lunedì 27 maggio 2013

Leinster versione cigno per chiudere il Pro12





Pro12 final - RDS
Ulster 18 - 24 Leinster 

Cos'è accaduto sabato pomeriggio al Royal Dublin Society? E' successo che il Leinster abbia messo in scena l'ultimo atto di un probabile canto del cigno: in una settimana la squadra di (ex) coach Joe Schmidt ha messo da parte Challenge Cup e Pro12, con il congedo da vincenti di Jonathan Sexton ed Isa Nacewa. Risultato di 24-18 sull'Ulster che in carta giocava in casa, in quanto prima classificata in stagione regolare, ma dato che il Leinster già un anno fa provò la triste emozione di essere sconfitto nel gran finale di campionato davanti al proprio pubblico, niente sconti stavolta. Sei punti di differenza, due mete per i Dubliners e dintorni, ancorati al piede di Ruan Pienaar gli Ulstermen che hanno una grande occasione di marcare pesantemente nel primo tempo, ma l'opportunità è sprecata ed errare con il Leinster dell'ultimo periodo significa pagare dazio. Nei confronti diretti "sul più bello", Brian O'Driscoll e soci guidano 2-0: nel maggio 2012 smorzarono i sogni di gloria dell'Ulster in Heineken Cup. 

Il Leinster sa come colpire, lo ha dimostrato sia contro il Biarritz che contro lo Stade Francais: un paio di coltellate ravvicinate. Ad esempio la meta al 4' con Shane Jennings generata dalla driving maul guidata da Leo Cullen nei 22 avversari e all'8' con il piazzato di Sexton: un parziale di 10-0 nei primi dieci minuti. E appunto quanto l'Ulster ha una possibilità di rimettersi subito in scia dopo diversi minuti trascorsi in pieno territorio nemico - ma il Leinster sa come difendersi, pure oltre il regolamento se l'arbitro, Mr. Lacey, non si accorge che Isaac Boss imprigiona Nick Williams dopo una mischia ordinata e prima che il Numero 8 neozelandese tocchi l'ovale custodito alla base -, lo sforzo svanisce: lancio in touch di Rory Best (chiamato intanto alla corte dei Lions per rimpiazzare Hartley), inserimento di Tommy Bowe per accelerare nuovamente nei 22, Paddy Jackson sforna l'off load al largo e il pallone è nelle mani di Williams a cui non riesce il touchdown perché nel frattempo Sean O'Brien raduna i suoi attorno al gigante ex Aironi. Se poi occorre, si sacrificano nuovamente Ian Madigan e Fergus McFadden sotto i pali, costringendolo al tenuto. I nordirlandesi riescono a schiodarsi al 22' con Pienaar, si affidano alla coppia Darren Cave e Jared Payne, ma dall'altra parte della barricata si immola Richardt Strauss, che resta a terra con qualche acciacco. 

Lo scontro nell'area del breakdown manda Sexton alla piazzola alla mezz'ora, ma l'apertura non trova i pali e allora ci riprova tre minuti dopo da centrocampo e non fallisce per ristabilire il +10. La controparte si vendica sul drop di restart e Pienaar risponde a tono. Allora, giusto per non essere da meno, BOD va a recuperare il calcio di riavvio di Sexton, Leinster ritorna nei 22 dell'Ulster e se i pick & drive non scardinano la linea di difesa, c'è da sfruttare un vantaggio stabilito da Lacey e dunque si va negli spogliatoi con Sexton che ne infila altri tre: 6-16.

La ripresa aiuta a dare un paio di indicazioni. La prima: a Madigan piace molto mescolarsi con i suoi ball carrier tipo Cullen e Jamie Heaslip e il flanker Robbie Diack viene punti con un cartellino giallo per un'altra infrazione commessa in ruck, di modo che al 44' Sexton fissa il massimo vantaggio Leinster: +13. Superiorità numerica effimera, giacché tocca a Nacewa accomodarsi dieci minuti a bordo campo dopo un varco aperto da Jackson che viene steso dall'estremo afferrandolo per il colletto: Lacey lo giudica placcaggio alto, giunto all'altezza dei 5 metri e Pienaar marca il 9-19. In una situazione di 14 v 14 l'Ulster rende meglio e punta ad approfittarne il più possibile: Bowe costringe Madigan al tenuto, il pack biancorosso evidenza la fallosità del Leinster in una maul a trazione offensiva e il solito Pienaar riporta la truppa sul -6 giusto in tempo, prima che venga ristabilito il XV v XV. 

Leinster conosce certi incubi (Shane Williams che suona la carica e la rincorsa degli Ospreys, dodici mesi fa) e volendo evitare scherzi, torna ad accoltellare. Nacewa aziona le gambe, Sexton va di penaltouche sui 5 metri, Cullen e Cian Healey fanno il lavoro duro, si passa da un lato all'altro del campo e infine Heaslip, coadiuvato da Devin Toner, si sbarazza di Cave e marca meta al 63'. Sexton non trova la trasformazione e se Best al 68' va a caccia di Cullen nel raggruppamento a terra, consentendo a Pienaar di piazzare nuovamente, è altrettanto vero che la sensazione è che la partita sia chiusa. Il margine non è dei più rassicuranti, ma davvero non si contano azioni particolari dell'Ulster per ribaltare il destino della finale, neppure dopo un generoso e stupido fallo del pilone Jamie Hagan a sette dalla fine che interviene in fuorigioco: ai nordirlandesi occorrono punti pesanti, provano al largo con Payne dopo una rimessa nei 22, ma Iain Henderson finisce dalle parti di O'Driscoll ed è turnover. Seguono titoli di coda. 

Schmidt adotta pressappoco la medesima tattica delle ultime due settimane, giusto con un qualche variante perché dopo tutto l'Ulster sa bene chi ha di fronte. Leinster scaltro, agguerrito, determinato, vincente: dalla prossima stagione sarà curioso capire che franchigia sarà senza Sexton in regia e Nacewa impact player (i dieci minuti in cui è rimasto assente sono risaltati nel complesso della gara). Cambio di staff tecnico, nuovi elementi da inserire tra cui Jimmy Gopperth in arrivo da Newcastle e Zane Kirchner dal Sudafrica. Potrebbe essere stato l'ultimo acuto, il canto del cigno si era detto già all'inizio del post, tenendo conto che già BOD aveva annunciato l'intenzione di appendere le scarpe al chiodo ma il richiamo dei tifosi e un 6 Nations da riaggiustare dopo il match dell'Olimpico con tanto di sin bin per la tacchettata a Favaro non l'hanno lasciato indifferente. Aggiungiamoci infine che a guidare l'Irlanda sarà Schmidt. Basta e avanza, no?

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