La Francia si vendica con l'Italia di legno.
Roma, Stadio Flaminio: Italia 8 - 50 Francia
Ai francesi non rimaneva certo molto da pretendere da questo torneo dopo la scoppola che si sono dovuti portare a Parigi da Twickenham. L'Italia idem, se non altro che c'era di mezzo l'orgoglio per un brutto 6 Nazioni. Splende il sole sul Flaminio ma pioveranno per tutti gli 80 minuti le mete dei galletti che decidono di alzare la cresta con gli azzurri, le vittime sacrificali e i poveri malcapitati che ci mettono del loro per peggiorare la situazione.
Gli uomini di Mallett inziano forte, cercando di mettere sotto pressione una Francia un po' sorniona e scomposta, ma ad aprire le marcature è il mediano di apertura d'Oltralpe, Morgan Parra. Un po' sorniona, ma la sensazione è che sarà una Francia pure cinica.
C'è il vento che fa le bizze. E dopo 10' minuti il vento gira in campo, nel senso che la Francia prende confidenza e punta dritto agli spazi lasciati liberi dall'Italia con una veloce serie di passaggi che puntano alla cosiddetta "fisarmonica" alla Vittorio Munari: allargare e stringere il campo. I nostri rincorrono e cavalcano con poche palle in mano. Parra al 15' replica con un altro piazzato: 0-6. L'occasione per accorciare ci sarebbe la punizione dal piede di Marcato tre minuti più tardi, ma la palla esce. Al 22' invece fa centro.
Il problema è che gli azzurri si limitano a giochicchiare e a non costruire, la Francia invece sa quello che vuole. L'azione della meta lo mette in chiaro.
Il bel (?) gioco dura poco - Calcio francese, Griffen e Marcato danno un'occhiata al pallone che scende, nessuno avvisa il mediano di mischia che sta arrivando sparato Jauzion che salta in cielo, ruba l'ovale ed ora il possesso è francese nella nostra metà campo. Palla ad uscire, finché non arriva a Chabal che decide di levarsi parecchi sassolini dalla scarpa: invece di essere placcato, è lui che va a placcare correndo con la palla in mano Griffen e Mirco Bergamasco e non lo ferma più nessuno. Schiaccia in meta, Para non sbaglia un colpo: al 27' è 13-3 per la Francia.
L'Italia finisce qui. Thrin-Duc ha tutto lo spazio che vuole, da azione di rimessa, per andare subito in meta, stavolta senza conversione: al 29' è 18-3 per i galletti.
La Francia ci fa girare come fossimo una bambola - E' una presa in giro: si riparte, palla alla Francia, altro calcio up and under e non la piglia Griffen, ma di nuovo il francese Medard, arriva Dusatoir che serve nuovamente l'ala: meta + calcio di Parra, al 32' è 25-3 per la squadra di Lievremont che gioca a rugby.
Gli italiani si limitano a dire che c'è un in avanti in occasione del primo tocco su Griffen, ma non è una giustificazione tattica: gli azzurri erano in grande ritardo nel ricomporre la linea di partenza sull'aggancio, poi non arrivato, del nostro mediano.
Tre mete in sei minuti: nemmeno il più tecnologico dei live scoreboard può tenere botta.
Impressionante, a parte la performance di Chabal, come i francesi riescano sempre ad andare oltre il placcaggio e a stare in piedi quel tanto che basta per attendere un sostegno. Le basi di questa disciplina che, purtroppo, la nazionale italiane ha dimenticato di ripassare nel 6 Nations 2009.
Secondo tempo - Al ritorno dagli spogliatoi, l'Italia rimane lì, mentre la Francia no e dopo due minuti Heymans va in meta: al 42' è 32-3 per i blues. Cinque minuti e Parra segna di nuovo da un calcio di punizione.
Dio piacendo questo torneo è giunto all'ultimo capitolo.
La Francia va di nuovo vicinissima alla meta con Fritz, ma è Sergio Parisse a spingerlo fuori dal campo al momento più propizio e il numero 8 transalpino non può schiacciare in meta. Non c'è storia, gli azzurri vanno alla ricerca del sussulto di orgoglio, ma se c'è l'intenzione, manca del tutto l'organizzazione per proseguire. Tutta manna dal cielo per i nostri avversari.
L'arbitro irlandese Alain Rolland al 55' concede una meta un po' così a Nallet che raccoglie l'ovale da una ruck sulla linea di meta nostra e la appoggia in area. Difficile capire quanto sia valida. Non c'è più Parra, ma Michalak a calciare: la prima non è buona, punteggio sul 40-3.
Parisse e la seconda meta azzurra in tutto il torneo - Finalmente c'è gloria anche per l'Italia alla ripresa del gioco, con Sergio Parisse che conclude una bella azione di Andrea Marcato che con un calcio supera la difesa avversaria, poi agguanta il pallone, serve il capitano: è 40-8 per i francesi, la conversione di Marcato si ferma sul palo.
Al 68' sono 97 i placcaggi degli italiani, 50 quelli dei francesi.
Oramai nemmeno Rolland fa più il giudice di gioco e non fischia un passaggio in avanti del nuovo entrato Bastareaud a Michalak che poi serve Heymans che va in meta: 45-8.
A parte gli errori di Rolland, l'azione indica il cervello spento dei nostri: McLean dai 22 calcia malissimo in touch con tutto lo spazio a sua disposizione. Dalla rimessa parte la nuova folata viziata dal fallo di Bastareaud.
75': ottava meta per la Francia con quella di Malzieu. E' 50-8.
Finisce come doveva finire: il cucchiaio di legno 2009 è dell'Italia, in grado di risollevare la testa solo contro il Galles una settimana fa. Ci sarà tanto da dire, ancora tanto da discutere, dalle scelte azzardate di Mallett al debutto contro l'Inghilterra alla partita che ha segnato la nostra condanna con la Scozia.
(QUI gli highlights BBC)Mismatch - come da foto sopra (by Abr)
Uno scuornatissimo presidente Dondi lamentava a fine partita "li abbiamo lasciati giocare". Nella realta' esiste un termine ben preciso anglosassone per descrivere cos'e' successo al Flaminio: "to be outplayed", si dice quando qualcuno ti batte spiazzandoti, infilandoti d'incontro per usare un termine pugilistico. Indipendantemente dal fatto che ti sia superiore sul piano tecnico individuale (come nel caso in questione) oppure no.
Bastano un paio di numerelli statistici a descrivere la situazione.
Nel primo tempo la presenza nelle metacampo e' stata all'incirca pari tra le due squadre (19min40sec a testa circa), peccato che il possesso palla sia stato di 20min53sec per la Francia e di miseri 5min48sec (!!) per l'Italia.
Vale a dire che siamo stati si' di la' ma senza giocare, anzi restituendo velocemente il possesso. Non tanto per via degli errori come nelle prestazioni precedenti (ne abbiamo fatti 16 contro 18 francesi, 4 turnover vinti contro 5 avversari) quanto coi calci (32 possessi italiani calciati, il 20% dei nostri). Dato che siamo prevedibili, ci aspettavano al varco: han ringraziato dei regali che NON ci hanno restituito (han calciato 25 volte, il 12% dei loro possessi), sono ripartiti (23 drive da ruck contro 5 nostre), ci hanno allargati (la fisarmonica di cui parla il Socio) e finalmente ci hanno infilati.
Nel secondo tempo abbiamo sistemato il possesso (in lieve vantaggio nostro) ma a quel punto loro, forti del vantaggio acquisito ci hanno inchiodati nella nostra metacampo (31min11sec dalla nostra parte contro 15min33sec nella loro).
E' tutto qui: qualcuno ha preparato la gara meglio di qualcun altro. Piuttosto, quello che nessuno s'aspettava dopo il Galles e' trovare italiani proni agli eventi negativi, privi di carica, assolutamente incapaci di reagire.
A fronte di tale rassegnazione cosmica dei nostri (come scrive anche Planet Rugby, non si vince mai se il primo a non crederci e' il tuo allenatore), gli episodi divengono fatali.
La prima meta si poteva ancora catalogare come fatalita': Griffen salta meno di Jauzion e Chabal sfonda, questi sono fatti noti; certo che la seconda linea di difesa ...
La seconda meta invece grida vendetta al cospetto degli dei: esattamente la stessa meccanica, persino come posizione di campo, di quella segnata in prima fase da Danielli in Italia Scozia. Buco nella "coda" della rimessa tra Bergamauro e McLean, ridicoli la capacita' di recupero e i placcaggi della seconda linea di difesa (Griffen, Rubini): errare e' umano, perseverare ...
Le ultime due mete (Medard seconda e Malzieu) fanno parte del "garbage time", quelle parti di gara in cui non c''e piu' nulla da dire e da fare. Altro "regalo" e' quello al 42' di Bergamauro (pessimo) a Heymans: calcetto rasoterra, modo infantile di cadere in trappola contro la difesa rovesciata invece di andare a contatto e settare il piece. Nella propria metacampo per giunta: chiaro che i nostri "pensano" troppo e han paura di sbagliare, invece che lasciar pensare i muscoli e giocare (anche) per divertirsi.
Ci stanno anche ben tre mete regalate ai Galletti dall'ineffabile e distratto Rolland: due chiari passaggi in avanti nella prima di Medard e in quella finale di Malzieu, piu' quella del pack attribuita a Domingo (Kaplan che e' pignolo ma sa le regole, aveva negato una meta identica a Harinordoquy contro il Galles: fin che l'ovale e' dentro una ruck lo puoi solo tallonare, se lo prendi in mano e' "hands in ruck" e punizione contro).
Tant'e' , avrebbero vinto con quattro mete a una invece che sette.
Alla luce di queste considerazioni non si salva nessuno degli arrendevoli e confusi nostri, nemmeno Parisse con quei passaggi dietro la schiena dai nostri 22m degni di miglior causa. Marcato, friabile ultimo baluardo, fa vedere l'unico brillio con quel calcetto al 56' recuperato e successivo offload dal perfetto timing a Bergamauro che lancia in meta Parisse; Zanni mette in mostra la sua buona volonta', qualche bella palla rubata in ruck e un in avanti che spegne la nostra migliore iniziativa a fine primo tempo; Ghiraldini ancora una volta fa funzionare mediamente bene la rimessa (2 perse 11 prese, 1 a 7 quelle francesi) ma nulla piu'.
Nessuno merita ulteriori segnalazioni se non negative (Rubini si fa bere in velocita' da Trinh Duc, Bergamauro spento, prime e seconde a sacrificarsi in ruck e basta, Griffen come gia' detto fa il supplente, Pratichetti il precario, Canale coi suoi calcetti del cavolo a regalar possessi; persino Mirco oggi vagola confuso per il campo; e un'ala sul lato chiuso nella meta di Malzieu, dov'era, mentre l'estremo si toglie per non rischiare di farsi male?).
Una pero' in particolare che mi rimane nella strozza la dico: McLean a un certo punto l'avrei voluto picchiare (in modo figurato s'intende; anche se in quel momento, sentite le mie urla, sono arrivati tutti a chiedermi se m'ero fatto male).
Aldila' dei suoi vari errori (i due calci iniziali del 6-o francese sono due tenuti suoi in fila, la meta "decisiva" di Trinh Duc al 27' e' segnata dal "suo" uomo, etc.etc.), ho visto tutto il nostro Torneo riassunto nel momento in cui, dopo tanta fatica per ottenere una rimessa ai 5metri e tre quattro buone fasi in pick&go, t'arriva palla a lui e chettifa' ?
Invece di attaccare la linea o passare a un centro come si fa dal Trofeo Topolino alla Web Ellis Cup, 'sto figlio di un estremo calcia ... maddove se stavamo sui 5m? Calcia dentro all'area di meta .... Ma che e', basket, andiamo a rimbalzo?! Bastava continuare con le percussioni; invece nessuna pazienza, nessuna lucidita', nessuna fiducia, solo (poche) palle che scottano.
Speriamo che crescano, speriamo che qualcosa di importante cambi tra chi ha la responsabilita' di istruire e preparare questi ragazzi e le partite.
O capintesta Dondi, siamo d'accordo che nel rugby ci vuole innanzitutto umilta', ma cio' detto non ci piace sentirti dire che "abbiamo la sconfitta nel nostro dna"; comunque, visto che nessuno puo' mandarti a casa per alcuni anni, almeno speriamo cazzierai di brutto chi di dovere, instillando a Mallett ("non e' in discussione, lo e' tutto l'insieme") qualche spunto su come rivoluzionare al piu' presto lo staff tecnico. Il tutto con parole tue...
I francesi? Ingiudicabili, avevan ben poco davanti; un game plan ben eseguito da Parra, Trinh Duc e Traille.
12 commenti:
Eh sì, hai detto giusto, quel calcetto di Mc Lean, con la sua insensatezza, è sintomatico della presunzione disperata di una squadra che non riesce a fare le cose normali, è il simbolo di questo nostro 6 Nazioni. Anch'io ho urlato di raccapriccio di fronte a questa disinvoltura frivola - in realtà panica - nel buttar via tanto lavoro. La squadra non c'è nella testa, gioca accettabilmente solo quando - come nell'ultima partita con il Galles - nessuno si aspetta niente. Ma appena cresce un minimo di aspettazione è finita. Dondi parla di umiltà, ma tutta la sua gestione - compresa l'operazione Mallett - è stata basata su una malintesa grandeur che, essendo del tutto ingiustificata, taglia le gambe a giocatori che intimamente si sentono inadeaguati al ruolo loro imposto.
Di solito le squadre fiduciose sono silenziose. Con Dondi e con Mallett invece ha vinto la logica dello "spezzeremo le reni al nemico" che si è rivelato al contrario un giogo troppo pesante da sopportare.
Il paradosso e' questo connubio tra la grandeur ingiustificata che descrivi (fatta di passaggi dietro la schiena o al piede alla O'Gara etc.) e un senso di fatalismo, una mentalita' perdente.
Vero e' che oggi non si scappa, "moderno" bisogna giocare; altrettanto vero e' pero' che non si puo' vincere entrando in campo con la mentalita' da perdenti (esplicitata anche dal coach) mascherata da sicumera.
Questo non e' il calcio dove t'arriva un Camerun qualsiasi e passa il turno, lo sappiamo; ma nemmeno subire una meta e giocare con la certezza che a quel punto sia partita persa e tanto vale!
Mi consola sapere che non sono stato l'unico a urlare di rabbia (o era dolore??) al calcetto nel nulla di McLean...
A proposito di sconfitta nel DNA, non so se avete sentito l'intervista a Mallet a fine partita. Alla domanda (idiota, come ha fatto notare lo stesso mallett) "questa è la squadra peggiore che abbia allenato?" Ha candidamente ammesso che non si era mai trovato nella condizione di allenare una squadra che scende in campo SEMPRE contro un avversario più forte.
A me è sembrato, dopo le dichiarazioni bellicose al suo arrivo in italia, una sorta di resa. Un'ammissione di impotenza. "io ci provo, ma questi sono proprio scarsi".
A parte che credo abbia detto la pura verità, ma forse ripetere continuamente (come sta facendo ultimamente) ai propri giocatori che fanno pena non gioverà al loro approccio mentale alle partite.
Per carità, così come non giova far loro credere di poter vincere un 6N! :-(
P.S. brutto il lunedì post 6N quando lavori in una ditta Italo-Francese! :-)
Di scelte e situazioni insensate ce ne sono state molte, al di là del ridicolo calcetto. Sulla questione delle pratiche discorsive di Mallett, alcuni direbbero che producono l'effetto di costituirsi come "restrizioni autoimposte", di fatto rendendo un collettivo non tanto "disunito" come alcuni media vorrebbero dipingere, ma decisamente fragile.
Pensiamo alle dichiarazioni postpartita, dalla Scozia ("subita la meta in prima fase, siamo crollati"), alla Francia ("la meta di Chabal ci ha tagliato le gambe"), al "panico" dei primi minuti contro l'Inghilterra dopo la prima ruck che aveva già fatto intuire le difficoltà comportamentali di Bergamasco come n.9, e raffrontiamo queste con la partita contro il Galles, che, come nella ns tradizione, ha vissuto di micro-momenti di esaltazione e di autofiducia, con l'Italia che è rimanasta sempre in partita.
Certo, anche i game plan non sono sempre stati azzeccati, abbiamo incontrato nel torneo difficolà inaspettate (impreviste o imprevedibili?) nelle fasi statiche, ecc. Però non c'è dubbio che questi discorsi una qualche influenza la esercitino sulle menti dei giocatori. I quali, per quanto esperti e affermati, sono comunuque sempre immersi in congiunture e situazioni, ecc.
Ciao Forthose, agli italofrancesi puoi sempre ricordare la sorella di Zinedine ... ah la la la la!
Purtroppo la domanda idiota della cronista porta alla luce una risposta interessante: vuol dire che "credeva" fossimo piu' bravi? Non s'era informato? Questo, aggiunto alla continua litania autoassolutoria sulle nuove regole (fa il paio col calcistico sfavore arbitrale), dice in realta': avevamo un piano che non ha funzionato. Speriamo ci pensino sopra e cambino quel che c'e' da cambiare, perche' l'Irlanda dimostra, l'approccio mentale REALISTICO (ne da perdenti ne' da vincenti) alle gare e' cruciale.
Secondo me adesso bisogna cambiare tutto.
Ci dovrà essere un passaggio del testimone tra chi è riuscito a portare l'Italia al 6N e le nuove generazioni.
Basta con gli allenatori stranieri, visto che non si impara mai dai propri errori e da quelli dei predecessoi, e avanti con i giovani.
Male che vada i risultati non cambieranno ma, almeno, ci sarà la soddisfazione di vedere un nuovo gruppo crescere.
Salutoni.
Roberto C.
P.S. Solidarietà a For those.
Teddy, ovviamente in una partita persa con 50 punti al passivo, di scelte erronee ce ne sono stati tante (ad esmepio i ricordati passaggi dietro la schiena di Parisse, quasi a significare al sua diversita' dalla marmaglia con sui si trova a giocare), ma quella di McLean tra le altre a mio avviso assurge a emblema di precipitazione, mancanza di confidenza, palla che scotta, ricerca della scorciatoia.
Il ragazzo e' giovane e crescera' (se potra' giocare apertura) e ovviamente la responsabilita' non e' (solo) sua ma anche di chi l'ha scelto e preparato, senza dargli a lui e agli altri compari l'indispensabile serenita' mentale del poter "NON PENSARE" a quello che si sta facendo, a lasciar ragionare i muscoli, agendo come farebbe quando gioca in Super10 invece che vivere con terrore il fatto che siamo gia' alla sesta fase contro i francesi i quali, essendo migliori di noi, "meritano" che perdiamo anche questa palla!
E qui il discorso della mentalita' instillata da Mallett e dal suo staff (non personalizziamo) che fai casca a fagiolo.
Lo dice anche Planet Rugby: per vincere bisogna innanzitutto crederci, ma se il primo a non farlo e' proprio l'allenatore ...
Cambiare tutto, Roberto C.? Nel senso che servirebbe ridefinire un progetto globale che non coinvolga solo la funzione apicale della Nazionale come unica "fonte" del rugby italiano come fatto da dieci anni a questas parte, allora son d'accordo.
Temo non basti "dar la scossa all'ambiente" segando l'allenatore comne si fa nel calcio. I nostri problemi sono molto piu' radicati.
Salutoni anche a te!
Magra consolazione ma mi fa comunque piacere sottolineare 2 episodi positivi di questo 6N per noi.
Nel XV ideale di Planet Rugby il n.8 è di Parisse, di poco su Heaslip - ma questo è stato già segnalato ampiamente dai 2 padroni di casa di questo blog.
Altra cosa è che qui ci sono (quelle che la BBC considera) le 10 migliori mete del 6N. Ebbene, nei commenti che si possono leggere sotto, parecchi (e non mi sembrano italiani) lamentano la mancanza della nostra meta vs la Francia.
Salviamo il salvabile! :-(
Per la precisione, Parisse è stato votato meglior n.8 sia dai lettori di Planet Rugby che dalla redazione stessa.
.. e Parisse c'e' anche nella selezione della BBC. Il che non e' male se pensiamo che ha come concorrenti Harinodoquy e il citato Heaslip, a mio avviso le rivelazioni del torneo assieme a Ugo e Armitage (quest'ultimo un predestinato, pare Obbama...).
.. senza dimenticare Thom Evans: a proposito di mete, se segnava quella contro l'Inghilterra poteva cambiare il corso della storia.
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