The wind of Keltia (*)
Dal sito della FIR:
Roma – La Federazione Italiana Rugby comunica di aver ricevuto entro i termini fissati alla mezzanotte di ieri, lunedì 25 maggio, sei dossier di candidatura da parte di altrettante entità sportive intenzionate a partecipare, dalla stagione sportiva 2010/2011, alla Magners Celtic League.
Hanno fatto pervenire alla Federazione i rispettivi progetti, contenenti la documentazione richiesta dal Board della Celtic League, le seguenti entità sportive:
- Aironi
- Duchi Nord Ovest
- Emilia-Romagna Dukes
- Praetorians
- SQPRoma
- Benetton Treviso
I dossier verranno analizzati dettagliatamente dal Consiglio Federale che si riunirà a Roma, presso la sede dello Stadio Olimpico, nella mattina di sabato 30 maggio.
Successivamente, e comunque entro il mese di luglio, la FIR renderà noti i nomi delle due entità deputate a rappresentare l’Italia nella Celtic League".
Arriva in Italia il vento celtico, arriva il tempo di uscire allo scoperto. Una sintesi delle candidature:
- gli Aironi, prima candidatura manifestatasi "seriamente", sono guidati da Viadana, col Gran Parma e Colorno, sostenuti dice dai soldi di una primaria entita' bancaria;
- i Duchi Nord Ovest sono il nickname di Calvisano, che si presenta come Brescia e mira a coinvolgere (col nome) altre realta' a Ovest dell'Oglio;
- Emilia Romagna Dukes sono il nick di Parma sponda Overmach, che con Noceto cerca supporti in direzione Reggio - Modena; gia' dal nome si potrebbe pensare che stiano inteloquendo con i Duchi precedenti (ma anche con gli Aironi per meri motivi geografici) per unire prima o poi le forze, secondo la direzione che prendesse il vento federale:
- le due romane: una prettamente "cittadina", i Pretorians, unione di Capitolina, Lazio e Futura Park: l'altra nonostante il nome SPQR non basata su nessun club ma aperta a tutto il centro sud da l'Aquila a Catania;
Infine Treviso: in solitaria, sostenuta dalla forza dello sponsor Benetton, dal palmares recente (come sottolineato nel post precedente, e' unica pressoche' sempre presente in finale di campionato negli ultimi dieci anni) e dal suo know how organizzativo oggettivamente superiore a quello di ogni altra realta' rugbistica della Penisola.
E i mitici Dogi veneti? un chiarimento/auspicio arriva proprio dal presidente Amerino Zatta sulle colonne del Gazzettino di oggi, dove parla di progetto "Benetton Dogi" e non Benetton Treviso:
"Treviso - Benetton capofila di un progetto che unisce il management e le risorse di Treviso, la tradizione e il vivaio di Padova, la passione e il pubblico di Rovigo, l’appeal turistico e il marketing di Venezia. In una parola i moderni Dogi.
Eredi nell’era del rugby professionistico di quelli che infiammavano gli stadi dell’era dilettantistica (anni ’70-’90). Sintesi di tutta la potenza di fuoco che il Veneto con la sua storia e i suoi risultati (35 scudetti e la maggioranza degli italiani di formazione in Nazionale) sa esprimere in questa disciplina.
È il succo del progetto della franchigia di Celtic League presentato ieri (ultimo giorno utile) dal presidente del Benetton Treviso, Amerino Zatta, a quello della Fir Giancarlo Dondi.
I posti per entrare nel campionato celtico dal 2010/11 per l’Italia sono due. Le candidate in lizza sono cinque oltre a Treviso: i Pretoriani di Roma, l’Spqr-Lupi del centro-sud (presentata ieri anche questa), gli Aironi di Viadana, la Via Emilia di Parma e Calvisano-Brescia per il nord-ovest.
Venerdì il consiglio federale si riunirà per discutere sulle credenziali chieste dalla Celtic a ogni candidato (dieci in tutto: stadio da almeno 5 mila posti, aeroporto, tradizione, risultati, budget da 8 milioni di euro, eccetera). La decisione sulle due prescelte avverrà entro luglio. Poi ci sarà un anno di rodaggio prima di entrare nel torneo con le dieci squadre di Scozia, Galles e Irlanda.
La grande novità della proposta è che Treviso non corre più da sola, come aveva dichiarato all’inizio. Il club più organizzato e vincente d’Italia (19 finali e 10 scudetti su 22 dell’era play off) si propone come capofila e catalizzatore delle altre realtà venete. Mette a disposizione il suo «know-how», come ama definirlo Zatta, perchè la candidatura del Veneto unito (benedetta sul fronte politico anche dal sindaco Giampaolo Gobbo e dalla Lega Nord) diventi vincente.
Mettendo bene in chiaro però, con un’altra frase cara al presidente, che «el can de tre paròni xe morto de fame». E che quindi le redini, la cabina di regia, devono restare a Treviso. Riusciranno gli altri partner ad accettarlo, capendo che per loro ci sono comunque spazi immensi di gratificazione e realizzazione, trasformando il progetto in realtà? Vedremo. Qui come sempre il Veneto dei campanili è il più grande nemico di se stesso.
«Treviso con la candidatura formalizzata ieri - precisa Zatta - ha dato la disponibilità a essere il punto di riferimento per questo tipo di franchigia. Pensa e crede che sia opportuno realizzarla in collaborazione con altre società venete. Che non sono soltanto Padova, Rovigo e Venezia, ma tutte quelle del territorio che riterranno di far parte del progetto. Ci vorrà del tempo per metterle insieme e affinare una collaborazione. Ma Treviso dà la sua disponibilità per andare in tale direzione. Compresa la possibilità di giocare i match di Celtic anche al Battaglini, al Plebiscito, o a Mestre se sorgerà uno stadio adeguato».
Il presidente non si sbilancia su quando trapelato dal colloquio con Dondi, ma pone l’accento sulla garanzia di solidità che al progetto Benetton Dogi (invece di Benetton Treviso) dà proprio il sostegno di uno sponsor così di peso. «È un’azienda che da trent’anni - conclude Zatta - investe nel rugby e continua a credere in questa disciplina. Spero che la Fir al momento di scegliere, con il criterio del buon senso che da sempre afferma di avere come linea guida, tenga conto di una realtà del genere».
Purtoppo il Veneto non è ancora la Catalunya e Treviso pur Dominante (nel rugby) non ha il profilo per proporsi come Serenissima, per cui l'appello di Zatta agli altri club veneti per ora appare solo un "tratteremo bene i nostri prigionieri" ed è destinato a raccogliere ben poco, almeno per ora.
La strategia di Zatta-Munari dell'autosufficienza trevigiana parte da lontano, dai tempi dell'uscita dalla Lire e parte dal presupposto che il rugby italiano non possa permettersi di rinunciare ai soldi e al know how organizzativo della Benetton.
E' vero, sono anni luce avanti a tutti in Italia (Fir inclusa), basta aver visto un trofeo Topolino per capire; purtroppo l'essere troppo belli bravi e di successo procura non solo ammiratori ma anche paura, sorda invidia e tanti nemici.
Non per caso appena Dondi potesse, sicuramente lascerebbe la Benetton fuori dalla Celtic con grande piacere: la Fir da un lato vuole una Treviso isolata giocando sulla sua "arroganza", dall'altro conta su una fusione Duchi-Dukes che magari coinvolga prima o poi anche gli Aironi.
Un elemento fondamentale per la strategia Fir è che i produttivi vivai veneti rimangano "terra di nessuno": sono strategici per poter ripopolare di italiani una selezione reggino-mantovano-bresciano-parmense e una romano-federale. Petrarca in primis, le altre venete su questo contano e per questo stanno alla finestra: sanno bene che chiunque vinca avrà bisogno dei loro vivai.
Treviso ha giocato sinora una partita borderline: una chiara rotta di collisione con Dondi ma senza poterlo esplicitare, senza potersi proporre come esplicita "fronda", come alternativa a questa Fir arroffona, disorganizzata, autocratica e feudale, cavalcando la diffusa opposizione popolare al Presidentissimo e al suo fedele Mallett; forse si riserva di farlo in caso di sconfitta, ma forse allora sarà troppo tardi.
[UPDATE 29/5, Comunicato Rugby Parma - Rugby Calvisano: "Con la presente si comunica che i Presidenti delle Società Rugby Parma, Rugby Noceto Rugby Reggio e Rugby Modena, quali firmatari della candidatura alla Magners Celtic League degli Emilia Romagna Dukes, e Francesco Casali, quale firmatario e in rappresentanza delle Società proponenti la Franchigia Duchi Nord-Ovest, hanno raggiunto in data odierna un accordo per unire le due candidature in un unico progetto. Questa nuova entità, che aggrega 12 società ed un ampia area del territorio italiano del nord ovest, prenderà il nome di DUCHI". Treviso inizi a preoccuparsi sul serio].
Tant'e', pare la trattativa Opel, ognuno cerca in questa fase di gonfiare i pettorali e far la voce piu' grossa (o suadente) che puo'. Di tempo per politica, accorpamenti, fusioni, polemiche e salti della quaglia ce n'e' a bizzeffe in questa commedia all'italiana, prima di arrivare al 2011 e scendere davvero al vento dei campi celtici.
Un grazie ai postatori indefessi del forum rugby.it per il materiale e le riflessioni.
(*) vecchio (1972), suggestivo brano all'arpa celtica del cantautore bretone Alan Stivell:
2 commenti:
Par di capire che sei favorevole alla cavalcata solitaria dei trevigiani.
Io da padovano invece sono dispiaciuto che stia sfumando la prospettiva Dogi. Non so se il tutto sia dovuto all'atteggiamento di Munari&C o se sia colpa dei dirigenti delle altre società venete (probabilmente un po' uno un po' l'altro).
Certo che l'apertura della Benetton (quasi una concessione regale) mi pare un po' tardiva, e comunque non c'è nulla di ufficiale.
Fosse stato presentato un bel progetto per una franchigia veneta ci sarebbe stata una base di tifosi e appassionati ben più ampia. E poi vuoi mettere il fascino di radunare sotto i vessilli dei Dogi tutta la "potenza di fuoco" del rugby triveneto?
Ma il progetto presentato alla FIR si chiama Benetton Treviso, ed appartiene agli amici della Marca. Faccio loro tanti auguri, spero che ce la facciano.
Paolo, prendo solo atto del male minore.
"El can de tre paroni xe morto de fame" ricorda l'Amerino Zatta, offrendo un posticino in famiglia algi altri, ma non una fusione paritaria: il potere va a chi ci mette i schei, come dargli torto? Se poi un "Benetton Dogi" giocasse contro gli Ospreys al Plebiscito o all'Euganeo, non credo dispiacerebbe no?
D'altra parte i Dogi senza Tv non stanno in piedi: Lorigiola aveva lanciato l'appello, ma ognuna delle others venete ha i suoi problemoni da risolvere (rimpiazzare gli sponsor!), figurarsi se riescono a trovare chi gli garantisca 8 milioni da mettere sul tavolo solo per cominciare a parlare ...
E poi e' giusto forse cosi', il Petrarca persegua (se lo lasceranno fare) la sua vocazione di dominio sui campionati giovanili e di belle figure (si spera) sino al livello Challenge e in Celtic lasci pure andare avanti qualcun altro, che a noi padovani ci scappa da ridere ...
L'alternativa a Tv singola in Celtic, ritengo, sarebbe ancora peggio per il rugby veneto cioe' per il rugby in italia tutto: il pieno potere a Dondi &Co., con una franchigia romana sotto tutela federale e un'altra bassopadana teleguidata e giocante a Reggio (secondo stadio federale?) e i vivai veneti (Petrarca in primis) spremuti per alimentare le due.
Uno scenario para calcistico da regione densa di campioni (Delpiero, Zambrotta, etc.etc.) ma senza squadre di livello (l'Udinese e' nel business del trading, col vivaio ... nel Terzo Mondo).
In realta' non mi convince 'sta storia Celtica per com'e' impostata sin dall'inizio, ma tant'e', giochiamo nel campo che ci mettono a disposizione.
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