domenica 23 giugno 2013

Cosa resta dei Test

Un rapido round-up di quanto successo ieri, ultima giornata del rugby Test Match di giugno, nel mentre la scena veniva giustamente occupata  (e con grande soddisfazione dal punto di vista spettacolare, bisogna dire: non tradiscono mai) dalla prima delle serie dei British and English Lions in Australia. Escludiamo quel che è successo in Sudafrica per evidenti motivi nazionali; per intanto, mentre caliamo un pietoso velo sull'Italia, vi invitiamo a gustarvi come antipasto il "gustoso" episodio della nuova fattispecie fallosa identificata in Sudafrica-Samoa: dopo i dangerous tackle ora abbiamo anche lo "indecent grab".

- New Zealand 24 - 9 France
Tre incontri tre nette sconfitte, non è certamente positivo il bilancio per Les Bleus dominati su tutti i fronti, mentre gli All Blacks possono affrontare il The Championship con più risposte che domande aperte.
L'ultimo atto del trittico viene aperto da Piri Weepu, che verrà ricordato più che per le performance in campo, per essere una delle guide della Haka più ispirate e scenografiche dai tempi di Carlos Spencer; nello stadio di New Plymouth nel Taranaki cuore del rugby  neozelandese, spara coi compagni la prima Kapa O' Pango della stagione! Come a dire, abbiamo già vinto la serie ma ... nessun dorma.
Non la prendono sottogamba i francesi, rinvigoriti dagli otto cambi ma senza diventar frenetici: sono i primi ad aprire le marcature con un sontuoso e ben preparato drop di Florian Fritz, il centro più inquadrato per esser stato la spina nel fianco degli All Blacks per tutto il trittico. Il pubblico down under non gradisce e fischia: là un drop è evidentemente una dichiarazione di impotenza offensiva, forse un'arma esoterica e un po' losca per finali molto chiusi. La macchina ruba-possessi e ripartenze Tutta Nera si mette in moto, ma a fronte di una difesa francese molto composta e paziente, fatica a passare.
Oltre a Fritz si distinguono la mediana equilibrata e pungente Doussain-Talés, la affidabilità di Chouly (dominatore della sua rimessa, in foto) a fianco di Dusatoir, la competenza di Claasen e  Maestri, lo scatto di Andreu, la pedata potente e precisa di Dulin. E la supremazia della prima linea Domingo-Kayser-Mas.  Huget invece viene preso in castagna dal gioco tattico e nei recuperi più di una volta.
Lato All Blacks, Dan Carter fornirà una prova solida però inizia malissimo, facendosi stoppare un rinvio che porta a una quasi-meta francese, fermata dall'arbitro Owens per una partenza in fuorigioco inesistente: per fortuna della giustizia che i Bleus non riescono ad atterrare in meta la palla, altrimenti sarebbe stato un furto bello e buono; è comunque indicativo di come l'arbitraggio si orienterà per tutta la gara in gran parte dei casi 50-50, sempre frequenti quando di mezzo c'è la cinica esperienza dei Kiwis. Un altro che sbaglierà diversi handling è il rientrante Victor Vito, messo un po' in ombra dalla partita di estremo sacrificio richiesta a lui, Cane e Read. Anche Ma'a Nonu appare meno propositivo delle altre volte; super positivo è invece ancora una volta Ben Smith, estremamente volonteroso Rene Ranger, meglio delle altre volte risulta Israel Dagg e anche Conrad Smith.
La cifra della partita è sempre la aggressività All Blacks nei punti di incontro, retta bene dai francesi che non temono la fisicità; i buchi stavolta li aprono i francesi, i Kiwis sono costretti a recuperarli in scrambling, mentre sono i padroni di casa a esercitarsi sul multifase orchestrato dal diligente Weepu.
I francesi non riescono a sfruttare i loro break, mentre gli All Blacks come al solito, quando si entra negli ultimi 5 minuti del tempo accelerano al massimo (ma che gli faranno nello spogliatoio? Han strumenti di tortura?) e al 35' Ben Smith si apre finalmente il varco nella linea. Doussain poi accorcia, il primo tempo è 8-6.

Il secondo procede come il primo, presentando immediatamente Tawera Kerr-Barlow in mediana al posto di Weepu e l'esperto Woodcock , chiamato a raddrizzare la mischia al posto di un Crockett sgamabile persino da Owens nei suoi tentativi di tricks per reggere la spinta. Come nel primo tempo, i franchi sfondano ma non sfruttano, i neozelandesi accumulano fasi in un rovesciamento di quanto visto nei precedenti test. Entrambe cercano di mettere in crisi le retroguardie opposte mediante calci alti o in rimessa: oltre 30 per squadra, cioè quasi un calcio al minuto.
Nel frattempo Carter accumula punti "d'attrito", circa tre ogni dieci minuti: 11-9 al 49', 14-9 al 58', 17-9 al 72'. L'altra arma All Blacks assieme alla difesa solida e capace di recuperare persino i blitz dei francesi, è la panchina: entra Terminator Beauden Barrett, ancora una volta schierato second five eight al posto di Nonu, e ancora una volta si produce nel colpo di grazia con un micidiale contropiede scattante al 77'.

E' finalmente tempo di vacanze per i francesi che tornano a casa con le pive nel sacco e questo ovviamente non piace nel fumino ambiente Transalpino,  ma nessuno può dire che non ci abbiano provato sul serio e con costanza. Anche se alla fine ci sono riusciti solo per la durata dei primi tempi. Le indicazioni a Saint-André parrebbero chiare: finirla di ruotare quella mediana (è l'ottava della sua gestione) e tenersi stretti Doussain e Talés, poi bene centri e triangolo allargato, ottimi avanti, si tratta solo di registrare schemi, tattiche e mentalità, finendola magari con una contrapposizione Lega - Federazione che non è di gran respiro. Sempre se se il coach riuscirà a farsene una ragione, invece di ragionare da carismatico head coach di club, di quelli per dire che scoprono il corretto posto in campo dei Foden e dei Tom Youngs ...
Lato All Blacks, fa quasi paura la capacità di tener botta con compostezza a ogni tipo di  tentativo avversario, per poi riuscire ad affondare immediatamente il coltello nella piaga con le ripartenze. E la Divinizzazione del Possesso la lasciamo a quelli che son rimasti indietro di un giro, tipo .... lasciamo perdere. Poi impressiona la qualità dell'intero movimento: McCaw chi, SBW cosa? Col dovuto rispetto, chi ne sente la mancanza?  Solo in prima linea devono richiamare sempre gli stessi, ma non è problema solo loro. La squadra di Hansen si conferma squadra da battere nel The Championship imminente.

- Fiji 34- 21 Tonga; Giappone 38-20 Usa
Sconfiggendo nettamente i tongani a Tokio, Fiji vince per la prima volta la Pacific Nations Cup, in virtù dei punti di bonus guadagnati rispetto al Canada, anch'essi con tre vittorie su quattro incontri che li avevano battuti a inizio torneo.
I giapponesi padroni di casa concludono il torneo con due vittorie, avendo superato prima il Canada (negando loro il trofeo alla prima partecipazione) e ieri anche gli Eagles. Non male il trittico di vittorie della squadra allestita da Eddie Jones, dopo aver battuto anche il Galles. Subito dietro agli Azzurri le gerarchie stanno cambiando, il Mondiale 2019 di avvicina  ... anche se resta sempre per i Crisantemi il problema di superare squadre massicciamente fisiche e veloci  (sconfitte iniziali con Tonga e Fiji).

- Argentina 29- 18 Georgia
Dopo la doppia tribolazione con l'Inghilterra, i Pumas versione B pensionano Contepomi, panchinano Urdapilleta ed escludono Landajo e Vergallo dalla mediana, affidandosi alla cerniera dei PampasXV Cubelli Madero e soprattutto al piede di Bustos Moyano ex Montpellier (dalla prossima stagione a Bayonne). E fanno bene:  prima reggono e poi staccano il carroarmatino caucasico - prima linea Kakovin e Bregavdze del Tolosa, Zirakashvili del Clermont (a mio modestissimo parere, macché Cole, Castro o Mas, è il miglior tighthead sul mercato con Woodcock e Adam Jones). E' una sfida tra Legioni Straniere in terra di Francia. Massimo vantaggio georgiano  6-12 alla mezz'ora, 12 pari al 45', poi il piede di Moyano distanzia gli indisciplinati avversari, fino a quando al 76' Cubelli suggella la gara con l'unica meta.

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