domenica 9 dicembre 2012

Leoni nella tana delle Tigri

Era trasferta ostica, anzi di più. Al Welford Road contro i Leicester Tigers che in un tempo portano a casa il punto che può fare la differenza per la classifica, quello del bonus piazzando quattro mete, ma rifacendosi all'adagio di McCaw (ora che è uscita la sua autobiografia, possiamo citarlo come autore insomma) non si conosce il risultato prima della partita. Così, se tra i Tigers e la Benetton Treviso è finita 33-25 per gli inglesi, il parziale della ripresa indica 18-7 per i Leoni veneti nel terzo giro di Heineken Cup valevole per la Pool 2. A fine gara il commento d'Oltremanica è stato all'incirca "settimana prossima Leicester dovrà stare molto attenta". 
Nella domenica pomeriggio dei biancoverdi c'è un calcio sbagliato da James Ambrosini dopo pochi minuti con il punteggio ancora sullo 0-0, così come una buona difesa che argina il primo tentativo offensivo dei padroni di casa e una ottima occasione per marcare pesante, con l'ovale che in prossimità dei pali viene recuperato in ruck da Julian Salvi dopo il placcaggio su Valerio Bernabò. Ma c'è anche la penalty try data dall'arbitro George Clancy con la mischia in sofferenza nei propri 22, sospinta indietro da quella dove compare la chioma francescana di Martin Castrogiovanni, al 16' - non il modo migliore per inziare la giornata. Per l'italoaustraliano Ambrosini non è partita, sbaglia da 30 metri e in seguito abbandonerà il campo per infortunio, cedendo il posto ad Alberto Di Bernardo
C'è da sistemare la rimessa laterale, che non gira al massimo per tutto il match, c'è il contropiede dei Tigers che in cinque minuti infilano due volte Treviso, al 24' con Manu Tuilagi che calcia il pallone in avanti dopo averne gestito male il possesso e arriva per primo a recuperarlo, mentre al 29' partecipa all'azione della meta di Salvi dopo una touche vinta dagli ospiti nei 22 inglesi: più fasi, cambio di possesso in ruck, riparte Salvi, si innesca Tuilagi che entra nei 22 opposti, tornando all'interno, le tigri proseguono a digrignare i denti e la terza linea completa l'opera. Alla mezz'ora si vola sul 19-0 e allora Dean Budd ci mette il peso: stavolta Treviso oltre a portare a terra palla dalla rimessa, la conserva e il pilone marca nell'angolo quando sono trascorsi solo due minuti dalla meta precedente. Peccato che il pack continui a soffrire l'incontro ravvicinato: al 38' un fallo di Simone Favaro passa per un altro ingaggio, Thomas Waldrom parte dalla base e dialoga con il solito Salvi che porta con sé il punto di bonus. 

Con la ripresa, Leicester ha portato a compimento la missione, Treviso non ha nulla da perdere e si ripresenta con determinazione e convinzione e anche una forma fisica fresca. Dentro Leonardo Ghiraldini, Michele Rizzo, Francesco Minto. Attacca la linea, Edoardo Gori e Luke McLean approfittano della rapidità contro maglie avversarie larghe e che non coprono lo spazio, è attenta nel gioco al piede, eccetto in un paio di occasioni dove però risalta la geometria più che altro di George Ford, il vice Toby Flood. E piazza un paio di placcaggi che si fanno sentire: se il pubblico del Welford Road non fiata, è perché qualche preoccupazione monta. Al 45' a sfruttare tutto il suo perso è Lorenzo Cittadini che schiaccia a terra al termine della corsa di McLean che trova a sostegno uno spiritato Simone Favaro che resiste ad un paio di placcaggi prima di essere abbattuto, Gori da sinistra apre verso destra, McLean finta di allargare ulteriormente ed invece va dritto, Cittadini si aggiunge ai trequarti ed è fatta. 
Purtroppo Favaro si becca anche un giallo al 54' per un fallo in maul, i Tigers chiedono mischia, Luca Morisi si presta a fare da back row aggiunta nell'angolo sinistro, il pack trevigiano non cede, Ben Youngs allora allarga e sul lato opposto l'estremo Matthew Tait (chi si rivede!) marca alla bandierina dopo consultazione con il TMO.
Clancy avrebbe fatto bene a chiederne l'ausilio poco più tardi, quando le maglie azzurre per l'occasione della Benetton si infilano nella metà campo avversaria, Tait intervenendo su McLean tocca di coscia il pallone sul quale c'è Gori che marca, ma il guardalinee consultato dall'arbitro non nota il particolare e si pensa ad un in avanti che non c'è. Poco importa, Christian Loamanu che se la prende particolarmente per l'accaduto si rifà al 64', inserendosi in maul avanzante dei suoi. In precedenza Di Bernardo aveva infilato tra i pali una punizione con l'aiuto di Ghiraldini a tenergli fermo l'ovale, con un forte vento contro. 
Spirito agguerrito (Favaro e Castro si scambiano convenevoli, ma il pilone nella ripresa è apparso particolarmente nervoso così come i suoi colleghi), il coming back non c'è ma soprattutto era impossibile tra preventivare. Treviso torna nella Marca senza nemmeno un punto di bonus difensivo (peccato per i due calci sbagliati da Ambrosini e per quello che non trova la via dei pali di Di Bernardo nel trasformare la meta di Loamanu) e con qualche recriminazione per quello offensivo, avendo marcato tre mete ed essendo andati vicinissimi alla quarta in un paio di occasioni. Il che la dice lunga: Leoni che chiudono in trazione offensiva e col morale alto, e non è sensazione ingannevole. 

Nell'altra gara della Pool, giocata ieri, il Tolosa vince 30-14 sugli Ospreys, con cinque mete a segno contro le due dei gallesi. Partenza sprint dei francesi (il centro Florian Fritz al 7' e il flanker Yannick Nyanga al 15'), la risposta degli ospiti è affidata al mediano Kahn Fotuali'i, ma nella ripresa Vincent Clerc, il pilone Census Johnston e l'estremo Yoann Huget segnano il +20 (27-7), quindi a tre dalla fine il pilone Ryan Bevington segna la meta della bandiera di Swansea. Una ripresa con una sola squadra in campo e per Clerc si rafforza il primato nella classifica dei top scorer della HCup, con 34 mete a segno, davanti alle 31 di Brian O'Driscoll
Per le sorti della Pool questa prima parte del giro andata-e-ritorno decembrino si è rivelato  strategico: Tolosa accelera quando serve e comanda con 13 punti, i Tigers inseguono a 10 e forse qualche baco s'infila in testa dopo questa prova col pubblico a bocca aperta ma non per i suoi beniamini, gli Ospreys decimati dagli infortuni dei suoi (inter-)nazionali restano al palo dei 5 punti e danno un ennesimo addio prematuro all'avventura in Coppa, mentre Treviso è ancora a secco ma paradossalmente col morale alto; il prossimo turno potrebbe risultare definitivo.   

9 commenti:

Abr ha detto...

Due mete regalate dall'arbitro Clancy e collabotatori ai Tigers, una che grida vendetta (nessuno ha visto l'ovale schiacciato nella seconda di Salvi, nell'altra l'attaccante aveva perduto il controllo prima di schiacciare); due negate alla Benetton: una a fine primo tempo su mischia ai 5mt e fischio incredibilmente all'incontrario dell'arbitro, l'altra di Gori nel st; la seconda fortunatamente subito ri-marcata con una maul.

Clancy del resto è quel sovrastimato incompetente che una settimana fa ce la mise tutta ma proprio tutta per provare a rovinare Inghilterra - All Blacks. Impresa fallita solo perché il numero di suoi errori si equivalse da una parte e dall'altra e, contrariamente al caso Lawrence ai Mondiali, non era una sola squadra a far possesso.

Veniamo al positivo: è stata forse la miglior partita della Benetton ever, almeno di quelle viste.
A maggior ragione data la nostra mentalità utilitarista-realista, definiamo grande un team che non arriva al bonus difensivo per un punto e perde quello offensivo per una meta (negata dall'arbitro).

Paradossalmente, la Benetton in HC può permettersi di non esser "cinica". Han saputo mutarlo in vantaggio, possono giocare spensierati, senza obiettivi e nulla da perdere.
Partite così fanno un granmorale, a patto che vengano bissate da grande prova in casa, contro un avversario che calerà a Monigo molto intimidito e quindi.... iper -cinico .

Non solo il calcio finale in touch a scanso si guai del mediano Tigers, tuttoil secondo tempo e il finale dle primo ci ha fatto tornare in mente Italia-Australia.

Tutti bravissimi (chiederemmo solo qualcosina in più in termini di presenza e attenzione a Benventuti), menzione speciale a Loamanu, McLean, Gori, Dibbi il diligente che fa dir due volte al telecronista chiamatelo in nazionale, Favaro (un cartellino giallo eccessivo) e Dean Budd: gran ritorno, si dimostra più blindside che lock (che tanto lo "straniero" in seconda linea c'è, si chiama Minto). Ma proprio bravi.

Anonimo ha detto...

ottima partita ,testimonia quello che diciamo da tempo che i leoni sono l'UNICO rfc d'Italia e come tale dovrebbe fare da volano al movimento ma siamo nel paese dei borgia e queste cose nemmeno si possono pensare . i soldi spesi x le zebre andrebbero indirizzati in altri alvei , a mandare i ns giovani e tecnici a prendersi un anno sabbatico in qualche academy con i controcaz...
così porterebbero nuova linfa a tutti noi. ho detto una minchiata? non è la prima e nemmeno ahimè l'ultima ;) oppure no
ironduke

Abr ha detto...

Non è un minchiata: sono i fatti.
Di più: tacitamente li riconosce pure la federazione: rendendo Benetton di fatto la nazionale, mentre le Zebre fan la nazionale A che non esiste più (rimpiazzata nei tornei internazionali dalla Nazionale Emergenti; inciso, questa dovrebbe chiamarsi "Nazionale per gli Scout" (nel senso americano Pro del termine), visto che chiama ragazzi che normalmente NON viene fatta giocare dai propri club Eccellenti).

La cosa danneggia il campionato Benetton e spinge Zatta a chieder qualcosa per starsene zitto al proposito. Gavazzi lo ascolta, vedremo cosa farà. Intanto il resto del movimento langue e retrocede: unica sperzanza, emigrare (d'Apice, Furno, Chistolini, Romano: dove rischi o lo sfruttamento bruto o di manco veder la panchina) o venir notati dagli scout trevigiani.

luis ha detto...

La cosa che mi infastidisce di più in un arbritraggio sono i due pesi e due misure:se chiedi il tmo per tutte le mete non puoi non farlo anche per una solamente (tranne per una cosa solare)e siccome la cosa va avanti da troppo tempo forse sarebbe il caso di protestare in maniera ferma e "garbata". Lo dico con riferimento generale e non solo per la partita in oggetto: nel dubbio ci fischiano sempre contro!!! Vogliamo arbitraggi regolari e non a senso unico.
Ironduke : hai perfettamente ragione, ci mancano soprattutto tecnici di livello che insegnino in primis ai ns.giovani.

gsp ha detto...

@ironduke, e' un'osservazione tuttaltro che superficiale.

pero' forse la risposta sta nel valutare se impara di piu' D'apice al gloucester o Manici alle Zebre? e soprattutto perche' all'estero dovrebbero voler prendere Sarto, o anche benvenuti, visto che all'estero ce ne sono a centinaia di giocatori cosi?

il secondo spot in un campionato professionistico serve, eccome. e' servito quando c'erano gli aironi per vedere venditti, favaro, cattina ed anche orquera, e si vede quest'anno dove secondo me sarto, manici, trevisan, io ci metto pure garcia, diventano opzioni per la nazionale. e secondo me Tebaldi sembra aver ritrovato voglia di imparare.

o forse la domanda dovrebbe essere. e' il secondo posto in Celtic che non serve, o sono le zebre che non vanno?

Abr ha detto...

Concordo sul farsi sentire, perlomeno in sede celtica (visto che l'arbitro era un irlandese e non parliamo di quando ci capita uno scozzese tipo "my Enemy" McMenemy).
Ma Zatta ha declinato l'incarico celtico, non so chi ci sia di italiano lassù e non ho memoria di sue dichiarazioni. il che la dice lunga ...

La rabbia arriva perché li vedi che fischiano PER PREGIUDIZIO: naaaa, non può essere che degli italiani abbian fatto un break così: Gori ha fatto sicuramente in avanti; Budd è sicuramente uscito e la mischia che crolla è sicuramente colpa italiana.
Fuck off, con tutta la fatica che facciamo già del nostro, ci manca solo pure l'arbitro!
Anche perché il nostro periodo di "osservati speciali sotto rieducazione" l'abbian fatto da un bel po', son 12 anni di 6N, ricordo Mallett al primo anno suo con l'obiettivo poi raggiunto di meno di dieci falli a partita. Adesso basta.

Abr ha detto...

C'è un sottile crinale a mio avviso gsp, oltre il quale giocarsela con le migliori serve e sotto il quale non serve anzi danneggia, frustra. Parola di Cavinato, vedi post sulla euro challenge: i ragazzi sono frustrati a competere con chi è aldilà delle proprie capacità.
E' come prendere un tredicenne e ripetergli costantemente che non ce la farà mai: già ha le sue crisi, figurarsi dopo come sta.

Se è chiaro come il sole che stare in Euro Challenge non serve a nulla alle italiane e che Tv compete alla grande fin dentro alla tana delle Tigri (quando è spensierata) beh, con le Zebre la va a momenti: fino alla scorsa settimana magnificavo i progressi pur "sporcati" dalla mancanza di cinismo, fino al primo tempo m'era piaciuta la prova difensiva.
Chiaro che, mi ripeto, non vanno misurati coi Quins.

gsp ha detto...

hai centrato nel segno il meccanismo psicologico che e' oggetivamente innegabile e discriminatorio.

anzi, quando Owens ha detto a Botes 'this is not soccer' che voleva dire? che senso ha dire ad un sudafricano this is not soccer. e' l'atteggiamento di chi ti vuole dare una lezione. mentre tutti ridevano come se fosse una cosa folkloristica e basta. e cmq con Owens stai parlando di un artbitro bravo, ma quelli che ci capitano in CL sono poco preparati con una sudditanza psicologia spaventosa.

pero' purtroppo gli arbitri di rugby li formano cosi' a tutti i livelli. il regolamento e' solo secondario, ed una linea guida.

ed e' sistematico. ogni campionato ci sono almeno due vittorie che mancano per squadra in Celtci all'appello quasi ed esclusivamente per chiamate arbitrali assurde.

Abr ha detto...

"This is not soccer"! come molte belle battute, dipende effettivamente a chi e dove la dici, e come la interpreta chi ti ascolta ...

Il punto è sempre lo stesso di questi tempi, la montiana "credibilità".
Tradotto: noi "europei" non ci fidiamo di voi 'tagliani, vi vorremmo "COMMISSARIARE" come nel Seicento-Settecento e quindi dei vostri siamo disposti ad ascoltare solo gli zerbini.

In tale scenario, protestare come faccio io ad esempio sarebbe controproducente: per fortuna non mi sente nessuno.
Loro vorrebbero uno che dica, si avete ragione: noi italiani siamo non solo fallosi ma anche kattivi dentro. Solo uno così lo chiamerebbbero "credibile", sempre che alle parole unisca i fatti, "rieduchi" e auto-flagelli.
Chiaro che così non ti muovi mai, resti area materasso come vorrebbero le celtiche, in più sganciando 3 milioni ogni anno per iscriverti al club ... sadomaso.

Nulla di nuovo sotto il sole insomma: siccome l'Italia piace tanto a tutti, la vogliono femmina e pure (s-)vestita come piace a loro.

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