sabato 20 giugno 2009

I Leoni si leccano le ferite




Durban, South Africa 26 - 21 British and Irish Lions

South Africa:
F Steyn (Sharks), JP Pietersen (Sharks), A Jacobs (Sharks), J de Villiers (Stormers), B Habana (Bulls), R Pienaar (Sharks), F du Preez (Bulls); T Mtawarira (Sharks), B du Plessis (Sharks), J Smit (Sharks), B Botha (Bulls), V Matfield (Bulls), H Brussow (Cheetahs), J Smith (Cheetahs), P Spies (Bulls).
Replacements: G Steenkamp (Bulls), D Carstens (Sharks), A Bekker (Stormers), D Rossouw (Bulls), E Januarie (Stormers), J Fourie (Lions), M Steyn (Bulls).
British and Irish Lions: L Byrne (Wales and Ospreys); T Bowe (Ireland and Ospreys), B O'Driscoll (Ireland and Leinster), J Roberts (Wales and Cardiff Blues), U Monye (England and Harlequins); S Jones (Wales and Scarlets), M Phillips (Wales and Ospreys); G Jenkins (Wales and Cardiff Blues), L Mears (England and Bath), P Vickery (England and Wasps), Alun-Wyn Jones (Wales and Ospreys), P O'Connell (Ireland and Munster, capt), T Croft (England and Leicester), D Wallace (Ireland and Munster), J Heaslip (Ireland and Leinster).
Replacements: M Rees (Wales and Scarlets), A Jones (Wales and Ospreys), D O'Callaghan (Ireland and Munster), M Williams (Wales and Cardiff Blues), H Ellis (England and Leicester), R O'Gara (Ireland and Munster), R Kearney (Ireland and Leinster).
Referee: Bryce Lawrence (New Zealand)

Ci sono partite nel rugby che andrebbero esportate là dove questo sport non è conosciuto e, soprattutto, là dove questo sport non è apprezzato. Primo perché il rugby in Sud Africa è sinonimo di stadio pieno in ogni ordine di posto (dettaglio importante in tempi di Confederation's Cup), secondo perché quanto si è visto nel pomeriggio a Durban è stato semplicemente esaltante.
Hanno vinto gli Springboks, hanno vinto 26-21: una meta non trasformata di scarto, parrebbe poco a dare retta solo al risultato. La realtà dei fatti è che può voler dire molto, tantissimo. La serie dei tre scontri diretti segna un 1-0 per i padroni di casa. Chi ben comincia è a metà dell'opera, dice il proverbio. Magari lo conoscevano pure i boeri.
Il match di oggi va messo nella cassetta dei bei ricordi e non passerà di certo inosservato perché ad esempio ha segnato la resa di un pilone nel testa a testa con un altro pilone. E' come se tornassimo indietro nel tempo, quando le praterie erano terreno di scontro tra i boeri e i britannici. Il pilone è la cavalleria pesante e, ai tempi onorevoli, la cavalleria pesante era fondamentale. Come nel rugby, d'altra parte. Oggi la cavalleria pesante ha salutato Phil Vickery: ha avuto la gloria di toccare la coppa del mondo 2003, ha avuto l'onere di vedersela con la Bestia, tale Tendai Mtawarira. Ha perso i cocci per strada, Vickery. Onore alle armi.
Si parte subito forte, con una meta dei sudafricani ad opera del capitano John Smit (sarà un caso) e due calci fuori porta di Stephen Jones nei primi venti minuti. Sull'economia dell'incontro incideranno. La risposta dei Lions non si fa attendere: Brian O'Driscoll lancia Ugo Moyne, stai a vedere che questi qui hanno proprio ineenzione di vincere. Tutti in attesa del verdetto del TMO ed il TMO dice che la palla non ha toccato per terra. Però: 15 minuti scarsi di gioco e questi nemmeno il tempo di qualche screzio. La guerra di posizione è andata a farsi benedire, ci si butta subito all'attacco.
Il primo allungo Springboks - I Boks allungano con un calcio di punizione, è il 10-0 che già fa la differenza. Si lotta, si combatte, l'atmosera si fa caldissima anche se laggiù è inverno. C'è un muro di gente che nello stadio di Durban, per come è fatto, è come se fosse letteralmente nel campo assieme ai propri giocatori.
Ma nelle file dei Lions c'è un tale Tom Croft. Ha la faccia del ragazzone buono e gentile sempre pronto a farti uno scherzo. Un simbolo del vecchio rugby, per il modo di fare in campo e per quel fisico slanciato di flanker. Come ricorda il Socio, "quando giocavo io a rugby si era soliti piazzare in terza linea uno piccolo e tarchiato ed un altro bello alto". Ecco, Tom Croft.
E' proprio lui a lanciare il grido di orgoglio Lions: segna la meta che riapre i giochi dopo mezz'ora di partita. 10-7.
Fine primo tempo - Ma Vickery soffre troppo in mischia, l'arbitro neozelandese Lawrence non lo perdona. Fischia, rifischia. Pieenar va sul dischetto e azzecca la mira due volte di fila. E' come se Croft, il mezzo fante prestato alla cavalleria pesante non avesse mai segnato. I primi 40 minuti finiscono con un 19-7 tremendo da digerire per coach Ian McGheegan e i suoi. Oppure no? Bisogna attendere la ripresa delle ostilità.
La Red Army torna in campo, di nuovo alla cacci dei boeri che corrono e si muovono per tutto il campo come piace a loro, gente cresciuta sugli altipiani e abituata ad abbattere gli ostacoli che impediscono gli spazi aperti.
I boeri segnano: lo fanno dopo 7' con Heinrich Brussow. E' la sua prima meta con la maglia della nazionale, nasce da un gioco di mischia. E' tutto sintomatico. Lo dicevano alla vigilia: tutto dipenderà da quanto la mischia Lions saprà tenere testa a quella degli Springboks.
Tre minuti dopo nuovo sussulto d'orgoglio ospite. E' ancora sintomantico, perché arriva da una interessantissima coppia di centrali, O'Driscoll e il gallese Jamie Roberts che innescano Mike Phillips: il mediano corre e si allunga per appoggiare l'ovale in area di meta, torna in ballo il TMO che, nuovamente, annulla la segnatura.
Se non ci riescono loro tre, ci pensa di nuovo Tom Croft. Che ragazzo! Riceve ancora una volta da O'Driscoll e segna la sua seconda meta. Jones trasforma, la rincorsa è cominciata, ma a questo punto mancano meno di dieci minuti alla fine della partita. Però è 26-14. Cadere in piedi, a questo punto, è fondamentale in vista del secondo duello.
La meta di Phillips - Così, quando mancano davvero solo meno di cinque minuti alla fine, accade che i boeri si ritrovano con il nemico alle porte. E' ancora Mike Phillips: meta, Jones trasforma. E' 26-21. Due calci e la controffensiva si trasformerebbe in una vittoria totale. Roba da sistemarla alla nordica. Due piazzati e tac!
I Lions si spostano nell'area dei 22 sudafricani con un calcio di punizione, i padroni di casa sentono la tensione, forse erano ben più tranquilli nella finale di Parigi di due anni fa. Gli esploratori cercano qualsiasi pertugio per superare il reticolato. Ma ogni tentativa sarà vano.
Vince il Sud Africa, 26-21. A Durban è stata grande battaglia. Tra una settimana tutto torna come prima, anzi no. Perché i Lions non potranno sbagliare, non potranno permettersi disattenzioni. Nemmeno quella di darsi una lisciatina ai capelli.

UPDATE 22/6: tutto da leggere l'articolo BBC con le dichiarazioni di Graham Rowntree, coach degli avanti Lions (oltre che possessore delle orecchie a cavolfiore più impressionanti del Pianeta)."The referee was rewarding the dominant scrum as we had asked him to do," ha dichiarato."They won that engagement, they were going forward and their movement was upwards. It was legal".
L'arbito non c'entra, la loro mischia e Teh Beast in partocolare sono stati dominanti nel primo tempo: onore alla sua onestà intellettuale, giusto per smentire le lamentele di capitan O'Connell a fine partita.
I "villains" identificati sono i due, inglesi: non solo Vickery ma anche Mears. L'insfficienza in fase di spinta è però un problema che riguarda tutti i primi cinque, per cui certamente i Lions aumenteranno il peso anche in seconda linea (Shaw o Hines al posto di A.W. Jones).
Fuor di mischia, anche il giovane Monye presumibilmente pagherà i suoi eccessi di "confidenza": in una Serie che vale una Coppa del Mondo, non è ammissibile arrivare per due volte a un centimetro dalla meta (una volta in verticale) e farsi fregare regolarmente in extremis, come si vede negli highlights.

2 commenti:

Abr ha detto...

Grazie mille per il ricordo dei ricordi.
Quanto a Vickery, i Lions vennero per schiantare (in mischia chiusa) e per svettare (con O'Connell in rimessa) e furono schiantati e sovrastati ...
Ci sarà anche un contributo da parte dello stile d'arbitraggio, indubbio, ma McGeechan non può cadere dal pero, lo si sapeva da mo'.

Ultima notazione, ho goduto particolarmente che la prima meta di "carrettino" ripristinato, quella di Broussow (non la prima dell'anno, in Super14 ne han segnate alcune anche mentre si poteva abbatterlo) sia stata subita dai Lions.
Alla faccia degli anglosassoni che tanto si sono spesi per ripristinarlo, doveva essere un'arma in più dei nordisti, o no?

ringo ha detto...

Eh eh, caro Socio. In teoria sì. Ma - come dicevi tu nell'inciso sopra - il fatto sono i fondamentali, i fondamentali... ;)

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