domenica 14 ottobre 2007

Vendette finali




Argentina 13 - 37 Sud Africa
Ci siamo. E’ la semifinale della vita per i Pumas, quella decisiva per il Sud Africa, l’unica tra le prime tre nazionali al mondo che può sfidare i detentori del titolo, i sorprendenti inglesi, nella grande finale di settimana prossima. E’ l’Argentina che ha battuto all’esordio la Francia, aggiungendo una nuova vittima alla sua lista dopo la vittoria contro l’Inghilterra a Twickenham nei test match autunnali dello scorso anno. E’ il Sud Africa al bivio: probabile che non saranno più Springboks dopo questo Mondiale, Jake White sarà alla sua ultima panchina, gli sviluppi "politici" nella federazione sudafricana non promettono granchè di buono in termini di continuità.
C’è la festa e c’è l’orgoglio al Saint Denis. Ci sono gli ingredienti per una partita tesa. Una partita da Mondiale.
Ping pong all’inizio. Da una parte e dall’altra ci si studia, cercando di calciare sempre fuori dal campo per evitare terribili ripartenze. Ma alla prima azione alla mano degli argentini, abili a conquistare il campo, si infila Fourie Du Preez che come una spia ruba la palla e vola vola vola verso la prima meta dell’incontro dopo sei minuti abbondanti. Montgomery, il fascinoso ciuffo biondo, trasforma: 7-0. E pensare che l’azione offensiva dei Pumas era inziata da un calcio poco calibrato di Butch James.
Poi il ping pong è a calci di punzione: prima Contepomi, segue ancora Montgomery: 10-3 al 11’. Sempre Contepomi può accorciare le distanze, ma la palla esce di un nonnulla. Frizzanti comunque i Pumas che cercano e trovano diagonali per oltrepassare la linea difensiva Boks. I quali provano sempre a studiare le contromosse. I Pumas prendono più rischi.
Nota interessante l’arbitro neozelandese Walsch che si rimangia le parole. Dice “advantage is over” e poi, su palla rubata da Ledesma, cambia idea. Gli argentini comunque ottengono un altro calcio di punizione per un tenuto di Steyn: Contepomi non sbaglia e accorcia davvero stavolta, 10-6.
E tu dici: Sud Africa mal tarati in campo? Allora ci pensa Habana: calcetto a seguire, defilato sulla sinistra, là dove non c’è copertura da parte dei Pumas. Meta e altri due punti dal piede di Montgomery: 17-3 al 31’. Bravo nell’occasione Steyn che con un passaggio lungo sposta completamente il baricentro del gioco arrivando dalle parti della freccia nera.
L’Argentina si danna l’anima, ci mette tutto quello che rimane nelle sue gambe. Gli Springboks sono calcolatori e, chiaramente, meglio organizzati a raddrizzare dalla propria parte l’evoluzione della partita. La psicologia sarà pure dalla parte argentina, nel senso che i bianco azzurri non hanno niente da perdere. Ma le forze sono per gli uomini degli altipiani.
Sul finire del primo tempo, Danie Rossow conclude con la terza meta la marea verde. Pichot passa ad Hernandez da una ruck, ma l’apertura arriva tardi su un passaggio lento, si lanciano alla caccia del pallone i corsari sudafricani che trovano la via per la segnatura pesante. Monty trasforma, 24-3. Su questo punteggio si conclude un primo tempo che gli argentini hanno provato a tenere, cercando di rimanere stretti agli avversari, ma con poche varianti di gioco e la stanchezza che incide sulla gestualità, come insegnano le basi del rugby. Gli Springboks sono solidi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Ottengono quello che vogliono ottenere per mettere al sicuro un incontro che potrebbe rivelarsi imprevedibile e lo fanno bene, servendosi dell’abilità con la quale esplorano orizzontalmente il campo. Se ne compiace anche l’australiano Eddie Jones, membro dello staff di Jake White in questo viaggio europeo. Come suggerisce Danny in un messaggio inviato qui in tribuna stampa: guarda il gatto con il topo… Gnam gnam!
Ed intanto il topo va vicino alla meta con Manuel Contepomi, il fratello minore dei due, in un quattro contro due che i Pumas si complicano terribilmente: alla fine però la prova televisiva pare dare ragione a Contepomi, con il fratello maggiore che trasforma un affare in famiglia, 24-13.E sempre il topo conquista un’altra rimessa su punizione perché gli Springboks faticano a digerire l’impatto con la prima linea dei Pumas.
Al 52’ Contepomi fallisce un piazzato distante dai pali che avrebbe cambiato un po’ le carte sul tappeto verde. Per quanto stanca l’Argentina prova a metterci il cuore e l’inerzia, mentre il Sud Africa medita tranquillo sul momento giusto per congelare la semifinale.
Al 70’ torna all’opera chioma bionda Montgomery: 27-13. Quattro minuti dopo, ancora Monty: 30-13. Allora Habana vuole far vedere che anche lui è ancora in campo, intercetta un pallone sulla linea dei propri 22 e corre filato per tutto il campo sotto i pali: 37-13.
E’ la conclusione della partite, non la resa dell’Argentina che ha dato tutto quello che poteva in questo Mondiale: ha battuto Francia, Irlanda e Scozia. E’ d’onore tra le prime quattro della scampagnata francese. Si sono esauriti con il Sud Africa che voleva questa finale e questa finale l’ha trovata contro l’Inghilterra, quella che aveva liquidato 36-0 nella fase a pool. Ma sarà tutta un’altra storia.
Nervi tesi sul finale tra Burger e Contepomi, con una giallo a Juan Smith per un inutile placcaggio alto a partita ormai conclusa. Gli va a fare compagnia Felipe Contepomi per una manata inutile ad un avversario. Le uniche note negative in una bella partita giocata da due squadre scese in campo con l’idea chiara di far bella figura.
Ne riparliamo allora tra una settimana, quando i Pumas si troveranno nuovamente di fronte alla Francia nella finale per il terzo e quarto posto, mentre il Sud Africa con l’Inghilterra. Si sono già conosciute in questo Mondiale. Ci sono vendette in ballo. E c’è la storia del rugby che, a suo modo, ci ripropone un pezzo di storia vera: la guerra anglo-boera. Roba di cento e passa anni fa, ma gli spiriti sono sempre gli stessi. Gli uomini sono quelli di allora con le loro divise addosso.

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