sabato 9 marzo 2013

Record di piazzati, questioni di timing, cartellini in tasca e showdown a Cardiff


Six Nations - Murrayfield
Scotland 18 - 28 Wales

Riassunto di Scozia - Galles nelle parole di uno dei protagonisti, il manager ad interim dei padroni di casa Scott Johnson: "Non voglio passare per il ragazzo che parla dell'arbitro quando perde. La cosa frustrante è che abbiamo avuto la prima rimessa nel secondo tempo". Al Murrayfield finisce 28-18 per i gallesi in un match, quello arbitrato dal sudafricano Craig Joubert, che conta 28 penalty, di cui 19 indirizzati ai pali: un record mondiale e in ottanta minuti scanditi tra un fischio e l'altro non c'è un solo cartellino giallo, giunto a pochi istanti dalla fine ai danni del pilone ospite Paul James, quando ormai i giochi sono fatti. Ci sono gli ammonimenti verbali, i richiami, la richiesta esplicita di "change of behaviour" e intanto la truppa di Rob Howley porta a casa il risultato che le consente di difendere il titolo contro l'Inghilterra settimana prossima a Cardiff. La bacchetta ogni tanto fa bene con gli scolari indisciplinati.

L'inizio di gara è promettente, con il Galles che avanza con una serie di pick & go dalla rimessa laterale ed entra nei 22 avversari, l'ovale viene perso in avanti e cominciano i giri sulla giostra. Primo engage e Joubert ravvisa un anticipo di Ross Ford e soci, quindi il Galles chiede un altra mischia e stavolta gli scozzesi non entrano dritti, terzo confronto e penalty conquistato avanzando che permette a Leigh Halfpenny di aprire le marcature al 4'. Sul drop di restart di Duncan Weir il più lesto è Stuart Hogg che recupera possesso e arriva il fischio per un fallo in ruck, così Greig Laidlaw pareggia i conti dalla distanza. Le due squadre vanno di ping pong, la decisione di Mike Phillips di calciare palla in mezzo al campo non è delle migliori e consente a Hogg di andare di up & under, ma Halfpenny vince il confronto aereo e sbroglia una matassa che sarebbe potuto diventare pericolosa per i suoi; al contrario la pennellata con cui Weir costringe gli ospiti a lanciare dalla touche sui propri 5 metri è di pregevole fattura. 
La Scozia tiene poco palla, già si sa, è sulla difensiva, ma da copione si trova in vantaggio al 12' dalla piazzola dopo un tentativo di percussione di Jim Hamilton: è 6-3. Ri-pronti, ri-via, off-side di Euan Murray e Halfpenny va per i pali, ma non li infila da lontano e non ci riesce nemmeno al 18' per un altro penalty all'altezza della linea dei dieci metri: stessa distanza del tentativo precedente, sull'altro lato del campo. La serie nera prosegue due minuti più tardi e così ci prova il cavallone George North, che alla vigilia dell'incontro si era ripromesso di  tornare a marcare meta: trova il varco in mezzo al campo, davanti a lui ha solo Hogg e due compagni a sostegno al largo, tiene però palla tra le mani e nel frattempo è giunto comodino Weir a dare una mano al suo estremo, così viene abbattuto a 5 metri, gli avanti sistemano le tende e si dedicano alla battaglia di trincea finché il tallonatore Richard Hibbard si allunga per il touchdown al 21' e  Halfpenny ritrova dall'angolo la via della porta per il 10-6. E' forse la logica a volere che a marcare sia un avanti, considerato il working rate compiuto dai primi sedici uomini in campo - Sean Maitland e Tim Visser non toccano quasi palla, Jamie Roberts e Jonathan Davies idem, giusto per rendere l'idea. 

Ma è il pomeriggio dei penalty e al 26' la mischia scozzese infila quella opposta per la prima volta e Laidlaw accorcia, però perde Richie Gray per un infortunio al ginocchio che potrebbe seriamente tenerlo lontano dai campi a lungo, probabilmente ci sono di mezzi i legamenti: al suo posto entra Al Kellock. Il Galles non trova precise misure in rimessa, Hamilton e Rob Harley fanno da guastafeste e si ritorna al ping pong, finché Weir calcia a seguire e supera la linea difensiva, con un altro tocco anticipa l'intervento di Halfpenny e solo il ripiegamento di Dan Biggar impedisce all'apertura dirimpettaia di marcare meta, ma non può evitare che il gioco riprenda con una mischia sui 5 metri ad introduzione scozzese. Ed ecco un altro early engage. E' questione di mezzi secondi, con gli scozzesi che entrano e Adam Jones e compagni che restano immobili. Joubert richiama, non mette mano ai cartellini, la Scozia al 37' prende le misure e manda Laidlaw a piazzare dopo un turnover a metà campo e il mediano ha la gittata lunga abbastanza per segnare il 12-10 che sarebbe quasi sicuro come risultato del primo tempo, se non fosse che Hamilton commette fallo ai danni di Phillips fuori dalla ruck, sotto gli occhi di Joubert che ha appena chiesto ai giocatori di cambiare comportamento e Halfpenny da posizione ravvicinata e centrale fissa il 12-13. 

La ripresa ripropone una breve fase di ping pong e stavolta è Biggar a consegnare a Hogg l'ovale per ripartire, ma Sam Warburtuon gli si para di fronte e lo contiene e conquista pure il fallo, mentre poco prima Laidlaw aveva sbagliato da 45 metri. Il flanker gallese (eletto Man of the match al rientro da titolare) conquista spazio, seguendo Phillips in un paio di accelerazioni fino ai 22, imbastendo da lì una decina di fasi prima che John Beattie recuperi palla, ma commetta anche sealing off e infine al 46' Halfpenny allunga: 12-16. E' costretto a lasciare Ryan Jones per problemi alla spalla, entra Justin Tipuric. Ed eccola la prima rimessa scozzese a cui faceva riferimento coach Johnson: si trasforma in maul che conquista terreno ed è fatta crollare irregolarmente e consente al solito Laidlaw di accorciare. 
Parti invertite al 53' con Biggar che cerca la rimessa nei 22 scozzesi: si azionano quindi Warburton e  Alu-Wyn Jones, Sean Lamont esce bene dalla linea di difesa per placcare Alex Cuthbert, Phillips perde palla in avanti, ma Joubert ravvisa l'ennesimo ingaggio anticipato della mischia scozzese (funziona come sopra) e Haflpenny ristabilisce i quattro punti di vantaggio al 55' ed aumentano subito per un tenuto a terra di capitan Kelly Brown braccato dal duo Warburton - Tipuric. 
Sul 15-22 la Scozia reagisce adoperando anche le mani, ma facendo meno fatica con il piede di Laidlaw che riporta i suoi a -4 all'ingresso dell'ultimo quarto e gli si presenta la possibilità di colmare ulteriormente il gap per un'altra maul fatta crollare in modo non regolare fuori dai 22, ma il secondo errore ai piazzati del suo pomeriggio costa caro perché in un gioco continuamente interrotto e che comunque fa registrare il primo offload (Davies per North), il fuorigioco di Lamont permette ad Halfpenny di segnare il massimo vantaggio, 25-18 al 67'. And another penalty, once again, per un crollo del pack di casa al 71': 28-18. 

Gli uomini in blue Navy ci provano con più fasi e Lamont serve Visser che approda  nei pressi dei 5 metri, Hogg viene arrestato da Toby Faletau, ma... sì, c'è un penalty per fuorigioco e si passa per la touche che è portata a terra, ma A. Jones si infila tra le maglie avversarie prima che si formi il tentativo di maul e ne esce con la palla tra le mani. A quattro dalla fine, ennesimo degli ennesimi fischi e Laidlaw che porta i suoi ancora sui 5 metri: pick & go, raggruppamenti sulla linea di meta, James che tiene le mani in ruck ed ecco il primo ed unico cartellino della partita. La Scozia opta per un calcio di punizione giocato rapidamente, la difesa gallese non si scompone e non c'è altro da segnalare, se non il fischio di Joubert per un tenuto a terra degli Scots

"Ha un lavoro da fare e sembra un tipo dignitoso", è sempre il pensiero di Scott Johnson a fine gara. Che però, rispondendo alle domande sugli ingaggi anticipati, sottolinea: "Ciò che è frustrante è che abbiamo una prima linea di classe mondiale. Noi proviamo a fare le mischie in modo corretto, non insegniamo trucchetti". Fine diplomazia, mentre il pubblico allo stadio già nella prima frazione dimostra di non sopportare più la gestione di Joubert, specie dopo il fischio sulla mischia ai 5 metri in seguito all'assolo di Weir. Intanto per chiudere la Scozia avrà la trasferta a Parigi contro la Francia che resta ultima in classifica, con il solo punto arrivato dal pareggio per 13-13 a Dublino: sarà un test molto importante per i ragazzi di Johnson dopo le partite casalinghe di fila che hanno portato due vittorie. Si va nella tana dei galletti dalla cresta rattrappita, a serio rischio wooden spoon. Quanto al Galles, avrà l'occasione che a inizio torneo pareva ben distante di difendere il titolo direttamente contro gli inglesi. Sarà una settimana di conteggi, frecciatine e guerra fredda. E video analisi dei tempi d'ingaggio. 

3 commenti:

Abr ha detto...

Credevo che Clancy fosse l'atbitro più pollo sulle mischie, am Joubert l'ha superato: Adam Jones l'ha sgamato dal primo ingaggio, bastava aspettare. Non erano ingaggi anticipati quelli scozzesi, erano ritardati o assenti quelli gallesi. Veramente imbarazzante. Tutta la solidarietà a Cuttitta.

Anonimo ha detto...

Beh Abr che Joubert avesse problemi in mischia si sapeva...finale dei Mondiali con il pilone AB che entra costantemente ad angolo sul tallonatore francese e Joubert che fischia costantemente fallo ai francesi e' stato l'esempio piu' eclatante.

Abr ha detto...

Non mi ricordare quella finale.
La ginocchiata di McCaw a Parra, il gol non gol di Donald e tutto il resto ...
Un mondiale che, aldilà dei meriti All Blacks, è stato decisamente segnato da nefande "influenze" arbitrali.

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