La campanella sta per suonare
La campanella sta per suonare. Domani sera, venerdì 7 settembre, va di scena il match inaugurale della Rugby World Cup 2007: Francia – Argentina. E meglio non poteva andare. I padroni di casa affronteranno i temibili Pumas che tanto male sanno fare nelle tane altrui: gli inglesi portano ancora i segni della sconfitta a Twickenahm di un anno fa. Quindi mettetevi comodi sul divano del salotto, aprite una bottiglia di birra e sorseggiatevi la partita che apre i fuochi. Nel senso che è il primo incontro di quello che Danny ha sapientemente definito il “girone della morte”. Ne rimarranno soltanto due tra Francia – Irlanda – Argentina.
Cade a fagiolo dunque il primo personalissimo pronostico. Tocca sbilanciarsi. Dico Francia e Irlanda. La prima perché i giocatori sanno che non potrebbero mettere il muso fuori di casa qualora arrivassero anche soltanto secondi. I secondi perché negli ultimi due 6 Nations hanno subito così tante beffe dai francesi che non vorranno lasciarli soli. Le mie tesi sono poco solide? Chiaro: si dice tanto che il pallone è rotondo, quando è ovale le cose non possono che peggiorare.
Domani si aprono le danze. La tensione e le aspettative aumentano. Il più è fatto, gli schemi sono consolidati, la concentrazione è quasi al massimo, l’adrenalina si fa sentire. E’ il punto di non ritorno: quello che è stato è stato, ora tutte le squadre devono dimostrare di avere imparato la lezione appresa durante i ritiri. I warm up matches, a questo punto, valgono poco. Lasciano importanti indicazioni, soprattutto per la sorprendente Italia di Belfast, ma il Mondiale è altra cosa. Lo sa benissimo Pierre Berbizier che ha mantenuto la promessa di mandare in campo la formazione migliore contro gli All Blacks nella partita di debutto, sabato 8 alle ore 14 allo stadio Velodrome di Marsiglia. Scelta azzeccata e sensata: per quanto partiamo sfavoriti, l’incontro con la Nuova Zelanda serve a dimostrare che gli azzurri hanno voglia di far bene e di giocare alla pari, non di interpretare il ruolo dell’agnello sacrificale. D’altra parte se il manager degli All Blacks, Graham Henry, manda in campo una signora formazione (attualmente sembrerebbe mancare nel XV iniziale il solo Rokocoko), perché Berbizier non deve fare lo stesso?
Tornano a suonare gli inni. Torna il grande rugby.
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