Impressioni (live) da Cardiff
Gli eterni incompiuti. Così sono sembrati agli occhi dello spettatore dalle tribune del Millennium gli azzurri di Nick Mallett. Ed occorre mettere in chiaro subito un paio di cose. Prima di tutto, il coach non ha colpe e guai a chi osasse tirare fuori la storia che l'Italia non è da 6 Nazioni. Chi me lo spiega allora l'entusiasmo della scorsa edizione dopo le vittorie su Scozia e Galles? Una passione presto svanita? Probabile, ma qui si tratta del mood classico degli italiani che sono pronti ad abbandonare la barca quando sta affondando, prima ancora di sapere se effettivamente l'imbarcazione affonderà.
Il XV sceso in campo a Cardiff era l'unico XV possibile con tutti i suoi limiti, ma anche con tutte le sue potenzialità. Nel primo tempo siamo stati noi a mettere alle corde i padroni di casa, come testimoniava non solo la quantità di gioco prodotta e la meta e mezza messe a segno, ma anche un'analisi tattica andata in onda la sera dopo su BBC Wales: nei primi quaranta minuti, per ogni placcaggio su un gallese, erano due gli italiani pronti ad anadare a conquistare l'ovale, mentre i difensori avversari arrivavano sul luogo del delitto con qualche attimo (di troppo) di ritardo. Il che significa come il nostro sia un gioco strutturato e ben congegnato. Un gioco che dura il tempo di una frazione di partita, come spesso abbiamo scritto su questo blog, e che necessita di ricambi come il rugby comanda. E che, purtroppo, al momento non sappiamo permetterci.
Poca concentrazione, Galles gasato al massimo, nervosismo e chissà che cosa hanno fatto il resto nei rimanenti 40 minuti. Quelli che sino ad ora hanno regalato al Galles il primo posto in classifica, basta ripassare le precedenti perfomance dei dragoni contro l'Inghilterra e la Scozia. E contro l'Italia, ci aggiungerei.
Gli spazi concessi dai nostri trequarti erano lampanti agli occhi dello spettatore al Millennium, presagio di un 34-0 che ha lasciato l'amaro in bocca. Poi ci si è messa la fatica, con il volume di placcaggi dei nostri, destinati alla difesa perenne. Placcaggi = fatica che monta = Shane Williams e compagni che sfuggono in velocità. Poi aggiungiamoci l'uomo in meno (Mirco Bergamasco) e la matematica non è più una opinione.
Ora che si fa? Questa è la domanda che vale oro. Contro la Scozia possiamo vincere, non ci piove. Contro di lei ci giochiamo il cucchiaio di legno. Contro la Francia a Parigi? Perdiamo? O perdiamo onorevolmente? O magari vinciamo? Chiaro che quest'ultima è davvero l'ultima delle ipotesi. Però questa è l'Italia di adesso: imprevedibile. Nel bene e nel male. Up and down.
Quanto al Galles, nulla di dire. Il socio mi prendeva in giro quando, durante il Mondiale, profetizzavo: dagli sguardi al momento degli inni si possono capire molte cose. Bene, sabato prima che entrassero in campo gli uomini di Gatland, si sono viste le fiamme da due dragoni a bordo campo, una standing ovation ha accolto Joe Calzaghe, campione di boxe italo-Welsh, e i cori alla Bread of Heaven hanno letteralmente eccitato l'ambiente. E la cosa importa, perché ormai è chiaro che quella è la Rugby Nation, ossia il luogo dove il rugby sta prendendo alcuni tratti caratteristici del calcio. Nel bene e nel male, anche in questo caso. A Cardiff ci credono e fanno bene, anche se il saggio Warren Gatland richiama alla calma e alla strategia del "un passo alla volta". E fa i conti in tasca: la differenza punti conta. Guarda caso, il Galles è quello con l'attivo migliore.
6 commenti:
.. e dagli con la leggenda metropolitana sugli inni: guarda che il primo a fare un post intitolato "Inni", uno dei primi del blog, e' stato il sottoscritto ...
Di' un po' socio, se faccio uno piu' uno mi vien da pensare male: tutta 'sta demonizzazione, la frequentazione degli ex miners gallesi e degli ancor peggiori aspiranti giornalisti italici ...
Non so come dirlo ... mica ti sarai preso la sinistrite lassu', vero? Parliamone, forse siamo ancora in tempo per far qualcosa ..
:)
ma io continuo ad essere molto perplesso di Masi all apertura, di Sole al posto di Zanni...Anch io come Borra (VDS LA META)avrei schierato Masi 1c,Galon estremo.Ma certamente la debacle è da imputarsi ad un calo generale (di concentrazione?)dopo il bel primo tempo i giornalai(è il caso di dirlo) che fanno polemiche sono per lo più persone che fino a ieri parlando di foothball americano lo chiamavano rugby...salutiamo!
Demonizzazione? Quale demonizzazione? Se è per via degli inni, io quel tuo post me lo ricordo molto bene perché era un gran posto, socio. Se è per il tono, la risposta sta nel commento di eraclix: i giornalai che fanno polemiche... Così va a finire che mi ritrovi a dare retta a ggente che ggià pretende di sapere dopo aver visto una partita.
Take it easy, la sinistrite non è roba che mi contagia.
Da domani torno il romantico conservatore 100%, I promise.
Masi 1c, dici Eraclix? E perche' non fullback (dove ha giocato anche ai mondiali se non ricordo male)? Galon lo terrei all'ala chiusa, il posto giusto per un mancino. E Marcato apertura. A questo punto ci serve un bel 14, Sgarbi puo' crescere ma adesso ...
Sole e' un flanker senza infamia e senza lode, preferirei anch'io veder cosa combina Zanni.
Per me, rara volta che concordo col socio, il calo generale azzurro fu dovuto all'avversario. Avvoltoi pronti a calarci addosso al primo mistake e poi a dilagare.
Ora con la Francia sara' molto piu' dura: 'sti qui contrariamente ai gallesi non premono tanto per impegnare, attendendo la falla avversaria; avete visto i galletti come attaccano da tutte le parti, e come non si tirano indietro dal gioco fisico?
I giornalai gli ne importa un fico del rugby, sono incavoled come La7 con l'Italrugby non per passione o patriottismo, ma perche' se vince gli fa vendere articoli e audience, se perde, nisba.
Noi invece qui ci scriveremmo addosso di rugby anche fossimo soli ...
Un flanker senza infamia e senza lode... Come me, insomma ;)
E come me ai tempi ... niente fisico, solo cattiveria e distintivo ;)
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