Treviso in festa
Benetton Treviso trionfa al Flaminio e incamera lo scudetto nr.78, il 14' della sua storia avvicinando la Amatori Milano (18) e distanziando Rovigo a 11; solo sommando gli 11 scudetti del Petrarca ai 5 delle Fiamme Oro, la città del Santo rimarrebbe davanti a Treviso con 16.
Questo scudetto rappresenta una vittoria anche sul piano politico per la super società della Marca (che ha ancora la squadra di basket alle semifinali nazionali, sia pur con scarse speranze contro Siena) e uno smacco per Dondi e la sua Fir.
Ma andiamo con ordine.
Finale del campionato di eccellenza italiano Groupama Super10 al Flaminio di Roma, 30 maggio 2009 :
Montepaschi Viadana – Benetton Treviso 20 - 29 (pt 10-19).
Marcatori: 18’meta di Vilk trasf. da Goosen, 22’piazzato di Law, 31’meta di Di Santo trasf. Goosen, 36’meta di Cox trasf. da Law, 38’meta di Goosen; 48’piazzato di Law, 62’meta di Law trasf. da Law, 70’piazzato di Goosen, 88’meta di R. Barbieri trasf. da Goosen.
Montepaschi Viadana: Law; Robertson, Cox, Johansson (33’st Harvey), Neivua; Hore, Canavosio (28’st Brancoli); Quinnell (13’st Benatti), Persico, Sole; Geldenhuys, Hohneck, Rouyet, Ferraro (Cap.), Alonso (31’st Milani). Non entrati: Santamaria, Vella, Harvey, Pace. All.: Jim Love
Benetton Treviso: Williams; Vilk, Sgarbi, Waters, Horak (34’st Sartoretto); Goosen, Picone (16’st Semenzato); Kingi (13’st – 21’st R. Barbieri), Louw, Orlando (21’st R. Barbieri); Van Zyl, A. Pavanello (Cap.) (44’st E. Pavanello); Di Santo, Sbaraglini (16’st Vidal), Allori (44’st A. Ceccato). Non entrato: Filippucci. All. Franco Smith.
La cronaca in sintesi:
Assente Marcato, Treviso parte lo stesso alla grande come nella semifinale di ritorno: dopo una mischia l'ovale va a Vilk che con un cambio di direzione va in meta. Viadana reagisce capitalizzando su un fallo che Law piazza, ma Treviso è più efficace: il Tmo convalida una meta a Di Santo ancora dopo una mischia. Viadana accorcia le distanze 5 minuti dopo: Cox raccoglie l’ovale uscito senza controllo da una ruck a centrocampo e va a meta. Viadana è a meno 4, ma i trevigiani dopo due minuti rispondono con la terza meta di Goosen per il 19 a 10 finale del primo tempo.
Viadana entra nel secondo tempo determinata a recuperare: prima piazza Law, poi sempre l’estremo finalizza una percussione di Johansson in mezzo ai centri avversari e si porta in vantaggio di un punto. Treviso non ci sta, Goosen oggi Man of the Match a 10 minuti dalla fine piazza il 22 a 20. Nel finale Viadana attacca mantenendo il possesso dell'ovale ma la difesa del Treviso è efficace; a tempo abbondantemente scaduto arriva la quarta meta Benetton con Robert Barbieri.
Benetton più vogliosa e determinata nonostante le assenze, riscatta una stagione regolare ad alti e bassi dominando le semifinali (in specie quella di ritorno) e larga parte della finale.
Nell'ambito del rugby weekend romano, Benetton bissa il titolo nazionale con la squadra femminile, vincitrice con un sofferto 18-14 sulle rivali di sempre della Riviera del Brenta.
La Cavalieri Prato vince la serie A battendo l'Aquila 25-18 dopo i supplementari e guadagnala promozione, ma anche gli abruzzesi possono ancora sperare in un ripescaggio nel Super10 dato il ritiro della Capitolina, in competizione col Gran Parma retrocesso; come da pronostici il Petrarca Padova completa il suo filotto di titoli giovanili vincendo il campionato Under19.
Una vittoria fondamentale per Benetton anche da un punto di vista politico: lo scudetto se non altro complica la sua potenziale esclusione dai giochi Celtici sì gradita a Dondi &Soci per i motivi qui raccontati.
Lo scenario complessivo del movimento rugbistico italiano risulta ora più confuso: la Federazione era riuscita a sottrarre con destrezza l'operazione Celtic ai traccheggianti top club (Benetton e Calvisano) che avevano da tempo lasciato la Lega dei club d'eccellenza Lire al suo destino, posizionandosi come colei che dà le carte. Mancando però alla Fir le le risorse per creare due selezioni completamente federali da mandarci, ha giocato sulla delegittimazione dei club per "forgiare" due franchigie formalmente indipendenti in realtà sotto il suo controllo; ora si trova delegittimata pur'essa (nazionale, Mallett, pubblico, tv etc.) e fortunatamente per il rugby è rimasta la Benetton a romperle le uova nel paniere.
In sintesi il 2009 presenta pochi messaggi di speranza per il movimento italiano:
- nonostante qualche segnale positivo in Challenge Cup viviamo una chiara flessione tecnica, vedere pesante sconfitta di Calvisano coi Dragons penultimi di Magners League, accentuata dalla confusione sui destini Celtici;
- i club sono stati oggetto di una costante campagna federale di delegittimazione - ricordare ad esempio Troncon durante il Sei Nazioni - segando il ramo in cui siamo tutti seduti, e molti onesti tifosi (e forse anche gli sponsor in fuga) ci sono caduti;
- la Fir però a causa della sua autocrazia e approssimazione (e di Mallett), è riuscita nell'operazione di auto-delegittimarsi a sua volta.
E ci ritroviamo nella attuale palude nebbiosa.
In tale scenario un aspetto segna una ulteriore débacle Fir, oltre alla cerimonia di sepoltura della Lire (che però "si dissocia", cfr comunicato ufficiale): il pubblico ha ampiamente disertato la finale romana presso lo stadio federale.
Non era difficile da prevedere: Roma è "fuori raggio" rispetto ai punti di origine delle tifoserie, impossibilitate al rientro via mezzi pubblici dato l'orario serale. La cultura sportiva italica (purtroppo) anche nel calcio è imperniata fondamentalmente sui ragazzi con poco dinero e non sul business dei pacchetti trasferta all inclusive come tra gli anglosassoni.
Quanto al pubblico aborigeno, ha segnalato in modo netto il suo (dis-)interesse "a prescindere" per questo sport: il messaggio è chiaro, il Flaminio c'è per la Nazionale ( e bisognerà vedere l'anno prossimo senza Cecio e La7 a batter la grancassa), punto e fine delle trasmissioni. La Lire si congeda ma non pare distante dalla realtà, conlcudendo il suo forse ultimo comunicato ufficiale con la sentenza : "L’atto conclusivo di sabato sera al Flaminio riserva non pochi dubbi sul futuro del rugby di club Italiano, riportato di colpo all’anno zero".
Un flop che potrebbe aver conseguenze negative per Roma in ottica celtica sino a pochi giorni fa imprevedibili, nonostante la palese geo-politica federale e il pressing esercitato da oltreconfine a favore della Città Eterna ( e anche di Venezia-Treviso, va detto per onestà) per motivi turistici e logistici.
Insomma, lo scenario si complica in modo interessante.
Sono confermate le anticipazioni del Gazzettino (riportate qui) sulla struttura del campionato "top" italiano successivo al prossimo. Va aggiunto che per arrivare a dodici squadre (da dividere in due gironi) nel prossimo campionato si avrà una sola retrocessione (come sempre) ma tre promozioni dalla A.
Nel futuro torneo di Eccellenza a 12 squadre ogni team dovrà aver iscritti a referto almeno 16 giocatori di formazione italiana, con massimo 4 stranieri e 2 equiparati; in Challenge gli italiani delle quattro non meglio specificate "selezioni locali" (contentino per le escluse dalla Celtic?) dovranno essere almeno 15, con massimo di 7 stranieri.
Abbattuto il valore dei piazzamenti (Heineken 2011 riservata alle selezioni in Celtic, Challenge alle selezioni locali) e nella prospettiva del ritorno al dilettantismo, resta da capire per cosa giocheranno mai l'anno prossimo i cosiddetti Super 10 club. Sarà la vetrina per far emergere una trentina di player da aggiungere ai trenta di valore nazionale già noti, per la Celtic che disputerà qualcun altro? Tant'è, c'è da attendersi ulteriori "casi Capitolina" in corso d'opera.
Infine, una notevole decisione tecnica presa: chi rimarrà senza piloni giocherà in 14, l'Italia banna dal suo campionato la vergogna delle mischie no contest.
Nessun commento:
Posta un commento