Boks essenziali, Steyn pure
South Africa: Frans Steyn, JP Pietersen, Jaque Fourie, Jean de Villiers, Bryan Habana, Morné Steyn, Fourie du Preez, Tendai Mtawarira, Bismarck du Plessis, John Smit (capt), Bakkies Botha, Victor Matfield, Heinrich Brüssow, Juan Smith, Pierre Spies Replacements: Chiliboy Ralepelle, Jannie du Plessis, Andries Bekker, Danie Rossouw, Ricky Januarie, Adi Jacobs, Wynand Olivier New Zealand: Mils Muliaina, Joe Rokocoko, Conrad Smith, Ma'a Nonu, Sitiveni Sivivatu, Stephen Donald, Jimmy Cowan, Tony Woodcock, Andrew Hore, Owen Franks, Brad Thorn, Isaac Ross, Jerome Kaino, Richie McCaw (captain), Rodney So'oialo, Richie McCaw (captain), Jerome Kaino Replacements: Keven Mealamu, John Afoa, Jason Eaton, Kieran Read, Piri Weepu, Luke McAlister, Cory Jane
Tri Nations 2009, Durban
SOUTH AFRICA 31 (22) - 19 (13) NEW ZEALAND
Quando si dice "squadra che vince, non si cambia". E tanto che ci siamo, nemmeno il modus operandi, perché alla fine molto di quello che si è visto nella terza giornata di Tri Nations 2009 sta proprio qui, nel way of play dei sudafricani: potrà sembrare monotono, privo di fantasia e quindi prevedibile, ma la realtà è che gli Springboks possono vantare una forma fisica strabiliante e una forte motivazione a scendere in campo ogni volta. Qui risiede quel 31-19 rifilato alla Nuova Zelanda di un Graham Henry che ha provato a parare i colpi che lo hanno messo all'angolo.
Gli All Blacks hanno adottato "grandi rischi" perché così andava fatto, ha detto il manager neozelandese il giorno dopo la disfatta di Durban. In realtà, il fatto è che i Kiwis non attraversano un bel momento di forma, mentale e fisica, e il gioco non può che risentirne: passaggi sbagliati, nessun sostegno al portatore di palla, rimessa laterale da bilanciare e mischia chiusa da rattoppare. Come ha sempre ricordato molto bene il Socio, chi perde nella mischia, va a finire che perde la partita. Ancora più vero contro gli armandi sudafricani.
I quali poi possono contare su Morné Steyn, autore di tutti i punti Springboks, tra calci (8/8) e la meta messa a segno. Ben otto quelli realizzati dal sudafricano e sì che durante la settimana la Nuova Zelanda aveva fatto intendere che avrebbe puntato molto sulla disciplina, memore che l'incontro di sabato scorso era andato male anche perché molti non avevano fatto i bravi. Nel corso del match di Durban sono stati sventolati anche tre cartellini gialli - a JP Pietersen, Isaac Ross e Bakkies Botha. Per capire come davvero siano andate le cose ieri, basta proprio soffermarsi al minuto 49', momento in cui l'arbitro gallese Nigles Owen ha mandato fuori dal campo la seconda linea di casa per dieci minuti.
Perdere Botha è come perdere la frizione in una macchina, soprattutto quando la tua squadra ha ormai impostato la sua manovra sul binario "passaggio e dentro", "passaggio e dentro" e sui calci alti sotto i quali mandare a caccia di ovali e avversari non solo i propri tre quarti, ma anche gente dalla falcata come Spies o Botha, che si becca il giallo per un fallo antisportivo forse nell'unica vera folata All Blacks di tutto il secondo tempo. Eppure succede che 1) gli All Blacks non ne trattogono benificio; 2) l'azione è sempre nella metà campo dei neozelandesi, al punto che le percentuali indicano che l'80% dell'incontro si è svolto nel territorio che agli ospiti - teoricamente - servirebbe come bacino di raccolta e partenza. Invece no.
I grandi calci di spostamento operato dai due Steyn, la pressione portata da Fourie e Habana, la metamorfosi in avvoltoi da parte di gente come Brussow e Rossouw fa in modo che se anche il Sud Africa non gestisca l'ovale, gli All Blacks non riescano comunque a focalizzarsi. Basta vedere il momento in cui Weepu passa un pallone così al compagno che gli sta alle spalle, con i piedi nella propria aria di meta. Il pallone finisce nella dead zone concedendo una mischia ai cinque metri ai campioni del Mondo e numeri uno del ranking mondiale.
La meta di Steyn - Morné Steyn - arriva al 37', quando già si era percepito l'andamento dell'incontro. Arriva, non è un caso, dall'ennesima mischia portata a ridosso della linea di meta nemica: gli avanti sudafricani non sono della fanteria pesante, non sono carristi o roba del genere. Sono sommozzatori, reparti speciali che fanno un lavoro di precisione con il massimo delle forze senza rompere un bicchiere: annusano la preda, la studiano e poi la colpiscono duro.
Il primo tempo finisce 22-13. Nel secondo gli All Blacks proveranno a tornare sotto il break, ma ad ogni calcio di Stephen Donald (non in grande spolvero, ma non è colpa sua, è tutto il reparto che non funziona con gente come Sivivatu o Rokocoko che hanno le gambe compassate e poco ossigeno al cervello), che rischia di fare la frittata con un loop in mezzo al campo intercettato dalle sentinelle avversarie, risponde preciso Morné Steyn.
La seconda frazione non è entusiasmante come sarebbe stato lecito attendersi dagli All Blacks, la cui situazione era benissimo rappresentata dall'aria spersa di Richie McCaw. L'ultimo sussulto è un piazzata di Luke McAllister al 60', poi solo Springboks che con il minimo ottengono il massimo.
Forse Peter De Villiers non è la fantasia al potere come coach, ma ha messo su un'orchestrina che è pronta a suonarla a tutti. E non è un'impresa facile dopo aver vinto un Mondiale e aver preso il posto di Jake White. Missione compiuta, li ha fatti neri.South Africa New Zealand Tries Steyn (37) Tries Ross (11) Cons Steyn (37) Cons Donald (12) Pens Steyn (4, 14, 17, 31, 40, 55, 63, 73) Pens Donald (6, 28, 50), McAlister (60)
6 commenti:
premesso che i boks hanno largamente meritato di vincere e ne ho goduto,l'incontro di ieri ha una nota stonata:l'arbitraggio.
è un argomento che affronto con pudore perchè parlare dell'arbitro è poco rugbysh,ma forse è il momento che il governo mondiale del rugby inizi a capire che il rugby si gioca in 31.
owen è forse il paradigma di
una generazione arbitrale che si crede estremamente consistente ma nella realtà non lo è affatto.credo che, con la sola eccezione dell'irlandese lewis,non ci sia un solo arbitro internazionale in grado di gestire da solo un match di alto livello.
sono un conservatore e soprattutto nel ns sport accolgo sempre con una certa perplessità i nuovismi,ma
stavolta trovo interessante la proposta nz di pensare ad un doppio arbitro(io,al di là di complicazioni e sovrapposizioni che andrebbero poi regolamentate, ne vedrei bene addirittura 3 di cui 1 dedicato esclusivamente a fuorigioco ed ostruzioni sui calci).
si punta tanto a rendere spettacolare il gioco cambiando le regole ma poi non si mette mano alla pletora di ostruzionismi e furberie che sono la vera morte del fluire del gioco- e parlo volutamente di gioco e non di spettacolo:se voglio vedere uno spettacolo vado all'arena a vedermi l'aida del '13-.
tagus, l'argomento arbitri l'abbiamo affrontato molto spesso nel nostro blog, a partire dal famoso Barnes di Francia-NuovaZelanda ai mondiali 2007 (cfr. archivio, RWC2007).
Il nostor assunto è che le decisioni dell'arbitro non si discutono. In campo. Fuori invece si (e non dagli spalti, ma dopo analisi meditata), nel senso di contribuire al MIGLIORAMENTO tecnico di uno sport di contatto e di ragionamento troppo dipendente dall'arbitraggio non dico corretto nel senso di imparziale (non sia mai) ma corretto nel senso tecnico del termine.
Veniamo a noi: qualche tempo fa, mi pare nel commentare una partita dell'ultimo 6nazioni, definii (scherzosamente) il nostro Owens come esponente di un grupppetto di "old farts", arbitri old skool anglosassone, di quelli che decidono le mischie secondo l'umidità dell'aria per non parlare delle ruck.
Il porblema essendo che, nel rugby moderno tali momenti tecnici sono divenuti così "tecnici" e fondamentali che se
a) non hai più il fiato per esser lì sul punto e
b) non hai le competenze per capire cosa esattamente sta accadendo,
allora l'arbitraggio determina un "BIAS" alla partita, a volte anche imparziale (nel senso che le cavolate vengono equmente distributite tra i team) ma in ogni caso poco chiaro, aumentando quella percentuale di casualitaà nei risultati del rugby portandola a cifre quasi calcistiche (quel "giuoco" dove un team può dominare per 89 minuti ma venire infilato da un contropiede unico ben fatto, stile Argentina - Italia 1978).
Ciò detto, e senza aver (oimè) veduto (ancora) la partita, e concordando sul giudizio che dai della categoria sopraddetta soprattutto in Europa e dopo aver detto che non ho ancora visto un arbitro francese realmente "consistente", trovo che qualche arbitro decente in giro ci sia.
Lewis che nomini ad esempio, ma anche Barnes stesso da quest'anno (non prima). Poi gradisco tutti i referee sudafricani, abituati a valutare gioco tosto di avanti e a correre, correre tanto in altitudine: Joubert su tutti , anche se ammetto che Kaplan sia un po' troppo "pistino".
Quanto a neozelandesi e australiani, ammetto, passato il buon Welsh, come al solito non hanno molta dimestichezza con le fasi statiche e alle volte si fanno buggerare.
Riguardo al doppio arbitro, ritengo che la Elv che responsabilizza maggiormente i guardalinee sia cosa buona e giusta e potrebbe formire la risposta al dilemma senza stravolgere o "football-americanizzare" il gioco: spesso, soprattutto per falli antisportivi (le ostruzioni che segnali), li vediamo "avvisare" l'arbitro. Mi piacerebbe vederli ancora più attivi e coinvolti, a cominciare dalle fasi statiche: arbitro sul lato interno della mischia, guardalinee a sorvegliare il lato esterno, vorrei ben vedere quante mischie andrebbero rifatte o piuttosto punite.
"Perdere Botha è come perdere la frizione in una macchina", "gli avanti sudafricani non sono della fanteria pesante, non sono carristi o roba del genere. Sono sommozzatori, reparti speciali che fanno un lavoro di precisione con il massimo delle forze senza rompere un bicchiere": complimenti vivissimi Socio.
Una nota su Mornè: 31 grandissime risposte alle critiche (mia inclusa) sulla sua ultima prestazione: sarà meno presente e leader di Pienaar, sarà un maverick egotista, ma come sa punire lui!
I mischiaroli adorano queste aperture, magari meno amate dal pubblico perchè non estrose alla Carlos Spencer, ma capaci di piazzare tutte le punizioni che loro si guadagnano col sudore sangue e lacrime.
Ho visto la partita, finalmente.
Impressioni: gli AB reggono apparentemente alla pari per 30 minuti abbondanti, quasi un tempo intero.
In realtà giocano monodimensionali una partita difensiva, schiacciati indietro, avanzando opportunisticamente, a (pochi) sprazzi.
Sembra quasi non abbiano avuto il tempo materiale per provare i giochi d'attacco o banalmente la rimessa laterale.
Pazzesco, perchè i Boks possono essere messi in crisi (forse) solo da attacco largo e costante, non mai aspettandoli in difesa. Lo vedremo prossimamente con l'Australia.
Agi AB manca un po' di fosforo in mediana, motivazione in giro tra ali (Sivivatu) e nel pack (So'oialo); le guardie devono giocare troppo borderline per reggere l'urto e alla fine non risolvono il problema della fallosità, che peraltro si risolve solo attaccandolo, tenendoli distanti.
Arbitraggio criticabile, concordo: il falletto di Isaac Ross non era da espulsione, giusta invece quella dei due sudafricani.
Grandioso il progresso tattico dei Boks, che sanno coprire tutto il campo in modo impeccabile e tutti i trequarti più DuPreez calciano benissimo, ci prova pure Matfield.
C'è da dire che senza Pienaar i Boks risultano ancor più monotoni pe prevedibili: passa e penetra oppure calcia e corri sotto.
Comunque han fatto fatica, ma la sensazione era quella del matador col toro.
Chiedo venia per i refusi, ma il post è arrivato alla conclusione di una lunga ed estenuante settimana lavorativa, culminata in cambi al vertice... Comunque, concordo con il Socio. Senza Pieenar lo schema offensivo degli Springboks è basic, eppure sappiamo anche che non è facile fare le cose semplici. Molto basic anche la difesa: nel senso che rispetta tutte le regole richieste per vincere un match. Senza fronzoli. E anche questo, nel rugby di oggi, non è per niente facile.
Ps: ultimo spunto. Ma non è che le (ri)nuove regole alla fine fanno comodo solo all'emsifero sud come quelle precedenti? Insomma, da questo punto non si scappa.
Refusi? Quali refusi ;)
Grande verità Socio sugli schemi di gioco: un vecchio adagio rugbistico dice, giocare al largo non è un diritto, è un privilegio che va guadagnato con gli avanti. E i Boks se lo guadagnano a ogni piè sospinto.
Sulle regole cambiate soprattutto per gli australi, a quanto pare i "depressi" ora sono loro (ma concediamo una prova d'appello ai Wallabies, anche perchè i Boks un filo logorati dovrebbero a questo punto essere), gli europei non ne hanno saputo approfittare (vedi Lions) e quindi quelli in mezzo cioè i sudafricani godono ...
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