mercoledì 24 dicembre 2008

"A cautious yes" dai celtici (ma soldi in mano)

Gordon McKie è il direttore della Scottish Rugby Union. Può andar fiero del lavoro svolto negli ultimi tempi con la sua Federazione: riduzione del debito con le banche da 24milioni di sterline a 15, nazionale e due club/selezioni resi molto più competitivi del recente passato, sponsor in grado di garantire un futuro sereno al movimento.
Nella sua ulteriore posizione di Director del Celtic Rugby, l'organizzazione che cura la Magners Celtic League, ha detto la sua sull'argomento che sta a cuore ai rugbisti italiani.
"A degree of caution is required," ha dichiarato. "Talking as a director of Celtic Rugby, I know the league has asked the Italian federation for a proposal that needs to address three things. These are the structure of the season, what they bring in terms of sponsorship and what is their position over broadcasting".
Ho sempre gradito l'andar dritti al sodo degli anglosassoni: un tema è organizzativo (in soldoni, numero di squadre e di partite da giocare), due sono "monetari": sponsor aggiuntivi e diritti tv. Con buona pace di tradizioni, campanili, romanticismi e accademie.
Mr.McKie aggiunge, sempre per esser chiari: "You can be sure that Scotland, Wales and Ireland will not be willing to see the same cake cut four ways when it is currently three. They have not come back with answers".
Capito? La loro torta (di diritti tv) non si tocca, cosa che per noi non rappresenta un obiettivo ma che ci implica ulteriori oneri; siamo tenuti a fornire risposte su questo prima di tutto e in più cosa gli portiamo in dote in termini di sponsorship, audience, pubblico pagante etc. . Loro cortesemente ci aspettano al varco: senza risposte chiare di entrare in Celtic League non se ne parla.
Una volta chiarite per bene le premesse e settate le corrette aspettative, arriva la parte positiva da McKie:
"From a rugby perspective, though, it could be good for the Celtic League to broaden it and it might allow us to create a more exciting format than has been the case. So on the whole it is a cautious 'yes' to the idea and we are interested in talking to them as soon as they produce the information we have asked for. I'm sure we would be happy to welcome them if we can overcome the issues.
"

Altre fonti "celtiche" confermano la visione possibilista ma pregiudizialmente vincolata al tema economico, rendendosi conto del "filtro" che ciò comporta per gran parte dei club nostrani: "... Celtic League officials will demand 8milion euro guarantees from each new side that may be a stumbling block for some existing sides".
Per questo ed altri motivi organizzativi usano il loro buon senso per darci l'ottimo suggerimento di "scaglionare" la nostra partecipazione in due fasi: "It is hoped that Italian representation can be in place by next season with two clubs or representative sides laying the foundation for two more in time for the 2010-11 season".
Tra l'altro, da intenditori di rugby, i celtici hanno una visione lievemente sprezzante di Selezioni all'italiana : "... similar to the Romanian select XV Bucuresti Oaks that competes in the European Challenge Cup".
In compenso, sempre da intenditori, hanno una visione obiettiva nei confronti dei nostri club, migliore di quella di molti aborigeni nostrani: ".. Treviso and Calvisano (have) being routed in the Heineken Cup but Padova and Viadana showing the potential to qualify for the knock-out stages of the European Challenge Cup".

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