martedì 21 aprile 2009

In Celtic non e' tutto oro ...

Il panorama rugbistico e' sempre piu' articolato e complesso da gestire. Siamo riusciti a raccontare solo una parte degli eventi del weekend (cfr. post precendenti): abbiamo dato priorita' alla finale di Anglo-Welsh Cup dominata da Cardiff, narrato del risveglio neozelandese nel Super14 e dello "stadio quasi terminale" (sottile ironia ...) dei campionati latini Top14 e Super10.
Oggi sara' altra giornata densissima: avremo l'annuncio della formazione Lions per la tournee in Sudafrica, in piu' Gloucester-Worcester ci consentira' di definire il quadro sulla Premiership a un solo turno dalla fine della regular season; domani ci sara' il turno infrasettimanale del campionati italiano d'eccellenza.
E avanti cosi' a passo di carica.

Celtic delle mie brame?! - Un "evento", uno solo e' stato almeno nei piani volutamente trascurato, e pochi crediamo ne abbiano sentito la mancanza: per quale motivo la Celtic Magners League, il torneo delle nostre brame, giace in fondo a tutte le priorita' non solo nostre? Un'occhiata e un rapido commento a quanto successo nello scorso weekend per cercare la risposta:

Glasgow WarriorsUlster(B)19-20
Edinburgh RugbyLeinster27-16
ScarletsOspreys19-28
MunsterConnacht25-10
Leinster va a perdere a Edimburgo, ma ci sta, la vittoria sui Quins in Heineken Cup e' stata un massacro; d'altro canto Munster con titolari Pucciariello, Stringer, Warwick al posto di O'Gara, Ryan e Mick O'Driscoll in seconda linea etc.etc., batte Connacht lo stesso.
Quanto agli Ospreys, sono messi sotto da Llanelli privo di Stephen Jones, sino a dieci minuti dalla fine, quanto prima Shane Williams e il subentrato Lee Byrne segnano in sequenza. Ulster invece segna due mete a Glasgow nel primo tempo con Pollock e Danielli e riesce a tener botta per tutto il secondo al ritorno di Parks e compagni. E' tutto.
La risposta sul perche' si trascuri la Celtic emerge diretta e sincera: it's boring, riconosciamolo.
Un conto e' ammirare il livello di alcuni squadroni "ammiraglie", un altro e' riconoscere il livello mediocre di un torneo poco spettacolare.

I contro - Guardiamo la classifica: Munster vola con unici punti di vantaggio su Ospreys e potrebbero essere anche di piu' se i gallesi di Swansea non si stessero tardivamente impegnando per assenza di altri traguardi.
Ospreys a parte, solo i campioni uscenti di Leinster han provato a turbare la marcia trionfale di Munster quest'anno, ma poi le priorita' sono cambiate. In assenza di playoffs (forse introdotti l'anno prossimo), retrocessioni e competizione per l'accesso all'Europa (ci vanno a "quote nazionali" relativamente indipendenti dalla classifica in Celtic), e' un campionato che si spegne per mancanza di stimoli, si riduce a una serie di duelli a volte in tono minore per le assenze indotte.
Un caso esemplare e' quello dei Cardiff Blues: una delle due/tre squadre migliori d'Europa durante tutto l'anno, in Celtic naviga disinteressata terz'ultima, con meno della meta' dei punti di Munster.
Come se non bastasse, a tre turni "nominali" dalla fine ci sono squadre con 5 partite da disputare (Blues, Dragons) e altre con quattro (Ospreys e Scarlets): e' il destino di un torneo costruito per dar priorita' a coppe e nazionali.
Altro aspetto poco "moderno": mentre in Premiership non sai mai come puo' finire una visita in casa dei fanalini di coda o nel Top14 Tolone batte Tolosa davanti a 57.000 spettatori (!), la Celtic e' divisa in due "gironi" o forse tre.
Ci sono squadre che competono senza nessuna possibilita' di vittoria (Connacht, Dragons), le scozzesi e Ulster danno qualche segnale di relativa crescita; gli altri 3, 4 squadroni usano la League come "fase di riscaldamento". Sono tutte derivate dell'aspetto "ancillare" di questo campionato rispetto alle esigenze di ben figurare nei Test e nelle competizioni europee.
A livello di seguito, quanti volerebbero a Shannon International (Galway e' li vicino) in una mattinata fredda e piovosa di novembre per assistere a una sfida col Connacht o per vedersi i 50 punti serviti da Munster (anche Limerick non e' distante)? Del resto sono esperienze gia' vissute in Heineken Cup, dove sarebbe la novita'?
Considerazione finale delle cento pistole.
Una Lega Celtica estesa a piu' team internazionali, con piu' soldi e piu' partite da giocare, un "prodotto" da vendere alle tivvu' quindi dall'impegno agonistico piu' spinto (vedi introduzione dei playoff): siamo sicuri che la Magners League non tenda a divenire come la Premiership o il Top14? Sorry ma se la Celtic non rimane focalizzata alle affermazioni nazionali e diventasse autentico campionato per club, perderebbe ogni appeal.
Sarebbe stato preferibile allora studiare un qualche tipo di convergenza coi campionati francesi (tipo playoff tra ProD2 e Super10 per la promozione al Top14). Siamo non solo piu' vicini logisticamente ma anche piu' simili come tipologia di rugby giocato; tanto schifo non ci pare i Transalpini facciano anche come livello, giro di soldi, giovani leve, risultati internazionali e quindi possibilita' di crescere per confronto e imitazione. Ma tant'e'.

I pro - D'altro canto e' all'evidenza di tutti, lo fa notare il Socio, quanto questo approccio estremamente focalizzato paghi altissimi dividendi: Grande Slam da due anni, Heineken Cup ...
Contrariamente campionati competitivi alla morte, ricchi di interessi, spunti e sorprese in ogni singola giornata, tipo Premiership e Top14, logorano i team, sono causa diretta della sottorappresentazione di movimenti top europei nelle fasi finali dei tornei che contano.
Persino la societa' piu' ricca d'Europa, quel Tolosa che da tempo arruola "doppioni" di livello europeo per ogni ruolo, alla fine arranca con la lingua fuori e la testa che ronza. Guy Noves lamenta i piani della Lega francese di aggiugere partite e prolungare i playoff: inevitabilmente toglieranno focus dalle competizioni europee.
Stesso ragionamento vale per le inglesi: i benefici di distribuire meglio il "prelievo" dei nazionali su piu' di due o tre team come succede per Irlanda e Galles, viene completamente oscurato dal crescente numero di impegni a livello di club e dal fatto che i celtici quando la nazionale chiama si fermano e trascurano il campionato a fronte di impegni internazionali.

Sarebbero tutti, i pro e i contro, aspetti importanti da valutare attentamente per noi italiani, attirati come le falene dai fari delle auto, prima di schiantarci dopo aver pagato profumatamente ...
Iscriversi a un campionato tanto o poco avvincente sarebbe solo l'inizio, dev'essere chiaro: in contemporanea servirebbe (ri-)strutturare l'intero movimento in modo piramidale, finalizzandolo alle selezioni e lasciando i club, focalizzati sui vivai, a giocarsela "semipro" come succede nelle terre Celtiche.
Siamo veramente in grado di farlo? Per fare un esempio, uno sponsor come Benetton, le dirigenze dei club e le tifoserie sono pronte a fare il salto (non solo culturale, anche economico) dall'ambito locale a quello "regionale"?

L'Italia Celtica - Per intanto in Italia, all'approssimarsi delle scadenze fissate dalla Federazione, si registrano alcuni interessanti effetti "aggregatori".
Il primo e' la presentazione ufficiale di una delle candidate romane della prima ora (una delle favorite per ovvi motivi): dopo gli Aironi della Bassa Padana abbiamo i suggestivi Praetorians Roma (perche' no Pretoriani?) lanciati alla riconquista delle Gallie.
La fusione di Capitolina, Futura Parke e Lazio si propone di individuare "i migliori e più promettenti rugbisti italiani, specialmente provenienti dai vivai del Centro Sud", mentre i colori - porpora, oro, bianco - sono quelli della Roma classica nell’immaginario (cinematografico) collettivo: quindi abbiamo sia la vocazione "regionale" che quella turistica richieste dalla Celtic.

Il secondo e' un evento interessante in se' e dai potenziali molto significativi: la coincidenza in campionato dei derby veneti Petrarca - Rovigo e Venezia-Benetton nel prossimo weekend ha portato a una decisione storica, le partite verranno disputate una dopo l'altra al Plebiscito di Padova.
Sara' il Veneto Derby Day, con valenze anche sociali dedicando giornata e incasso all'Aquila rugby, gli avversari e amici di terzo tempo di sempre. Bel simbolo anche qui: vedere quei quattro scudetti riuniti assieme è una autentica primizia .... speriamo che duri.
Tale evento e' una importante tentativo unitario nel Veneto segnato dalle rivalita' sportive campaniliste, e' un segnale fondamentale in chiave partecipazione veneta alla Celtic .
A meno che l'obiettivo non sia invece dimostrare che “un altro Super Ten è possibile”, che il campionato può avere ancora un valore di identità e di marketing a fronte del progetto Celtic.
Sia come sia, la valenza dei tre club veneti storici piu' il nuovo che si parlano e' potente, sia che l'obiettivo sia allinearsi alla Fir che ... di secedere.
Sinora la dirigenza Benetton ha giocato la sua corsa alla Celtic in solitaria, facendo leva su contatti pluriennali, ma sta trovando sorde ostilita' in Federazione; mentre gli altri club veneti, ricchi di giovani talenti ma poveri de schei, si sono limitati sinora agli annunci.
La netta predilezione per candidature "federate" da parte Fir e interessi politici forse stanno aiutando le convergenze "spintaneee" (pare, a leggere la Tribuna di Treviso, ci siano dietro le pressioni del presidente regionale Galan e di Gobbo, potente sindaco leghista trevigiano ed ex rugbista).
E' noto che il Veneto non stia molto a cuore di un emiliano come il presidentre Fir Dondi: fin da tempi non sospetti persegue la strategia di estrarre il rugby PRO dall'ambito provinciale e il rugby veneto assieme a quello aquilano ne fu la vittima collaterale (Benetton a parte).
Visione paradossalmente miope alla luce dei tempi, quella di trasformare la sana provincia veneta o anche l'Aquila in un mero serbatoio di talenti stile calcio: DelPiero, Zambrotta, Rocchi etc. ma niente rappresentative locali di livello.
Ovunque gli sport cosiddetti "minori" oggi sono radicati nel territorio (vedi volley basket etc.), mentre nei grandi centri o trovano un munifico mecenate - Mediolanum ai tempi, Armani per il basket, Max Guazzini per lo Stade parigino, etc. - o vengono spazzati via dal potere mediatico del soccer.
Tant'e', speriamo le pressioni dei Celti verso selezioni regionali chiaramente collegate a un determinato territorio (perdipiù a vocazione turistica) convincano l'anziano presidente che la modernita' sta nel back to basics, nel sano e forte ritorno alle radici, a un solido ubi consistam.
Alla precondizione che i club veneti facciano la loro parte federandosi tra loro. Se son rose ...

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