lunedì 1 settembre 2008

Addio al Sudafrica ...

... da parte di Percy Montgomery (in foto con la figlia), che ha annunciato il ritiro dagli impegni internazionali dopo 102 caps e il record di tutti i tempi di punti segnati. Addio dei Boks al TriNations: partite finite, titolo addio; addio pero' anche ai molti critici che avevano già decretato l'inglorioso tramonto dei Campioni del Mondo in carica.
La vittoria nella seconda partita del TriNations: Sudafrica - l'Australia all'Ellis Park di Johannesburg, 53-8, è la più sonante della storia; arrivata dopo una sola settimana dalla sconfitta tra i booh del pubblico di Durban per 27-15, rappresenta una provvidenziale boccata d'ossigeno per coach Peter deVilliers e tutta la squadra, nel suo irto cammino di ricostruzione post Jake White verso i Mondiali 2011 in terra avversa (Nuova Zelanda).
La vittoria per la dimensione che ha assunto non va minimizzata, ma va tenuto presente, come peraltro avevamo già sottolineato la scorsa settimana, di fatto questa partita non aveva alcun significato per i Wallabies.
Checchè si legga in giro, nessun Aussie nè qualsiasi scommettitore o appassionato minimamente wise poteva pensare che i Wallabies andassero a vincere facile la seconda di fila coi Boks, per giunta all'Ellis Park dove perdono regolarmente dal 1963.
Anche perche', a un solo punto di distanza in classifica dagli All Blacks, gli australiani dalla scorsa settimana erano ovviamente del tutto concentrati sull'ultima partita, che a questo punto e' una vera e propria finale , tra 15 giorni a Brisbane contro i neozelandesi.
La sorpresa quindi sta casomai nella dimensione della sconfitta rimediata con i sudafricani.

Le squadre schierate dai due allenatori sono determinate più dagli inevitabili infortuni di quasi fine stagione australe che non da cambi tattici: lato Boks Nokwe per Pietersen e Ndungane per Habana, più Mujiati pilone (e in panca il Dr. Jannis DuPlessis fratello di Bismark) per lo squalificato VanDerLinde; interessante infine il rientro in panca di Ruan Pienaaar al posto di Frans Steyn, non come mediano di mischia ma al solito utility back-apertura di rilievo.
Lato Wallabies abbiamo cinque cambi di titolari, di cui due per infortunio (Tahu al posto di Barnes e McMeniman al posto di Vickerman o Sharpe), coi leader quasi tutti schierati: Giteau Mortlock, Elsom, ma non Moore (Polota Nau entra come hooker) e G.Smith (Vaugh in campo).
Nessuno pare insomma minimizzare la valenza dello scontro, nè i Boks oramai tagliati fuori dalla vittoria del TriNations nè gli Aussie per i quali la partita non conta ai fini della classifica.
E ora la nuda cronaca:

Mete:
8
1
Pens: 1
1
Conv: 5
0
Drop: 0
0
Score: 53
8
South Africa
TRY 9 Min (Bekker)
CONV 9 Min (James)
TRY 11 Min (Nokwe)
TRY 25 Min (Nokwe)
PEN 30 Min (James)
TRY 35 Min (Nokwe)
CONV 35 Min (James)
TRY 44 Min (Jacobs)
CONV 45 Min (James)
TRY 49 Min (Nokwe)
TRY 68 Min (Pienaar)
CONV 68 Min (Montgomery)
TRY 78 Min (Ndungane)
CONV 78 Min (Montgomery)
Australia
PENK 5 Min (Giteau)
TRY 55 Min (Mitchell)

Un'ecatombe di otto mete Boks contro una punizione nel primo tempo e una meta non trasformata nel secondo per gli Aussie.
Una partita rimasta aperta per soli dieci minuti, quando ai tre punti di un penalty di Giteau e una quasi meta del pack australiano (Matt Dunning e ovale sono tenuti sollevati in area di meta), il Sudafrica ha risposto con due mete in due minuti da parte di Bekker e Nokwe.
Dopodichè l'Australia scompare, letteralmente schiacciata dalle terze linee Boks finalmente rampanti e dal loro stesso fiato corto, che spegne il loro punto di forza di quest'anno - la scrambling defense - e gli impedisce di dar sostegno: ai tentativi isolati di Tuqiri e ai calci up&under con cui Giteau, Ashley Cooper e Hynes tentavano di rispondere ai continui, imponenti calci per il guadagno territoriale dei padroni di casa, forse più assuefatti al gioco nell'aria rarefatta degli altipiani.

Del resto quando il possesso è troppo sbilanciato, la difesa prima o poi crepa e cede.
E' un po' il rovescio di quanto successo sabato scorso; ricorderete la significativa meta di Mortlock che slalomeggiò intonso tra centri e terze linee Boks, viene restituita da Pienaar in fotocopia in questa partita.
"Done and dusted" ha ammesso coach Robbie Deans tra i denti.
Nokwe segnerà quattro mete nella giornata: tutte fotocopia, spiegano il successo degli Springboks.
Sfondamento centrale veemente degli avanti in più fasi verticali, ruck a fissare il punto e assorbire la difesa affannata, subitanea apertura al largo, meta dell'ala veloce senza quasi venga toccata: che bello giocare con un punto di riferimento solido lì davanti!
Questa rinnovata "ricerca" del controllo del breakdown è il cambiamento più significativo nella tattica Boks rispetto alle precedenti performance. Deans nella sua analisi ha enfatizzato il ruolo delle seconde linee Boks (Bekker finalmente positivo e Matfield gioca invece di polemizzare con l'arbitro) che hanno guadagnato regolarmente le rimesse rubandone agli avversari (Polota Nau non ha sostituito degnamente Moore nei lanci), ma a nostro avviso si parte dalle prime linee, finalmente abili nel reggere gli skill e le furbetterie Aussie.
Se poi le terze sudafricane sono più confidenti e possono correre verticalmente senza vagolare più il campo (grande prestazione di Spies, ma anche Juan Smith e Schalk Burger finalmente sono all'altezza della loro fama), tutotil pack puo' finalmente offrire un punto di riferimento fisso a DuPreez, il vero regista e a tutto il resto della squadra.
A questo punto il Sudafrica puo' giocarsi con confidenza le sue opzioni: i grabber di DuPreez per le terze linee, le penetrazioni di DeVilliers (grande nella meta di Jacobs), gli up&under di Jantjes finalmente supportato (ottima la sua prestazione, qualche frettolosa sbavatura a parte).
Quanto alle ali, devono solo star lì ad aspettare il loro turno e attraversare il mar Rosso aperto per loro: persino Ndungane, convocato per gl'infortuni di Habana e Pietersen, riesce a segnare la sua prima meta internazionale.
Abbiamo sottolineato la differenza rispetto alle partite precedenti e' in fase offensiva; i Boks di fatto hanno sempre retto, episodi a parte, in fase difensiva, anche nelle loro recenti partite più brutte. Solo, non segnavano, e qualche segnale positivo al proposito l'avevano gia' fornito la scorsa settimana.
Non si tratta insomma di un "ritorno al passato" difensivista come si legge in giro, ma di un piccolo grande adeguamento in fase offensiva: meno corse a casaccio per il campo, più focus nell'area di breakdown in più fasi per assorbire bene la difesa avversaria, per poi rilanciare velocemente le ripartenze ad allargare, o gli up&under vòlti alla riconquista territoriale.

Resta da capire quanto lo schiacciante successo di tale adeguamento sia dovuto alla assimilazione sudafricana degli schemi di DeVilliers e quanto alla relativa demotivazione australiana; significativo un Mortlock così assente dal vivo del gioco.
Robbie Deans fa bene a minimizzare la portata di questa pur sonante sconfitta, focalizzando tutti i suoi alla sfida della vita con gli All Blacks tra quindici giorni in casa. Certo che le sconfitte sonanti, assieme agli infortuni (perso anche Dunning), ridimensionano psicologicamente oltre che fisicamente.
Lato sudafricano, il bilancio del primo TriNations post era White si chiude con luci ed ombre; due vittorie sonanti, una fuori casa con gli All Blacks e una storica contro i Wallabies, sono più che bilanciate da due sconfitte casalinghe e una esterna senza appello che li hanno eliminati da ogni ambizione di classifica. Il che, in una nazione che sportivamente campa solo di quello ed è afflitta dalla classica sindrome a noi ben nota del "siamo tutti coach" ...
Mentre Jake White soffriva in silenzio, il nostro Peter deVilliers, forte dell'endorsement dei politici neri, non le sta mandando a dire ai suoi (numerosi) critici, in patria e fuori. Sottolineando con il suo linguaggio immaginifico che tatticamente non si torna indietro e che non ci sono alternative all'equilibrio raggiunto sul suo nome.
"If they can become patriotic and believe in what's happening in South Africa.. and offer support (rather) than stomping on people who gave them hours and hours of joy last year and this year, we as a nation will grow much better".
Di fatto siamo solo agli inizi di un processo lungo 4 anni.
DeVilliers sta implementando un non facile tentativo di gioco più "espansivo" rispetto alla tradizione sudafricana, una inevitabile risposta alla nuove regole, ci vorrà tempo; contemporaneamente pero', per chi non l'avesse notato, la sua selezione è già stabile in termini di scelte nonostante risulti molto giovane: un pack di 23-24 anni di media (Spies, Bismark duPlessis, Mtawarira etc.), "accudito" da Juan Smith (28 anni), John Smit e Matfield (over 30).
Solo il tempo dirà se ha ragione, ma non sono molte le nazionali in grado di offrire così tanta esperienza ad altissimo livello a così tanti giovani tutti assieme.
Un bel "sei politico" per adesso al Peter non andrebbe negato.

2 commenti:

ringo ha detto...

Io non so che dire... ho visto solo il risultato e nient'altro...

Abr ha detto...

.. e allora nun dire niente, leggi :)

Ci son comunque fior di commentatori che fanno gran pezzi partendo sempre e solo dal risultato. E' la scuola calcistica.

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