lunedì 16 marzo 2009

L'Inghilterra e l'arbitro buono schiantano la Francia



QUI gli highlights BBC della gara.
Adesso gli inglesi posson dire: visto? Toglieteci di dosso il peso di tutti quei cartellini gialli delle precedenti partite ed ecco cosa possiamo fare agli avversari.
34 a zero al 42', s'e' rischiato mandassero in cantina il peggior risultato di sempre dei francesi a Londra, un 37-0 risalente al 1911 ... I transalpini titolano "Ridicule!" e parlano di humiliation: nessuno come i latini sa crogiolarsi ed andar giu' duro sulle proprie sconfitte, vero?
Certo c'e' stato anche un minimo di collaborazione da parte dell'arbitro Dickinson, un australiano che preferisce penalizzare l'attaccante che tiene palla a terra un secondo in piu' piuttosto che fischiare il placcatore che non rotola mai via; comunque tutta roba veniale fifty-fifty, a parte un giallo da affibbiare a Monye per una chiara interferenza su passaggio e un secondo cartellino meritato dal pack inglese e non estratto dopo regolare avvertimento.
L'arbitro insomma non avrebbe fatto la figura dell'inflessibile Kaplan se avesse rispettato la media cartellini degli inglesi, ma la cosa avrebbe reso solo meno sonora la vittoria e avrebbe impedito lo spettacolo di arroganza tra 80' e 83' quando gl'inglesi rifiutano di chiudere la partita e cercano la meta per matar el toro, aizzati dalla folla inebriata dal sangue come la plebe al Colosseo.
La partita in realta' l'ha vinta in primis la fluidita' d'attacco e poi solidita' difensiva inglese, accoppiate all'incapacita' della Francia di Lievremont di inanellare due partite convincenti in fila.
La cronaca-
Gli inglesi partono col piede giusto: dopo settanta secondi dall'avvio Flutey infila la giunzione giusta, quella tra il piu' statico Chabal e il gia' aperto Dusatoir, li trapassa come un coltello caldo nel burro e lancia Cueto in meta. Chissa' se Lievremont rimpiange la "promozione" del barbudo in terza linea.
Qualunque game plan avessero in mente i francesi, a quel punto sono costretti a stravolgerlo e gli inglesi ne approfittano rubando un sacco di palle nate dalla frenesia e dalla loro pressione.
Simon Shaw - esaltato per il rientro, il piu' impreciso dei suoi - entra di lato in una ruck e offre a Parra la possibilita' di accorciare le distanze, che fallisce: rimarra' l'unica opportunita' francese nel primo tempo, si spingono avanti ma sterilmente mentre il secondo attacco inglese, al 20' porta a casa 3 punti con la punizione di Flood per un fuorigioco di Harinordoquy.
Gli inglesi sono determinati in attacco e aggressivi in difesa, i francesi sono fiappi. Cinque minuti dopo la seconda meta: da una rimessa laterale - gli inglesi le fanno tutte con 4 uomini lasciandone 10 in linea d'attacco stretchando la difesa - Flood passa incrociato a Cueto che lancia Flutey tre metri piu' largo con una autostrada per la meta, robe da Nuova Zelanda-Portogallo.
E tutto questo non e' ancora niente, negli ultimi tre minuti del primo tempo gli inglesi segnano altre due mete. La prima nasce da una palla strappata a forza dalle mani di Chabal a metacampo, segue cavalcata al largo dei trequarti, Shaw viene fermato vicino alla linea di meta ma riesce a scaricare a Armitage che segna; la seconda nasce da una apertura al piede di Ellis: lancia Flood che sbilanciato atterra sulla spalla a pochi centimetri dalla meta, arriva il sostegno, la palla passa rapida al largo fino a Worsley che chiude il 29-0 del primo tempo.
L'Inghilterra attacca a ondate a ogni turnover, i francesi ci provano senza graffiare troppo e commettendo gli errori che lanciano gli avversari.
Secondo tempo-
Goode rimpiazza Flood infortunato nell'azione della meta e inizialmente la musica non cambia: la palla cade a Jauzion placcato da Ellis, Armitage decolla sul lungolinea sinistro, passa interno a Flutey che arriva di forza alla quinta meta: 34-0 al 42', cori "swing low sweet chariot" a profusione.
Al 48' Lievremont prova a dar la scossa coi cambi: bocciati tanto per cominciare i "nuovi" Trinh Duc (ha fatto tentativi di percussione da centro, tutti terminati con palla persa; di notevole solo un pedatone da 22 a 22), Bastareaud (prova una percussione, ne stende tre ma perde palla in avanti, poi sparisce) e il lock Thion (impatto nullo); dentro al loro posto Damien Traille, Fritz e Bonnaire.
Vuoi gli inglesi che tirano un po' il fiato, vuoi i francesi che reagiscono, avviene che si installino nella metacampo casalinga (alla fine la Francia dominera' possesso e territorio del secondo tempo). Gli inglesi ricominciano coi falli, i francesi guadagnano tutta una serie di calci diretti che non tirano ai pali ma sempre in rimessa laterale o trasformano in mischia per tentare il recupero "pesante". Ci riescono al 57' con Szarzewski che chiude un drive del pack, 34-5.
Il tempo per una rimonta ci sarebbe, anche perche' la furia difensiva inglese diviene a tratti affanno, da cui nascono gli episodi gia' sottolineati in cui l'arbitro avrebbe potuto (o dovuto) dare una mano agli ospiti.
Invece non succede: a Monye che devia volontariamente un passaggio avversario l'arbitro non dice niente e capitan Borthwick avvisato se la cava con bel fervorino al suo pack, mentre francesi avrebbero bisogno di vedere una luce in fondo al tunnel per alzare il morale. Gli manca piu' la lucidita' (e/o la leadership) che le energie - Medard riparte da dovunque, Malzieu ci prova, Chabal ne abbatte sempre due o tre ogni volta che "porge la chioma" e carica, Traille tenta di metter ordine.
La seconda meta arriva dopo dieci minuti da Malzieu, facile in se' ma dopo troppo tempo e quanta fatica! Anche Parra (deludente e impreciso oggi) e Swarzewki lasciano il posto a Tillous Borde e Kayser, mentre un po' alla volta Johnson lancia in campo tutta la panchina. A otto minuti dalla fine Lievremont ritira la bandiera Harinordoquy, e' finita.
Non per gli inglesi: compreso che se rimangono nella loro metacampo potrebbero finire presto in 14 e che l'unica difesa dall'indisciplina e' l'attacco, ripartono con Easter e Armitage a spaventare i francesi e fagli sputare i pochi rimasugli di fiato in rincorse all'indietro nel tripudio di Twickenham.
Il finale e' alla Jena Plinsky, nessuna umana pieta': gli arroganti inglesi e il pubblico osannante vogliono le ultime stille del sangue dell'avversario agonizzante e accelerano le giocate nell'extra time invece di chiudere la gara, arrivando vicini alla meta a spregio sui francesi, ma un calcio precipitoso di Goode riconsegna la palla agli avversari che pensano solo alle docce e calciano fuori fermando l'agonia.

Il commento interessante lo fa coach Martin Johson con un sorriso extra large: "I don't think our intensity level was higher. Our precision level was better - guys saw opportunities and took them". Tutti gli inglesi han giocato bene, si sono distinti Armitage e Flutey, Croft e Worsley nel pack.
Tutti i francesi viceversa han giocato veramente male: male la mediana, male la terza linea sino a ieri migliore del torneo con Chabal potente ma lento come un obiettore di coscienza; Nallett e Thion mai visti, fallosa e deconcentrata la prima linea, riesce ad emergere troppo tardi a secondo tempo avanzato. Fallimentari i centri, velleitario Medard, impotente Malzieu; forse uno dei peggiori, uno dei piu' confusi risulta l'espertissimo Heymans, il che la dice lunga sulla quantita' industriale di errori commessa dai transalpini.
Oggi erano veramente sfavati, probabilmente perche' si sono trovati a giocare una partita totalmente diversa da quella pianificata. Grattacapi grossi per Lievremont che ne fa una buona e una pessima senza riuscire a trovare consistenza (nel frattempo Beauxis lasciato a casa segnava tanti punticini in campionato anche se la sua squadra perdeva).

Sic transit, ora il 6Nazioni rimane questione chiusa tra Galles e Irlanda, coi ringalluzziti inglesi che vanno al Murrayfield a disputare la Calcutta Cup ai risorti scozzesi con il sorriso sulle labbra e i francesi che caleranno al Flaminio per il Trofeo Garibaldi con un ghigno pieno di cicatrici sul volto.

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