sabato 22 settembre 2007

Presunzione, orgoglio, resurrezione e ascensione ai quarti

SudAfrica - Tonga 30-25
C'è molto di irritante in Sud Africa - Tonga: l'attitudine sufficiente degli Afrikaner, il giovane professorino Barnes, arbitro molto english nel senso deteriore del termine, la piazzola vintage di sabbia di Andrè Pretorius che si mangia 4 penalty su 4.
Tonga gioca come sa e può, rischia di dimostrare una volta di più la validità del credo di Brett, che nel rugby la motivazione ("l'inno") conta più di tecnica e tattica.
Nella realtà la partita più che altro dimostra che nel rugby non si può scendere in campo con l'idea di giochicchiare: la gambetta tirata indietro significa rischiare non solo i fischi ma anche la sconfitta (oltre che farsi male).
Partita arruffata svogliata e priva di senso della panchina lunga, poi dei titolari sudafricani fino al 50', quando in meno di dieci minuti si svegliano, stiracchiandosi segnano le tre mete che gli mancano per il bonus, per poi tornare a ronfare; ottima l'attitudine volonterosa e spregiudicata dei tongani per tutto il match, che diviene addirittura eroica dal 70' quando a loro volta recuperano il punto di bonus grazie a due mete e un calcio.
Alla fine si ottiene un classico esempio di eterogenesi dei fini, un risultato eccitante da una partita irritante: Sudafrica vince con il bonus e chiude il discorso per il primo posto nel girone A, mentre Tonga ottiene quel punto di bonus difensivo che potrebbe dare alla sfida con l'Inghilterra di venerdì prossimo una prospettiva più intrigante.

Inghilterra - Samoa 39-22

E' una Inghilterra differente quella che scende in campo nel bel campo di Nantes; ci sono diversi cambi (tra gli altri, fuori i deludenti Catt e Farrell, Gomarshall mediano di mischia, Lewsley estremo, la coppia Barkley-Tait al centro e Cueto all'ala), ma la vera differenza la fa la presenza di Jonny Wilkinson in apertura.
Wilko in campo è un fattore intimidatorio per gli avversari, significa che ogni indisciplina sarà pagata a caro prezzo, ma porta anche morale, concentrazione e direction alla sua squadra; nemmeno ai tempi di Maradona "ne' su' cenci" si è vista una nazionale di vertice così "tossicamente" dipendente dal carisma di un solo giocatore.
L'Inghilterra parte concentrata, va in meta al primo minuto e si ripete al 31'; in mezzo un sacco di indiscipline samoane pagate 3 punti l'una, ma nonostante tutto questi ultimi non si fanno staccare.
Nel secondo tempo Samoa va in meta al 45' - siamo 26-22 per gli inglesi - aprendo una lunga fase di equilibrio. L'Inghilterra erode lentamente ma inesorabilmente le energie della mischia samoana, mentre questi ultimi mettono più volte in crisi le linee arretrate inglesi con lunghi calci seguiti da imponenti galoppate.
L'equilibrio viene rotto prova-a-dire-da-chi, da Wilkinson con un drop e una punizione attorno al 70'; poi capitan Corry al 75' e Sackey all'80' mettono a segno la seconda meta personale ciascuno e portano il bonus in cascina.
Importante vittoria dell'Inghilterra, il bonus afferrato all'ultimo secondo pareggia quello inopinatamente ottenuto dalla rivale diretta Tonga col Sudafrica; quel che conta è che s'è visto un bel progresso nel gioco e soprattutto nella confidenza, con Wilko in campo la nazionale della Rosa ci ha un suo perchè. Dopo la Francia di ieri, sono tornati in pista anche i detentori del titolo.

Argentina-Namibia 63 -3
Il solido risultato si commenta da sè; nessuno sconto alla Francia, come da regolamento del Torneo all'Argentina basterà un punto contro l'Irlanda per vincere il girone D.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Terribilmente solidi e sicuri del fatto loro, questi Pumas. Forse tutto ciò non basta per entrare nell'Olimpo Ristretto del Rugby, dove dare il massimo e giocare con intelligenza non può sempre compensare "the sheer talent", però ci sono vicini quanto mai nella loro storia.

Abr ha detto...

Sono già al quarto posto nel ranking mondiale Zamax, davanti alla Francia e a tutte le anglosassoni, dietro solo ai Sovrani dell'Olimpo, Nzl Aus e Za.

Interessante lezione anche per noi: l'Italia se la giocava alla pari con loro fino a3-4 anni fa, quando i loro dilettanti han cominciato a farsi esperienza nei campionati nobili d'Europa.Chissà che nel prossimo mondiale anche npi riusciamo a capitalizzare le esperienze dei nostri fuori Italia.

Ovvio che non basti, ci vogliono certe caratteristiche "nazionali" di base, come già convenivamo qualche commento fa.
Gli argentini hanno ad esempio successo anche in Nba: con i serbi e i baltici sono le uniche schiatte bianche (salvo eccezioni individuali) a non farsi intimidire fisicamente dai neri.

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