Il punto australe
E' tempo del nostro report quindicinale sulla Currie Cup sudafricana, giunta nello scorso weekend a metà della regular season, settima giornata su quattordici.
Ci eravamo lasciati coi Griquas lanciatissimi in fuga solitaria con 5 vittorie in 5 gare, inseguiti dagli Sharks del Natal. Nelle ultime due giornate la situazione s'è trasformata, "normalizzandosi" per certi versi e delineando chiaramente quattro squadre in testa lanciate verso i playoff.
Non è ancora finita a nostro avviso: un titolato team attualmente nelle retrovie sta dando segni di risveglio, si preannuncia quindi una seconda fase interessante, a prescindere dal contributo degli Springboks quando verranno nuovamente rilasciati.
Risultati:
Vodacom Blue Bulls 44 Platinum Leopards 11
Vodacom Free State Cheetahs 59 Boland Cavaliers 8
Sharks 41 GWK Griquas 6
Vodacom Western Province 25 Xerox Lions 20
I Griquas perdono due partite in fila e lasciano la testa della classifica. Persa per un punto in casa contro i Bulls la sfida del turno precendente dopo essere stati in testa per tutta la gara (meta di Pedrie Wannenburg a due minuti dalla fine per il bonus offensivo ai Bulls, trasformazione di Francis, riserva ventiduenne della riserva di Morne Steyn, il ventenne Brummer, per la vittoria); molto netta invece la sconfitta 41 - 6 subita sabato scorso a Durban. Sogni di gloria ridimensionati per il team del Northern Cape, che pure mantiene la terza posizione e può giocarsi le possibilità di entrare nei playoff.
Cinque mete a zero la citata vittoria degli Sharks contro i Griquas (il centro Waylon Murray, il mediano McLeod, l'apertura Dumont, la potente ala Mvovo e il nr.8 Keegan Daniels). Il team di Stefan Terblanche senza Hernandez (e i nazionali) guadagna il primo posto; nel turno precedente aveva avuto ragione dei Golden Lions a Johannesburg per 19-30, fino a dieci minuti dal termine era 0-23, una meta delle due Sharks era di Kankowski.
Testa della classifica guadagnata punendo ogni indisciplina avversaria ed essendo abili nel gioco dei calci in zona avversaria; il tutto senza usare i nazionali disponibili: coach Plumtree s'è preso la responsabilità di privilegiare l'equilibrio raggiunto piuttosto che la classe.
Al secondo posto salgono i Western Province, prossimi fruitori dei servigi di Bryan Habana (almeno per il Super14) prelevato dai Bulls. Erano andati a vincere col bonus nel derby del Capo a Wellington coi Kavaliers nel turno precedente; stavolta battono in casa i Golden Lions 25-20, conducendo sempre la gara a partire dalla meta di Luke Watson a fine stagione emigrante in Inghilterra. Gioco paziente, rolling mauls a profusione, ma ancora molti errori di handling quando il loro gioco si allarga. Lungodegente la talenutosa apertura Willem DeWaal, l'hanno sostituito sinora efficacemente Peter Grant e Conrad Hoffman ma entrambe sono infortunati nell'ultima gara; probabilmente saranno costretti a schierare apertura l'estremo Joe Pietersen.
Si installano al quarto posto i Bulls: dopo aver come detto riagguantato nel finale del sesto turno la gara coi Griquas, vincono facile in casa con i Leopards. Non serve particolare sforzo per raggiungere il punteggio di 44-11 e segnare sei mete (tra gli altri Stegman, Potgieter, il ventunenne mediano Frans Hougaard e Jaco Pretorius): ci pensano i Leopards, finendo la partita in dodici dopo esser stati anche in undici, per due espulsioni definitive e altre due provvisorie.
Dei Golden Lions staccatissimi quinti (otto punti in meno dei Bulls) abbiamo detto: due sconfitte in fila come per i Griquas, almeno sabato hanno impedito al quarta meta dei padroni di casa e raccattato un punto di bonus a Newlands. Mostrano una ottima rush defence ma gli manca la capacità di chiusura.
Sesti invece in pieno recupero dopo un avvio traumatico di campionato sono i Cheetahs, autori di una striscia di tre gare vincenti. Della prima coi Bulls abbiamo detto, poi è toccato ai Leopards beccarsi un 17-71 senza appello (undici mete a due, doppiette di Nico Breedt, Nokwe, Jonker, Demas e dell'estremo Jeacocks dei padroni di casa); sabato scorso è toccato a Boland subire il 59-8 con altre undici mete, delle quali due dell'estremo Daniller e ben quattro di Nokwe (in foto). I coriferi dell'Orange Free State paiono aver trovato un nuovo equilibrio pur senza Juan Smith e Broussow, e sono lanciatissimi.
Nel prossimo turno i Cheetahs avranno una sfida decisiva per le loro ambizioni di risalita verso la zona playoffs, quasi una last chance dati i nove punti di distacco dai Bulls quarti: il derby a Kimberley coi Griquas.
Avremo anche la sfida tra le attuali prime della classe Sharks e WP a Durban, una bello scontro in altura tra quarta e quinta Bulls - Lions, cui seguirà per i Pretoriani una trasferta decisiva dai Capetoniani; ci sarà anche la sfida di ritorno per aggiudicare definitivamente il "cucchiaio di baobab" tra Leopards e Kavaliers.
Un cenno anche al National Provincial Championship - NPC - neozelandese: non il "campionato provinciale" come dicono quelli che traducono alla lettera (suona da serie c) ma il campionato (nazionale) delle Province.
Solo pochi cenni prima del prossimo weekend, quando torneranno disponibili alle rispettive selezioni gli All Blacks reduci da Sidney.
- Richie McCaw, John Afoa, Jimmy Cowan, Stephen Donald, Andrew Hore, Jerome Kaino, Ma'a Nonu, Josevata Rokocoko, Sitiveni Sivivatu, Brad Thorn e Tony Woodcock, saranno disponibili solo nel prossimo turno di campionato, mentre
- Wyatt Crockett, Aled de Malmanche, Jason Eaton, Tamati Ellison, Hosea Gear, Cory Jane, Tanerau Latimer, Brendon Leonard, Rodney So'oialo, Neemia Tialata, Isaia Toeava e Piri Weepu, saranno disponibili per i prossimi due turni.
Non è detto che trovino tutti posto in squadra o in panchina nonostante la classe (quelli rimasti integri: McAlister per esempio è fuori con l'osso facciale fratturato e anche Conrad Smith è infortunato). Dal Sudafrica alla Nuova Zelanda c'è polemica tra chi patriotticamente arriverebbe a imporre ai team provinciali l'impiego dei nazionali per "tenerli caldi" e chi invece privilegia altri fattori; ad esempio l'allenatore di Wellington si allinea al collega dei Natal Sharks, secondo cui in questa fase paga la continuità e di nazionali se ne riparlerà a TriNations finito.
Sul piano dei confronti della quarta giornata in campo, continua la corsa in testa di Bay of Plenty che a Rotorua batte Waikato per 32-16 ma senza il bonus (22 punti al piede di Mike Delany).
Al secondo posto Canterbury, vincente 25-21 nel derby con Tasman (10 punti al piede di Colin Slade e tre mete a due). Southland è terza battendo Hawkes Bay 18 -9 in condominio con Wellington, riuscita a tenere per un punto la partita contro Auckland, 16-15 il finale. La striminzita vittoria ha mantenuto nella capitale il Ranfurly Shield, il più antico trofeo del rugby neozelandese, che tornerà in palio il 29 agosto contro Canterbury.
In zona playoff anche Manawatu del giovane astro nascente Aaron Cruden (segnatevi il suo nome, ne sentiremo parlare), capitano dei Junior Kiwis campioni del mondo e Irb Junior Player of the Year 2009. I Turbos battono Otago 19 -12 (due mete di Casey Stone), mentre Northland sconfigge nel derby North Harbour per 23-26 (21 punti con una meta per Lachie Munro); le già citate Tasman e Otago pur sconfitte questo turno rimangono in zona playoff.
Tutto comunque ancora aperto con ancora nove giornate davanti: dal settimo al quattordicesimo e ultimo posto tutte le squadre sono pressocchè pari con una vittoria su quattro gare (tranne Hawkes Bay e Taranaki che hanno anche un pareggio nel loro score). Vale per Auckland, che pur deve cominciare a temere di non riuscire a entrare nei playoff per il secondo anno consecutivo; vale anche per la nobile decaduta Waikato, rimasta ultima in classifica dopo la vittoria di Manukau su Taranaki (33-21, l'apertura Nanai ha segnato 18 punti).
Notato i distacchi minimali nei punteggi delle partite e in classifica? Il divario tra team di testa e gli altri non pare abissale come in Currie Cup, almeno per ora.
[A cura del nostro dipartimento didascalico:] Forse parte del merito va anche alla stabiità: non ci sono retrocessioni. Ogni tre, quattro anni, in fase di ridefinizione dei contratti televisivi e di sponsorizzazione, l'Ente titolare del "prodotto" NPC rivede i risultati e può decidere di concedere la franchigia a qualche altra Union provinciale (ce ne sono almeno altrettante di quelle che giocano in fila d'attesa), eventualmente al posto di qualcuna delle vecchie con problemi, badate bene di investimento prima che tecnici (senza fondi cala fatalmente anche il livello). In pieno stile Nba; in prospettiva Super15 fagocitatore di date, l'NPC probabilmente subirà mutazioni simil Currie Cup (meno squadre, promozioni-retrocessioni).
6 commenti:
Dopo il dip. didascalico, quallo polemico si arroga spudoratamente il diritto di emettere il seguente comunicato: "Leggete bene l'ultimo paragrafo: fa suonare qualche campanello, direbbero da qualle parti?".
Acc ... e' ora di far saltare qualche testa dormiente al dipartimento delle polemiche, se si son fatti sfuggire un'alzata come questa! Menomale che, come Valentino, Nicola c'e'! :)
Eeeeee, come Valentino, mamma mia! Dai che i Cheetahs riprendono fiato (W il rugby dell'altopiano).
go go go Cheetahs!
Solo che se passeranno ai playoff, a farne con tutta probabilità le spese saranno i vicini (nonchè "federati" nel Super14) Griquas ... :(
Purtroppo la vicenda poterbbe sfociare in uno scontro fratricida. Vedi, il fatto è che temo si voglia far fuori i Cheethas dal Super 14 a favore dei Southern Kings (ne hai parlato recentemente anche tu), e sarebbe davvero un peccato. La politica e il rugby... Cane e gatto! Se poi metti in conto che io ancora li chiamo Orange Free State, così come gli altri per me sono Transvaal e Northern Transvaal, capirai perchè certe rivoluzioni mi provochino un pò di acidità.
Eh Nicola, possiedi le stesse sensibilita' mie, ereditate indirettamente da cari conoscenti.
Mi piace parlarne apertamente, non comprendo perche' se quassu' una democrazia per dirsi tale debba tutelare le minoranze (gay, musulmani etc.), quando invece tocchi a "noi" di esser minoranza (minoranza peraltro da circa il 10% della popolazione se non ricordo male), allora dovremmo star sghisci?!
In nome de che, del passato? Mavala', bullshit excuses, in democrazia la responsabilita' e' individuale, e il resto si chiama dittatura della maggioranza e sindrome dello Zio Tom alla rovescia.
E ho detto tutto.
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