Super Bulls
I Bulls erano sicuramente i favoriti nella finale del Super14 disputata al Loftus Versfeld di Pretoria, ma nessuno immaginava un tale massacro dei Chiefs di Waikato County, Nuova Zelanda, nonostante la pesante assenza di Sivivatu oltre al mediano Brendon Leonard nei loro ranghi e il rientro di Wynand Olivier nella squadra di casa: massimo numero di mete in una finale Super14, massimo distacco di sempre in temrini di punti.
Una prestazione che giustifica l'ambizione dei Bulls di imporsi come generazione vincente: due titoli in tre anni per iniziare a scalzare il decennale dominio dei Crusaders. Sconfitti questi ultimi in una gara, la semifinale, almeno inizialmente più impegnativa della finale, magistrale in termini di adeguamento per il cambio repentino nell'impostazione del gioco che i sudafricani riuscirono a compiere.
Quest'anno poi i Bulls sono riusciti nell'impresa di battere tutte le neozelandesi, in casa o fuori, tranne per l'appunto i Crusaders sistemati alfine in semifinale.
Bulls | 61 - 17 | Chiefs |
Bulls: 15 Zane Kirchner, 14 Akona Ndungane, 13 Jaco Pretorius, 12 Wynand Olivier, 11 Bryan Habana, 10 Morné Steyn, 9 Fourie du Preez, 8 Pierre Spies, 7 Dewald Potgieter, 6 Deon Stegmann, 5 Victor Matfield (c), 4 Bakkies Botha, 3 Werner Kruger, 2 Derick Kuün, 1 Gurthrö Steenkamp. Repl.: 16 Chiliboy Ralepelle, 17 Rayno Gerber, 18 Danie Rossouw, 19 Pedrie Wannenburg, 20 Heini Adams, 21 Burton Francis, 22 Marius Delport.
Chiefs: 15 Mils Muliaina (c), 14 Lelia Masaga, 13 Richard Kahui, 12 Callum Bruce, 11 Dwayne Sweeney, 10 Stephen Donald, 9 Toby Morland, 8 Sione Lauaki, 7 Tanerau Latimer, 6 Liam Messam, 5 Kevin O'Neill, 4 Craig Clarke, 3 James McGougan, 2 Aled de Malmanche, 1 Sona Taumalolo. Repl.: 16 Hika Elliot, 17 Joe Savage, 18 Toby Lynn, 19 Serge Lilo, 20 David Bason, 21 Mike Delany, 22 Sosene Anesi.
Arbitro: Jonathan Kaplan
S'inizia con una sveglia, suonata dagli ospiti davanti alla folla strabordante e alle cheerleaders tinte di blu, al settimo minuto con la meta di Leila Masaga, sugli sviluppi di un up&under sudafricano raccolto nei 22m dei Chiefs. L'ala sfugge a Kirchner e curvando s'invola sul lungolinea destro cogliendo la difesa sbilanciata, passa facile Matfield ultimo uomo e chiude in meta.Se qualche Bulls si preoccupa, sono i tifosi non gli atleti in campo: nel giro di dieci minuti scarsi sono già sul 21-7, chiudono il primo tempo 34-7 e alla fine segnano otto mete contro due.
Il tutto costruito sulla capacità di imporsi fisicamente nei punti di contesa, non col numero ma con la determinazione, in continuità col secondo tempo con i Crusaders. Una volta recuperata palla, vuoi per i calci di guadagno territoriale dei Chiefs vuoi dai punti di contesa, i Bulls offrivano l'imbarazzo della scelta a un ispirato Fourie DuPreez, ancora il miglior mediano del mondo: se stesso, firmando due mete decisive - la prima del pareggio e la seconda del sorpasso definitivo al 12'; oppure lanciare all'ala (Habana al 15', la seconda meta al 40' se la procura da solo con un intercetto da 60 m), aprire per il drop di Steyn se la difesa è schierata (al 22'), far affidamento sui pesi massimi del pack e al centro - Matfield al 58' segna d'agilità raccogliendo palla da una ruck sulla linea di meta, Olivier al 67' finalizza un'azione alla mano, Spies galoppa al 72' dai suoi 10m alla meta, Roussow sfonda al 79'.
Al 46' Muliaina prova a scuotere i suoi con una bella iniziativa conclusa in mezzo ai pali, ma oggi non ce n'era per nessuno, tanto che pare persino superfluo l'assoluto dominio Bulls in rimessa (le prime quattro dei Chiefs sono state tutte rubate).
Tra i Chiefs si fa segnalare la aggressività del pilone ball carrier James McGougan, gli sforzi dell'All Blacks Kahui, le serpentine di Masaga, la classe di Donald, mentre tutti gli altri a partire dalla terza linea con Lauaki (un esempio di minimo risultato col minimo sforzo, giustamente lasciato a casa da coach Graham Henry dai test di fine giugno contro Francia e Italia), Latimer (neo All Blacks) e Messam (confermato All Blacks) risultano meno determinati e sicuri di quanto servirebbe.
L'esperienza e la freddezza di Mils Muliaina (neo capitano All Blacks) non bastano a prendere per mano la squadra e condurla a giocare il loro gioco con più convinzione. C'è anche da dire che oltre alle assenze di Sivivatu e Leonard, il repentino infortunio del tallonatore nonchè pilone destro o sinistro Aled de Malmanche rivelatosi quest'anno, ha tolto dai piedi un altro Chief protagonista.
Un grande display di tutti i Bulls, giovani e vecchie glorie, come la contraerea Bakkies Botha impiegato proficuamente anche nei punti di contesa, come Victor Matfield al secondo titolo da capitano e l'eterno ghepardo Bryan Habana.
Spicca la cerniera mediana col migliore in campo DuPreez e l'infallibile Steyn (si è potuto permettere di sbagliarne un paio tra penalty e trasformazioni oggi), dai stratosferici up su cui si lanciano under dei mastini da paura; Zane Kirchner e Wynand Olivier alla ennesima legittimazione a titolari Springboks; una terza linea Stegmann-Potgieter-Spies giovane e atletica (viste le ultime due mete, una per partita, da quattrocento-ostacolista di Spies?), che può permettersi di tener gente come Roussow e Wannenburg in panchina; una prima linea mix di esperienza (Gouthro Steenkamp) e freschezza (Kruger, Kuun e il subentrato Ralepelle); solo Akona Ndungane all'ala e Jaco Pretorius al centro mostrano qualche flessione "da umani". A referto persino il giovane Burton Francis rilievo di Steyn, sua la trasformazione al 79' che fa superare ai Bulls i sessanta punti.
Una prestazione che ricorda il titolo Super14 2007 dei Bulls emerso dalla finale thriller tutta sudafricana che pose l'ipoteca sul titolo mondiale: stavolta pare un chiaro messaggio ai Lions in visita, vincenti 37 -25 alla prima uscita d'acclimatamento coi Royal XV, una collezione dai bassifondi di Curre Cup, che comunque stava sopra 25-13 sin oltre un quarto d'ora dalla fine.
2 commenti:
Io la vedo sempre più dura per i Lions. Ho visto solo degli spezzoni della finale. Ma credo che il risultato dica molto. Intendo quello dei Lions ;)
Sono solo all'inizio .. comunque una squadra di rugby non può mai essere solo la somma di campioni, o trovano un amalgama e un motivo per esser lì o sarà come in Nzl, garantito.
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