martedì 22 gennaio 2013

E dopo? Parte seconda

All'inizio del mese la questione legata al sudafricano/
britannico 
Hendre Fourie ha permesso di aprire il dibattito su ciò che la vita può riservare ad un rugbista dopo il ritiro, specialmente se obbligato da problemi fisici. Ci torniamo, con due storie raccontate anche dal Guardian e che hanno per protagonisti Rob Wood e Kieran Roche: il primo è il fratello di Tom, giocatore dei Northampton Saints e chiamato da Stuart Lancaster nel gruppo per il 6 Nations alle porte; il secondo (nella foto con i segni di una gomitata ricevuta dal pilone del Perpignan Perry Freshwater, che costò un mese di squalifica ) è stato per quasi dieci anni avanti dei London Irish. Entrambi hanno chiuso con il campo. 

Rob ha appeso le scarpe al chiodo lo scorso 24 agosto, alla vigilia dell'inizio della nuova stagione di Premier, a causa di tendinite acute ad entrambe le ginocchia. "Tom è diventato noto a livello internazionale pressapoco nello stesso periodo in cui io apprendevo che dovevo subire una doppia operazione chirurgica", ha raccontato al quotidiano britannico. "E' da quando avevo cinque anni che sapevo che il rugby sarebbe stato ciò che volevo. Quanto tutto è finito - ed è stato un processo lungo - è stato uno sgomento. Non puoi fare niente per fermarlo, è assolutamente devastante". Eppure per Rob si è fatta viva un'alternativa, grazie anche all'aiuto della Rugby Players' Association (RPA) ed ha intrapreso la carriera di insegnante - la stessa che sperava di seguire tra l'altro Fourie: ha un contratto di prova di un anno con il Dulwich College, a sud di Londra, in educazione fisica. Anche perché durante l'interruzione della carriera da professionista, nella vana attesa di riprendere a giocare, ha ottenuto un'abilitazione Level Two Coaching presso la Loughborough University. 
Interrogato dal Guardian sull'attitudine degli altri giocatori ad affiancare un Piano B alla carriera agonistica, Wood è stato abbastanza chiaro: "C'è quasi la paura di non apparire impegnati nei riguardi del rugby". Not committed. Quindi il Piano B è tenuto lontano da occhi e mente non tanto per non farsi distrarre, quanto per non apparirlo. "Dev'essere così per ogni giovane professionista".

La RPA si è mossa nel tempo, introducendo sette Player Development managers che tengono seminari sulla salute mentale, l'integrità professionale di fronte alle scommesse, il doping e la responsabilità sociale, il tutto per preparare gli atleti al dopo. Le cifre riportate dal Guardian indicano che in questa stagione già 13 giocatori di Premier hanno dovuto annunciare il ritiro: in quella passata in tutto sono stati 23. 

Per Kieran Roche è stato più complicato: sei mesi da disoccupato, ora lavora per la società d'assicurazione Aviva, per coincidenza lo sponsor della Premier, nella City di Londra. "Inizi ad avere dubbi su te stesso mentre il tempo passa e smarrisci la fiducia", ha ricordato Roche. Guai che attraversa chiunque rimane senza lavoro e si dà da fare per tornare in attività, specialmente in una fase di crisi come quella in corso. Roche ha trent'anni, ha una carriera alle spalle vissuta comunque e ha affrontato una seconda sfida: cambiare vita. 
E' certamente interessate ciò che confida al Guardian: individua chi è stato un rugbista, pur senza conoscerlo personalmente. Da cosa? Dagli skills. Quale in particolare? "Quello di prendere le decisioni giuste sotto pressione", la risposta. 

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