sabato 8 settembre 2007

Italy down and under

Come si commenta una partita con 11 mete subite a 2? Partendo forse dalla Haka: i nostri hanno preferito evitare di guardare, si sono riuniti tutti in cerchio .. e lì in girotondo sono virtualmente rimasti per metà buona del primo tempo.
Infatti nei primi 25 minuti non c'è confronto, i Tutti Neri ci traforano come un coltello caldo nel burro e ci rifilano più di metà della lezione (6 mete, 43 a zero); è un Tir Iveco Stralis ai 120 all'ora addosso a una 500 parcheggiata lì per sbaglio.
Poi qualcosina riusciamo un po' alal volta a metterlo assieme pure noi, pur appartenendo oggettivamente a due categorie diverse.
Essere messi kock down dagli All Blacks era in preventivo; purtroppo però abbiamo fatto qualche passettino "under", rispetto alle ultime confortanti prove premondiali.
Capitan Bortolami e Mirco Bergamasco lo spiegano così a fine partita: troppo passivo rispetto iniziale nostro nei loro confronti, quei supermen senza spocchia che studiano TUTTI gli avversari: sapevano che noi montiamo veloci in difesa, così ci hanno colpito dietro, con up&under e calcetti a seguire.
Non è solo questo, c'è anche una superiorità assoluta nell'impatto, nei placcaggi; addirittura se non conoscessimo le qualità individuali sublimi di quei Ninja di nero vestiti, si potrebbe pensare che i nostri titolari avessero paura di farsi male e non rischiassero troppo ...
Una gran lezione di atteggiamento, di fondamentali e di gioco, ma in fondo non era certo questa la partita da vincere; certo sarebbe piaciuto vedere un passo avanti più concreto e deciso dall'Italia, invece molto non ha funzionato. Cerchiamo allora cosa c'è da capire di questa lezione di rugby aldilà del 76 a 14 finale.
- Lato All Blacks:
belli concentrati senza sbavature, attentissimi (a parte forse in occasione della prima meta italiana) e preparatissimi. La non-novità è la loro classica spietata assenza di pause, che assurge a nuovi livelli: chiamare un "mark" per loro non vuol dire rilassarsi per un attimo per andare poi con calma in touche, ma cercare immediatamente di ripartire trovando gli avversari sbilanciati.
Altro bel dettaglio: 'sti Arseni Lupin hanno rubato tre palloni dalle "cassaforti" italiane mentre bel belli le stavamo portando verso la meta. Di fatto non le fanno più cadere fallosamente sacrificando McCaw, ma le "infiltrano" alla caccia del pallone, sguscianti e con la determinazione dei gomiti puntuti di Chris Jack.
- Lato Italia:
La cosa più bella è che non ci sono infortuni gravi (Castrogiovanni si trascina i suoi problemi da un po'). Inoltre siamo poco fallosi in zone critiche del campo: solo un calcio di punizione preso. La cosa pessima è che non "pungiamo" troppo. non ci procuriamo nessun calcio piazzabile ( anche se uno in realtà è stato mandato in touche nel primo tempo per cercare la meta).
L'altra cosa bella è che siamo cresciuti in attacco: a parte le due mete (e mezza) di rapina e di pressione, abbiamo aperto bene senza paura e fatto delle belle fasi ripetute anche al largo.
La dolente nota viene dalla difesa: essere inferiori nell'impatto e nella velocità agli All Blacks ci sta, ma non l'essere per lunghi tratti addirittura inesistenti.
Degli incolpevoli nostri a livello individuale, m'è piaciuto molto Mirco Bergamasco e anche Griffen, subentrato nel "garbage time" con la voglia giusta di ben fare, mentre Troncon (già detto) a volte lo trovo troppo lento quando si mette li a spiegare il prossimo schema ai compagni usando la lavagnetta e alcune slides, mentre la palla attende calda di venir sfornata e gli avversari ti fanno la controruck.
Degli All Blacks celebriamo Doug Howlett, 3 mete oggi, eguaglia il record di Chris Cullen, 46 mete in incontri internazionali ufficiali.
Vabbè archiviamo, dopotutto è la "miglior sconfitta" subita nei mondiali dagli All Blacks (ma nel '91 subimmo da loro solo dieci punti in un test match a Leicester).
Già sapevamo che la nostra coppa del Mondo comincia da tra 4 giorni con la Romania; una Coppa che, a giudicare dalla disciplina dalla tattica e dai mezzi fisici e mentali a disposizione, ha santificato una squadra Tutta Nera come legittima favorita. Si vedrà.
Qui una cronaca. Visto da là sotto: Italians rocked by All Black tsunami.

5 commenti:

Otimaster ha detto...

Il post lo si può riassumere nella frase "La cosa più bella è che non ci sono infortuni gravi." ero certo che avrebbero fatto del loro meglio ma non avrebbero rischiato nulla e se non butti il cuore oltre le linee avversarie ne fai poca di strada.
Brutto da vedersi ma ci permetterà di presentarci agli incontri che valgono la qualificazione con la squadra integra.

Anonimo ha detto...

"the All Blacks dismembered the Italian side..." Ahiuuu!

A dire vero il vero, me lo aspettavo. Al di là dell'enorme differenza tecnica, abbiamo sempre fatto figure barbine coi Neozelandesi. Non sappiamo proprio come prenderli. Ho l'impressione che neanche l'ardore agonistico potrebbe mitigare più di tanto il gap. Naturalmente, sempre che loro abbiano voglia di giocare. Quella loro giostra continua, senza pause, ma precisa e potente, non offre appigli.

In veneto si dice: "'na bea sorada": speriamo che questa "umiliazione" elimini in una volta sola tutte le "tossine" dei facili entusiasmi.

Abr ha detto...

Zamax e Master vedono due aspetti positivi (no infortuni , la "sorada" trad. il bagno di umiltà).

Veri entrambe, ma Berbizier s'è incazzato. Io con lui. Le vittorie nascono prima di tutto in testa, poi col tempo scendono nelle gambe. I nostri sono rimasti nel "huddle" per 25 minuti, han cominciato a giocare solo quando la vittoria non era più in discussione. Freudiano no?

Master, se fai i calcoli, va a finire che perdi. Contro la Scozia, non contro gli AB.
Zamax, i neozelandesi so' 4 milioni, meno dei veneti. Non è questione di cromosomi voglio dire, è questione di movimento.
Per farlo decollare ci vogliono le vittorie, e per primo si vince nella testa.
Abbiamo bisogno di qualcuno che "metta in moto" le cose, come quelli che uscivano dalla trincea per primi per fare in modo che quelli dopo vadano avanti.

Abr ha detto...

So' stato forse troppo prolisso e aulico, mettiamola così: avete presente l'approccio argentino? Disciplina, sacrificio e pressione, mica c'era David Campese in campo con loro. Ecco, loro ci sono riusciti, prima di tutto con la testa, noi no.

Non dico che avremmo vinto, ma se invece di celebrare il raddoppio delle mete fatte (due invece che una) avessimo pensato a dimezzare il minimo distacco storicamente subito da loro (10 punti)....

Abr ha detto...

Sorry un'ultima notazione sulla partita: abbiamo segnato due mete "e mezza". Puntare alle quattro mete non era quindi fuori dal mondo. Avrebeb significato portarsi a casa un bel punticino di bonus in un girone impegnativo come il nostro.

Questo poteva essere di fatto un obiettivo "realista".
Io credo che le squadre Italiane in tutti gli sport si esprimano bene solo quando ha un obiettivo ben chiaro e molto concreto; forse Berbizier queste sottigliezze psicologiche non l'ha ancora colte.

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