All Blacks sempre in sella
Sab.18 Luglio 2009, Ellis Park St., Auckland | ||||
Nuova Zelanda | 22-16 | Australia |
New Zealand: 15 Mils Muliaina, 14 Cory Jane, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Sitiveni Sivivatu, 19 Stephen Donald, 9 Jimmy Cowan, 1 Tony Woodcock, 2 Andrew Hore, 3 Neemia Tialata, 4 Brad Thorn, 5 Isaac Ross,6 Jerome Kaino,7 Richie McCaw (capt), 8 Rodney So'oialo.
Repl.: Keven Mealamu, Owen Franks, Jason Eaton, Kieran Read, Piri Weepu, Luke McAlister, Joe Rokocoko.
Australia: 15 Adam Ashley-Cooper, 14 Lachie Turner, 13 Stirling Mortlock (capt), 12 Berrick Barnes, 11 Drew Mitchell, 10 Matt Giteau, 9 Luke Burgess, 8 Wycliff Palu, 7 George Smith, 6 Richard Brown, 5 Nathan Sharpe, 4 James Horwill, 3 Al Baxter, 2 Stephen Moore, 1 Benn Robinson.
Repl.: Tatafu Polota-Nau, Ben Alexander, Dean Mumm, Phil Waugh, David Pocock, Will Genia, James O'Connor.
Arbtitro: Craig Joubert (Rsa)
Ruvida battaglia d'esordio di Tri Nations, in cui i Wallabies sulla carta più dotati e completi non riescono ad aver ragione per l'ennesima volta di All Blacks aggrappati per carenza d'altro ai "loro" basics: far squadra, l'aggressività in ruck e la pressione territoriale; poi se qualche offload funziona vanno in meta, altrimenti si capitalizzano le indiscipline avversarie.
I padroni di casa han saputo stringere i denti e far fortezza all'Eden Park, dove ora sono imbattuti dai cugini di là del Mare di Tasman da 24 anni e dai quali non perdono in casa dal 2001.
Gli ospiti avevano ben presente che con qualunque release di All Blacks si vince solo applicandosi mente e corpo per 80 minuti, ma non sono riusciti a sfruttare appieno la superiorità del primo tempo e a replicarla nel secondo, messi sotto pressione nei breakdown e in mischia .
Una meta trasformata per squadra nel primo tempo, la differenza la fa la disciplina: un attentissimo arbitro Joubert stronca Baxter (novello Vickery) e la mischia chiusa australiana, nonchè ogni infrazione in ruck da ambo le parti. Ne risulteranno 5 punizioni centrate su sette tentate per Donald e tre su cinque per Giteau.
Al quarto minuto Berrick Barnes trova la meta per i Wallabies, più fluidi in attacco e pronti a contestare ogni singola palla in difesa. Giteau estende il vantaggio al 10 -0.
Lentamente gli All Blacks emergono dall'impotenza: Donald piazza il suo secondo tentativo per il 10-3 del 15' e pochi minuti dopo avviene la svolta della partita, negativa per i Wallabies: con un improvviso break su palla rubata gli australiani si trovano il Mar Rosso aperto verso la meta, ma Barnes sbatte il pallone sulla faccia di Palu che a sua volta seguiva il compagno troppo da vicino: meta quasi segnata, meta mangiata.
Meta mangiata, meta subita: al 26' capitan McCaw finalizza in meta un bello e lungo multifase, proponendosi col timing perfetto all'offload di Conrad Smith.
Alidilà degli episodi, è imbarazzante la superiorità Wallbies in rimessa laterale (4 rubate nel primo tempo), per l'assenza di Ali Williams ma anche l'insufficienza di Hore (che si rifarà nel gioco aperto); i Kiwis si rifanno con gli interessi in mischia chiusa, dove la prima linea australiana non troverà mai il bandolo della matassa e perderà preziosi possessi concedendo calci di punizione.
Si va al riposo sul 13-10, la sensazione è che gli Australiani non abbiano saputo sfruttare appieno una netta superiorità nel gioco aperto e in rimessa laterale.
Alla ripresa, nel giro di tre minuti gli All Blacks passano in vantaggio: 16-13 con due punizioni di Donald, ma Giteau livella la gara su 16 pari al 46'.
Si entra in una fase di equilibrio instabile che verrà rotto al 60'. In tale fase i padroni di casa si difendono meno affannosamente che nel primo tempo. Davanti i due team grosso modo si equivalgono e si annullano - George Smith al 100' cap, i dominanti Horwill e Sharpe in seconda linea, dall'altra parte il redivivo Richie McCaw, sofferente ma positivo come Kaino e So'oialo.
Rispetto al primo tempo i Wallabies non riescono più ad essere efficaci con i trequarti: Burgess fa il solito compitino senza incidere, Giteau inventa poco, Barnes scompare come Mortlock, Lachie Turner decisivo contro Italia e Francia non pesa, Drew Mitchell non trova spazio, Ashley Cooper fa l'estremo "all'italiana" inchiodato indietro.
Coach Deans prova a lanciare in mischia il giovane O'Connor al posto di Barnes, ma il ragazzo commette un paio di cappelle di handling e si rifugia nel routinario per il resto della gara; va meglio a coach Henry con il cambio Weepu per un sufficiente Cowan: i calcetti dalla base della ruck Tutta Nera diventano più profondi, i Wallabies vengono tenuti indietro e devono rimontare terreno con fatica.
Al 61' l'equilibro viene rotta ancora da una indisciplina australiana; subito dopo Giteau ha l'opportunità di pareggiare ancora ma la manca, mentre Donald ne piazza ancora uno negli ultimi dieci minuti di gara.
Brutto colpo per i Wallabies e per le loro aspettative in un anno che pareva finalmente quello giusto, dopo quasi un decennio di dominio neozelandese. Ci sono andati vicino ma non hanno saputo piazzare la zampata finale quando potevano nel primo tempo, nè mantenere la composture necessaria quando hanno sofferto.
Il Tri Nations è ancora lungo (si gioca su tre scontri con ogni squadra, nove partite per team), ci sarà una seconda chance per gli australiani fuori casa, in terreno neutro; certo che una occasione così, trovarsi completi e in forma davanti ai Kiwis al loro perigeo, non si sa se ricapiterà agli uomini di Robby Deans.
Gli All Blacks pur senza splendere e senza risolvere nessuno dei loro problemi (primo di tutti la linea mediana), incassano una vittoria essenziale per il vacillante morale e per la classifica, partendo bene per provare a tenersi la Bledisloe Cup e mantenendo per ora il primo posto del ranking mondiale. Andranno a giocarselo in Sudafrica nel prossimo weekend.
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