lunedì 1 giugno 2009

Un Bath di casini


Non se la stanno passando bene a Bath in queste ore: tre giocatori della formazione inglese hanno presentato le proprie dimissioni con effetto immediato. Potrebbe sembrare l'epilogo di un thriller con di mezzo manager o politici, invece no: di mezzo ci sono Michael Lipman, Alex Crockett e Andrew Higgins, tre degli uomini migliori della squadra. Lipman, per esempio, era entrato nel giro della nazionale grazie alle prestazioni sul campo da gioco, mentre questa volta ci sono di mezzo altre prestazioni, in un locale di Londra.
I tre infatti erano sotto investigazione per alcuni atteggiamenti in un bar di Fulham lo scorso 10 maggio. Avrebbero dovuto presentarsi di fronte ad una commissione questa mattina presso la sede del club, come capita proprio in uno di quei film thriller con di mezzo manager, politici o poliziotti corrotti. Non si sono presentati, presentando le loro dimissioni prima che l'incontro avesse inizio. Insomma, non risultavano più agli atti giocatori del Bath e così hanno, al momento, evitato di rispondere.
A cosa di preciso? Di mezzo ci sono anche alcuni test su sostanze proibite condotti in seguito agli incidenti di Fulham. La notizia è stata data dal chief executive di Bath, Bob Celleja. Ovviamente non sono bastate queste mosse perché Lipman, Crockett e Higgins evitassero futuri guai. Sempre ammesso che il tutto sia provato. I tre rugbisti dovranno affrontare una commissione della Rugby Football Union. Uno dei portavoci della federazione ha dichiarato che la federazione "prende sul serio" ogni problema legato all'uso di droghe e che si è rivolta direttamente al club per tutti i documenti del caso. All'investigazione portata avanti da Bath si aggiungerà quella della RFU.
I tre nel frattempo hanno cercato di offrire una spiegazione: "Nel corso delle ultime settimane abbiamo fatto ogni tentativo di lavorare con il club, ma è ormai chiaro che le nostre posizioni sono divenute insostenibili. Ne siamo molto dispiaciuti. Riteniamo che queste accuse infondate non facciano del male solo alle nostre carriere, ma all'intero rugby".
Un caso che riporta in luce quello che ha visto per protagonista il pilone di Bath, Matt Stevens. Il gigante, anche lui nel giro della nazionale, era stati bannato all'inizio dell'anno per due stagioni per uso di cocaina. E poi c'è una rissa, sempre in quel di Fulham, che aveva visto "artefice" la seconda linea australiana Justin Harrison con un giocatore non identificato degli Harlequins: un piano bar venne ribaltato, giusto per rendere l'idea dell'impatto.

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