Orgoglio e passione gallese
Millennium Stadium, Cardiff: Wales 21 (mete di Shane Williams e Lee Bryne; Stephen Jones: 2 punizioni, 1 drop, 1 conversione) - Australia 18 (mete di Mark Chisholm e Digby Ioane; Matt Giteau: 1 punizione, 1 drop, 1 conversione)
Galles: 15 Lee Byrne, 14 Mark Jones, 13 Tom Shanklin, 12 Jamie Roberts, 11 Shane Williams, 10 Stephen Jones, 9 Gareth Cooper, 8 Andy Powell, 7 Martyn Williams, 6 Ryan Jones (c), 5 Alun-Wyn Jones, 4 Ian Gough, 3 Adam Jones, 2 Matthew Rees, 1 Gethin Jenkins.
Rincalzi: 16 Richard Hibbard, 17 John Yapp, 18 Luke Charteris, 19 Dafydd Jones, 20 Martin Roberts, 21 James Hook, 22 Andrew Bishop.
Australia: 15 Drew Mitchell, 14 Peter Hynes, 13 Ryan Cross, 12 Stirling Mortlock (c), 11 Digby Ioane, 10 Matt Giteau, 9 Luke Burgess, 8 Richard Brown, 7 Phil Waugh, 6 Hugh McMeniman, 5 Nathan Sharpe, 4 Mark Chisholm, 3 Al Baxter, 2 Stephen Moore, 1 Benn Robinson.
Rincalzi: 16 Adam Freier, 17 Matt Dunning, 18 Dean Mumm, 19 George Smith, 20 Sam Cordingley, 21 Quade Cooper, 22 Lote Tuqiri.
Al posto del Socio, fine intenditore ed estimatore del movimento Gallese, diciamo la nostra sulla grande sfida del Millennium.
Tutto sommato la rottura dell'equilibrio perfetto tra le due squadre sta in un calcio di punizione (due mete, un drop e una conversione a testa, due calci piazzati gallesi contro uno). Nella realtà i Wallabies sono stati superati dalla passione mai doma e dall'orgoglio della squadra di casa, amplificati da quelli del pubblico del Millennium.
Non solo passione ma anche gioco: i Rossi mostrano fin dall'inizio un atteggiamento unico in Europa, autenticamente da Test Match, fatto di ritmo, affiatamento, aggressività a viso aperto: così diverso dall' "andamento lento" irlandese, dal freno a mano tirato francese, dai buoni progressi senza brillii scozzesi, dalla grinta ma sotto l'orgoglio niente inglese, dallo sconcerto italiano perchè gli altri vanno avanti e noi invece fermi a santa mischia chiusa.
Certo che davanti i Gallesi non ci sono degli sprovveduti: l'Australia è la squadra più esperta e "cinica" del Pianteta, sono quelli che ti lasciano giocare ma poi t'infilano alla prima opportunità, ecco perchè alla fine la differenza non la fa il gioco spumeggiante dei Rossi ma il "desire" mostrato di ribaltare il recupero Aussie del primo tempo e di resistere con ordine agli ultimi veementi assalti.
Okkei, tutto questo è senno di poi.
Guardiamo piuttosto alla cronaca di una partita equilibrata, segnata fin da subito dagli episodi.
Il primo: pronti via primo attacco gallese, al secondo minuto "palla uomo" dal mediano Gareth Cooper al colosso Jamie Roberts su cui piomba Stirling Mortlock. Zuccata epocale e ci rimette decisamente l'Australia che perde il suo carismatico capitano, sostituito dal diciannovenne utility Quade Cooper oimè noto a noi italiani. Il solido centro gallese invece rientra dopo due minuti e regge per altri quindici, uscendo poi per "mal di testa": gli scopriranno una frattura composta del crano dal setto nasale all'orbita ("mai visto niente di simile", dirà il medico gallese).
Il secondo episodio avviene dopo due minuti, al successivo possesso gallese: bell'avanzamento fatto di ruck veloci e di improvvisi allargamenti, fino a quando Shane Williams penetra a centrocampo e dà offload a Lee Byrne; serpentine, altroscarico a Bishop sostituto temporaneo di Roberts fermato a due metri dalla meta; setup, apertura rapida a destra di Stephen Jones e meta facile al largo dell' Irb Player of the Year che aveva dato il la all'azione spettacolare.
5-0 e l'Australia non si scompone, gioca molto tattico a tenere lontani i gallesi, questi rispondono con verticalizzazioni, ruck e aperture veloci ripetute ad libitum fino a quando non si trova un buco, un gioco entusiasmante che esalta il pubblico.
Lo schema gira fino al 13', quando Chisolm s'infila e ruba palla su rimessa gallese a metà campo portando i suoi 110 kili fino in meta, alla faccia di mediani estremo e centri gallesi già tutti pretenziosamente schierati avanti e al largo.
5-7, partita in mano ai cinici Aussie che come al solito non perdonano il benchè minimo errore.
La partita riprende più equilibrata rispetto a prima: i gallesi accusano il colpo ma senza demordere, gli Aussie si fanno sotto non solo col gioco tattico ma anche con la supremazia in rimessa laterale, da cui ripartono anche loro verticalizzando e aprendo veloce al largo, ma a differenza dei Rossi solo quando sono nella metacampo gallese.
Dopo dieci minuti Giteau piazza un raggelante drop. 5-10; siamo al solito dejà vu di questo novembre? Sembrerebbe di si, infatti di lì a un minuto il Galles rischia di subire una ulteriore meta con Ryan Cross fermato sui 5 metri dall'ultimo uomo.
Forse è questa la svolta della partita.
La forza di questo Galles è di non smarrirsi, insistono col loro gioco entusiasmante ma dispendioso e alla fine ci rimediano un bel guadagno: espulsione temporanea di Moore per fallo professionale in ruck e calcio piazzato sotto i pali. i 8-10 e partita riaperta.
Giteau ottiene subito un importante piazzato ma lo sbaglia; all'azione successiva Lee Byrne va in meta, grazie allo "schema unico" gallese sopra descritto, che lo lancia in un buco aperto dal solito Shane Williams: 15-10 alla fine del primo tempo, il Galles sa sfruttare la superiorità numerica e se la gioca alla pari con i numeri tre del mondo.
Il secondo tempo è un inseguimento a distanza che mantiene vivissima e bellissima la partita: piazzato di Giteau, 15-13; drop di Stephen J. e penalty dopo due sbagliati, a dieci dalla fine il Galles guida 21-13.
Potrebbero gettare il cuore oltre la barricata e cercare quegli ulteriori 7 punti che gli consentirebbero di scavalcare l'Argentina e collocarsi inopinatamente al quarto posto del ranking mondiale? Tutto il contrario, debbono lottare fino alla fine - com'era giusto in una partita del genere - per mantenere il risultato ( e il quinto posto nel ranking davanti agli inglesi): al 78' arriva la meta di Digby Ioane, con Giteau che calcia via al volo la trasformazione per guadagnare qualche secondo di gioco che non servirà a nulla.
Grande partita al Millennium, Galles in grande spolvero e assolutamente davanti a tutte le altre Boreali, unica squadra del Sei nazioni a battere nei Test di Novembre una delle TriNations.
Australia al solito pericolosa come un serpente a sonagli; forse a differenza degli All Blacks priva di rincalzi al livello di tutte le sue star (vedi Mortlock stasera). Li rivedremo ancora mercoledì alle prese coi Barbarians.
2 commenti:
Grandi i gallesi; purtroppo per loro non sanno che la settimana prossima a far saltare il banco in casa degli Ospreys arriviamo noi di Treviso, appena reduci dal memorabile scippo con destrezza in casa dei bersaglieri, a coronamento di un'azione finale durata cinque minuti di fila, con decine di fasi, che neanche i Tutti Rossi in their wildest dreams...
In bocca al lupo ;)
L'unica speranza è che, non essendoci Gatland il sergente di ferro, capiti come ogni tanto succede ai celtici, che si adagino a rimirarsi il bellissimo ombelico loro. Solo a esser capaci di cogliere l'attimo...
Non si può nemmeno pensare, okkei soffriremo da loro, ma in casa nostra sarà un covo dei lupi: di solito il pubblico più caciaroso in casa nostra è il loro ... poi dice che il movimento è asfittico :(
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