Here we are, ladies (?) and gentlemen
Preparate scudi e spade, indossate le armature e gli elmetti, lucidate gli stemmi e issate le bandiere: domani inzia la lunga battaglia del 6 Nations. Ricomincia l'eterna sfida nella Vecchia Europa, con nobili decadute e giovani speranze.
Ci saranno i cavaliere di san Giorgio, i dragoni gallesi, gli Scots, i figli d'Irlanda, i romanici italiani e i napoleonici francesi. Tutti a contendersi un pezzo di terra, un ovale oltre la linea di meta, anzi: saranno lì a gettare l'anima oltre l'ostacolo. Perché per quanto abbia ragione Munari - che dai tempi del Mondiali il 6 Nations è cambiato -, questo rimane un signor torneo.
Domani torniamo all'opera, a respirare il fascino della palla ovale, del rugby. Risuoneranno gli inni, le cronache racconteranno di tempi andati e di giocatori che sono ora nella gloria. Quella eterna. Con le loro cicatrici, con le loro orecchie a carciofo, i segni sulle gambe. L'orgoglio negli occhi.
Che rullino i tamburi, suonino le trombe e ci si disponga a ranghi serrati prima di scatenare l'inferno.
Andiamo a giocarcela.
4 commenti:
.. e gli inni che risuonano sulle facce comprese ed esaltate dei giocatori? What an emotion!
Si capisce che per un minuto gli viene il groppo in gola pure loro, saranno anch eporfessionisti ma non sono ancora del tutto corrotti - mica so' calciatori ;P
Guarda Danny, volevo scriverlo. Poi però mi è tornato in mente che durante il Mondiale avevo detto una cosa del genere e tu facesti un sorrisino piglia-in-giro... Ergo, vedi che poi torni sui miei passi ;)
Est modus in rebus, tal contenuto tal forma, c'è chi può e chi non può.
Ehhh la disciplina, il vero problema dei giovani ... ;)
Infatti, non mi sembra che tu ne abbia molta al momento :D
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