Rugby continentale - update
Top 14, settima giornata: qui risultati commenti e classifiche.
A' vol d'oiseau: Biarritz con sei mete (due di Traille) si riscatta dal momento critico con un gran punteggio contro Montpellier che tien in panca Todeschini, Picamoles, Ollie Smith e Justin Marshall: rimandata la decisione di prendere in panca Eddie O'Sullivan, ex coach dell'Irlanda ultimamente visto a zonzo nei Paesi Baschi.
Vittorie da cinque punti per Stade Français contro Montauban (ultima meta di Mauro Bergamasco al 66', infortunio di Gasnier), Brive del magistrale Andy Goode (18 punti personali) coi Montois e appunto Biarritz, mentre Perpignan vince bene col Tolone sempre più distante dalle aspettative ma perde Tuilagi (braccio fratturato) alla vigilia della prova di Coppa col Bath. Risale Clermont in zona playoffs (17 punti e una meta di Brock James) andando a battere Bourgoin, Tolosa va a vincere a Castres (due mete di Kunavore - in foto - 13 punti di Skrela) ma perde Elissalde (coliche renali! Forse si dovra' operare) mentre la sorpresa del giorno è Dax che batte Bayonne; è la seconda vittoria di fila dei Landois nei simil-derby con vicini baschi dopo quella con Biarritz.
CLASSIFICA:
Le prime quattro: Stade Français p.31, Toulouse p.23, Perpignan p. 21, Clermont p. 20
Seguono: Bayonne p. 20, Montpellier p. 18, Biarritz p.17, Brive Montauban e Dax p. 14, Toulon p. 13, Bourgoin p. 10; Castres p. 8, Mont-de-Marsan p. 7
Super10 italiano: Calvisano stende Gran Parma a zero con due mete a testa di Forcucci, Nitoglia e Luke McLean (Mallett, guarda che gioca sempre estremo ...); a Treviso il rientrato Goosen vince la sfida a pedate contro Mercier del Petrarca grazie a due conversioni. Colpaccio di Viadana in casa dell'Overmach: in testa per tutto il primo tempo fino al 23-24, si fa superare dai padroni di casa al 41', ma riprende la testa al 60' grazie a una meta di Brancoli. Rovigo sconfigge la Capitolina a zero punti e Venezia porta a casa 4 punti importanti da Roma.
Dal nostro inviato Zamax riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Benetton Treviso – Carrera Petrarca Padova 34-15.
Partita inguardabile per quasi 70 minuti. Penso per una combinazione di vari motivi:
1) La volontà dei padovani di puntare ad una partita statica, se possibile, fidando nelle capacità balistiche di Mercier.
2) La volontà dei trevigiani di non sprecare troppe energie, visto che venerdì sera sono impegnati in Heineken Cup, e per di più in trasferta, a Perpignano.
3) Il rimaneggiamento di almeno un terzo della squadra trevigiana rispetto alla bella prova di Viadana, sempre per gli stessi motivi. Non che mancasse la qualità, tutt’altro, visto che per esempio al posto della mediana Picone-Marcato ha giocato quella sudafricana Goosen-Botes, ma cambiare troppo, improvvisamente, scombussola sempre un po’ la squadra. Si è sentita soprattutto la mancanza di un N° 8 a volte falloso ma sempre volitivo e intraprendente come Kingi (squalificato per il rosso di settimana scorsa, ndr).
4) La nuova regola che non permette di calciare in touche se si rientra o si passa l’ovale ad un compagno nei propri 22, una norma che quando si scende in campo da parte di ambedue le squadre con la riserva mentale di risparmiarsi o non rischiare, finisce per regalarci un ping pong rugby proprio per niente bello da vedere: a metà del primo tempo il pubblico spazientito ha cominciato a fischiare non dico imbufalito ma quasi.
Insomma, come nel calcio, quando si incomincia a “non giocare” poi è difficile riprendere a “giocare” nel corso del match. Per due volte, nel primo tempo, Treviso ha preferito calciare due punizioni (una volta sbagliando da posizione molto laterale), invece di ripartire palla in mano da posizioni prossime all’area di meta (nell’occasione del calcio sbagliato la Benetton era pure in superiorità numerica per l’espulsione temporanea di Little!). C’era un clima irreale, come se non si stesse “realmente” giocando. Poi negli ultimi dieci minuti è successo di tutto. Sotto di tre punti, per la forza della disperazione Treviso ha cominciato a muoversi:
1) Ha trovato i tre punti del pareggio con un calcio di Goosen.
2) Padova si è trovata in inferiorità numerica per l’espulsione temporanea di Ansell.
3) Il giovanotto di belle speranze Sgarbi, subentrato ad un Galon impalpabile come tutto il resto della squadra, ha fatto il fenomeno. Me lo ricordavo piuttosto grezzo, il ragazzone montebellunese, un giocatore potente dalle lunghe leve, temibile nelle progressioni come certe ali di stampo anglosassone. Ricevuta la palla da Williams all’altezza dei propri 22 metri è partito dritto lungo la linea dell’out a non più di mezzo metro dalla linea bianca, accompagnato all’interno dal folletto australiano. All’altezza di metà campo, affrontato da uno dei tutti neri nostrani, invece di passare a Williams, ha fatto una finta, una mezza finta, una finta quasi impercettibile, insomma forse neanche una finta, ed è passato regale, sorprendendo un po’ tutti, nel corridoio di non più d’un metro tra il tutto nero e la linea laterale. Solo con l’arrivo di un nuovo avversario ha passato la palla a Williams lanciato in meta, che a quel punto non aveva più davanti a lui giocatori del Petrarca, e uno come lui lo prendi solo se parte ad handicap, e non solo in Italia. Poi il signorino Sgarbi si è concesso pure il lusso di segnare una metà per conto proprio, alla fine di un’azione manovrata dei trevigiani, anche qui resistendo però prima con apparente facilità alla carica di un avversario che voleva spingerlo oltre la linea laterale. Infine il rotondetto e peperino tallonatore Vidal, vivace col pallone tra le mani quanto sciagurato nei lanci delle touche, ha voluto schiacciare in meta di forza una palla che poteva comodamente passare a qualche altro suo compagno.
Un’ultima cosa. Si comincia a capire perché Fraser Waters è un grande giocatore. Pur se non appariscente, sbaglia pochissimo per non dire mai; scelte giuste; un collante per tutta la squadra. Placca più per destrezza e lucidità che per furore agonistico. Insomma tanti piccoli mattoncini che uno sull’altro fanno prestazioni sempre positive. Non so se si possa spiegare solo con questo la solidità difensiva dimostrata dai trevigiani finora (soltanto due mete subite in quattro incontri), però in parte certamente sì. Vedremo venerdì sera quanto su questa si potrà fare affidamento alla prova del nove in campo europeo.
7 ottobre 2008 22.41
CLASSIFICA:
Le (solite) prime quattro: Benetton 17p, Overmach e Viadana 15p, Calvisano 13p;
Seguono Rovigo 10p, Olimpic Roma e Petrarca 8p, Venezia 6p, Gran Parma 4p, Capitolina 0.
Ora tutti i campionati sono fermi fino al 25 ottobre per le Coppe Europee.
2 commenti:
Benetton Treviso – Carrera Petrarca Padova 34-15. Partita inguardabile per quasi 70 minuti. Penso per una combinazione di vari motivi:
1) La volontà dei padovani di puntare ad una partita statica, se possibile, fidando nelle capacità balistiche di Mercier.
2) La volontà dei trevigiani di non sprecare troppe energie, visto che venerdì sera sono impegnati in Heineken Cup, e per di più in trasferta, a Perpignano.
3) Il rimaneggiamento di almeno un terzo della squadra trevigiana rispetto alla bella prova di Viadana, sempre per gli stessi motivi. Non che mancasse la qualità, tutt’altro, visto che per esempio al posto della mediana Picone-Marcato ha giocato quella sudafricana Goosen-Botes, ma cambiare troppo, improvvisamente, scombussola sempre un po’ la squadra. Si è sentita soprattutto la mancanza di un N° 8 a volte falloso ma sempre volitivo e intraprendente come Kingi.
4) La nuova regola che non permette di calciare in touche se si rientra o si passa l’ovale ad un compagno nei propri 22, una norma che quando si scende in campo da parte di ambedue le squadre con la riserva mentale di risparmiarsi o non rischiare, finisce per regalarci un ping pong rugby proprio per niente bello da vedere: a metà del primo tempo il pubblico spazientito ha cominciato a fischiare non dico imbufalito ma quasi.
Insomma, come nel calcio, quando si incomincia a “non giocare” poi è difficile riprendere a “giocare” nel corso del match. Per due volte, nel primo tempo, Treviso ha preferito calciare due punizioni (una volta sbagliando da posizione molto laterale), invece di ripartire palla in mano da posizioni prossime all’area di meta (nell’occasione del calcio sbagliato la Benetton era pure in superiorità numerica per l’espulsione temporanea di Little!). C’era un clima irreale, come se non si stesse “realmente” giocando. Poi negli ultimi dieci minuti è successo di tutto. Sotto di tre punti, per la forza della disperazione Treviso ha cominciato a muoversi:
1) Ha trovato i tre punti del pareggio con un calcio di Goosen.
2) Padova si è trovata in inferiorità numerica per l’espulsione temporanea di Ansell.
3) Il giovanotto di belle speranze Sgarbi, subentrato ad un Galon impalpabile come tutto il resto della squadra, ha fatto il fenomeno. Me lo ricordavo piuttosto grezzo, il ragazzone montebellunese, un giocatore potente dalle lunghe leve, temibile nelle progressioni come certe ali di stampo anglosassone. Ricevuta la palla da Williams all’altezza dei propri 22 metri è partito dritto lungo la linea dell’out a non più di mezzo metro dalla linea bianca, accompagnato all’interno dal folletto australiano. All’altezza di metà campo, affrontato da uno dei tutti neri nostrani, invece di passare a Williams, ha fatto una finta, una mezza finta, una finta quasi impercettibile, insomma forse neanche una finta, ed è passato regale, sorprendendo un po’ tutti, nel corridoio di non più d’un metro tra il tutto nero e la linea laterale. Solo con l’arrivo di un nuovo avversario ha passato la palla a Williams lanciato in meta, che a quel punto non aveva più davanti a lui giocatori del Petrarca, e uno come lui lo prendi solo se parte ad handicap, e non solo in Italia. Poi il signorino Sgarbi si è concesso pure il lusso di segnare una metà per conto proprio, alla fine di un’azione manovrata dei trevigiani, anche qui resistendo però prima con apparente facilità alla carica di un avversario che voleva spingerlo oltre la linea laterale. Infine il rotondetto e peperino tallonatore Vidal, vivace col pallone tra le mani quanto sciagurato nei lanci delle touche, ha voluto schiacciare in meta di forza una palla che poteva comodamente passare a qualche altro suo compagno.
Un’ultima cosa. Si comincia a capire perché Fraser Waters è un grande giocatore. Pur se non appariscente, sbaglia pochissimo per non dire mai; scelte giuste; un collante per tutta la squadra. Placca più per destrezza e lucidità che per furore agonistico. Insomma tanti piccoli mattoncini che uno sull’altro fanno prestazioni sempre positive. Non so se si possa spiegare solo con questo la solidità difensiva dimostrata dai trevigiani finora (soltanto due mete subite in quattro incontri), però in parte certamente sì. Vedremo venerdì sera quanto su questa si potrà fare affidamento alla prova del nove in campo europeo.
Tnxs Zamax, pubblicato! :)
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