sabato 11 aprile 2009

In semifinale Blues e Tigers

Quarti di finale di Heineken Cup:

Cardiff Blues 9 - 6 Stade Toulousain
Millennium Stadium, Cardiff Spettatori: 36,728
Cardiff Blues: 15 Ben Blair, 14 Leigh Halfpenny, 13 Tom Shanklin, 12 Jamie Roberts, 11 Tom James, 10 Nicky Robinson, 9 Jason Spice, 8 Xavier Rush, 7 Martyn Williams, 6 Maama Molitika, 5 Paul Tito (c), 4 Bradley Davies, 3 Tauf'au Filise, 2 Gareth Williams, 1 Gethin Jenkins.
Repl.: 16 John Yapp, 17 T Rhys Thomas, 18 Deiniol Jones, 19 Andy Powell, 20 Richie Rees, 21 Ceri Sweeney, 22 Gareth Thomas.
Stade Toulousain: 15 Maxime Medard, 14 Vincent Clerc, 13 Florian Fritz, 12 Yannick Jauzion, 11 Cédric Heymans, 10 Frédéric Michalak, 9 Byron Kelleher, 8 Shaun Sowerby, 7 Thierry Dusautoir, 6 Jean Bouilhou, 5 Patricio Albacete, 4 Fabien Pelous (c), 3 Salvatore Perugini, 2 William Servat, 1 Daan Human.
Repl.: 16 Alberto Vernet Basualdo, 17 Yohan Montes, 18 Grégory Lamboley, 19 Yannick Nyanga, 20 David Skrela, 21 Maleli Kunavore, 22 Clément Poitrenaud.
Arbitro: Chris White (England)


I gallesi capitanati dal neozelandese Paul Tito preferiscono a ragione l'esperienza dello skipper neozelandese Rush all'irruenza di Andy Powell, per il resto e' formazione tipo.
Tolosa guidata da Pelous manca di Elissalde, dei due piloni titolari Lecouls e Thion e tiene Skrela in panca.
Partita bruttina davanti ai 36.000 del Millennium, dominata dalle difese e soprattutto dalla paura di sbagliare. Osano di piu' com'e' nelle loro caratteristiche i francesi, sbagliano di meno i gallesi (8 errori nei placcaggi su 118 effettuati).
Vince il modello di gioco semplice, combattivo, molto attento, opportunista, che non molla nulla, impostato su una difesa estremamente aggressiva e montante, suo unico punto di contatto con la nazionale gallese: un team caratterizzabile attraverso i due leader della formazione - il flanker Martyn Williams e il centro Tom Shanklin, e la fantasia della giovane ala Leigh Halfpenny tenuta molto a freno.
I francesi tentano di acchiappare l'episodio vincente sfruttando l'inventiva di Medard e la forza di Jauzion oltre che qualche iniziativa del pack guidato da Pelous, ma a Cardiff non e' giornata.
Forse e' proprio la mischia il punto debole di questa Tolosa, per via del doppio forfait dei piloni titolari e Perugini in palese in difficolta' contro Gethyn Jenkins.
Il reale punto debole odierno dei francesi piu' ancora della mischia appare nella realta' essere la linea mediana, povera di idee e priva di capacita' di realizzarle: Kelliher al 60% dopo un periodo di poco gioco e Michalak esausto come una batteria usata, dopo il non stop Sudafrica+Francia.
A dire la verita' i francesi potrebbero reclamare una meta "fifty-fifty" per Dusatoir nel primo tempo, negata dal Tv match officer.
Altra verita', i tolosani nel secondo tempo avrebbero meritato oltre all'unico calcio di punizione messo a segno da Skrela anche un cartellino giallo a Martyn Williams, autore di un "killing the ball" palesemente professionale per impedire al solito Dusatoir (presente!) una meta in fieri, il tutto seguito da risatina sotto i baffi in eurovisione per il doppio scampato pericolo. In generale aldila' degli episodi, si assiste al solito arbitraggio inglese alla Mr.White: erratico e distratto.
Non c'e' molto altro da dire su una gara che non ha visto mete, solo 3 calci di Ben Blair su 4 (piu' uno fallito da Halfpenny) contro due su due per Michalak e Skrela; un drop fallito per parte da Michalak e da Nick Robinson (sul palo) nel secondo tempo.
Cardiff arriva alle semifinali per la terza volta nella sua storia e se le giochera' in casa; vendica l'eliminazione ai quarti nell'edizione dell'anno scorso e un po' anche la sconfitta del 1996, la prima finale di coppa Europa, persa all'Arms Park proprio contro Tolosa.
Oltre a Cardiff gode anche l'Inghilterra tutta: da regolamento Heineken Cup, il mancato passaggio alle semifinali di una francese implica l'iscrizione alla prossima edizione sette squadre inglesi invece che sei, mentre nel torneo corrente c'erano sette team francesi.
Tolosa interrompe un trend di quattro finali di cui tre vinte dal 1995 e sette passagi alle semifinali su nove tentativi. Il decimo e' fallito, ma c'e' da dire che su sette successi solo uno era stato fuoricasa, a Dax nel 1997.


Leicester Tigers 20 - 15 Bath Rugby
Walkers Stadium, Leicester Spettatori: 26,100
Leicester: 15 Geordan Murphy (c), 14 Scott Hamilton, 13 Dan Hipkiss, 12 Ayoola Erinle, 11 Alesana Tuilagi, 10 Sam Vesty, 9 Harry Ellis, 8 Ben Pienaar, 7 Ben Woods, 6 Tom Croft, 5 Ben Kay, 4 Louis Deacon, 3 Martin Castrogiovanni, 2 George Chuter, 1 Marcos Ayerza,
Repl.: 16 Mefin Davies, 17 Dan Cole, 18 Jordan Crane, 19 Craig Newby, 20 Julien Dupuy, 21 Ayoola Erinle, 22 Johne Murphy,
Bath: 15 Nick Abendanon, 14 Joe Maddock, 13 Alex Crockett, 12 Shontayne Hape, 11 Matt Banahan, 10 Butch James, 9 Michael Claassens, 8 Jonny Fa'amatuainu, 7 Michael Lipman, 6 Andrew Beattie, 5 Peter Short, 4 Justin Harrison, 3 Duncan Bell, 2 Lee Mears, 1 David Flatman,
Repl.: 16 Rob Hawkins, 17 Jordan Crane, 18 Stuart Hooper, 19 James Scaysbrook, 20 Scott Bemand, 21 Shaun Berne, 22 Andy Higgins,
Arbitro: Alan Lewis (Ireland)


Leicester privo di Toby Flood e col suo "vice" Hougaard lungodegente, schiera l'ala (di riserva) Sam Vesty all'apertura; tra i lungodegenti ha anche Martin Corry, Marco Wentzel e Ben Woods, sostituiti in seconda linea da Short e Harrison, in terza da Beattie, mentre Fa'amatuiainu nr.8 viene preferito a Crane; davanti mancano Kayser e lo squalificato Julian White, rimpiazzati da Chuter e Castrogiovanni; Bath e' invece piu' o meno in formazione tipo, del resto e' squadra impostata sul collettivo piu' che sulle individualita'.
Partiamo dalla fine: le due squadre delw West inglese erano 15 pari al minuto 79 e 46' quando una invenzione del mediano Julien Dupuy da Biarritz (in foto) rilievo del nazionale Ellis, manda in paradiso i padroni di casa.
Ruck dei Tigers su 22m avversari guardata dal mediano francese, apertura allineata in posizione zero, lui estrae palla e finge il passaggio indietro per il drop, le guardie di Bath scattano immediate per intercettare ma lui tiene palla e mentre le guardie lo passano compie un 360', s'infila sul lato sinistro della ruck, supera con una finta l'estremo e cala in meta in mezzo ai pali.
Prima di questa invenzione e' equilibrio instabile tra due squadre interpreti di stili entrambe molto "inglesi" ma opposti: quello dei Tigers fatto di testate da parte dei suoi ball carriers, avanti (Ben Kay, Croft, Castrogiovanni) e trequarti (Vesty, Hipkiss, Tuilagi, Murphy e Hamilton); quello di Bath impostato dal duo di mediana sudafricano James -Claassens sulla circolazione rapida della palla, mediante offload e calci di spostamento.
A proposito di stile inglese, si allinea anche l'arbitraggio dell'irlandese Lewis: vergognosamente distratto nelle ruck, fino al 65' "vede" solo i "not release the ball" e dopo solo i "not rolling away". Poi gli inglesi si stupiscono di tutte quelle espulsioni, non appena gli arriva un arbitro sudafricano.
Tigers in controllo della gara nel primo tempo, conquistano 5 turnover contro zero ma nella prima mezzora non riescono mai a entrare nei 22 avversari; ciononostante si portano sul 6-0 col piede di Sam Vesty, improvvisata ma efficace apertura.
Bath teme all'unico tentativo di penalty del primo tempo sbagliato malamente da Butch James (ne aveva sbagliati 3 su 4 nell'ultima di campionato) e passa per prudenza dai calci ai pali alle rimesse laterali, ma si difende con ordine, controlla le proprie fonti di gioco - mischia e rimessa - e rende problematiche quelle avversarie. Qui il mestiere di Dave Flatman rende Castro. molto nervoso e quindi impreciso (autore almeno tre palle perse in avanti in altrettante penetrazioni nel primo tempo).
Proprio sugli sviluppi di una rimessa laterale Bath passa in vantaggio a fine del primo tempo: il sudafricano Butch James lancia il centro neozelandese Shontayne Hape, ex rugby league, che s'infila tra Ellis, Vesty e il centro Erinle e apre al momento giusto per il centro australiano Shaun Berne da poco subentrato a Crockett; meta trasformata e 6-7 di fine primo tempo.
Secondo tempo sulla falsariga del primo, Butch centra un penalty ma il preciso Vesty ne segna due riportando davanti le Tigri. Analogamente al primo tempo la fortuna arride a chi ci prova credendoci sul serio: attorno al 60' un intercetto di Mears su calcio di Murphy dai 22m consente a Banahan di penetrare sino ai 5m, arriva il mediano sudafricano Claassens e apre al volo sulla destra, la palla viene prolungata veloce da due attaccanti e arriva all'ala neozelandese Joe Maddock che approfitta della disorganizzazione deifensiva avversaria per riportare davanti Bath.
Niente paura, Leicester riprende a macinare il suo gioco fatto di ruck e sfonda, sfonda e ruck con qualche condimento di calci tattici ben gestiti da ambo le parti, e in tre minuti si procura la punizione per Vesty che pareggia il conto: 15-15. Sino all'ultimo minuto di gara raccontato, dove le Tigri dimostrano di avere piu' birra degli avversari.
Si ferma la corsa di Bath, una delle otto squadre europee ad aver vinto la Coppa Europa (sono Tolosa -3, Munster, Wasps e Leicester - 2, Bath, Brive, Ulster, Northampton); passa in semifinale Leicester Tigers, 4 volte finalista e due volte vincitrice; se la vedra' al Millennium nel weekend del 1 maggio contro i Blues.

Albo d'oro di Coppa Europa - Heineken Cup

Federazione Vittorie Finali Vincitori Finalisti
bandiera Inghilterra 6 8
Leicester(2)
Wasps(2)
Bath
Northampton
Leicester(2)
bandiera Francia 4 12
Tolosa(3)
Brive
Stade français(2)
Tolosa
Biarritz
Brive
Colomiers
Perpignano
Bandiera dell'Irlanda Irlanda 3 5
Munster(2)
Ulster
Munster(2)
bandiera Galles - 1 - Cardiff

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