lunedì 20 maggio 2013

Eccellenza sorprendente

Sorprendente se non altro lo è per il nostro Esperto Designato (ma non solo), che anche a valle delle Gare Uno delle semifinali, continuava - forse per scaramanzia - a pronosticare una finale tutta lombarda che non c'è stata: Mogliano e Prato sono riuscite a difendere lo scarto messo da parte in casa - come han fatto, ce lo racconta IlNero nei dettagli.
Ora le due vincenti se la vedranno in finale secca sabato 25 maggio alle ore 16.30 allo Stadio “Enrico Chersoni” di Prato, diretta su Rai Sport 2.

Dopo il SuperClasico Rovigo-Petrarca della prima edizione della Eccellenza nel 2011 e il riequilibrante "tutto fuori dal Veneto" Calvisano -Prato della stagione scorsa, in modo abbastanza inatteso si riconferma la compagine toscana; vi torna una veneta non storica, una che aveva allestito una squadra competitiva ma che aveva dovuto lottare in modo leonino per arrivare ai playoff, dopo un inizio squinternato di campionato.  Vedremo se Prato in casa saprà rifarsi della sconfitta in Lombardia Orientale dell'anno scorso, sfruttando l'ultima possibilità prima dell'inevitabile ridimensionamento alle porte (i coach han già firmato col Rovigo, probabilmente non saranno i soli), o se la rincorsa del Mogliano avrà la forza di superare anche l'ultimo scalino.
A guardare le statistiche dovrebbe essere un no-brainer: a parte poter contare sull'unico convocato ai Test Match di giugno di tutta l'Eccellenza, la squadra in casa vanta la miglior difesa del campionato, cosa che conta eccome nel "rugby a nove" che si gioca in Eccellenza, dove i primi due marca-mete assoluti sono terze linee (Padrò di Viadana e Vunisia di Calvisano). I trevigiani invece nelle classifiche sia d'attacco che di difesa, in alto proprio non ci sono, meglio di loro in modo consistente Calvisano e anche Petrarca. Ma i numeri di Mogliano risultano "sporcati" dalla loro inguardabile prima parte di strada fatta.
Un solo risultato per adesso è consolidato: l'allievo supera il maestro, coach Casellato che sarà vice alle Zebre, è arrivato davanti al mercuriale suo prossimo head coach Cavinato, che non aveva certo a disposizione mezzi inferiori ai suoi.

Un altro fatto consolidato è che il numero di partite Eccellenti cresce ma il numero assoluto di spettatori cala, da due stagioni a questa parte. Solo tre squadre - Rovigo, Petrarca e Viadana, nessuna delle quali finalista, due nemmeno ai playoff da due stagioni - può vantare una media spettatori in casa superiore a 1.000. E il SuperClasico tra Petrarca e Rovigo vale da solo il 10% di tutti gli spettatori dell'annata. "C'è la crisi", è la risposta che sorge spontanea, ma è una scusa più che una risposta, un effetto (poco pubblico uguale pochi e avari sponsor) più che una causa.
Le vere cause? Le piazze non competitive, per via del numero di squadre in lizza - in Italia oggi non abbiamo 12x23 = 276 giocatori del livello giusto, stranieri contati; le piazze prive di seguito e tradizioni - non a caso gli spalti "da partita Pro" (tre, quattromila spettatori) si son visti una volta solo a Rovigo e Padova e, quasi, a Viadana.
Tant'è, a proposito  di piazze con le tradizioni, l'Aquila scende e rimangono  i Crociati, meritatamente ma coi loro 300 spettatori medi a partita; l'anno prossimo in una Eccellenza ancora a 12 (tornerà a 10 squadre solo la stagione successiva), troveremo probabilmente tre romane, cioè spezzatino, situazione di Parma pre-fusione. Non resta che sperare nel fascino dei derby, vah ...
Intanto non per caso o strane motivazioni etniche ma per una cosa che nelle città e cittadine italiane menzionate conoscono bene e si chiama identità, la provincia profonda francese produce un Pau (85 mila abitanti) vs Brive (50 mila abitanti), finale per il secondo posto in ProD2 giocata a 400km di distanza, che stacca 32,000 biglietti.
Con tutti 'sti francesi in giro, possibile che nessuno sia capace di spiegare ai soloni nostrani che la Francia NON è così diversa da noi nelle condizioni di base fuor di rugby, anzi, che il Sud Ouest profondo sarebbe molto più Terni, Grosseto o Benevento che Parma? Finiamola di accampar scuse e chiagnere assistenza, una buona volta.

8 commenti:

ringo ha detto...

Quella della crisi mi pare la giustificazione meno logica: non perché non ci sia, ma perché - almeno per esperienza personale - non ho riscontrato prezzi per cui uno dice "no, me ne sto a casa". Magari il nostro esperto di riferimento potrà confermare - o meno.

Abr ha detto...

Concordo, è decisamente una crisi di offerta più che di domanda.
Dice ma c'è il calcio che vampirizza. Affatto: anche il calcio periferico - e centrale - soffre calo di spettatori. E' proprio il riproporre cliché da followers che rovina: il rugby è diverso, servirebbe idee coinvolgimento e spettacolo. Non è decisamente una questione di prezzi Imho, ma di teste.

ironduke ha detto...

it's long way to the top .... siamo macrocefali con un corpo da bambino quello che manca è in generale la cultura sportiva ,nel ns orticello la volontà di perlomeno provarci ad attirare il pubblico ma siamo sempre a livello di carboneria se poi vediamo chi comanda il vapore alloraaaa .....e ho detto tutto!!!!!

Abr ha detto...

Manca il respiro non solo economico ma anche neuronale alle iniziative: quindi o localismo infimo, o si salta direttamente a chi comanda il vapore, e allora è finita ...

Anonimo ha detto...

Manca totalmente la promozione del prodotto. E pure il confezionamento. Manca la voglia di "lavorare" media e istituzioni. Manca un qualche coordinamento. Sulla schizofrenia "localismo infimo-padroni del vapore" basti pensare che siamo passati dal solo punto di vista lessicale da un campionato SUPER 10 (che va il verso ridicolmente ai maggiori campionati dell'orbe terraqueo) a un campionato di ECCELLENZA che fa pensare ad Dopolavoro Ferroviario..
Ne aveva accennato anche a proposito della Celtic e di Treviso, non mi ricordo più dove. Altro che prezzi e crisi! Se penso che un abbonamento di gradinata scoperta a Treviso per vedere 14 partite di Celtic e Heineken costava quest'anno 100 (cento!!!!!!!!!!!) euro mi viene da piangere...

Abr ha detto...

Manca alla base una visione sul PERCHE' SIAMO DIVERSI, e quindi cosa voglia e e cerchi il pubblico del rugby, esistente e potenziale.

A scimmiottare il calcio senza averne i mezzi (e anche il calcio oggi piange miseria), va a finire che ne scimmiotti le serie inferiori.
Guarda caso, i tornei Promozione etc. mica producono tanti spettatori in più del rugby. Guarda caso: ognuno ottiene quel che mira, che lo sappia o meno.

GiorgioXT ha detto...

Ho fatto una veloce comparazione fra la serie B di calcio ed il rugby d'eccellenza - anche perché in buona parte sono le stesse piazze.
in Veneto e Lombardia gli spettatori del Rugby sono in media da 1/4 ad 1/6 di quelli dichiarati del calcio, e considerata la sproporzione mediatica che è di alemno 50/60:1 potrebbe essere un risultato anche buono.
per esempio parliamo a Padova (squadra con pretese di promozione in A) di 5600 spettatori (in calo) contro 1280 del rugby.

Il problema più grosso è -salvo Prato- appena si esce , ed in particolare Roma, dove è impensabile che a vedere la Lazio Rugby non ci siano nemmeno ragazzi e genitori della stessa società !

Abr ha detto...

Beh, la serie B di calcio come target o milestone, magari! Anche in veneto, pd a parte, c'è mogliano, san donà, rovigo stessa ... e poi viadana e calvisano.

Simile per molti versi al panorama francese (Castres: 44 mila abitanti, Brive: 50 mila, Oyonnax: MILLE abitanti!!!!). E tessuti economici più simili a Grosseto o Chieti che a Parma. Meditate gente meditate ...

(il primo che commenta, eh si ma da loro è diverso, vince tre anni di stage non pagato come venditore telefonico).

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