sabato 14 settembre 2013

Casualties all'Eden Park

The Rugby Championship: New Zealand 29-15 South Africa in Auckland

Può indicare i feriti, i morti o anche soltanto i danni: il termine inglese casualty nei suoi molteplici significati casca a fagiolo per quanto accaduto ad Auckland tra Nuova Zelanda e Sud Africa. Era il match per dare una prima direzione alla lotta tra le due nazionali per la vittoria del Rugby Championship e poteva segnare il cambio della guardia al vertice del ranking mondiale nel caso avessero vinto gli Springboks - che invece escono sconfitti dall'Eden Park mentre si rincorrono dichiarazioni e referti medici. Ad esempio, Dan Carter potrebbe essere fuori dai giochi per sei settimane, aggiungendosi dunque a Richie McCaw ai box dallo scorso turno, per via dell'infortunio alla spalla piombato assieme alla mole di Bismarck du Plessis al minuto 15: il tallonatore ospite va a caccia dell'apertura in mezzo al campo e l'abbatte, si scatena un parapiglia tra gli avanti e alla fine l'arbitro francese Romain Poite ammonisce du Plessis per gioco pericoloso. Il placcaggio che pare portato di spalla in realtà è sì duro e senza fronzoli, ma eseguito secondo i crismi del regolamento - il fatto è che l'avanti boero arriva dal lato cieco di Carter e il contraccolpo si fa ancora più sentire. E al primo minuto della ripresa, il gigante viene espulso per un secondo sin bin, dopo essersi protetto con il gomito troppo alto su Liam Messam, colpendolo tra il collo e lo sterno. Per fair play, da riportare ciò che dice uno dei commentatori neozelandesi: "Non sto dicendo che non andava espulso, ma che il primo giallo era sbagliato". 

Il Sud Africa di Heyneke Meyer si ritrova così a disputare quaranta minuti in inferiorità numerica, sotto di sette punti e da lì a qualche istante infilato da un Kieran Reand metaman: doppietta per il Numero 8 chiamato a capitanare il gruppo: dà il via alle danze dopo tre giri di cronometro, dagli sviluppi di una rimessa laterale nei 22 avversari, propiziata da un perfetto calcio di Ma'a Nonu su un fazzoletto di terra lasciato sguarnito dall'ala Willie le Roux. Il TMO convalida e i primi appunti sono stravolti: gli Springboks che rubano un lancio dalla touche e Tendai Mtawarira che saltella dopo aver messo sotto Owen Franks nel primo ingaggio della serata. 
Ci si muove tra individualità sul filo dell'equilibrio, con Jean de Villiers e Conrad Smith che mettono le marce più alte per accelerare, invece Zane Kirchner è in difficoltà arrivando tardi sui palloni alti e facendo stoppare in un tentativo di allentare la pressione dai propri 22. Intanto Morné Steyn marca dalla piazzola. Ancora de Villiers si lancia sull'up & under di Ruan Pieenar, ma Ben Smith ha sangue freddo e replica finendo però dalle parti di B. du Plessis che lo costringe al tenuto prima di alzarsi dalla ruck con l'ovale in mano. Il penalty di Steyn stavolta non arriva a destinazione e si giunge al quarto d'ora con ciò che ne consegue - e Pieenar che si presta a fare da lanciatore in rimessa in assenza dell'addetto al lavoro. 



Di fronte agli AB che con un uomo in più tentano di sfoderare il marchio di fabbrica (frustrata offensiva a giri elevati), i sudafricani si arroccano attorno ai raggruppamenti a terra e Bryan Habana si presta al ruolo di fetcher. Ma quando la parità numerica sta per essere ristabilita, godono dei benefici di un Beauden Barritt (che ha preso il posto di Carter), determinato ad attaccare la linea difensiva, a sfidare le rocciose guardie e correre per trequarti di campo conservando il possesso una volta agguantato, C. Smith quindi riesce a dare qualità ad un pallone che rimbalza a terra e spedisce Brodie Retallick in mezzo ai pali per il 14-3. De Villiers e il socio JJ Engelbrecht sono chiamati a rispondere, sostenuti dagli otto uomini di mischia e quando alla mezz'ora il Sud Africa ha un calcio di punizione, va in rimessa: a ciascuno le proprie qualità. Jannie du Plessis e Mtawarira sono abili nel controllo del timone della maul avanzante dai 5 metri e la corazzata Bismarck arriva in porto. 
Quattro punti di distanza, la battaglia è ben lontana dall'avere un esito certo, nonostante si vada negli spogliatoi con i padroni di casa sul 17-10 per un fallo di J. du Plessis posto a guardia di Pieenar che usa il piede dalla base della ruck: Barritt non sbaglia. La risposta a fil di sirena si scontra con l'ordinata difesa neozelandese e il metro guadagnato dalla veronica di Willem Alberts sui 5 metri è presto perso. 

Al ritorno dagli spogliatoi non si presenta l'acciaccato Israel Dagg, sostituito da Charles Piutau. Come detto, du Plessis resta il tempo necessario per essere espulso (Adriaan Strauss entra, viene sacrificato Alberts) e gli AB mettono a segno il colpo del ko. C'è di mezzo nuovamente Nonu, con un grabber con la Roux che da terra riesce a trasmettere a Kirchner, ma a quel punto l'estremo è braccato da tre avversari nella propria area di meta e si riprende con una mischia ad introduzione neozelandese: l'opera è completata ancora da Read che si presenta con timing perfetto da A. Smith una volta spostata la manovra sotto i pali. 
Gli Springboks con il trascorrere dei minuti perdono i punti di riferimento, Pieenar commette due errori di fila al piede, reggono giusto nelle ruck, ma finché gli avversari non cambiano ritmo e non colpiscono per questione di centimetri: Julian Savea (che finirà nel conteggio dei feriti) innesca con un calcetto la galoppata di Read sul lato chiuso, la terza linea si tuffa per mettere le mani sul pallone che però gli sfugge dietro le gambe quando sta per finalizzare. Mancherebbe giusto una meta per il fondamentale punto di bonus, che i sudafricani riescono a difendere in inferiorità numerica oltre l'ora di gioco. Ma gli All Blacks giocano un po' alla gatto col topo, sanno che non può che essere questione di tempo. Ci arrivano con Sam Cane, rimesso a posto dopo un taglio sopra l'occhio procuratogli da una testata dal compagno Franks: controruck AB sotto le mura del castello nemico e 29-10 al 67'.

Ad operazione portata a termine, Poite si sveglia e guarda caso, i neozelandesi chiudono in 13 (gialli per Read e Nonu, con quest'ultimo spedito sulla panchina dei cattivi per un placcaggio portato veramente di spalla su de Villiers che non aveva palla; ma ci stava anche il giallo al capitano provvisorio C.Smith, richiamato per fallo professionale). Pat Lambie firma la sua prima meta in un Test Match con la nazionale sudafricana grazie alla collaborazione di Kirchner che tiene vivo un cross kick di Steyn all'altezza della bandierina a cinque dalla fine. Gli Springboks si riverseranno un'ultima volta in attacco per cercare la meta che garantirebbe il bonus difensivo che depotenzierebbe quello offensivo guadagnato dagli avversari e chiuderebbe in modo positivo la trasferta, ci arrivano veramente vicini con la solita serie di punizioni piazzabili girate in penaltouch, ma non ce la faranno. 

Serata complicata per il francese Poite, che tra l'altro detta i tempi di una mischia infilandoci "touch" e fa ripetere. I replay aiutano a concludere che il placcaggio di du Plessis su Carter era regolare e una volta avvenuto lo scontro, diversi giocatori si pigliano e con aplomb riporta la calma negli animi. Per rigenerare il fisico invece sono a disposizione due settimane. "Non abbiamo scuse", le parole di Meyer, "non penso che abbiamo giocato bene, ma ho sempre pensato che avessimo una chance dopo l'intervallo. Hanno giocato meglio di noi per 30 minuti, ma ho pensato che potesse esserci un cambiamento dopo la meta dalla driving maul". 

2 commenti:

Abr ha detto...

Poite bipolare.
Prima sente chiaramente l'influenza AB e concede al Tmo di regalare la prima meta (se la palla ha toccato terra, sottolineo il se perché dalle immagini non si vede e quindi manca la prova, è certo che Read non ne avesse più il controllo, da come ballonzolava). Dopodiché affibbia il giallo a Bismark, punedo uno dei placcaggi più belli del decennio, che per vederne di simili bisogna tornare ai tempi di Chabal.
Un uno-due da troncare un toro.

Ciò detto, vittoria meritata per gli AB, ma il margine giusto era sotto i sette punti: alla fine il bipolare Poite è andato vicino a ristabilire gli equilibri (senza regalar nulla) con quei due gialli che in realtà eran tre, da come s'era rivolto a Conrad Smith ("tu resta lì" detto due volte, mentre sentiva i guardalinee: Nonu l'han visto loro, metre Smith l'aveva fischiato lui).
Di fatto i Boks sono andati vicinissimi a marcare la meta che avrebbe salvato la giornata e messo una enorme ipoteca sul titolo.

Eh già perché questi AB si devono inventare qualcosa, se vogliono vincere in sudafrica.
Messi regolarmente sotto in terza linea, spazzati via nelle fasi statiche, si son rifatti con il mestiere e i proverbiali skill collettivi d'attacco.

Purtroppo ora è a loro che basta il bonus, negandolo ai sudafricani. nel calcio si direbbe, hanno due risultati a loro vantaggio.

Abr ha detto...

Impressionanti i sudafricani per :
a) numero di ball carrier
b) qualità della pulizia nelle ruck
c) precisione nelle fasi statiche
(gli AB vincono qualche rimessa solo giocando "furbe" a profusione).

Non mi ricordo di una sola controruck riuscita dagli AB (una forse, nel finale), non ho visto una palla persa in ruck dai sudafricani. Impressive.

Visibile è invece il mismatch dietro: LeRoux è apparso "sottodimensionato" nei confronti di Savea e B.Smith, Kirchner idem con Dagg che pure va sempre sfidato sulla corsa (se riesci a fregarlo in aria - difficile - poi non placca mai).
Solo Habana e DeVilliers all'altezza, anche Engelbrecht s'è perso nell'anonimato difensivo.

Altro punto critico: Jan DuPlessis, Pienaar e Morne non placcano in occasione della meta "buona" AB nel primo tempo. Son cose che ai Tutti Neri non puoi concedere.

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