crescere di almeno dieci volte rispetto a quella della pay per view. "Equa, meritocratica e democratica" è come Craig che evidentemente non si imbarazza davanti agli ossimori, ha definito la proposta dei club di Premier (pare una dichiarazione Quirinalizia ...).
Ulteriore zuccherino per addolcire le opposizioni è l'ammontare dei finanziamenti: le dimensioni della torta crescono, quindi si potrebbe mantenere invariata la quota assoluta di contributo per le nazioni minnows che pure perderebbero una o più rappresentanti nella Coppa maggiore, riuscendo al contempo ad aumentare la fetta di francesi e inglesi fino al famoso 33% each; sarebbe la quadratura del cerchio.
Il negoziatore conferma inoltre quel che a tanti quaggiù piaceva pensare fosse invece crollato: i francesi ed inglesi son sempre allineati "e rappresentano la maggioranza dei partecipanti alla competizione. Il cambiamento è essenziale per la continuità della European rugby cup".

Questo per quanto riguarda la Coppa Europa del futuro; e la Euro Challenge, competizione che interessa una platea più larga di italiane (intese come squadre, non come donne)? Quella verrà definita di conseguenza.
Vittorio Munari sostiene, forte della logica dei risultati, che per la partecipazione italiana sia già una battaglia persa; noi rilanciamo, nella realtà aldilà delle chiacchiere e distintivo, è battaglia che non si è mai manco provato a combattere. E siamo pure convinti che più che una sconfitta, la riduzione della nostra partecipazione a una (celtica) o forse due, potrebbe essere un sollievo per molti club Eccellenti. Che rimarrebbero in santa pace a giocarsela tra fioi senza disturbi e confronti imbarazzanti. Ovviamente solo patto che la Federazione sia in grado di elargire loro la vitale moneta sonante al posto della ERC: come sosteneva un amico veronese d'Università, volemo la f.... sensa fadiga.
Finalmente qualcuno finirebbe di menarla con le "selezioni regionali", quando basterebbe ammettere con onestà intellettuale che amalgamare dodici squadre in quattro franchigie, è una foglia di fico sul fatto che campionati a dodici squadre con relativa suddivisione dei (pochi) talenti,  l'Italia del rugby oggi non se li può permettere.

Update 13/12: si sono incontrati ieri in ERC, dopo la pre-riunione inglese all'aeroporto, ed è ancora nulla di fatto. Dicono infatti le cronache:  "Representatives and stakeholders from the European Rugby Cup met in London on Wednesday in order to agree on the way forward for the Heineken Cup and Amlin Challenge Cup but again failed to find a solution."
Nella riunone i rappresentanti europei (federazioni e leghe) han valutato le conclusioni preparate dai tecnici sull'impatto sportivo e finanziario delle due proposte sul tavolo, quella anglo-francese e quella celtica.Il presidente della ERC, il francese JP Lux, prova a delineare le guidelines valide nel passato, da mantenere vive in un presente "disappointing" di divisione: "Together we have developed very successful and compelling European competitions built on solidarity, inclusivity and respect for sovereignty". Tutto rinviato al prossimo giro del 6 febbraio, e buone feste a tutti.
L'accordo tra federazioni e leghe europee per le coppe è in atto dal 2007 e scade alla fine della prossima stagione 2013/14. L'assemblea ERC è composta dai due top manager franco-anglo Jean-Pierre Lux (ERC Chairman) e Derek McGrath (ERC Chief Executive) più altri 14: uno per la Federazione inglese e due della Lega Premiership Rugby, due della federazione francese e uno della lega LNR (e fa sei), poi  due per la IRFU, due per la FIR, due della SR, un rappresentante del Regional Rugby Wales e uno della WRU: e fanno otto celti.  Otto contro otto, da cui lo stallo (una volta i consigli d'amministrazione si facevan dispari ...).
Vedremo chi cederà: indiziato Stuart Gallacher, Regional Rugby Wales; sinora i due FFR Palmie e Keraudren guidati dall'uomo forte LNR Bouscatel, han fallito nell'intento di ergersi da mediatori o meglio, "trascinatori" verso le posizioni di quelli forti. Come anche Craig. Evidentemente i "piccoli" vogliono trovar di più, sotto l'albero.  

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi lucida e condivisibile solo una cosa non sono certo che le squadre di Eccellen za sarebbero contente di uscire dall'Europa.
Da un punto di vista sportivo non c'e' dubbio che per le squadre d'Eccellenza la Challenge sia un fastidio ma allo stesso tempo fa comodo esserci perche' significa un contributo economico importante...parliamo qualcosa tipo 400mila euro che per i magri portafogli di un club d'Eccellenza son tantissimi.

Detto questo comunque resta vero che la battaglia combattuta o meno dalla Fir e' comunque persa in partenza...ma gli effetti saranno pesanti...se Prato gia' cosi' com'e' ha avuto storie di stipendi non pagati penso non sia difficile immaginare gli effetti devastanti che avrebbe perdere il "premio" qualificazione alla Challenge.

Anonimo ha detto...

fatemi capire una cosa ma la Fir con quei 40 mil di eurini che ci fà ,gratta e vinci ,tabarin ,ristoranti .... e sono 12 anni che senza fare nulla piovono dal cielo. il fallimento delle italiane è figlio di pochezza tecnica ,mentale ma non diciamo che mancano i soldi xchè quelli ci sono sempre stati e la federazione dovrebbe farli fruttare evitando di buttarli in czt ...ironduke

Abr ha detto...

Infatti, completiamo il pensiero: non più Euro Challenge (o meno EC) significherebbe sollievo per la parte sportiva dei club e !nervosismo" per il contabile: non a caso diciamo, "a patto che" (provided that) la Fir subentri alla ERC nel ruolo di elargitrice.

Abr ha detto...

La Fir senza farnulla?! Maccome: Accademie (nessuno sa quanto costino, stima 1 milione l'yna l'anno?), Zebre (4-8 milioni) ...
E poi, never underestimate a quanto può arrivare la somma di mille stipendioli ed elargizioni da ventimila ognuna in media.
Fa venti milioni, cioè cento volte lo stipendio di un dirigentone. E' per questo che a volte mi vien da ridere, con quelli che se la prendono solo coi capintesta e trascurano tutta la massa dei "socialmente utili" foraggiata sotto.

Anonimo ha detto...

che la fir sia una corte dei miracoli non ci piove ,le cattedrali nel deserto alias le accademie puah quando ne sento parlare metto mano alla pistola ... ;) caro ABR tu hai dato volto al czt a cui mi riferivo del resto tu hai fatto le scuole alte io no ;) ironduke





Abr ha detto...

Scuole altissime, difatti supero l'unoenovanta ... :D

Anonimo ha detto...

La fir e' di fatto colei che decide la suudivisine degli oltre 4 m di euro che incassa da Erc.Se questo era il dilemma.....

Anonimo ha detto...

Eh ma Abr vuoi non dare un posto di lavoro ben pagato al cuggggggino della morosa di tuo nipote?
Che fai durante il 6n vuoi non portarti dietro a sese federali l'amante a Londra/Parigi/Dublino/Cardiff/Edinburgo andando a cena ad ostriche ed aragosta?Col cavolo poi che te la da!
E i regali ai giornalisti?Vuoi non farli?E poi se hai bisogno che i media ti diano una mano come fai?
Ed il posto di lavoro all'atea appena ritirato?Poveretto che fa se no?Deve andare a avorare sul serio o farsi la gavetta...dai non si puo' mica!

Abr ha detto...

Già. Ne soffrirebbe l'economia ...

E' così che uno capisce perché, in teoria, il sistema più funzionale sarebbe quello teoricamente più fallace, la democrazia: perché teoricamente avrebbe insito IL RICAMBIO. Teoricamente. Almeno ogni tanto i beneficiato girano.
Peccato che abbian trovato già dall'antica Grecia come si fa a bypassare il problema: si comprano le masse, si creano clientele.

Ciò indirettamente spiega perché, se ci pensate, il più grande mistero inspiegato dai professorini a scuola è, come mai un sisteam "evoluto" in termini marxiani come la democrazia repubblicana, viene regolarmente soppiantato da retrogradi dittature imperiali salutate con gioia del popolo. Vedi Grecia, Roma, Francia rivoluzionaria etc.etc.
Risposta: perché il popolo si stanca di ipocrisia e casino; inolte, almeno per un giro, il primo dittatore che mettono è già ricco e non ruba.
Sto divagando, sorry.

Abr ha detto...

La fir controlla già l'elargizione, lo sappiamo. Per quanto riguarda la EC, sulla base di criteri oggettivi peraltro come il numero di punti fatti. SOLO UNA PARTE,il resto se lo tiene.

Lo stesso per la HC, dove si tiene tutto se non ricordo male, l'unico contributo che arriva alle celtiche è il forfait da due milioni per gli atleti di interesse nazionale (più il milione di iscrizione al campionato).

Il punto-dilemma è un altro: con enne squadre in meno in coppa, il totale da ERC a disposizione Fir per la "redistribuzione" potrebbe essere inferiore. Allora dovrebbe integrarlo aprendo il suo di portafoglio.

Hooker ha detto...

A prosito di altezza...
Vi leggo e mi viene da ridere (una risata amara) ricordando quello che diceva un tizio circa dieci anni fa durante un corso per "educatore di 2° livello". Questo tizio, di cui purtroppo non ricordo il nome, era colui che teneva il corso e con entusiasmo ci annunciava che l'obbiettivo era raggiungere la finale della WRC del 2015!!! Ma la cosa veramente "esilarante" è che la chiave di volta era il trovare ragazzini abbastanza alti e grossi, "tanto la tecnica s'impara"!
Io non penso di essere un grande esperto, ed allora ne sapevo ancora meno di adesso, eppure mi sembrò subito una grandissima strnzt! Eppure è quello che hanno cercato (stanno cercando?) di fare! Mah!

Hooker ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Abr ha detto...

Era un seguace delle teorie del famoso "professor" (di ginnastica) Ascione. Il selettore della pura razza ariana, il Mengele del campetto. Poi Munari si lagna se da Tirrenia non escono aperture.

ale ha detto...

Premetto sono anch'io uno "scarto". alleno u 12 e faccio pure attività nelle scuole. la mia u12 (18 elementi quest'anno e l'anno scorso circa 40 ) ha alcuni buoni giocatori (capacità comprensione del gioco) e solo un paio di buoni atleti. Praticamente il mio lavoro di allenatore è per metà rugby, per l'altra metà assistente sociale. la tipologia standard del ragazzo è: problemi motorei abbinati a disagi psico-familiari (sindrome di deficit attenzione, arrivano persino alle pastigliette!!! problemi famigliari seguiti da psicologi ecc). ora il materiale umano a disposizione per dirla in maniera bruta è davvero scadente! della serie sangue dal muro nn ne levi. naturalmente sto un po' esagerando, con pazienza e attenzione arrivano anche risultati e miglioramenti, ma se dobbiamo entrare nell'ottica di competere con nazioni in cui i migliori atleti scelgono il rugby e nn il calcio o altro, la sfida diventa ardua. Non fraintendetemi, sto dicendo che finchè nn riusciremo a competere con gli altri sport nazionali per il reclutamento, la nostra strada sarà sempre in salita rispetto alle altre Unions.

ale ha detto...

Ah aggiungo, sono orgoglioso di essere uno "scarto" (a nuoto mi annoiavo, a calcio neanche mi ci mettevo, troppo irruento) ma siamo sicuri che l'immagine del Rugby come ultima ancora di salvezza sia quella giusta per attirare i giovani?

Abr ha detto...

"il calco troppo irruento" ... e fa rugby! o volevi dire che sei tu troppo irruento? Il bello è che è vero, il calcio lo è, troppo (irruento nel senso di aggressivo e competitivo: da cui le simulazioni).

Interessante testimonianza; senza arrivare ai problemi sociali e ai deficit di attenzione, quel che ho visto nel mio piccolo confrontandomi con altri, la scaletta standard che il papà segue per lo sport de far fare al figlio (ultima e unica area di responsabilità delegata dalle madri: e poi ci si lamenta se vengono su isterici, insicuri e bamboccioni), è la seguente:

- è aggressivo compatto e scattante? Allora calcio, di corsa (tanto poi la selezione la fanno anche là su fisico e in ogni caso sulla FAME, che porta motivazione in un ambiente iper competitivo; per cui NEI VIVAI vanno avanti gli extra comunitari e i più problematici ma la contempo "domabili", con la fame appunto),
- escluso dal calcio? Allora tennis,
- escluso dal calcio ed è alto (quelli del calcio ora cercano gli 1,80, 1,90,m)? Basket o volley, secondo le strutture presenti e i gusti di papà;
- è escluso da tutti gli sport perché cicciottello e i coetanei lo prendono in giro? Allora RUGBY!
- oppure è rugby per tradizione di famiglia.
- nuoto? Solo per curare la scoliosi.
- corsa e atletica? Ripiego senile
- bicicletta? Papi palestrato, sostiene che qualche "additivo" male non fa.
- cavallo? Allora ha scelto la mamma.

Scherzo, ma anche no ;)

Fa eccezione Padova città (almeno ai miei tempi), mentre per Rovigo e l'Aquila si ricade nel punto "tradizione di famiglia", così come a Grosseto e Nettuno di faceva baseball, a Breganze hockey a rotelle e a Alleghe sul ghiaccio.

ale ha detto...

Si io troppo irruento per il calcio!... sai nn mi capacitavo di come potessero lamentarsi se finivano per terra dopo uno scontro per il pallone!

Andrea B. ha detto...

Si, è che prima o poi di aperture ( ma non solo) con testa, mani, piedi, chili e centimetri "tuttassieme" dovremo pure iniziare ad averne.

Comunque fantastica la disamina delle "priorità di scelta" per lo sport dei figli.
Negli spogliatoi della scuola rugby del mio fiol in under 10, in effetti ho notato come il fisico grassottello vada per la maggiore... speriamo che crescendo il livello di atletismo e fisicità migliori tra questi ragazzi, per il bene delle nuove leve del movimento, ma, alla fine, chi riuscirà a stare dietro a questo aspetto, se non le famiglie ? E comunque inevitabilmente ad un livello basso, magari solo come sana alimentazione.
Le società fanno un gran lavoro, ma è gia tanto se, con i chiari di luna che ci sono, riescono a mettere un pallone in mano ai bambini ... una preparazione atletica seria chi gliela fornisce? L'educazione fisica della scuola dell'obbligo ? Mi viene (amaramente) da ridere...

In ogni caso il mio l'ho invogliato al rugby per tradizione paterna, ma per il momento penso che lo sport per lui debba essere divertimento, aggregazione, esercizio fisico e miglioramento delle capacità motorie ( per lo meno va sul campo a correre invece che passare dai banchi di scuola alla console dei videogiochi), oltrechè per i valori (parolone) che il gioco della pallaovale dovrebbe trasmettere.
Solo che a sentire le urla dei genitori ai concentramenti mi par di essere in minoranza...ho provato a spiegare a qualche papà sbraitante "placca placca" che se non strillavo è perchè sono comunque contento che mio figlio sta in campo: crescerà fisicamente meglio che a stare sempre seduto, poi se placca bene o fa meta sono contento per lui perchè ne proverà una gratificazione, se non ce le fa sarà una lezione per capire che qualunquerisultato lo si ottiene impegnandosi ... non nascondo che qualcuno mi ha guardato come un alieno e francamente non credevo che succedesse nel nostro ambiente.
Se veramente c'è in giro gente che manda il figlio a rugby per farne un campione, allora è meglio che provi all'estero...

Abr ha detto...

Ecco, quando anche i genitori del rugby iniziano a urlare "fagli male" da bordo campo, allora è il segno che la transizione cultuale che qui definiamo "calciofila", spinta inconsapevolmente (perché altro riferimento culturale non hanno, insomma ...) dalla stampa a partire dal web dove si confonde proselitismo con cultura bassa, è amaramente compiuta.

Se ne parli come fosse calcio, allora DIVENTA calcio (di serie D): gossip, le bombe di mercato, analisi maccheronica così tutti possan sentirsi "opinionisti", espertoni impagliati in vetrina a far da sirene, spazio ai "lanci d'agenzia" dove chi arriva uno ha vinto e largo a cani e porci nei commenti stile forum, che più gente c'è più bestie si vendono.
Buon pro, questi sono i risultati.

E pensare, per completate la scaletta delle "priorità di scelta" genitoriali che t'è piaciuta (grazie), che tempo fa scambiavo due parole con un genitore dal figlio transfuga dal calcio al rugby.
Non conosceva in precedenza il ns. sport e ne era estasiato; a parlarci si scopriva che la spinta era un filo di snobismo altoborghese (che non guasta in questa società fondata sulla ipocrisia esattamente come nel Seicento).
Aveva deciso infatti di migrare il figlio dal calcio proprio perché "asciugato" dalla "garra" che rasenta la follìa dei papà a bordo campo.
Mi spiegava che lì o instilli nel figlio la "grinta" nel senso deteriore del termine - la logica della simulazione, del cheating, della cattiveria gratuita - o ti fanno a fettine. Sport da extracomunitari o calabresi stereotipali (sorry nessun razzismo, solo stereotipi politically incorrect tanto per capirci - chi parla è un terrone del nord).

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