Super 14: I Crociati sbarcano in finale
Stando a Collins, terza linea All Black e Hurricanes, i Crusader erano prevedibili. Lo aveva detto prima della prima semifinale disputata questa mattina a Christchurch del Super 14. Ed infatti è finita 33-22 per i padroni di casa. Che non sono gli Hurricanes, ovviamente. I Crusaders accedono così nuovamente alla finale alla ricerca del loro settimo titolo, mentre i compatrioti kiwi si fermano di fronte ad una macchina ben congeniata, forse non al 100% di lucidità, ma comunque concentratissima quando il gioco si fa duro. A differenza di un anno fa, quando McCaw e soci vennereo asfaltati dai Blue Bulls di Pretoria, poi diventati campioni del torneo australe.
Partono bene gli ospiti che in due minuti aprono le marcature, con la complicità di un errore al calcio di Carter che poi si rifarà nel corso del match. L'ala Zac Guildford porta sul 5-0 i suoi. Ma sono i Crusaders ad avere il pallino del gioco in mano e sistemano le cose in poco tempo. Lo fanno proprio con Dan Carter che alla fine porta a casa 4 calci di punzione e le tre trasformazioni da altrettante mete, messo a segno dall'estremo McDonald (2) e dal flanker Read che da solo, con tre difensori Hurricanes aggrappati alla schiena, marcia negli ultimi cinque meti che lo dividono dalla meta. Una scena emblematica: si era sul 33-8 e gli Hurricanes non riuscivano a placcare. Cosa che non va bene nel rugby.
Alla fine è spuntato anche l'orgoglio degli ospiti, per onorare una stagione che comunque li ha visti arrivare fino alle fasi calde del torneo. Segnano Thrush e Tialata, quando non c'è più tempo per sperare in un miracolo che, comunque, difficilmente sarebbe riuscito.
1 commento:
Beh se fossero al 100% di lucidità i Crux sarebbero extraterrestri: quasi 80% di dominio territoriale (cioè riescono a risalire il campo giocando al piede anche con le impossibili ELV) e 33 (!) min. contro 6 nell'area dei 22 avversaria ...
Le ultime due mete dei canes sono state un cadeau a risultato acquisito.
Dici giustamente, i vincitori han tenuto il pallino della gara tranne nei primi minuti. Impressionanti in difesa, come si gettano tutti all'unisono nelle ruck, e in attacco, quando ognuno ha costantement eun paio di alternative di scarico. Impressionanti.
In sintesi: mentre i Canes sono "umani" e soprattutto individualisti e pur provandoci ogni tanto sbagliano, i Crux sono una macchina: si muovono tutti assieme come i Mongoli di Gengis Khan.
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