I Celti stanno arrivando
Il socio ha ragione: la finale di Energy Cup ha mantenuto tutte le attese con i Blues di Cardiff che hanno asfaltato Gloucester. Non è un caso, dal momento che il rugby boreale è, quest'anno come non mai, celtico. Prendiamo le semifinali di Heineken Cup: due irlandesi che si affronteranno tra di loro (Leinster - Munster) e sempre quelli di Cardiff contro l'unica non celtica rimasta in gara, Leicester. Nello scorso week end sono saltate la teste di Ospreys (Celtic League), Harlequins e Bath (Guinness Premiership), Tolosa (Francia).
L'Irlanda ha trionfato nel Six Nations e - sempre non a caso - si è giocata tutto all'ultimo turno con il Galles. I Celti vanno - e presto arriveranno da noi e se questo è solo il preambolo, a questo punto prepariamoci a grandi alluvioni. Emblematiche le partite tra Blues - Tolosa, Harlequins - Leinster e, in altro senso, Munster - Ospreys. Quest'ultima è finita con un secco 43-9 per gli uomini di Limerick. Le altre due sono state battaglie da antologia e che mostrano tutto il carattere guerriero delle formazioni celtiche.
Cardiff ha eliminato una corazzata come Tolosa, una che non ha praticamente mai mancato l'appuntamento con semifinali o finali della Coppa Campioni della palla ovale. Al Millennium Stadium i Blues hanno domato il toro da corrida, con una difesa arcigna e in grado di reggere ai violenti impatti portati da gente come Medard, Clerc ed Heymans. Dai trequarti della nazionale francese. La battaglia di trincea, quella di mischia, ordinata e senza troppi fronzoli. Pragmatici. Non a caso è finita 9-6, in barba alle nuove regole che dovrebbero garantire più punti anche in partite con coltelli tra i denti come queste.
Lo stesso dicasi per la vittoria di Leinster nel piccolo Twickenham dei London Harlequins, che durante la fase a gironi scesero a Parigi per battere lo Stade Francais, grazie allo spritz dei giovani talenti in squadra. Harlequins privi del miglior Nick Evans, un campo fangoso sotto la pioggia ostinata di una domenica di Pasqua non come tante altre. E' finita 5-6. Così rieccoci al solito discorso: i padroni di casa sono pure andati in meta, ma gli irlandesi hanno piazzato due calci e hanno vinto. Vecchia scuola, nonostante le ELV. Il che, attenzione, non equivale a dire che le nuove regole non funzionano, ma semplicemente che le formazioni celtiche hanno assimilato al meglio il cinismo del Nord quando si tratta di portare a casa il risultato. Leicester - Bath, giusto per intenderci, è finita 20-15.
Così se al Sud, per esempio, essere cinici vuol dire costringere l'avversario all'errore e dilagare per tutti i ciuffi d'erba di un campo, al Nord - in questo Nord - vuol dire difendere - difendere - difendere. E ancora difendere. Poi va da sé che quando capita sotto i denti una inglese, finisce come ieri 50-12. Ma quella è tutta un'altra storia.
Oppure no?
1 commento:
Interessant spunto, Socio: vero che la motivazione anti english è sempre importante per i gallesi, ma tra il 9-6 di Cardiff (in casa, notare) e i 50 punti rifilati a Gloucester fuori a mio avviso ci stanno ... gli avversari e le loro competenze o il timore reverenziale che possono incutere.
Tra Tolosa pur in affanno degli ultimi tempi e Gloucester ultimo c'è una bella differenza, ma anche il coach Guy Noves afferma che i campionati "stressanti" come Premiership e Top14 costano troppo alle squadre di quei due paesi ambiziose a livello eruropeo.
Anche le oramai classiche cappelle casalinghe dello Stade (anche l'anno scorso) rientrano nel quadro: squadra non a caso con esiguo palmares europeo, sono stati contrati a Parigi dai Quins nel momento del massimo spolvero e ancora scarso logorio Premiership di Evans e compagni.
Dietro a tutto a mio avviso il tema HOT è la differenza importante tra campionati: quelli logoranti e la Celtic League che invece NON logora ne' chi la fa (Munster) nè chi NON ci si impegna (Cardiff).
Tema importante vista la futura partecipazione italica da meritare un "la versione di Abr" o un post dedicato che aggiugerò nottetempo ...
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